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Flint: Treasure of Oblivion, qualche passo nell'avventura strategica piratesca di Microids

Abbiamo provato una porzione di Flint: Treasure of Oblivion, un interessante RPG strategico ispirato a L'Isola del Tesoro di Stevenson, e ci siamo ritrovati subito immersi in un mondo piratesco.

PROVATO di Giorgio Melani   —   23/09/2024
La copertina di Flint: Treasure of Oblivion
Flint: Treasure of Oblivion
Flint: Treasure of Oblivion
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Il mondo dei pirati sembra essere un'ambientazione poco sfruttata nei videogiochi, almeno se si fa un confronto con ispirazioni più diffuse come il fantasy classico, la fantascienza futuristica e l'horror, ma è un tema che può offrire spunti davvero molto interessanti, specialmente se ci si discosta un po' dai cliché più abusati. La nostra prova di Flint: Treasure of Oblivion ci ha favorevolmente impressionato anche per la capacità del gioco di interpretare il soggetto in maniera piuttosto originale, nonostante affondi le radici in un vero e proprio classico della letteratura come L'Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson.

La versione di prova messa a disposizione ci ha consentito di muovere i primi passi in questo mondo denso d'atmosfera, esplorando le strade di una Saint-Malo del XVI secolo (o forse XVII, difficile stabilirlo precisamente). James Flint è un pirata pieno d'ambizione ma che deve ancora costruire la propria leggenda in giro per i mari, e le prime tappe del viaggio sono quelle fondamentali per ogni caccia al tesoro che si rispetti: trovare una mappa, una ciurma e una nave.

La missione riecheggia un po' le gesta di Guybrush Threepwood, ma in questo caso il tono è decisamente più cinico e violento, anche se non meno ricco di fascino e avventura: si parte con la ricerca della mappa presso una tomba nel cimitero della cittadina costiera francese, per poi passare ad ulteriori sviluppi all'insegna dello spirito piratesco. Flint è affiancato dal compare Billy Bones, formando un duo alquanto squinternato ma evidentemente pieno di passione, che non disdegna di sporcarsi le mani in combattimenti efferati per raggiungere l'obiettivo, nonostante mantengano sempre un certo spirito ironico anche in mezzo a situazioni ben poco edificanti.

Avventura e strategia

L'inquadratura dall'alto ricorda gli RPG hack and slash in stile Diablo, ma Flint: Treasure of Oblivion è essenzialmente uno strategico a turni, come appare evidente appena si innesca un combattimento.

Le strade di Saint-Malo all'inizio di Flint: Treasure of Oblivion
Le strade di Saint-Malo all'inizio di Flint: Treasure of Oblivion

Nelle fasi di esplorazione, almeno all'inizio, ci troviamo a seguire un percorso piuttosto lineare, anche se non mancano piccole digressioni e strade secondarie, che consentono di ottenere oggetti o interagire con vari personaggi non giocanti, alcuni dei quali diventano di importanza fondamentale nella meccanica del reclutamento, di cui parliamo più avanti. Durante questi momenti di spostamento sulla mappa possiamo assistere anche a dialoghi e scene d'intermezzo, che vengono visualizzate con uno stile molto particolare: invece di filmati o sequenze in-engine, le sezioni narrative si svolgono attraverso tavole disegnate a mano sullo stile di un fumetto, o come le illustrazioni di un libro per ragazzi, per rimanere in tema con il romanzo d'avventura.

Gli oggetti utili che si trovano nelle fasi di esplorazione appaiono sotto forma di carte che possono essere equipaggiate a ogni personaggio e sono spesso armi, oggetti curativi o in grado di fornire momentanei bonus durante i combattimenti.

Un'ambientazione tipicamente caraibica
Un'ambientazione tipicamente caraibica

Dunque, nonostante il percorso piuttosto limitato, è importante esplorare le eventuali strade secondarie per scoprire e raccogliere questi elementi. Ci sono diverse maniere per raggiungere gli obiettivi, ma nella maggior parte dei casi è necessario ingaggiare dei combattimenti considerando che, in effetti, i protagonisti sono dei fuorilegge professionisti. Nel momento in cui si scorgono i nemici e si decide di dare battaglia, l'impostazione diventa tipicamente strategica: l'inquadratura rimane invariata ma, invece di poterci muovere liberamente per la mappa attraverso un'interfaccia "punta e clicca", in battaglia dobbiamo fare i conti con i turni e le conseguenti limitazioni in termini di spostamento e azioni da intraprendere.

Il tiro di dado

Il sistema di combattimento strategico recupera alcuni elementi fondamentali dei giochi di ruolo classici, a partire dal tiro di dadi che si pone alla base della meccanica, cosa che ha ricevuto nuovo slancio di recente grazie anche al grande successo di Baldur's Gate 3.

Nelle fasi di combattimento l'azione diventa a turni, con i tipici esagoni a indicare le caselle di spostamento
Nelle fasi di combattimento l'azione diventa a turni, con i tipici esagoni a indicare le caselle di spostamento

In questo caso l'implementazione è quella classica, con il lancio che determina il successo in base alle condizioni di attacco a difesa, ma ci sono alcune peculiarità molto interessanti, che determinano una bella quantità di possibili variazioni sul tema. La prova si è concentrata su una fase iniziale, con un gruppo di personaggi ancora ristretto, ma il gioco definitivo dovrebbe portare alla costruzione di una ciurma di notevole ampiezza, con la quale prendere parte a combattimenti anche da 15v15 personaggi, nei quali la situazione diventa molto complessa. Nonostante fosse una fase iniziale, il livello di sfida è apparso subito molto sostenuto, costringendo a studiare con grande cura qualsiasi mossa.

