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Final Fantasy Tactics Advance

Square Enix spreme il massimo dal piccolo 32-bit di Nintendo e ne ricava il “seguito ideale” di uno dei più grandi classici del genere strategico fantasy a turni. Basta aprire il libro magico per trasferirsi ad Ivalice e scoprire l’autentico paradiso dell’hardcore gamer all’ultimo stadio…

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   10/11/2003
Final Fantasy: Tactics Advance
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Final Fantasy Tactics Advance
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La giustizia su Ivalice

La vera chicca di FFTA risiede sicuramente nel sistema di regolamentazione degli scontri. Un Giudice si occuperà infatti di applicare le leggi sulle battaglie disputate da Marsh; le leggi variano ogni volta, e vanno dalla proibizione di utilizzare oggetti fino a divieti ancora più astrusi e difficili da osservare. Cinque i livelli di gravità: l’infrazione di una legge R1 comporta un semplice cartellino giallo che varrà una punizione all’unità ammonita (ed al suo gruppo) e ne macchierà fedina penale, mentre con l’infrazione di una legge R5 il Giudice estrarrà un fatale cartellino rosso che condannerà alla galera l’unità colpevole. Poiché far liberare o perdonare un personaggio è molto costoso, è consigliabile, prima di disporre le proprie truppe, controllare attentamente le leggi in vigore, in modo da scegliere le unità più adatte. Fortunatamente, nelle fasi avanzate del gioco avremo anche accesso a speciali documenti (Legalcarte in italiano) che possono annullare una legge particolarmente scomoda o aggiungerne una nuova per tentare di mettere in difficoltà gli avversari.

"E' la storia più kupò che abbia mai sentito!"

