God Hand è, come si accennava, un picchiaduro a scorrimento all’interno di ambientazioni totalmente 3D, il personaggio avrà a disposizione due tipi di colpi base differenti (forte e debole, un classico Capcom) che combinati assieme saranno utili a formare spettacolari combo in grado di stendere gli avversari; in aggiunta ai “normali” colpi, sarà possibile utilizzare tutta una serie di mosse speciali attivabili tramite la pressione di R1 o di R2: nel primo caso (R1) si attiverà una specie di roulette di colpi speciali, nel secondo (R2) si attiverà l’arma da cui il nome del gioco, la God Hand, “arma” che permetterà di menare le mani velocemente e senza interruzioni per tutto il tempo utile ad una barra speciale di scaricarsi. Utile ai fini del combattimento sarà anche l’uso degli stick, che permetteranno al protagonista di scattare con velocità su lato, di abbassarsi per evitare un colpo o di spingersi indietro: l’utilizzo di questo tipo di spostamento sarà necessario per sconfiggere una serie di nemici dotati dello speciale potere (di cui al momento non si conosce davvero nulla) del teletrasporto; legato al combattimento contro questi nemici ci sarà la possibilità di contrattaccare ad un colpo avendo il nemico alle spalle, premendo con tempismo il tasto cerchio ed eseguendo uno speciale calcio. Tutti gli edifici e oggetti sono quasi completamente distruttibili, nel corso del combattimento vista la potenza dei colpi capiterà di schiantare (o di farsi schiantare) contro uno dei tanti porticati in legno andando ad abbattere completamente la struttura in un inferno di polvere e legname. Un altro elemento che concorre a rendere particolare questo gioco è l’utilizzo di una particolare visuale molto vicina alla schiena del protagonista (che quindi riempie quasi completamente -in altezza- lo schermo di gioco), la visuale si allarga poi sensibilmente nel momento in cui si combatte; per quanto possa sembrare azzardata una scelta del genere, il risultato è visivamente appagante. Il giudizio sul test effettuato è sicuramente positivo, God Hand è un gioco semplice e allo stesso tempo accattivante, non sarà di certo memorabile e ricordato negli anni a venire come il gioco che ha segnato una generazione ma permetterà ai giocatori di divertirsi a cuor leggero per alcune ore. Del gioco non esiste una data d’uscita precisa che comunque sarà entro la fine dell’anno.
Quando poco meno di un mese fa Capcom annunciò il nuovo gioco dei Clover studio, tutti avrebbero scommesso su di un nuovo titolo altamente virato sul loro lato artistico e nessuno avrebbe mai potuto pensare ad un picchiaduro a scorrimento con una forte vena ironica. In God Hand il protagonista perde il braccio destro e lo sostituisce con la mano di Dio, arto dotato di bizzarri poteri ed in grado di rilasciare -se utilizzato- un incredibile potenza. La demo presentata sullo showfloor presentava un livello indicativo utile a far capire, senza lasciare troppi dubbi, la strana mistura di Comedy & Violence che pervade il gioco. Gad Hand, per quanto dalle foto viste nei mesi scorsi ricordasse Fist of the North Star (Kenshiro, in Italia), presenta invece un’ambientazione western: la città dove comincia il gioco è circondata dal rovente deserto, le abitazioni e i locali sono tutti costruiti in frameworks tecnica architettonica ultilizzata dei padri pellegrini; nel corso del livello, di sottofondo, viene riprodotto un orecchiabile motivetto country. La musica, presa singolarmente, può sembrare uno degli elementi apparentemente senza senso del gioco, resta il fatto che, guardando il gioco nella sua visione d’insieme, si integra alla perfezione.