Far Cry: New Dawn, abbiamo provato l'apocalisse di Ubisoft

Quando ci hanno presentato New Dawn stentavamo a credere ai nostri occhi. Vero, i sondaggi avevano dato il post apocalittico tra le ambientazioni più ambite dai fan della serie Far Cry, ma era difficile aspettarsi che Ubisoft potesse esaudire tali desideri così rapidamente... figuriamoci poi con un titolo direttamente collegato al finale (già di per sé piuttosto imprevedibile, invero) di Far Cry 5. Invece il gioco era lì, davanti ai nostri occhi, pronto a sfruttare il potenziale narrativo di quella chiusura e ad offrire un mondo post atomico quantomai inusuale. Lussureggiante, colorato, ma sempre dominato alla violenza e dai peggiori istinti umani, il Montana di questo Far Cry ha promesso da subito grosse novità, oltre a un furbissimo rimaneggiamento di mappe e situazioni preesistenti in salsa completamente nuova. Quando abbiamo avuto finalmente l'occasione di testare il gioco, dunque, ci siamo avvicinati al pad con la speranza di trovarci davanti a un'esperienza fresca e ricca di sorprese, anche in virtù delle promesse fatte dagli sviluppatori e dell'enorme enfasi su crafting e sviluppo del proprio quartier generale. Ecco, in tutta sincerità, forse aspettarsi una rivoluzione di un sistema funzionale e di notevole successo come quello della serie Far Cry era un pochino troppo ottimistico, ma se non altro la "nuova alba" offre realmente dei cambiamenti notevoli all'interno della sua formula più che consolidata, ed è riuscita a sorprenderci. Oggi vi spieghiamo perché.

Railroad to hell

Ricominciamo da un elemento fondamentale, che avevamo già trattato nella nostra precedente preview ma abbiamo avuto modo di spolpare maggiormente: la narrativa. Nel gioco voi non siete che uno dei tanti agenti di un'organizzazione di mercenari, che vaga per il mondo con il solo scopo di ristabilire l'ordine e aiutare le colonie minacciate da gruppi criminali. Assoldati dagli abitanti di Prosperity, vi trovate ad avere a che fare con un gruppo chiamato "gli Highwaymen" e guidato da due gemelle incredibilmente violente; solo che l'incontro avviene molto prima del previsto: assaltati mentre state per raggiungere l'accampamento in treno, vi ritrovate all'improvviso soli e sperduti nel Montana con un'unica destinazione e ben poche certezze per il futuro. Una buona premessa, che fin da subito chiarisce la presenza di un nuovo protagonista (tanto che stavolta potrete selezionarne il sesso a inizio campagna) e introduce immediatamente i nuovi antagonisti. Certo, non sappiamo quanto valide siano le gemelle se paragonate a Pagan Min, a Joseph Seed o a Vaas, poiché non abbiamo giocato al prologo, ma difficilmente saranno cattive dimenticabili.

Nel caso il visionario padre Seed vi manchi, comunque, sappiate che nel gioco la sua storia continua; e anche se non vogliamo svelarvi nulla di preciso, siamo molto interessati a vedere come Ubisoft abbia deciso di sviluppare il tutto ricollegandosi alla chiusura del quinto Far Cry. Tornando a noi e alla nostra prova, la demo ci ha catapultati nel bel mezzo della fase iniziale dopo il video introduttivo - argutamente tagliato sul più bello, come detto - e con l'obiettivo di salvare il nostro baffuto capo (all'apparenza sopravvissuto all'incidente in treno come noi ma finito tra le grinfie degli Highwaymen). Tra la missione di salvataggio e i primi passi, però, si paravano un gran numero di quest, tutte correlate ad una delle novità primarie di Far Cry: New Dawn, ovvero il quartier generale.

War and prosperity

Prosperity non è un semplice hub dove si torna senza uno scopo una volta concluse le missioni e si compra qualche arma: la sua crescita in questo capitolo è direttamente correlata alle vostre azioni e al reclutamento di specialisti che, una volta recuperati (o salvati), vi offriranno i loro servigi. Si va da una dottoressa col vizietto delle canne a una cecchina ultraottantenne narcolettica, e il bello è che alcuni di questi personaggi li potrete portare con voi - esattamente come accadeva in precedenza - per fare delle allegre stragi in compagnia. Fin qui non vi sembrerà molto, ma è tutto fortemente ricollegato al gameplay del gioco, poiché New Dawn presenta dei livelli di armi e nemici, che indicano la potenza delle bocche da fuoco e la difficoltà di uccisione degli avversari. Senza raccogliere materiali, potenziare il banco da lavoro, e ottenere i giusti personaggi per migliorarsi e facilitarsi la vita, l'avventura può diventare piuttosto ardua, specie se si decide di sfruttare il nuovo sistema degli avamposti. Una volta conquistata una base nemica, infatti, potrete razziarla invece che occuparla, ma così facendo la ritroverete popolata da avversari di livello superiore. Per gli amanti delle sfide sarà dunque molto importante tenersi al passo col nemico, o si rischia di soccombere molto in fretta.

La cosa che ci ha stupito di più comunque, non è questo curioso sistema di sviluppo da gioco di ruolo semplificato, bensì la varietà delle missioni offerte. Abbiamo affrontato durante la prova una serie di secondarie legate ai singoli personaggi, e le abbiamo trovate tutte molto divertenti e ispirate, oltre che capaci di sfruttare al meglio le meccaniche. Per farvi qualche esempio, siamo passati con naturalezza da una sezione esplorativa ricca di facili puzzle a una fase di fuga in acqua, passando per innumerevoli sparatorie e qualche prova di abilità assai gustosa. Ubisoft sembra essersi sbizzarrita nella strutturazione delle quest nel nuovo Far Cry, e una caratteristica del genere potrebbe rendere il tutto estremamente più variegato e divertente del predecessore (senza contare la presenza di missioni in elicottero che portano il giocatore fuori dalla mappa base). Nel complesso, insomma, abbiamo un titolo con interessanti modifiche alle armi e al sistema, una difficoltà potenzialmente molto più elevata, delle quest davvero ben strutturate, e una narrativa interessante. Non è poca carne al fuoco.