Le premesse della storia di FFTA sono narrate in un’interminabile sequenza di dialoghi che hanno appunto lo scopo di introdurci alla conoscenza dei personaggi principali, tramite un antefatto che si può a ragione definire alquanto frettoloso e pretestuoso, ma che Square Enix non ha mancato di sfruttare per inserire alcune idee di carattere metaludico ed autocelebrativo. Si inizia con una panoramica di St. Ivalice, una cittadina dei giorni nostri come tante altre, in cui vivono quattro ragazzi: il biondo Marsh, protagonista del gioco da poco trasferitosi nella città, il di lui fratello, costretto su una sedia a rotelle, l’aggressiva Ritz ed il piccolo Mewt. Essi si trovano dapprima coinvolti in una battaglia a base di palle di neve (che funge in pratica da tutorial sui rudimenti del gioco), per poi ritrovarsi a casa di Marsh a leggere uno strano libro reperito da Mewt. Nottetempo, alla tranquilla cittadina di St. Ivalice si sostituiscono, pezzo dopo pezzo, le selvagge terre del Regno fantasy di Ivalice. In poche parole, Marsh ed i suoi amici finiscono dritti dentro al mondo di Final Fantasy (sì, proprio nel gioco), e starà a loro capire come uscirne per tornare alla vita di tutti i giorni. Sempre che sia effettivamente loro desiderio uscirne…. Dopo la prima vera battaglia, che comunque è pur sempre un tutorial, si viene “scaraventati” nella mappa. Qui sta la prima particolarità del gioco: ci troveremo infatti a dover “piazzare” su appositi nodi della mappa i simboli delle varie città e locazioni. Piazzando una locazione nel suo giusto posto, poi, avremo accesso anche a vari tesori, ma questa parte, almeno all’inizio, è alquanto marginale. Quello che veramente conta è recarsi in una delle due città principali per accettare una delle tantissime missioni che fin da subito verranno messe a disposizione. C’è sempre almeno una missione chiave che è necessario portare a termine per procedere nella trama, ma di contorno ad essa troviamo numerose altre missioni facoltative, che però è bene tenere in considerazione per crescere di livello ed acquisire nuovi oggetti (che serviranno con il procedere del gioco). Ogni missione presenta sempre un differente obbiettivo, ma in genere tutto si risolve nel recarsi alla locazione giusta ed intraprendere una battaglia contro un certo numero di avversari. Una volta accettata una missione si accede ad una schermata che presenta le unità avversarie in campo e che permette di scegliere i personaggi del proprio clan con cui combattere. Ogni unità andrà scelta non solo in base alle proprie preferenze, ma soprattutto tenendo conto della natura della missione e degli avversari, nonché delle leggi in vigore nell’area, e poi posizionata appositamente sul campo di battaglia. Dopo il fischio d’inizio, comincia lo scontro: la prima unità a muoversi è la più veloce, e non v’è alcuna distinzione tra i turni delle due fazioni in campo. Per il resto, i combattimenti sono classici di questo tipo di giochi: ci si sposta secondo la propria mobilità e si attaccano i nemici utilizzando le proprie capacità (magiche o fisiche). Inoltre, i nemici sembrano adeguarsi per la maggior parte al livello dei personaggi giocanti, quindi il level up è importante ma non indispensabile per sbaragliare i propri avversari. Dopo le prime ore di gioco, poi, saranno disponibili anche battaglie con i clan rivali e missioni “in trasferta”, da compiere inviando un dato membro del proprio clan, che deve essere ovviamente scelto in base alla sua appropriatezza al compito da svolgere; la calibrazione della complessità crescente delle missioni è molto ben fatta. Se le battaglie sono la parte principale del gioco, in funzione delle quali esiste tutto il resto, comunque, l’essenza di FFTA risiede certamente nelle infinite possibilità che offre la caratterizzazione del proprio clan. Varie sono le razze che popolano Ivalice, ed ognuna di esse può intraprendere soltanto certi ben definiti tipi di mestiere: gli Umani sono come al solito la “terra di nessuno”, mentre le altre razze sono estremamente specializzate; la classe di ogni personaggio può essere poi cambiata in ogni momento. Inizialmente le classi di appartenenza, anche se numerose, sono abbastanza limitate, ma col tempo e, soprattutto, con la perizia da parte del giocatore, ogni personaggio avrà la possibilità di passare alle classi superiori, le quali per essere sbloccate richiedono certi prerequisiti nell’ambito delle abilità delle classi iniziali. E qui sta il bello: invece di acquisire le abilità con l’aumentare dei livelli, esse verranno imparate equipaggiando un dato oggetto (arma, armatura o accessorio che sia) ed utilizzando il personaggio in battaglia finché non avrà padroneggiato la tecnica corrispondente; a quel punto l’abilità rimarrà “impressa” nel personaggio, e si potrà rimuovere l’oggetto in questione per sostituirlo con uno più potente, e continuare così fino al raggiungimento dei requisiti della classe superiore. Chiaramente, questa non è che un’estrema semplificazione del sistema tutto, che in realtà prevede un numero impressionante di combinazioni possibili (a volte le classi superiori richiedono le abilità di più di una classe di base), in modo da garantire un grado di “personalizzazione” sempre altissimo; il tutto inoltre aggiunge un ulteriore tocco di particolarità a FFTA, spostando il suo fulcro dal level up al reperimento degli oggetti “giusti” per far evolvere i propri personaggi nel modo desiderato. Questo inoltre sbilancia mostruosamente il rapporto tra il tempo di “completamento” della trama principale ed il tempo richiesto per finire il gioco al 100%, ma non c’è che dire: è una macchina che funziona con la perfezione di un orologio svizzero. Tutto FFTA sembra infatti pensato per ricavare il massimo del divertimento da ogni singolo aspetto del gioco, un divertimento che in questo caso è dato dalla profondità estrema della meccanica di gioco, che si intuisce sin da subito.

Final Fantasy Tactics Advance
Final Fantasy Tactics Advance

Ma allora, dov'è la fregatura?

Il problema, che può essere o non essere tale a seconda del tipo di giocatore che si accosta a FFTA, è che ci troviamo davanti ad un gioco addirittura “troppo” profondo. Non solo: FFTA è estremamente difficile, non tanto per quanto riguarda gli scontri, ma proprio nell’ambito della comprensione del “cuore” del gioco, che presenta innumerevoli aspetti, non tutti facili a capirsi, di cui tenere conto, ed una quantità semplicemente imbarazzante di oggetti e conseguentemente di possibilità di personalizzazione del proprio esercito, personalizzazioni di cui non sempre è facile comprendere appieno tutte le peculiarità e le funzioni. A meno che ovviamente non si sia patiti del genere e non si conosca già tutto quello che contribuisce a rendere imperdibile uno strategico a turni. Ciò detto, arrivati a questo punto non abbiamo che cominciato a sfiorare superficialmente tutte le caratteristiche e le potenzialità di un gioco come FFTA: poiché ci vorrebbe troppo tempo per entrare nel dettaglio, sorvoleremo sulla questione per passare al commento su un aspetto che, nella descrizione del mondo di Ivalice fin qui, è stato alquanto trascurato, ovverosia il lato tecnico. Appena acceso il GBA ci si ritrova davanti ad una delle grafiche più deliziose e colorate che un portatile possa offrire: ai paesaggi realizzati con dovizia di particolari e con uno stile veramente impeccabile si affiancano dei personaggi in stile super-deformed sempre diversi, graficamente molto ben caratterizzati, anche se non particolarmente notevoli dal punto di vista dell’animazione. Alla grafica di base si aggiungano poi i numerosi effetti speciali delle magie e soprattutto delle evocazioni (ai livelli più alti), che altro non sono se non la ciliegina sulla torta di un lavoro svolto davvero in maniera egregia sul fronte dell’estetica. Completa il quadro un sonoro che si integra perfettamente con tutto il resto, presentando musiche molto orecchiabili, anche se a volte un po’ ripetitive, ed effetti sonori di qualità decisamente superiore alla media. Se poi dobbiamo parlare più nel particolare della versione europea, c’è da notare che FFTA è uno di quei rari giochi ad offrire una localizzazione in un italiano decente, semplice ma efficace, e soprattutto stilisticamente accettabile, al contrario di molti titoli, specialmente per Game Boy, che dato il ristretto spazio disponibile nelle aree di testo offrono frasi risicate ed al limite dell’analfabetismo: una buona notizia per tutti coloro che non amano giocare in inglese.

