C'era una volta Winning Eleven, una serie in grado di ammodernarsi continuamente anche grazie alla differente pubblicazione della versione giapponese e di quella europea. Dopo un periodo buio c'è stata anche l'era di PES, del "the pitch is ours", un gioco estremamente limitato e povero fuori, quanto pieno di anima una volta scesi in campo.
Adesso, di tutto ciò non c'è più nulla, né il glorioso nome, né il gameplay sapientemente bilanciato. C'è solo una beta incompiuta di eFootball che, per l'ennesima volta in pochi mesi è stata rinviata a data da destinarsi.
Nonostante fosse nato come progetto in evoluzione, pensato per arricchirsi e migliorarsi nell'arco delle settimane, nonostante fosse nato come prodotto pensato per scardinare le convenzioni dei videogiochi sportivi, grazie a un modello free-to-play che avrebbe consentito a tutti di accedere e scegliere quanto e in cosa spendere i propri risparmi, Konami per ora non è riuscita a mantenere le promesse, e si è trovata costretta a un cambio di programma clamoroso, con esiti ancora tutti da scoprire.
La versione 1.0 di eFootball è stata rinviata in primavera, i soldi già spesi dagli utenti rimborsati, e nel frattempo le squadre in esclusiva come Juventus, Roma, Lazio e Atalanta rischiano di trovarsi a giocare in una competizione minore.
Viva la revolución
E sì che il progetto eFootball, in teoria, poteva avere tutte le carte in regola per far tremare Electronic Arts e il suo FIFA. Konami, infatti, si era presa un anno sabbatico (sono più di due anni che il team giapponese sta lavorando a eFootball) per completare la transizione del suo gioco dal Fox Engine (motore proprietario, ma nato per muovere Metal Gear Solid 5) all'Unreal Engine, lo strumento di sviluppo più diffuso e versatile del pianeta.
Una scelta intelligente per molte ragioni: era giusto non forzare i tempi, il cambio di tecnologia è un processo laborioso, soprattutto quando si deve adattare uno strumento non creato esattamente per lo scopo. La scelta di passare a un motore grafico non proprietario, però, avrebbe dovuto garantire a un team non più d'avanguardia di poter portare senza grosse difficoltà il gioco su diverse piattaforme (persino su mobile), e implementare tutte quelle novità tecnologiche che Epic Games avrebbe introdotto in futuro. Superato l'ostacolo iniziale, insomma, i vantaggi sul medio e lungo termine sarebbero stati indiscutibili.
Una volta replicate le fondamenta di PES 2020 in Unreal Engine, poi, si poteva cominciare a costruire. Nuove squadre, modalità e, ovviamente, nuove funzionalità. L'essersi staccati dalla serializzazione annuale avrebbe consentito a Konami di migliorare giorno per giorno, senza il bisogno di aspettare un anno per acquistare la nuova edizione. Da quando è uscito Fortnite i "giochi come piattaforma" sono una costante del mercato dei videogiochi, e proporre il suo modello in un titolo sportivo avrebbe ovviato a quelle critiche secondo cui le poche novità introdotte di anno in anno non giustificano la spesa per un nuovo capitolo.
Cristiano Ronaldo cambia pettinatura? Boom, aggiornamento e il giorno dopo CR7 è identico all'originale. Neymar inventa un nuovo dribbling? Tempo di creare l'animazione e lo si trova nel gioco. Online trovano un modo per fare sempre gol? Ecco la correzione. Il team di sviluppo ha perfezionato la fisica della palla? Arriva una corposa patch ed ecco che il feeling del gameplay migliora sensibilmente.
Questo sembrava il piano iniziale.
