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ECTS 2003 - Spellforce

Un mix di RTS e RPG, Spellforce si propone di ofrirci una nuova esperienza di gioco, attraverso un gameplay innovativo e la intelligente fusione di due generi. Abbiamo avuto la possibilità di provarlo e queste sono le nostre impressioni.

ANTEPRIMA di La Redazione   —   29/08/2003
SpellForce - The Order of Dawn
SpellForce - The Order of Dawn
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ECTS 2003 - Spellforce
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Strategia dalla prima linea

Partiamo dal principio: Spellforce è definito dagli stessi creatori “una miscela unica di elementi RTS e RPG”. Un impegno notevolissimo e apprezzabilissimo, e che da questa prima visione sembra non fermarsi alle sole parole. Il giocatore si troverà a guidare un personaggio principale, il nostro protagonista, con il quale si avrà un rapporto decisamente stretto, in pieno stile RPG, con livelli, abilità, esperienza, incantesimi e tutto quello a cui questo genere ci ha abituati. D’altro canto il nostro protagonista avrà a disposizione la possibilità di disporre di soldati di sei differenti razze da guidare sul campo. Questa soluzione è indubbiamente innovativa, anche se chi ha la memoria lunga potrà trovare un interessante precedente in Sacrifice, gioco della scuderia Shiny, annata 2001.
Dal punto di vista della gestione dell’esercito il gioco dimostra tutto il suo carattere strategico: sarà infatti possibile creare nuove unità attraverso un sistema di rune, potenziarle, addestrarle e delegarle ai diversi compiti. In questo il gioco ha molto di simile ad RTS di analoga ambientazione: si comincia con il creare le unità di base, per poi farle progredire attraverso successivi potenziamenti, che si svolgono in appositi edifici. Unica pecca del sistema, tutto sommato collaudato, sembra essere nella selezione: durante la prova ci è sembrato infatti che la selezione di gruppi di unità potesse avvenire solo per razza e non per specializzazione, pecca sulla quale saremmo ben felici di essere contraddetti.
Oltre alle sezioni gestionali e strategiche, il gioco presenta una fortissima componente di esplorazione e combattimento. In questa il nostro protagonista svolge il ruolo principale, mentre i nostri sottoposti potranno essere delegati ai compiti più semplici, quali pattugliamento, protezione, o di scorta. Il maggiore dubbio che può venire in un gioco dal gameplay così vario riguarda le inquadrature: Phenomic ha risolto il problema nel modo più semplice: in qualunque momento si può passare dalla classica visuale dall’alto (con zoom e rotazione) ad una visuale in terza persona più simile a quella di un classico RPG.

ECTS 2003 - Spellforce
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Concludendo...

L’impressione generale sul gioco è quella di un lavoro maiuscolo, sia sotto il punto di vista del gameplay,che sotto quello dell’aspetto grafico: il motore muove senza troppi problemi alte quantità di modelli, senza troppe esitazioni nemmeno quando lo si stressa con i cambi di visuale.
Per quello che riguarda il gameplay ci sono alcune caratteristiche che meritano un plauso particolare: la prima è un’interfaccia utente degna di nota, notevolmente funzionale nonostante l’apparente complessità, mentre la seconda riguarda l’approccio al combattimento: il classico schema “seleziona azione – seleziona nemico” è stato invertito; in altre parole prima scegliamo il bersaglio, poi chi o cosa mandargli contro, metodo che dopo i primi minuti inizia a dare ottimi risultati.
In definitiva, Spellforce è sembrato un prodotto degno di molta attenzione, soprattutto per questa sua interessante ibridazione di generi che, per una volta, sembra aver raggiunto un buon livello di compromesso.

ECTS 2003 - Spellforce
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Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo

Il bello delle fiere è indubbiamente quello di potersi soffermare anche sui giochi che normalmente, per i più disparati motivi, non sono al centro delle nostre attenzioni. E mai come davanti a giochi come Spellforce ci si rende conto di quanto piccoli possono essere i nostri orizzonti.
Una piccola premessa: Spellforce, prodotto da Jowood, ha natali eccellenti, essendo sviluppato da Phenomic Studios, già famosi per la serie ‘Settlers’. Questo gioco però di Settlers non ha proprio nulla, a partire dall’ambientazione, fino al sistema di gestione, passando per il gameplay. Sotton alcuni punti di vista Spellforce ha poco in comune con quasi tutti i giochi, anche se analizzandolo a fondo è possibile sentire le diverse influenze.