Per noi che abbiamo dovuto scrivere la recensione di Final Fantasy 7 Remake, il tempo scorre in modo un po' diverso. Abbiamo atteso questo gioco per anni e in un tiro di schioppo ce lo siamo lasciati alle spalle mentre molti ancora aspettavano che la loro copia venisse consegnata nella confusione della pandemia globale. Le ore sono volate, mentre giocavamo, e fin dall'inizio sapevamo dove la storia si sarebbe interrotta, per poi riprendere tra chissà quanto, magari anche su una nuova console. Nessuno immaginava, però, come si sarebbe effettivamente interrotta, ma sul controverso finale abbiamo già scritto un mega approfondimento la scorsa settimana che vi consigliamo di recuperare se avete già completato il titolo Square Enix o non avete paura di pesantissimi spoiler.
A proposito di spoiler, in questo articolo ce ne sono alcuni ma abbiamo cercato di concentrarli soprattutto verso la fine. Vogliamo prima soffermarci su quello che sappiamo del prossimo episodio, dopodiché faremo qualche congettura sul futuro di Final Fantasy VII Remake e su quello che potrebbe cambiare sia nella storia, sia nel gameplay. Non temete: vi avvertiremo sulle anticipazioni incombenti così che possiate smettere di leggere in tempo!
Quello che sappiamo
Innanzitutto, c'è una cosa che ora sappiamo di non sapere: il titolo. Probabilmente vi sarete accorti tutti che Final Fantasy VII Remake si chiama così... e basta. Non c'è nessun Part I o Episode I sulla copertina, tant'è che all'uscita i meno informati ancora ci chiedevano se il gioco riproponeva Final Fantasy VII dall'inizio alla fine, quando invece Square Enix era stata molto chiara a riguardo: il gioco avrebbe ripercorso soltanto il prologo nella città di Midgar, affidando a un numero imprecisato di release il compito di raccontare il resto della storia. Oggi non sappiamo ancora quante saranno queste release e Square Enix, al riguardo, tiene la bocca cucita. Ha sempre avuto poco senso che la cosa non fosse specificata nel titolo, ma a questo punto è possibilissimo che il prossimo episodio si intitoli molto semplicemente Final Fantasy VII Remake 2. Non sarebbe la prima volta, ricordate Final Fantasy X-2 e Final Fantasy XIII-2? Tuttavia quello che succede di inedito a fine gioco potrebbe aver indotto Square Enix a sottotitolare il primo sequel in un modo completamente diverso.
Oppure si chiamerà davvero Final Fantasy VII Remake Part II, perché di numeri romani non ce ne sono mai abbastanza. Una cosa è sicura: non vedremo quel titolo sui nostri schermi tanto presto, ma forse neppure troppo in là. Se è vero che in questi giorni gira un elenco di titoli che Square Enix avrebbe rimandato di mesi o anni a causa della pandemia Covid-19, tra i quali spicca il nuovo Final Fantasy VII Remake addirittura nel 2023, bisogna specificare che nessuno ha ancora confermato questa fuga d'informazioni, che potrebbe essere tranquillamente falsa. Infatti, solo poco tempo fa, Tetsuya Nomura ha affermato proprio sul sito ufficiale di Square Enix di aver già cominciato a lavorare al secondo episodio, aggiungendo sibillinamente che le aspettative dei giocatori sarebbero state sconfinate tanto quanto il mondo in cui sarebbe proseguita l'avventura dei nostri eroi dopo aver lasciato Midgar.
In un'intervista al producer Yoshinori Kitase pubblicata recentemente su Gamespot, invece, è emerso un altro dettaglio significativo, e cioè che lo staff non si sarebbe preso nessuna pausa tra la chiusura dello sviluppo di Final Fantasy VII Remake e l'inizio dei lavori sull'episodio successivo. E sempre lo stesso Kitase, in un'intervista rilasciata al noto magazine nipponico Famitsu, ha anche affermato qualcosa che non tutti i fan hanno preso con filosofia, e cioè che questa prima release avrebbe mostrato il potenziale di un progetto che Square Enix intende costruire insieme ai giocatori, ascoltando attentamente i loro feedback. Questo potrebbe significare tutto e niente: troviamo difficile immaginare che lo sceneggiatore Katsushige Nojima possa scrivere la storia ispirandosi alle congetture dei fan, ma d'altra parte un backlash particolarmente negativo sulla piega presa nel finale potrebbe costringere Square Enix a fare dietrofront.
In ogni caso, i lavori sulla seconda parte dell'opera sono già cominciati e le ultime voci parlavano di un gioco già completo per un terzo. Considerando che Square Enix ha già stabilito i meccanismi nel sistema di combattimento, la struttura del gioco e i principali asset artistici, è normale prevedere uno sviluppo più breve rispetto ai cinque anni trascorsi tra l'annuncio dell'E3 2015 e questa prima release. Vi ricordiamo anche che Square Enix, intorno al 2017, ha cambiato rotta, disimpegnando lo sviluppatore esterno CyberConnect2 per dedicarsi al progetto soltanto internamente, optando al contempo per la suddivisione episodica: una svolta che aveva rallentato ulteriormente i lavori sul gioco, giustificata all'epoca dalle parole del lead designer Naoki Hamaguchi che aveva sottolineato la determinazione della compagnia a controllare ogni aspetto del titolo, compresa la sua qualità, seguendo una severa tabella di marcia.