Quello che si nota da subito è la grande attenzione per il posizionamento delle unità, che comprende anche il possibile sfruttamento della verticalità del campo di battaglia e degli elementi di scenario come coperture o oggetti d'attacco. Ogni turno concede una quantità limitata di azioni eseguibili, che comprendono lo spostamento sul campo di battaglia diviso a esagoni e l'eventuale attacco dei nemici, per il quale vengono lanciati dei dadi corrispondenti alle capacità di danno dell'arma equipaggiata.

Un altro momento di combattimento, sul ponte di una nave
Un altro momento di combattimento, sul ponte di una nave

Il risultato del lancio deve superare il valore di difesa del nemico per poter infliggere il colpo, e a questo si aggiunge in certi casi un ulteriore tiro di dado che può cambiare l'effetto dell'attacco, sempre in base all'arma utilizzata. Da notare che c'è un certo realismo nell'uso delle armi: un colpo di fucile può essere estremamente potente e consente di colpire da lontano, ma richiede un paio di turni per poter essere ricaricato, dunque sono soluzioni da adottare con parsimonia rispetto alle armi bianche. Basandosi interamente su rappresentazioni grafiche un po' vaghe il sistema non è facilissimo da comprendere sulle prime, ma diventa poi piuttosto naturale.

La gestione della ciurma

Grande attenzione è richiesta nella gestione della ciurma, che nelle fasi più avanzate può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Al di là dei personaggi fondamentali che emergono dalla storia, l'esplorazione delle ambientazioni in Flint: Treasure of Oblivion ci pone a contatto con diversi personaggi che possono essere arruolati alla nostra causa.

Dialoghi con i vari compagni da reclutare
Dialoghi con i vari compagni da reclutare

Nella prova effettuata non si raggiungevano dimensioni tali da richiedere grandi attenzioni, ma è evidente che il menù dedicato alla ciurma risulterà di fondamentale importanza, una volta immersi nella progressione standard. Per cercare di mantenere un gruppo unito ed efficiente è necessario distribuire le ricchezze conquistate e affidare carte e armi ai vari personaggi in modo da ottenere un gruppo equilibrato, sfruttando le diverse caratteristiche di ognuno.

Bisogna anche considerare i diversi ruoli da coprire nella gestione della nave, a cui andranno assegnati vari personaggi, tenendo conto delle loro specifiche e in modo da formare un equipaggio completo in ogni sua parte, in grado di affrontare i viaggi in nave. L'idea è che la gestione dei personaggi sia destinata ad essere un elemento fondamentale del gameplay, anche perché il livello di difficoltà nei combattimenti sembra piuttosto alto ed è dunque necessario avere sempre un party ben costruito ed equipaggiato per affrontare al meglio gli scontri in qualsiasi momento.

Il fascino della vita piratesca

Flint: Treasure of Oblivion non è propriamente una produzione enorme dal punto di vista del budget e delle risorse investite, ma è chiaro che il publisher Microids e lo studio Savage Level puntano molto su questo titolo.

Una scena d'intermezzo narrativa nel particolare stile illustrato
Una scena d'intermezzo narrativa nel particolare stile illustrato

Questo traspare anche dalla realizzazione tecnica: non siamo ai livelli delle super produzioni in stile Baldur's Gate 3, almeno in termini di estensione e profondità dei contenuti, ma la creazione degli scenari è davvero notevole, grazie a un uso attento dell'Unreal Engine 5 applicato all'inquadratura isometrica tipica di questo genere. Gli scenari, almeno per quanto riguarda gli scorci di Saint-Malo e dintorni, sono davvero curati, dettagliati e pieni di fascino storico, dimostrando anche una buona ricostruzione degli ambienti d'epoca. La scelta di ricorrere alle illustrazioni disegnate a mano per le parti narrative dimostra la necessità di trovare dei compromessi sul fronte del budget, ma è una soluzione molto intelligente, che rimarca il particolare tono da romanzo d'avventura in cui tutto il gioco è immerso.

Manca ormai poco al lancio di Flint: Treasure of Oblivion, in arrivo il 24 ottobre su PC, PS5 e Xbox Series X|S. Quanto visto in questa versione di prova promette davvero molto bene, con il gioco che sembra sostanzialmente completo dal punto di vista delle caratteristiche e del gameplay, ma ovviamente è tutto da valutare per quanto riguarda il ritmo e la quantità di contenuti della versione completa. È uno strategico che non inventa praticamente nulla, ma che risulta realizzato con grande cura, dotato di una notevole profondità in combattimento e che sembra anche contare su una narrazione di un certo interesse, soprattutto grazie alla scelta dell'ambientazione piratesca che risulta sempre affascinante e poco sfruttata. L'atmosfera da vecchio romanzo d'avventura, evidenziata anche dalla scelta delle scene d'intermezzo attraverso illustrazioni in stile fumetto, può rappresentare davvero la marcia in più.

CERTEZZE

  • Ambientazione piratesca ben realizzata e molto affascinante
  • Struttura strategica complessa e profonda
  • Il look da romanzo d'avventura può trasformare un compromesso in una marcia in più

DUBBI

  • Da valutare il ritmo dopo una prima fase piuttosto intensa
  • Tutto da scoprire come storia, scenari e varietà di situazioni