Nonostante il suo successo stratosferico, non sono stati moltissimi i team e i publisher che hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità di Nintendo DS, e l'innovazione apportata dal touch screen e dal doppio schermo è stata spesso trascurata, di fronte a una mera riproduzione delle meccaniche standard con qualche informazione aggiuntiva per coinvolgere la particolare interfaccia. Tra i migliori utilizzi di queste caratteristiche troviamo soprattutto alcune produzioni nipponiche, con Capcom in prima linea.
Più che nei giochi action, l'interfaccia di Nintendo DS è stata sfruttata in maniera molto convincente nei puzzle e nelle avventure, un po' perché il suo utilizzo più naturale è forse quello di replicare il mouse e l'intuitività di un contatto diretto con le immagini rappresentate, un po' perché i due schermi favoriscono anche un approccio più riflessivo, con narrazione e azione che possono procedere parallelamente ma senza accavallare troppo i messaggi. Nel florilegio di soluzioni di gioco e storie che sono nate (o si sono rafforzate) sul fenomenale portatile Nintendo, Ghost Trick: Detective Fantasma ricopre un ruolo di particolare importanza nonostante non si sia fatto conoscere molto, in occidente, e con l'annuncio del suo ritorno su PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch abbiamo l'occasione giusta per tornare a parlarne.
Una strana avventura
Che si tratti di un titolo bizzarro si capisce già dai primi secondi: la storia del gioco parte con la morte del protagonista, che negli istanti iniziali diventa un fantasma chiamato Sissel, incapace di ricordare il proprio passato. Dopo aver salvato la giovane detective Lynne, lo strano spiritello continua a collaborare con quest'ultima per risolvere un complesso caso, riuscendo contemporaneamente a ricostruire la propria storia ricomponendone vari tasselli fino alla fatidica notte del suo omicidio, cercando però di completare la propria missione prima dell'arrivo dell'alba. Si tratta di un'avventura dal carattere fortemente narrativo, tanto da essere un misto tra una visual novel e un puzzle game, ma riesce a trovare uno straordinario equilibrio tra la soluzione degli enigmi e le fasi narrative, il tutto sostenuto da una direzione artistica di notevole profilo, con un 2D in stile anime molto particolare e animato in maniera impressionante.
I rompicapo ci vedono impegnati a cercare di salvare le vite dei vari personaggi con cui abbiamo a che fare e sono tutti costruiti sull'utilizzo del touch screen attraverso i "ghost trick". Questi "trucchi" si svolgono nella dimensione parallela degli spiriti, in cui il tempo è congelato e dove possiamo prendere il controllo di oggetti inanimati, trasferendo lo spirito di Sissel da un elemento di scenario all'altro.
In questo modo modifichiamo gli eventi nel mondo dei vivi, in cui il tempo scorre normalmente e nel quale possiamo vedere gli effetti delle nostre azioni sui personaggi. Nella maggior parte dei casi si tratta di concatenare gli effetti degli oggetti "posseduti" dallo spirito di Sissel nella giusta sequenza, come una sorta di macchina di Rube Goldberg in grado di spingere infine i personaggi a salvarsi la vita in qualche modo molto arzigogolato ma particolarmente divertente.
Una perla diventata un cult
Dagli inizi del 2000, il principale ideatore e autore della sceneggiatura del gioco, Shu Takumi, aveva dimostrato una grande capacità di reinterpretare il genere dell'avventura grafica mischiandolo con la visual novel nipponica, mettendo in scena titoli in grado di coinvolgere con una narrazione incalzante, ottimi dialoghi e personaggi perfettamente caratterizzati ma anche divertire con enigmi strutturati. Stiamo parlando in particolare della serie Phoenix Wright, che Takumi ha lanciato e portato al successo a partire dal 2001 su Game Boy Advance, per poi trasportarla con fortune ancora superiori su Nintendo DS, console che sembrava fatta apposta per accogliere questo tipo di giochi. Dopo aver maturato grande esperienza con le avventure dell'avvocato-investigatore, l'autore decise di provare qualcosa di completamente nuovo e nel 2010 portò a termine Ghost Trick: Detective Fantasma in Giappone, arrivando l'anno successivo in occidente.
Accolto con grande calore dalla critica, il gioco fu un clamoroso flop commerciale, tanto da essere additato da Capcom come uno dei responsabili principali della scarsa annata 2010 in termini di vendite. Difficile capire cosa sia andato storto, perché Ghost Trick: Detective Fantasma aveva davvero tutte le carte in regola per sfondare: una storia interessante, personaggi carismatici, una realizzazione tecnica impressionante (anche considerando le potenzialità di Nintendo DS) e un design dei puzzle perfettamente studiato per touch screen e doppio schermo.
Forse il pubblico aveva solo voglia di un altro Phoenix Wright, cosa che spiega anche perché Takumi sia dovuto tornare a lavorare sul franchise, tenendo a freno la sua voglia di novità come spesso accade agli autori che hanno raggiunto troppo successo con una serie specifica. Un allargamento del pubblico si ebbe poco dopo con l'uscita della versione iOS, ma Ghost Trick non ha mai raggiunto la notorietà globale sperata da Takumi e da Capcom, nonostante la cura riporta nel gioco.
Eppure, qualcosa è rimasto: basta andare a vedere la classifica di Metacritic dei giochi con le valutazioni più alte date dagli utenti nella storia dei videogiochi. Lassù, al primo posto, con una certa sorpresa troviamo proprio Ghost Trick: Detective Fantasma. Non è certamente un parametro scientifico, ma è comunque il segno evidente che il gioco ha raggiunto una grande notorietà a distanza di anni, rientrando perfettamente nella definizione di cult.
La nuova versione
Ghost Trick: Detective Fantasma è uno di quei giochi che riescono a superare tranquillamente il test del tempo, basta dare una veloce occhiata a un qualsiasi screenshot o un video tratto anche dalla versione Nintendo DS. Il 2D disegnato a mano aiuta sempre in questi casi, ma è anche la particolare caratterizzazione e l'incredibile cura riservata alle animazioni a renderlo ancora un vero e proprio spettacolo. Per questi motivi, si tratta anche di un gioco che si presta perfettamente ad essere riproposto a distanza di oltre 10 anni, non avendo bisogno nemmeno di grandi lavori di rimasterizzazione. Al di là di un ovvio adattamento della risoluzione per una corretta visualizzazione sugli schermi moderni, basterebbe una semplice riproposizione degli asset originali per fare ancora un'ottima impressione, considerando come il suo aspetto sia ancora di grande impatto.
Piuttosto, è da vedere come verrà adattato il sistema di controllo dal touch screen ai controller delle console, al di là del port più diretto che potremmo vedere su Nintendo Switch, oltre alla riduzione dell'area visualizzata su un singolo schermo. In ogni caso, in base a quanto abbiamo visto anche su iOS, l'operazione dovrebbe essere alquanto indolore e il trailer di presentazione pubblicato nel corso del recente Nintendo Direct risulta decisamente convincente. In definitiva, è davvero un piacere apprendere del ritorno di Ghost Trick: Detective Fantasma sulle nuove console e su PC, perché è un gioco che merita di essere recuperato e scoperto da una quantità di persone decisamente maggiore rispetto al suo appassionato ma ristretto nocciolo di appassionati. La speranza è che questa riedizione renda giustizia al lavoro svolto da Takumi e il suo team, consentendo un riscatto per la spinta creativa che caratterizzò il progetto originale e, magari, ponendo le basi per un nuovo capitolo.