Sony vuole puntare con maggior convinzione sulla sua strategia multipiattaforma e molti immaginano che ciò si tradurrà nella pubblicazione dei giochi first party PlayStation in contemporanea su PS5 e PC. Si tratta però di un percorso che richiede un notevole impegno e la riorganizzazione delle linee produttive, dunque non sappiamo esattamente quando e come si concretizzerà.
Nel frattempo si continua dunque con le uscite prestabilite e, dopo neanche due mesi dal lancio della straordinaria conversione di Horizon Forbidden West, eccoci alle prese con il Giappone feudale di Ghost of Tsushima: un titolo particolarmente atteso, quello di Sucker Punch, per via del grande fascino che l'ambientazione nipponica esercita da sempre e della qualità complessiva del gioco, come testimoniato dalla nostra recensione di Ghost of Tsushima.
Alle redini del progetto ritroviamo Nixxes che, dopo l'eccellente lavoro fatto con l'ultima avventura di Aloy, non può permettersi di dissipare la grande fiducia che gli utenti ormai ripongono nello studio olandese. Dunque com'è andata? Ve lo raccontiamo nella nostra analisi della versione PC di Ghost of Tsushima: Director's Cut.
Storia e struttura, fra samurai e spettri
La storia di Ghost of Tsushima è quella di Jin Sakai, un coraggioso samurai che affronta insieme alle truppe dell'isola l'invasione dell'esercito mongolo, avvenuta realmente intorno al 1270. Le sequenze che mostrano lo sbarco degli invasori e il massacro dei soldati giapponesi sono drammatiche, e Jin viene sopraffatto dalle armi da fuoco e dalle frecce del nemico mentre suo zio, Lord Shimura, finisce per essere catturato.
Sopravvissuto per miracolo alla battaglia sulla spiaggia e al successivo duello con il generale mongolo Khotun Khan, Jin si ritrova a dover cambiare approccio nel tentativo di liberare la sua terra, mettendo da parte l'onore che da sempre caratterizza la sua condotta da samurai e trasformandosi in uno spettro che terrorizza gli avversari, disposto a tutto pur di vincere.
Trama e struttura si fondono in una miscela che ricorda inevitabilmente altri celebri esponenti del genere action open world, dallo stesso Horizon ad Assassin's Creed: da questo punto di vista il titolo di Sucker Punch sente inevitabilmente il peso dei suoi anni, ma riesce a trovare uno spunto interessante nell'emersione dei contenuti associata all'esplorazione.
Durante il nostro peregrinare nella mappa di Tsushima alla ricerca di alleati insieme a cui portare un attacco decisivo alle truppe mongole, infatti, visiteremo vari luoghi e incontreremo personaggi ansiosi di raccontarci la propria storia, coinvolgendoci così in missioni secondarie in grado di arricchire piacevolmente l'esperienza e aggiungere spessore al sistema di progressione.
La via del Bushido, fra gameplay e opportunità
Sul piano del gameplay non c'è dubbio che Ghost of Tsushima provi a introdurre alcune novità rispetto ai prodotti citati poc'anzi, come ad esempio una navigazione della mappa povera di icone e indicazioni a tutto vantaggio dell'immersione (con la meccanica del vento che si attiva "accarezzando" il touchpad del controller DualSense), oppure la possibilità di richiamare l'attenzione del nemico per dar vita a uno spettacolare duello che si risolve con un unico fendente.
La voglia di distinguersi emerge anche dalla mancanza di un sistema di aggancio durante i combattimenti, scelta questa che però genera spesso qualche situazione complicata, magari per via della visuale che finisce per nascondere il nostro avversario alla vista e non consente dunque di intercettare per tempo le sue mosse con una parata o una schivata.
Il resto delle meccaniche, dalle eliminazioni silenziose alle fasi stealth, dalle esplorazioni a cavallo alle "sincronizzazioni", dall'interazione con gli artigiani per il potenziamento dell'attrezzatura allo sblocco di nuove abilità e stili di lotta, non riserva grandi sorprese a chi è abituato a cimentarsi con questo genere di prodotti, e anche sul fronte dell'intelligenza artificiale non si registrano particolari acuti.
Certo, tutti questi elementi finiscono per essere osservati sotto una luce decisamente migliore grazie a una direzione artistica di gran pregio, che a maggior ragione su PC riesce a esercitare il suo fascino per via della grafica più fluida e definita, nonché per un'effettistica che va a lavorare direttamente sulle atmosfere grazie al potenziamento di riflessi, nebbia e agenti atmosferici.
I contenuti della Director's Cut
Esattamente come avvenuto su PS5 quasi tre anni fa, Ghost of Tsushima approda anche su PC con la Director's Cut, che oltre alla campagna originale include l'espansione Iki Island: una nuova mappa a cui è possibile accedere dopo il completamento del secondo atto della storia, con contenuti inediti e una missione particolarmente difficile che dovremo affrontare nei panni di Jin.
