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Dune: Spice Wars, il provato del ritorno su Arrakis della strategia in tempo reale

Il provato di Dune: Spice Wars, un gioco che segna il ritorno su Arrakis della strategia in tempo reale, con una formula davvero interessante

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   25/04/2022
Dune: Spice Wars
Dune: Spice Wars
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Il ciclo di Dune di Frank Herbert, in particolare il primo romanzo, ha ispirato moltissimi autori di videogiochi, sia indirettamente, sia direttamente. Probabilmente non è l'opera più battuta in assoluto, ma sono diversi i titoli che i giocatori ricordano con piacere, a partire dal Dune di Cryo Interactive, che mescolava strategia e narrativa, passando per Dune 2 di Westwood, che ha canonizzato gli strategici in tempo reale.

Comunque sia, sono proprio la rarità dei giochi su Dune e il valore intrinseco dello scenario ad averci fatto avvicinare al provato di Dune: Spice Wars con grandi aspettative, fortunatamente non deluse.

Struttura di gioco

Dune è un immenso deserto pieno di pericoli
Dune è un immenso deserto pieno di pericoli

Dune: Spice Wars di Shiro Games è fondamentalmente uno strategico 4X in tempo reale, quindi con un sistema di gioco complesso e articolato, non incentrato solo sull'accumulo di risorse e sulla creazione di unità militari. Parliamo quindi di un prodotto che per scelta si indirizza verso una certa utenza. Comunque sia, iniziamo a giocare. Selezionata una delle quattro fazioni disponibili (Atreides, Harkonnen, Smugglers e Fremen) e scelti due consiglieri, che danno diversi bonus a seconda dei loro ruoli e che cambiano da fazione a fazione, ci si ritrova con la capitale a mezza funzione (non può essere espansa fino a che non si è raggiunto un certo livello di espansione), con poche risorse e con le tasse in Spezia da pagare all'imperatore, poco interessato alle nostre difficoltà. Mancano solo dei vermi giganti alle porte di casa e... ah no, ci sono anche quelli.

La prima cosa che ci viene richiesta di fare è di utilizzare un ornitottero per esplorare i territori circostanti, in cerca di uno da cui mietere la Spezia (costruendo una raffineria con mietitrice annessa), quindi di generare almeno un paio di unità militari per conquistarlo e iniziare la nostra espansione.

I primi momenti di gioco fanno ben capire com'è strutturato il gioco: Arrakis è diviso in tanti territori, ognuno con a capo un villaggio indipendente. Per prenderne il controllo bisogna aggredire i villaggi, distruggerne le difese e poi investire per la colonizzazione (volendo si possono anche distruggere o saccheggiare). Quando il territorio rientra tra i nostri possedimenti, è possibile iniziare a costruirci sopra sia difese militari, sia strutture economiche, militari o legate all'arte del governo.

Le prime ore servono sostanzialmente per sfruttare le risorse del territorio, se presenti, come la Spezia, i materiali rari o il vento, quest'ultimo utile per ottenere acqua. Le seconde sono auto esplicative e riguardano l'espansione dell'esercito e della difesa in generale (è possibile costruire anche torrette lanciamissili, per dire). Le terze comprendono tutti quegli edifici legati alle funzioni governative, tutte tradotte in meccaniche di gioco, come ad esempio edifici per la ricerca, altri per la raccolta d'informazioni e così via.

Edifici

Le tempeste di sabbia sono il più grande pericolo per gli ornitotteri
Le tempeste di sabbia sono il più grande pericolo per gli ornitotteri

Ogni edificio e ogni unità costano naturalmente risorse, sia per la costruzione, sia per il mantenimento. Dato che Arrakis non è proprio un pianeta rigoglioso, bisogna andarci cauti, almeno inizialmente, se non ci si vuole trovare a corto di Solari (la moneta corrente) o di qualche altra risorsa produttiva. Del resto anche il gioco suggerisce di non correre troppo: ogni villaggio dispone di due slot per la produzione di edifici, che possono essere aumentati spendendo materiali. Quando ci si è espansi abbastanza, si può iniziare a migliorare anche la capitale, con interventi mirati ai vari settori del governo. In questo senso Dune: Spice Wars sembra essere ben equilibrato, con il gameplay delle prime ore di gioco fatto proprio di esplorazione del territorio, conquista e gestione delle risorse acquisite.

Indovinate qual è la fazione più aggressiva?
Indovinate qual è la fazione più aggressiva?

