L'11 febbraio 1999, esattamente 20 anni fa, arrivò nei negozi giapponesi uno dei più strani, originali, amati eppure controversi capitoli della serie Square Soft più famosa, ovvero Final Fantasy 8. Un episodio che molti fan ricordano con affetto, che al tempo riscosse enorme successo sia di critica che di mercato, ma che non mancò di far discutere gli appassionati. Nel video in testa all'articolo ricordiamo il classico PlayStation dopo 20 anni.
Spesso ci si dimentica quanto Final Fantasy 8 sia stato un progetto impegnativo e rischioso per l'azienda nipponica. Riuscire a replicare il successo stratosferico di Final Fantasy 7, considerato uno dei migliori giochi di sempre, era già di per sé un'impresa impossibile. Come potevi arrivare ai livelli di personaggi come Cloud e Sephiroth, un'ambientazione come Midgar e un sistema di combattimento considerato da molti assolutamente perfetto? Non potevi. E così l'unico modo per sorprendere i fan e proporre un Final Fantasy che avesse una sua personalità e non fosse semplicemente "Final Fantasy 7 ma più brutto", era quello di stravolgere completamente le carte in tavola. Ed è proprio quello che Square Soft ha fatto con l'ottavo capitolo.
Tutto sembrava voler innovare e allontanarsi il più possibile da Final Fantasy 7. Dal punto di vista della grafica, venne abbandonato lo stile super deformed dei personaggi, con le teste e i corpi cubettosi, per utilizzare invece modelli 3D dalle proporzioni più realistiche. L'ambientazione cupa e post-industriale del settimo capitolo lasciava il posto a un setting più vivace, colorato e con una premessa più leggera. Basta prendere i primi minuti dei due giochi: Final Fantasy 7 iniziava di notte, con un gruppo di terroristi intenti a far esplodere dei reattori nella metropoli di Midgar. Final Fantasy 8 comincia tra i luminosi corridoi di quella che è a tutti gli effetti una scuola, con un gruppo di studenti intenti a imparare tra i banchi di un'accademia militare.
Alcune delle città del gioco erano di forte ispirazione europea: Balamb si rifà a isole greche, mentre la città di Deling è chiaramente ispirata a Parigi. Attraverso i suoi 4 dischi, l'avventura raccontava una classica storia di formazione, coi protagonisti che lasciavano la tranquillità e la spensieratezza della loro accademia, per affrontare i pericoli e le responsabilità dell'età adulta. Nel farlo trattava temi come l'amore, l'amicizia, la guerra e la diplomazia, il tutto attraverso una storia che parlava di streghe e viaggi nel tempo.
Il sistema di crescita dei personaggi in Final Fantasy 8 era completamente diverso da qualsiasi altro capitolo di Final Fantasy. Il cosiddetto "Sistema Junction" si basava sul collezionare i GF - fondamentalmente le evocazioni - e sull'assorbire magie per abbinarle ai personaggi, così da modificarne caratteristiche e parametri. Durante il viaggio era possibile sfidare altri personaggi a un gioco di carte chiamato Triple Triad, con varianti di regole che cambiavano in base alla città in cui ci si trovava in quel momento. Oggi minigame come questo se ne trovano praticamente in qualsiasi videogioco, ma all'epoca Final Fantasy 8 fu un vero precursore.
Le sequenze in computer grafica erano più ricche, più lunghe e meglio integrate col gioco, mentre Nobuo Uematsu aveva realizzato brani più variegati e sperimentali per la colonna sonora: basti pensare al tema di battaglia di Laguna, che era praticamente un pezzo techno.
Furono tutte queste innovazioni, questo voler rischiare e creare qualcosa di originale, che ha permesso a Final Fantasy 8 di conquistare il cuore della critica e di molti appassionati. Allo stesso tempo però, fu anche il motivo per cui il gioco venne criticato da una parte dei fan. I motivi sono diversi. Il sistema Junction permetteva di personalizzare i membri del party e le loro caratteristiche con una libertà che non si era mai vista in nessun altro JRPG. Però allo stesso tempo era estremamente lento, macchinoso e poco chiaro, senza contare che era possibile abusarne per rendere il proprio party pressoché imbattibile contro ogni nemico. Un altro motivo era legato alle aspettative di molti appassionati, che dopo Final Fantasy 7 attendevano una sorta di seguito spirituale, o comunque un gioco molto simile. Ed è un po' quello che è successo con altre saghe come Metal Gear Solid 2 o Zelda: The Wind Waker, talmente diversi dai loro predecessori da scontentare molti appassionati.