Final Fantasy Tactics Advance
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Commento

Il migliore aggettivo che si potrebbe usare per descrivere Final Fantasy Tactics Advance in una parola è “sontuoso”. All’inizio chiunque rimarrà piacevolmente stupito dalla grafica minuta ma raffinatissima, ed andando avanti abbondano i motivi per rimanere incollati al piccolo schermo LCD del GBA, primo tra tutti la profondità di gioco che pochi altri titoli, del genere e non, possono offrire. La trama banale e scarsamente curata (soprattutto inizialmente) non è che un piccolo prezzo per poter accedere ad un mondo di personalizzazioni, oggetti, razze, classi, abilità, level up e quant’altro farà la gioia del giocatore riflessivo. Sì, perché l’altro prezzo da pagare (un prezzo che qualcuno considererà insignificante, ma che apparirà decisamente salato a molti altri) è in termini di immediatezza di gioco. In FFTA non ci si muove liberamente, non si ha la possibilità di esplorare le città nella loro interezza né di decidere di vomitare contro il nemico tutta la propria potenza d’attacco ottenuta dopo una dura giornata di power play: se si vuole conquistare la vittoria, specie ai livelli più alti, tutto deve essere pianificato nel minimo dettaglio, ripensato più e più volte prendendo in esame la situazione complessiva del proprio party e delle battaglie che vanno via via presentandosi. Intendiamoci, si tratta di un gioco non troppo difficile, accessibile, al limite, anche a qualche casual gamer, che forse potrà completarne le missioni chiave in qualche giorno: il problema è che non ha senso procurarsi FFTA se non si ha intenzione di approfondirne ai massimi livelli la “conoscenza”, poiché la maggior parte di quel che c’è di buono in esso viene a galla soltanto con un’esperienza prolungata e volta a scoprirne i più piccoli segreti. Insomma, Final Fantasy Tactics Advance non è un gioco per tutti: è il Nirvana del pensatore ed il Purgatorio dell’uomo d’azione. Detto questo, ci troviamo di fronte ad un quasi-capolavoro, a un titolo sicuramente di altissima qualità: bisogna solo chiedersi se si hanno il tempo e soprattutto la pazienza e l’attitudine di dedicarvisi come si deve.

    Pro:
  • Grafica spettacolare e molto godibile
  • Giocabilità allo stato puro
  • Le leggi sono un tocco di classe
  • Dà molta soddisfazione
  • Sistema di gioco profondissimo….
    Contro:
  • …. Forse troppo profondo per il giocatore alle prime armi
  • Interfaccia poco immediata e un po’ scomoda
  • Trama, ambientazione e personaggi sono “senz’anima”

Genere (o dovremmo dire “sottogenere”) estremamente specialistico e molto in voga tra gli addetti ai lavori, lo strategico fantasy a turni annovera tra i suoi esponenti una lunga ed onorabile lista di titoli eccellenti, da Tactics Ogre a Vandal Hearts. La punta di diamante, però, è da sempre considerata Final Fantasy Tactics per PSX, un vero classico per intenditori dotato di una trama appassionante e di una profondità veramente invidiabile. Evidentemente Square Enix deve aver tenuto conto delle numerose richieste, da parte degli appassionati, di rendere questo gioco una “serie” a tutti gli effetti, ed il GBA è la piattaforma scelta per beneficiare di questo nuovo sfruttamento del marchio Final Fantasy Tactics, con un titolo completamente nuovo che non costituisce, in effetti, un vero e proprio seguito del capitolo precedente, quanto un semplice “successore morale” che riprende la struttura di base del titolo PSX, modificandola sotto vari aspetti e mantenendola in altri.