Di tanto in tanto gli ornitotteri, che hanno un ruolo chiave visto che sono le uniche unità capaci di scandagliare Arrakis, oltretutto senza rischiare di essere mangiate dai vermi della sabbia, possono scoprire qualche evento, come altri velivoli abbattuti e mercanti d'acqua, da cui trarre altre risorse. Sia chiaro che non si può vivere di approvvigionamenti saltuari, ma la presenza di questi piccoli eventi rende sicuramente più piacevole e varia l'esplorazione.

Militari, spie e politici

Il gioco comprende un ciclo giorno / notte
Il gioco comprende un ciclo giorno / notte

Come dicevamo, quando si vuole prendere il possesso di un territorio bisogna inviare delle truppe a conquistarne i villaggi. Con il tempo si sviluppano tecnologie tali che consentono di rapportarsi con le popolazioni locali in diversi modi (c'è proprio un albero di ricerca dedicato alla cultura di Arrakis), ma all'inizio l'unica soluzione è guerreggiare. Le unità assoldabili sono inizialmente poche e non diventano, in realtà, mai moltissime. Si comincia con un paio di elementi, diversi a seconda della fazione scelta e, nel medio gioco, si arriva ad avere dei piccoli eserciti. Il focus sul lato militare dipende molto dallo stile di gioco scelto e dalle ricerche fatte.

Ciò che conta, alla fine, è la cosiddetta Egemonia, che determina il nostro grado d'influenza sul pianeta e che viene determinata non solo dalle conquiste, ma anche dallo spionaggio, dalla politica e dalla diplomazia. Il primo consente di assegnare degli agenti per controllare le altre fazioni o delle sfere d'influenza. Nella schermata di spionaggio è possibile inoltre avviare delle missioni che, in caso di successo, fruttano diversi bonus. La politica, invece, mescola rapporti economici e di potere.

Alcuni paesaggi di Arrakis sono molto belli
Alcuni paesaggi di Arrakis sono molto belli

Di tanto in tanto le fazioni vengono chiamate a votare su determinati argomenti, tipo chi deve usufruire di unità difensive speciali, o il prezzo dell'acqua o cose di questo genere. A seconda del potere accumulato, si avrà una maggiore o minore influenza sul voto e si potranno indirizzare le scelte politiche a nostro vantaggio, o a svantaggio degli avversari. Per questo è importante stringere accordi con le altre fazioni, così da accrescere la nostra influenza generale e avere la possibilità di ottenere di più.

Il sistema di combattimento, invece, è molto semplice e quasi completamente automatizzato. Inviate le truppe contro il bersaglio scelto, gli scontri si volgeranno in automatico, con il giocatore che può al massimo far ritirare i suoi uomini (sempre che sia possibile), per evitare la disfatta o che siano mangiati dai vermi della sabbia. Questi ultimi sono particolarmente pericolosi perché non possono essere fermati in alcun modo. Semplicemente, quando vengono segnalati è meglio andarsene, perché possono mangiarsi un intero esercito in un sol boccone. In fondo sono loro i signori di Dune.

Annotazione tecnica

Le capitali sono il centro di potere di ogni fazione
Le capitali sono il centro di potere di ogni fazione

Dal punto di vista tecnico, Dune: Spice Wars è un titolo intelligente, ma abbastanza modesto. La parte più curata è sicuramente quella della mappa, dato che è quella su cui si passa la maggior parte del tempo. Le unità, invece, vengono sempre mostrate da una certa distanza, così come le capitali e i villaggi. Questo perché non sono ricchissime di dettagli. Francamente dopo la curiosità iniziale, ci si fa prendere dal flusso del gioco e si zooma pochissimo sulle unità, che vanno bene anche in formato microscopico, visto il tipo di gioco. Da sottolineare che il titolo di Shiro Games si è rivelato molto stabile e pulito, nonostante sia ancora in Accesso Anticipato. Un'ottima prospettiva per la versione finale.

Dune: Spice Wars ci è piaciuto. Probabilmente è presto per esporsi, ma siamo rimasti coinvolti dalle sue dinamiche e da come legge Dune in chiave strategica, senza scadere in formule semplificate e di massa. Vedremo se la versione finale confermerà le buone impressioni avute finora, intanto continuiamo a giocare.

CERTEZZE

  • Dune 4X sembra meglio del previsto
  • Dinamiche di gioco interessanti

DUBBI

  • Qualche unità militare in più non gli farebbe male