L’uscita di eFootball
Date le premesse, cosa poteva andare storto? Non sappiamo cosa sia successo esattamente, ma la risposta sembra essere "tutto". Per qualche motivo Konami ha deciso di uscire con una versione dichiaratamente (ed evidentemente) incompleta di eFootball il giorno prima dell'uscita di FIFA 22. Un qualche esperto marketing deve aver pensato che questa poteva essere la mossa giusta per tenere testa al gioco di EA ma, con il gioco in quello stato, ha servito alla concorrenza il più classico dei gol a porta vuota.
I giocatori, infatti, si sono trovati tra le mani un prodotto lento, a tratti ingiocabile, con pochissime opzioni e soprattutto ottimizzazioni. È complesso trovare avversari online, gli arti dei calciatori si piegano ad angolazioni improbabili e soprattutto questi mostrano segni di agonia sul loro volto. E sì che Konami aveva organizzato qualche mese prima un test di rete piuttosto riuscito, sia dal punto di vista del gameplay che da quello dell'infrastruttura tecnica. Dov' è finito quel gioco?
In questo stato, la demo uscita il 30 settembre era un morto che camminava. I più incrollabili ottimisti, però, hanno subito visto il bicchiere mezzo pieno: essendo un progetto in evoluzione, Konami nel giro di un paio di patch sistemerà tutto valorizzando quelle tre-quattro cose che funzionano.
Peccato che in questo caso il PES Team sembra aver mantenuto il ritmo di sempre, con aggiornamenti per le rose che impiegano settimane ad arrivare dopo la chiusura dei mercati, 3-4 patch all'anno per sistemare il gameplay e poco altro.
E quindi, nella più classica cronaca di una morte annunciata, si è arrivati prima al posticipo della patch iniziale che doveva sistemare il netcode e i problemi di gioco più grandi, mentre adesso arriva l'annuncio che la versione 1.0, prevista per l'11 novembre, sarà pubblicata direttamente nella primavera del 2022. Se l'intenzione è farlo uscire nel prossimo anno fiscale, parliamo di quasi un semestre.
Licenze e top player
I problemi di eFootball rischiano di avere ripercussioni anche su chi intorno al gioco di Konami aveva investito. Solo per restare in Italia, questa decisione pesa molto sull'immagine di quelle squadre come Juventus, Atalanta, Roma, Lazio e Napoli, che hanno deciso di abbandonare FIFA in favore dell'ex-PES. Questo posticipo vuol dire non solo che il loro logo non sarà presente in nessun gioco di qualità nel periodo natalizio (con conseguenti danni di immagine), ma solo in un prodotto fortemente deficitario e ancora incompleto, senza competizioni ufficiale e persone che lo giocano seriamente in ambito competitivo.
Non solo le squadre: pensiamo alla Federazione Italiana che aveva messo in piedi una nazionale di eFootball o la Serie B che ha tutte le competizioni eSport sul gioco di Konami. Pensiamo a tutta la schiera di pro player o aspiranti tali che hanno scelto eFootball come titolo su cui competere. Come Ettorito, più volte campione del mondo e attuale giocatore della Juventus: che cosa farà in questi mesi? Su cosa si allenerà?
Non può piovere per sempre
Il PES Team ha dato prova negli anni di sapersi riprendere. Magari lo rifarà anche questa volta, nonostante l'autogol. Solo che più passano gli anni e più il brand di PES si indebolisce e diventa sempre più un prodotto di nicchia, apprezzato dai vecchi giocatori nostalgici. Figuriamoci, oltretutto, se quel nome viene anche abbandonato.
Data la natura rivoluzionaria del modello economico, però, nulla è precluso. Qualora in primavera uscisse un bel gioco, non ci dovrebbe essere nulla che impedirà ai giocatori di abbracciare il progetto e fare passaparola. Dopotutto di storie di redenzione, nel mondo dei videogiochi, ne abbiamo viste diverse negli ultimi anni. Che questa possa essere l'ennesima rinascita? Lo speriamo, dopotutto il mercato e gli appassionati hanno bisogno di un concorrente forte e credibile per FIFA, ma se eFootball sarà in grado di esserlo dipende tutto da Konami.