Considerate poi che Final Fantasy 7 non solo fu il primo capitolo della serie ad arrivare in Europa, ma fu anche il gioco che ha reso popolare il genere dei JRPG nel Vecchio Continente. Prima di allora, giochi come Dragon Quest, Chrono Trigger, e Final Fantasy 6, non essendo pubblicati in Europa andavano importati dagli Stati Uniti, e quindi per anni il genere dei giochi di ruolo giapponesi è rimasto sempre un po' di nicchia. Per molti possessori di PlayStation, Final Fantasy 7 fu il primo JRPG mai giocato, ed è ovvio che rimasero spiazzati quando scoprirono che Final Fantasy 8 era così diverso per meccaniche, stile e ambientazione. Infine c'era la storia d'amore tra Squall e Rinoa, che rappresentava un elemento assolutamente centrale in tutto il gioco. Una decisione coraggiosa da parte di Square Soft che però non tutti hanno apprezzato: ricordiamo che buona parte del pubblico era composta da ragazzi adolescenti, e una storia d'amore come quella poteva risultare smielata e poco "da fighi".
Anche se si tratta di un'opinione discutibile, c'è chi pensa che sia stata proprio questa spaccatura tra i fan ad aver reso Final Fantasy 8 un episodio orfano, quasi dimenticato dalla stessa Square. A differenza di tutti gli altri capitoli della serie, Final Fantasy 8 è l'unico a non essere stato riproposto in una versione rimasterizzata per le console moderne, non ha visto adattamenti né seguiti. Molto presto classici come Final Fantasy 7, Final Fantasy 9, 10, 10-2 e Final Fantasy 12 arriveranno su Nintendo Switch e Xbox One, mentre quasi tutta la serie è già disponibile da tempo addirittura su smartphone e tablet. Ma di Final Fantasy 8 nemmeno l'ombra. L'edizione di Final Fantasy 8 pubblicata su PlayStation 3, PSP e PlayStation Vita era una versione emulata dell'originale, mentre quella presente su Steam si basa ancora sulla tanto criticata conversione per PC uscita nel 2000.
Quando venne pubblicato nel 2000, il porting di Final Fantasy 8 per PC ha ricevuto diverse recensioni negative a causa dell'utilizzo di grafiche in bassa risoluzione e tracce audio che per qualità non erano all'altezza dell'originale per PlayStation. Questa edizione venne realizzata da un piccolo gruppo composto da sei-sette sviluppatori, tra cui c'era un giovane programmatore italiano di nome Davide Pasca, che in precedenza aveva lavorato tra le varie cose all'emulatore per la prima PlayStation PSEmu Pro. Abbiamo contattato Davide, che da diversi anni vive a Tokyo, per farci raccontare la storia dietro la versione PC: per scoprire tutti i retroscena dello sviluppo vi rimandiamo al video in testa all'articolo, a partire dal minuto 07:13.
In sostanza, nonostante le richieste del team di Costa Mesa, Square Soft non solo non aveva avuto l'accortezza di creare fondali e filmati a una risoluzione maggiore rispetto a quella di PlayStation, ma non si era neanche preoccupata di salvare i file originali nell'eventualità che potessero servire per delle rimasterizzazioni future. La cosa non dovrebbe sorprendere: un caso analogo avvenne sempre in casa Square Soft, visto che è noto come molti dei materiali di Kingdom Hearts vennero smarriti costringendo la compagnia giapponese a ricreare da zero buona parte degli asset per l'edizione in alta risoluzione contenuta nel pacchetto Kingdom Hearts HD 1.5 Remix. Nell'arco di vent'anni la tecnologia è comunque andata avanti e ha permesso ai fan di realizzare mod non ufficiali in grado di migliorare la grafica e i suoni della versione PC in modi che prima non erano possibili. Qualche anno dopo l'uscita di Final Fantasy 8, Square ha comunque tentato di ritrovare i dati del gioco, forse proprio nel tentativo di proporre una riedizione ufficiale.
Un'ultima teoria che si è insinuata tra i fan è legata all'idea che Square non detenga i diritti di Eyes on Me, un brano musicale presente nel gioco che è stato composto da Nobuo Uematsu e cantato dall'artista cinese Faye Wong. In realtà questa voce non ha delle fondamenta solide, si tratta più di una leggenda metropolitana, e anche se fosse riesce difficile pensare che Square Enix non sia in grado di superare un ostacolo del genere. Senza considerare poi che la versione PC del gioco continua ad essere venduta tranquillamente su Steam pur contenendo il brano in questione.
Insomma, non è chiaro quale sia davvero il motivo per cui un episodio così amato come Final Fantasy 8 non abbia ricevuto le stesse attenzioni di altri capitoli anche meno popolari, ma come sempre è giunto il momento di dire la vostra: vorreste un'edizione rimasterizzata di questo capitolo? E quali sono i vostri ricordi legati la gioco? Come sempre, fatecelo sapere nei commenti.