Qualche ipotesi sui contenuti
Ecco, questo è il momento in cui cominciano gli spoiler per chi non ha mai giocato Final Fantasy VII o non ha ancora finito Final Fantasy VII Remake. Saltate a pie' pari questo paragrafo, se non volete rovinarvi la sorpresa, altrimenti continuate a leggere le nostre congetture sui potenziali contenuti della seconda parte dell'opera. A nostro avviso, Square Enix avrebbe due strade da percorrere. Una è quella della scontata quanto iconica trilogia. Tre è un numero potente che rimanda alle saghe più importanti della cultura pop: Il Signore degli Anelli, Star Wars, Indiana Jones. No, non esiste il quarto film di Indiana Jones, fatela finita. Se Square Enix scegliesse la via della trilogia, allora il modo migliore per concludere il secondo capitolo sarebbe il cliffhanger nella città perduta dei Cetra, lo stesso con cui si chiudeva il primo dei tre dischi che componevano l'originale Final Fantasy VII su PlayStation. Il resto della storia sarebbe poi condensato nell'ultimo capitolo, in uscita nel duemilavattelapesca. Inutile dire che chiudere la release intermedia con quella scena specifica sarebbe un modo grandioso per agganciare i nuovi giocatori e praticamente costringerli a comprare anche l'ultimo episodio.
Il problema è che non sappiamo nemmeno più se quella scena ci sarà ancora. Il finale di Final Fantasy VII Remake ha scosso la sceneggiatura prestabilita, spalancando le porte a potenziali cambiamenti in una storia che conosciamo da ventitré anni. Per come la vediamo noi, quella scena è troppo iconica per essere rimpiazzata. È vero che tanti giocatori hanno tentato l'impossibile per riportare in vita Aerith nel lontano 1997 e in tutti gli anni che sono seguiti prima che il web mettesse un punto fermo sulla questione, ma la sua dipartita ha un significato preciso nell'economia della trama, quindi dubitiamo che Nomura e Nojima possano davvero scegliere di sacrificare un momento così famoso solo per andare controtendenza. Oppure sì, chi può dirlo?
In ogni caso, la rottura col passato nel finale di questa prima release potrebbe essere un semplice sotterfugio per condensare la storyline originale in meno release: alla fine di Final Fantasy VII Remake, i nostri eroi sanno molto di più su Sephiroth di quanto ne sapessero le loro controparti originali, perciò una parte del viaggio tra la fuga da Midgar e l'arrivo alla città dei Cetra potrebbe essere semplicemente rimossa, aggirata o abbreviata per ridurre il numero di release dalla fantomatica trilogia a magari soltanto due uscite. Certo alcune tappe dovranno essere rispettate. La città di Junon e il Cosmo Canyon come minimo, per non parlare del Gold Saucer, che peraltro è già stato menzionato a più riprese. Probabilmente avrà anche una maggior rilevanza la città di Wutai, se consideriamo quante volte è stata citata la presunta tregua con Midgar: sarebbe il modo migliore per annettere alla squadra il personaggio di Yuffie Kisaragi, che nel Final Fantasy VII originale era soltanto opzionale. Dunque il viaggio potrebbe avere una forma diversa; Cloud e gli altri potrebbero visitare i luoghi più importanti in un ordine differente e alcuni passaggi della storia potrebbero cambiare, ma eliminare i momenti che hanno reso Final Fantasy VII leggendario sarebbe troppo anche per questo nuovo corso.
Come potrebbe cambiare il gameplay
Fino a questo momento, la seconda domanda più gettonata dopo "quanti episodi saranno?" è stata "c'è un open world?" e così abbiamo deciso di fare un attimo di chiarezza perché, secondo noi, vige un po' di confusione. Partiamo da un presupposto: quello di Final Fantasy VII non era un "open world". È un termine che ultimamente va tanto di moda, ma siamo abbastanza sicuri che tanti lettori si confondono con un'altra cosa: la "world map". Final Fantasy VII aveva questa mappa 3D del mondo in miniatura che il giocatore poteva esplorare mentre si spostava da un luogo all'altro. All'inizio del gioco l'esplorazione si svolge a piedi, interrotta dai combattimenti casuali fintanto che non si sta in sella a un Chocobo, e poi la banda acquisisce vari mezzi per spostarsi, tra cui un'aeronave che consente di volare in giro per il mondo e raggiungere luoghi precedentemente inaccessibili. Però la "world map", per come la intendiamo nell'ambito dei JRPG cui apparteneva il Final Fantasy VII originale, non è un "open world".