Come certamente saprete, per via delle inevitabili polemiche legate all'obbligatorietà di un account PSN ai fini dell'online, nel pacchetto è presente anche la modalità multiplayer Legends: un'esperienza a base cooperativa in cui avremo modo di selezionare una fra quattro differenti classi di personaggi (samurai, cacciatore, ronin e assassino) per cimentarci con incarichi per due o quattro giocatori.
La versione PC
Impostata a 2160p, con tutte le regolazioni al massimo e il DLSS sul preset "qualità", la versione PC di Ghost of Tsushima: Director's Cut appare superiore rispetto allo stesso gioco aggiornato su PS5: Nixxes ha lavorato a ogni singola opzione al fine di sfruttare la componentistica delle configurazioni spinte, e il risultato finale è davvero convincente.
A conferire all'edizione Steam un aspetto più definito e contrastato è senza dubbio una migliore implementazione dell'occlusione ambientale, che in questo caso va oltre l'HBAO+ per introdurre un'ulteriore soluzione rappresentata dalla tecnologia XeGTAO di Intel. Risultano però superiori anche le ombre, la screen space reflection, le texture e il livello di dettaglio generale.
La schermata delle opzioni video consente di selezionare lo schermo intero esclusivo, impostare la risoluzione, attivare la sincronia verticale, optare per un contrasto normale o marcato, gestire l'HDR e scegliere l'eventuale tecnologia di upscaling fra DLSS, FSR 3.0 e XeSS, nonché attivare uno scaler dinamico che punta a specifici target di frame rate: 30, 45 o 60, ma non sempre funziona a dovere.
È presente infine una voce dedicata all'antialiasing, la possibilità di usufruire della tecnologia NVIDIA Reflex e della Frame Generation: sia quella targata NVIDIA che quella targata AMD. Ad ogni modo, durante i nostri test abbiamo riscontrato qualche problema con queste ultime soluzioni su di una scheda video NVIDIA RTX 4070, nel senso che al momento non risultano efficaci come dovrebbero oppure generano crash inaspettati quando le si attiva.
La schermata delle opzioni grafiche nasconde anche stavolta alcune regolazioni extra che si spingono al di là del preset Super, nello specifico il filtro anisotropico a 16X, la qualità delle ombre e la nebbia volumetrica su Ultra, nonché la già citata tecnologia di occlusione ambientale XeGTAO. Per il resto abbiamo texture, livello di dettaglio, dettagli terreno, profondità di campo, riflessi e screen space reflection.
Veniamo quindi alle prestazioni, che rispetto a quanto raccontato nella recensione di Horizon Forbidden West per PC soffrono di qualche incertezza e non vantano lo stesso grado di solidità, ma risultano senza dubbio ottime considerando gli inevitabili aggiornamenti in arrivo che andranno a sistemare le attuali criticità della conversione.
Nello specifico, con una NVIDIA RTX 4070 è possibile regolare tutte le impostazioni al massimo, selezionare la risoluzione 2160p e attivare il DLSS sul preset "qualità" per ottenere 60 fps quasi sempre stabili: il gioco non dispone del margine necessario per garantire quel tipo di performance anche nelle sequenze più caotiche e complesse, ma non è un grosso problema.
A 4K puri e con tutte le impostazioni al massimo, ma senza l'intervento del DLSS, si viaggia sui 45 frame al secondo, mentre scendendo a 1440p o a 1080p i valori ovviamente salgono ma non quanto ci saremmo aspettati, forse per via del processore (un Intel Core i5 13500) che alle risoluzioni più basse viene chiamato maggiormente in causa e fa un po' da collo di bottiglia.
Ghost of Tsushima: Director's Cut su PC supporta ovviamente i controller, ma solo utilizzando un DualSense in modalità cablata è possibile ottenere un'esperienza del tutto simile a quella disponibile su PS5, dunque con grilletti adattivi, feedback aptico e la possibilità di richiamare il "vento" scorrendo il dito sul touchpad: una funzionalità che con un controller Xbox richiede la pressione del d-pad a destra e la selezione dell'azione.
Alla fine dei conti c'è un unico aspetto che vede la versione PS5 del titolo targato Sucker Punch superare nettamente l'edizione Steam: i caricamenti. Allo stato attuale, la console Sony impiega appena un secondo per caricare un viaggio rapido, mentre sulla piattaforma Windows anche in presenza di SSD veloci le tempistiche risultano superiori.
In conclusione
La versione PC di Ghost of Tsushima: Director's Cut si pone senza dubbio come un altro eccellente lavoro per Nixxes dopo la clamorosa conversione di Horizon Forbidden West, nonché un acquisto assolutamente consigliato per chi attendeva con trepidazione l'arrivo dell'epopea di Jin Sakai su Steam.
Il team di sviluppo olandese non è magari riuscito a garantire la medesima, incredibile solidità già al lancio come avvenuto per il titolo di Guerrilla Games, ma gli inevitabili aggiornamenti andranno senz'altro a sistemare le piccole e grandi incertezze di un'esperienza che si conferma suggestiva e appassionante.