A new world awaits
Quasi a seguire la filosofia dell’ormai tentacolare MMORPG a cui si ispira – massima accessibilità e immediatezza anche per l’utente meno esperto – Heroes of Azeroth, questo il nome del primo blocco di carte in iscita a fine Ottobre, si è comportato più che bene nelle nostre mani arruginite di ormai ex-giocatore di TCG.
A dirla tutta, il sottoscritto ha persino vinto la partitella didattica tenuta contro Ben Brode, Associate Producer di Blizzard, che era presente alla Game Convention di Lipsia con un banchetto perennemente assediato da una folla di geek a dir poco famelici.
Ma prima che il nostro ego si inalberi troppo, è il caso di specificare che questa prima ediizone introduce le meccaniche di base più semplici e allo stato attuale delle cose, la fortuna sembra incidere in modo piuttosto consistente sull’andamento di una partita (rispetto ad altri fattori classici, come la capacità di prendere rapide decisioni e l’abilità nella costruzione del mazzo).
Nello specifico, abbiamo testato un mazzo da PVP, secondo la modalità di gioco competitiva che sarà familiare a qualsiasi giocatore di Magic - o dei Pokemon se preferite, o di Yu-Gi-Oh ! di cui condivide gli autori, i geniacci di Upper Deck Entertainment.
Ciò che non abbiamo avuto modo di provare sono invece i mazzi Raid, espressamente dedicati al gioco collettivo, dove un membro del gruppo interpreta un Dungeon (nomi ormai celebri, come Molten Core, Onyxia’s Lair e Naxxramas, per ognuno dei quali ci sarà un deck dedicato da acquistare) contro gli altri giocatori, che combatteranno con i loro normali mazzi-personaggio.
A new world awaits
Tali mazzi vengono costruiti a partire dalla scelta del nostro Eroe principale: in base alla fazione (Orda o Alleanza) e alla classe di appartenenza, sceglieremo quali carte abbinare per le diverse categorie, ovvero Oggetti, Abilità, Alleati e Quest.
Le prime sono carte da attaccare al proprio personaggio che conferiscono abilità e attacchi aggiuntivi, ovviamente rimandando a oggetti realmente (virtualmente?) esistenti nel videogioco.
Le seconde invece ne ricalcano le skill e rappresentano gli attacchi migliori del nostro Eroe, come il devastante incantesimo Pyroblast, che con nostro enorme piacere ha obliterato il personaggio di Ben e la sua intera coorte di Alleati. Lo svantaggio è che queste carte, come gli Istantanei di Magic, richiedono un costo in Risorse.
Infine, Alleati e Quest sono rispettivamente l’equivalente delle creature evocate e un sistema per velocizzare la rotazione del mazzo spendendo Risorse.
Come dicevamo, il gioco ci è parso piuttosto semplice da padroneggiare, tanto nelle regole operative che nelle strategie di costruzione del deck,: questo principalmente per la scarsa importanza del concetto di “curva del mana”, che cresce da sola in modo pressochè lineare.
Ad ogni round è possibile giocare una carta “Risorse” semplicemente scegliendone una qualsiasi dalla propria mano a mettendola in gioco a faccia in giù: è quindi praticamente deterministico che, entro il classico nono round, entrambi i giocatori potranno usare le loro carte più potenti, a patto naturalmente di averle già pescate.
Come Ben ha tenuto a sottolineare però, il gioco diventerà più complesso e crescerà di profodità man mano che verranno rilasciate le sue espansioni (a un ritmo di tre all’anno) quindi non dubitiamo che il gioco possa guadagnare di attrattiva anche nei confronti dei giocatori più hardcore.
A new world awaits
Questo, tenendo conto che la bellezza estetica di questi mazzi sarebbe già sufficiente a far sfoderare il portafogli a ogni fan che si rispetti.
Le carte sono davvero molto ben illustrate e annoverano il lavoro di superstar come gli autori degli splendidi artwork della Blizzard Samwise Didier, Glenn Rane e Justin Thavirat, oltre che famosi artisti “esterni” come Darrell Sweet (che realizzò copertine per “libretti” come il Signore degli Anelli e la saga de La Ruota del Tempo) e Greg Staples (bravissimo disegnatore di comics per DC, 2000ad e Darkhorse).
Infine alcune preziose carte saranno addirittura “graziate” dalla tenebrosa matita di Todd McFarlane e da quella scanzonata di Mike “Gabe” Krahulik, autore quest’ultimo della carta dedicata al celebre Leeroy Jenkins (la prima e unica relativa a un giocatore in carne ed ossa).
Eye candy a volontà quindi, per tutti gli amanti dell'iconografia di World of Warcraft, che per quanto mutuata a più riprese da quella originale di Warhammer e games Workshop, ha guadagnato in personalità negli ultimi anni, per la sua rielaborazioni dei temi classici del fantasy tradizionale e di quelli più moderni maturati nel mondo dei fumetti e dell'animazione.
Ci si rivede attorno a un tavolo!
Una piacevole sorpresa
Di sicuro non avevamo preventivato di averne notizie già alla Game Convention di Lipsia, ma il gioco di carte di World of Warcraft era qualcosa che tenevamo d’occhio da un po’ di tempo.
Certo, non si tratta strettamente del materiale che normalemente curiamo su queste pagine, ma dopotutto i giochi di carte collezionabili hanno sempre riscosso un buon successo in Italia e stiamo pur sempre parlando di World of Warcraft, la cui psicosi collettiva resta saldamente in crescita.