L'open world è uno spazio aperto proporzionato al personaggio controllato dal giocatore, una macrozona gestita come una qualunque altra zona in soluzione di continuità, perlopiù scevra di paletti o barriere insormontabili. Neppure la Midgar di Final Fantasy VII Remake è un open world, dato che il giocatore è vincolato a seguire percorsi precisi e delimitati. La Hyrule di The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un open world, così come lo è l'antica Grecia di Assassin's Creed: Odyssey o l'America di Red Dead Redemption II. Genericamente parlando, un gioco impiega l'open world quando potete raggiungere qualunque luogo che vedete in lontananza. E tenete presente che anche questa è una semplificazione. Quindi, ricapitolando, Final Fantasy VII Remake 2 avrà un open world, visto che la banda di Cloud si è lasciata Midgar alle spalle e a quel punto, nell'originale, si apriva la world map? La nostra risposta è questa: speriamo proprio di no.
L'open world è una cosa buona e giusta ma spalanca le porte a una serie di problematiche strutturali che molto spesso rischiano di indebolire un racconto serrato come lo è quello di Final Fantasy VII. Disegnare e caratterizzare un mondo enorme come quello di Gaia, poi, sarebbe estremamente difficile e dispendioso, e Square Enix in passato ha dimostrato di non essere esattamente a suo agio coi meccanismi degli open world. Sinceramente preferiremmo che il prossimo Final Fantasy VII Remake mantenesse un'impostazione sui binari, miniaturizzando il mondo sotto forma di scenari specifici e separati, seppur macroscopici, che il giocatore dovrà attraversare per spostarsi da un luogo all'altro. Immaginiamo che il gioco potrebbe ricalcare un'impostazione efficace, seppur arcaica, come quella adottata in Dragon Quest XI, mettendo l'esplorazione al servizio della narrazione, e non viceversa.
Per quanto riguarda il sistema di combattimento, parliamoci chiaro: è probabilmente uno degli aspetti più riusciti, se non il migliore, in quest'opera di rifacimento. Square Enix è riuscito a svecchiare e modernizzare il combattimento a turni classico, traslandolo in una nuova interpretazione ibrida che ci ha pienamente convinto. Crediamo che ci sia pochissimo da ritoccare, ma qualche aggiunta in effetti non ci dispiacerebbe, soprattutto per quanto riguarda l'intelligenza artificiale dei nostri compagni di battaglia. Se è vero che gli sviluppatori l'hanno volutamente limitata per obbligare il giocatore a controllare il più possibile ogni personaggio, senza ricorrere a veri e propri automatismi, è altrettanto vero che il sistema della Materia offre margini di miglioramento interessanti: già esistono alcune Materie, come quella Sincromagica o quella Autosoccorritrice, che influenzano il comportamento dei personaggi che non stiamo controllando. È un sistema che ricorda vagamente il Gambit di Final Fantasy XII e che probabilmente potrebbe essere perfezionato con l'aggiunta di qualche altra Materia simile che consenta un maggior controllo indiretto sulla squadra senza consegnare il combattimento all'intelligenza artificiale.
C'è infine un ultimo aspetto su cui probabilmente si stanno scervellando anche in Square Enix, a meno che non abbiamo già trovato una soluzione. Molti si chiedono che cosa succederà ai loro personaggi, ora che probabilmente li hanno portati al massimo livello, dopo aver potenziato ogni Materia e ogni arma disponibile in Final Fantasy VII Remake. Tenete sempre presente che alla banda dovranno unirsi nuovi personaggi giocabili: abbiamo già avuto Red XIII come ospite, e considerando com'è stato realizzato è impossibile che non sia giocabile già all'inizio della prossima release, senza contare che dovremo reclutare Yuffie, Cid, Vincent e Cait Sith. Non avrebbe senso che questi personaggi comincino da un livello molto più basso rispetto a Cloud e gli altri, così come non avrebbe senso ritrovarceli tra le mani già a livello 50 e passa. Inoltre bisogna pensare anche a quelli che compreranno Final Fantasy VII Remake 2 per primo, per quanto suoni assurdo.
Per come la vediamo noi, le soluzioni ideali potrebbero essere due. La prima è la più semplice: si resetta tutto e si ricomincia da zero, con buona pace di chi ha passato ore e ore ad accumulare punti esperienza. Non sarebbe la prima volta, ci sono i precedenti: la più famosa serie di JRPG a episodi dei primi anni 2000, Xenosaga di Namco, funzionava esattamente così. A ogni release si ricominciava da capo, anche perché cambiava sensibilmente il sistema di combattimento. Dunque potremmo ritrovarci appena fuori Midgar con Cloud, Tifa e soci a livello 1 con qualche Materia in tasca e tanta buona volontà. La spiegazione? Nessuna. È un videogioco nuovo, si riparte da uno. Oppure Square Enix potrebbe adottare una soluzione diversa e sbarazzarsi direttamente dei livelli di esperienza, magari implementando un meccanismo che equalizzi la potenza media dei personaggi con quella dei nemici, un po' come succede nei MMORPG recenti. Queste, però, sono solo congetture, ipotesi e fantasie che lasciano il tempo che trovano. Il futuro è letteralmente nelle mani di Square Enix e possiamo solo aspettare, magari senza trattenere il fiato, per scoprire come proseguirà davvero questo viaggio sconosciuto.