Quando abbiamo saputo della collaborazione tra John Romero e Paradox abbiamo istantaneamente nutrito grandi speranze: il designer, nonostante una seconda metà della sua carriera meno di successo rispetto alla prima, resta uno dei nomi più riconoscibili all'interno dell'industria, mentre Paradox ha grande esperienza, soprattutto nell'ambito degli strategici ma non solo, dato che negli anni è diventata sempre più brava anche come publisher di studi terzi. Insomma ci siamo avvicinati ad Empire of Sin con una certa curiosità, uscendone però, dobbiamo ammetterlo, non del tutto convinti. Il titolo uscirà l'anno prossimo su PS4, PC, Xbox e Nintendo Switch, una versatilità che forse ha imposto di non approfondire quanto necessario certi elementi che avrebbero meritato più attenzione.
Un impero del crimine
Empire of Sin è ambientato nella Chicago degli anni '20, un luogo dove le gang criminali proliferavano e gli affari andavano a gonfie vele per chiunque fosse coraggioso e sconsiderato abbastanza da sfidare le leggi imposte dal proibizionismo. Iniziata una partita a Empire of Sin avremo una prima e importante scelta: quale tra i quattordici boss presenti vogliamo impersonare? In parte saranno figure storiche, come Al Capone, in parte completamente inventate. In base alla scelta ci si troverà per le mani quello che, di fatto, è una sorta di eroe con i suoi punti di forza, di debolezza, le sue compatibilità e via dicendo. Presa questa decisione si inizia la partita come un boss di basso livello appena trasferitosi in città: sulla mappa avremo modo di visualizzare in ogni istante quali edifici ci appartengono, quali sono neutri e quali invece sono di un boss avversario.
Le prime battute della nostra carriera malavitosa ci vedranno da soli cercare di occupare qualche locale, prendendo confidenza con il sistema di combattimento di Empire of Sin che, per essere più chiari possibile, è permutato in maniera pedissequa da X-Com e soci. Il nostro boss prima, poi l'intera squadra che comanderemo, va quindi mossa durante le battaglie su un terreno composto da caselle al cui interno spendere i punti a disposizione per muoversi, sparare, usare le abilità speciali e così via. Abbiamo visto un paio di battaglie di crescente difficoltà e dobbiamo dire che non ci sono molti aspetti, al di fuori della storia, che sembrano poter essere innovativi nel combattimento di Empire Sin; da un certo punto di vista sembra anche più semplice rispetto agli ultimi esperimenti del genere. Carino però il modo in cui si è cercato di sviluppare il contesto malavitoso: i personaggi hanno delle relazioni tra di loro, una posizione nella gerarchia del clan e conoscono altre persone in città che possono o meno essere legate ad altri gruppi criminali; tutte variabili che vanno a influenzare il rapporto tra di loro e con noi.
Progredendo nell'avventura questi anti-eroi che comanderemo cresceranno attraverso livelli d'esperienza e nuove abilità, ma crescerà anche l'intreccio di relazioni tra di loro che, qualora qualcuno dovesse morire, potrebbe poi mutare repentinamente. Finita la prima battaglia, nella demo che ci è stata mostrata Al Capone otteneva il suo primo locale, un bar che come altre strutture all'interno del gioco può essere migliorato con arredamenti in grado di richiamare una clientela diversa, guardie alle porte per tenere lontani eventuali problemi e via dicendo. Oltre ai bar ci sono altre attività che possono essere avviate o "rilevate" come i casinò, i centri di riscossione oppure le immancabili distillerie illegali. Queste ultime sono probabilmente le più importanti in assoluto perché l'alcol, proibito al tempo dal governo americano, poteva essere prodotto e poi venduto molto facilmente e molto in fretta. Ci sono diverse qualità di alcol che possono essere realizzate, in base al canale di vendita e alla clientela a cui si aspira. La presenza di più clan sul territorio porta inevitabilmente a degli screzi che in parte possono essere appianati con la diplomaziama che in parte finiranno senza alcun dubbio in sanguinose guerre di quartiere. Dopo una mezz'oretta di Empire of Sin ci siamo resi conto che l'obiettivo è quello di mettere un po' di tutto, dalla parte gestionale a quella tattica di combattimento, rischiando però di essere un po' troppo superficiale sui singoli elementi del gioco. Speriamo che sia solo un'impressione e che, in realtà, tra le pieghe del progetto si nasconda grande profondità, perché il team coinvolto è di sicuro valore e l'ambientazione merita una volta tanto un titolo fatto bene.
Empire of Sin si è presentato all'E3 2019 con una demo che mostra alti e bassi: l'ambientazione è molto particolare e ci piace, tra l'altro non sono moltissimi i giochi che l'hanno sfruttata a dovere, però il gioco sembra mescolare molte cose mantenendosi in superficie su tutte. Non possiamo ovviamente esprimere giudizi articolati con appena una mezz'ora di gameplay giocato davanti ai nostri occhi, però da una collaborazione così altisonante per ora ci saremmo aspettati di più.
CERTEZZE
- Ambientazione molto interessante
- Un gestionale con i combattimenti alla X-Com...
DUBBI
- ...che però potrebbe non andare a fondo in nessuna delle due componenti
- Tecnicamente è ancora un po' indietro