Esplosiva, profonda e sorprendente, la demo di Final Fantasy 7 Remake è stata una delle sorprese migliori dell'E3 2019, capace di fomentare gli appassionati, incuriosire i neofiti e addirittura ridare un pizzico di fiducia anche ai più scettici tra i puristi del capolavoro senza tempo di Squaresoft. A due mesi di distanza dalla prima volta che abbiamo provato il gioco, alla Gamescom di Colonia Square Enix ha portato la stessa identica demo, con l'unica aggiunta di un filmato introduttivo (che fungeva da tutorial e non sarà presente nel gioco finale) doppiato sia in inglese che in tedesco. Nessuna grossa sorpresa dunque, ma visto che l'E3 di Los Angeles è stata l'occasione per farci un'idea della demo e apprezzare le qualità del nuovo sistema di combattimento ATB, alla fiera tedesca ne abbiamo approfittato per apprezzare i piccoli dettagli.
La sequenza scelta per la demo di Final Fantasy VII Remake permetteva di affrontare solo una parte estremamente lineare del reattore Mako; un lungo corridoio con qualche nemico da eliminare prima dell'intensa e ben nota boss fight contro lo Scorpione Guardiano. Dei nastri accuratamente posizionati davanti ad alcuni passaggi fanno sospettare che siano stati messi lì per guidarci lungo la demo, ma è più probabile che tutta questa sezione - in linea con il gioco originale - non abbia particolari diramazioni e funga invece proprio da tutorial per il sistema di combattimento. Lo Scorpione, con le sue diverse fasi, la barriera, gli spostamenti e gli attacchi dalla distanza rappresenta un nemico perfetto per spingere chi gioca a passare da Cloud a Barret, sperimentare con l'assegnazione degli attacchi, l'utilizzo delle Limit e la necessità di sfruttare lo scenario per mettersi al riparo dai colpi più potenti. Gli sviluppatori hanno tuttavia più volte sottolineato come il Remake avrà aree più ampie e articolate, e già dal trailer dell'E3 si evince come la stessa introduzione nel reattore Mako potrebbe riservare più di qualche sorpresa anche ai fan più irriducibili.
Cloud e Barret, gli unici due personaggi che era possibile giocare nella demo, sono stati tirati a lucido sia nell'estetica (si può spendere più di qualche minuto a fissare ogni dettaglio sul vestito di Cloud e sulla sua Buster Sword), sia nelle loro interazioni. Durante i combattimenti, i membri del party si incitano a vicenda, ogni tanto per poi dare il meglio di loro nelle scene d'intermezzo. Quando nell'originale Final Fantasy VII per PlayStation Barret provocava e scherniva Cloud, la scarsa espressività dei modelli era interamente compensata dall'immaginazione del giocatore, che attraverso i toni dei dialoghi animava i volti e i movimenti di quei pupazzi super deformed. Nel Remake vediamo Barret ghignare appena, rimanere stizzito, grattarsi la barba e godersi il momento in cui Cloud, con un'espressione rassegnata, posiziona l'ordigno che di lì a poco avrebbe fatto saltare in aria l'intera struttura. Il dettaglio dei volti, la cura per il doppiaggio, l'espressività delle animazioni e scelte registiche più cinematografiche riescono davvero ad aggiungere più spessore a sequenze di gioco che ormai pensavamo di conoscere a memoria, e fatichiamo a immaginare come verranno riproposti alcuni dei momenti più iconici e toccanti dell'avventura (di "quella scena" ne abbiamo già parlato di recente).
I dialoghi sono stati riscritti per suonare più naturali, interessanti o avere un po' di personalità in più rispetto agli originali; in certi casi delle frasi sono state inserite in momenti diversi. Lo stesso scambio di battute tra Barret e Cloud è più animato, acceso e tenta di dare qualche indizio in più sui retroscena dei personaggi. "Dimostrami di essere l'uomo che dice Tifa", oppure "Vediamo se sei in grado di sputare nel piatto in cui hai mangiato finora", gli dice con chiaro riferimento al suo passato come SOLDIER. C'è però anche spazio per interpretazioni ancora più spinte e interessanti. Subito dopo aver piazzato la bomba, come su PlayStation, Cloud ha un flash, una visione che gli fa capire che c'è qualcosa di strano nel reattore Mako. Ma stavolta, a differenza dell'originale del 1997, Cloud non sente una voce; nessuno gli dice che "Questo non è solo un reattore". Invece si guarda attorno, ha un'allucinazione e vede a terra una piuma nera dissolversi nel nulla. L'espansione di Midgar passa non solo per le vie da esplorare e gli edifici da visitare, ma anche dalla narrazione e l'immaginario del gioco, con aspetti che vengono approfonditi o interpretati in maniera differente, magari con degli innesti tratti anche da tutte quelle storie - raccontate attraverso spin-off e lungometraggi - che hanno composto l'universo di Final Fantasy VII a metà degli anni 2000.
Se ci saranno stravolgimenti o idee completamente nuove nella trama non è ancora chiaro, ma una cosa è certa. Final Fantasy VII Remake, a dispetto del titolo che porta, promette essere più una reinterpretazione che una riproposizione pedissequa all'opera originale, e se questo può far suonare un campanello d'allarme agli appassionati più intransigenti, è probabilmente la scelta migliore per dare al gioco una sua personalità, oltre alla forza di incuriosire e sorprendere tanto i novizi quanto i più esperti conoscitori della serie. Nonostante siano mancate nuove informazioni e sorprese alla Gamescom 2019, il secondo giro in giostra con il Remake di Final Fantasy VII non ha fatto altro che rafforzare le nostre ottime impressioni sul progetto. Ora, con il Tokyo Game Show dietro l'angolo, è realistico pensare che sapremo qualcosa in più sul gioco già nelle prossime settimane.
CERTEZZE
- Il sistema di combattimento convince ancora
- Alcuni momenti promettono essere ancora più interessanti e toccanti che nell'originale
- I personaggi sono dettagliati ed espressivi
DUBBI
- Ancora nebulosi la struttura e i contenuti di questa prima parte ambientata a Midgar
- Quanto è stato rimaneggiato il racconto è ancora poco chiaro