Non esistono casi come quello del furto di materiale di GTA 6 nella storia dei videogiochi, quantomeno per dimensioni e importanza. Di furti di dati in realtà ce ne sono stati moltissimi in passato (come dimenticare quello del codice sorgente di Half-Life 2?), così come le fughe di notizie non sono mai mancate, tanto da essere diventate pane quotidiano del settore. Il fatto però che sia stato colpito quello che presumibilmente è il gioco più atteso di sempre dalle masse, seguito di quel GTA V capace di vendere quasi duecento milioni di copie, rimanendo ininterrottamente nelle top 10 di mezzo mondo per quasi dieci anni, rende il fatto particolarmente problematico, così come gravi potrebbero essere le conseguenze per l'industria tutta.
Ripercorriamo quindi il caso del furto del materiale di lavorazione di GTA 6, cercando di capirne i possibili effetti.
Terremoto in casa Rockstar Games
Per prima cosa ricostruiamo in breve i fatti conosciuti: tra sabato 17 settembre e domenica 18 settembre 2022 sono stati pubblicati online novanta video di lavorazione di GTA 6, rubati da un hacker dopo aver ottenuto l'accesso all'account Slack (un software di messaggistica con funzioni dedicate espressamente al lavoro di gruppo) di un dipendente di Rockstar Games. Al momento di scrivere questo articolo, le indagini sull'identità dell'hacker e sulle modalità dell'intrusione sono ancora in corso. Per ora pare che il furto sia stato fatto a scopo estorsivo, ossia che l'hacker abbia provato a ricattare Rockstar Games minacciando la pubblicazione, oltre che dei video, anche del codice sorgente di GTA 5 e di GTA 6.
Il materiale trafugato, nonostante l'assenza di dichiarazioni ufficiali, è apparso immediatamente autentico, anche se molto vecchio, per via della quantità di dettagli contenuti nei filmati. Le conferme sono comunque arrivate qualche ora dopo da Rockstar Games stessa, che ha denunciato pubblicamente il furto. I video di loro hanno verificato diverse fughe di notizie degli scorsi anni, ossia che GTA 6 sarà ambientato a Vice City e che ci sarà almeno un personaggio femminile giocabile per la prima volta nella serie.
Take-Two ha iniziato subito a individuare forum e siti che hanno pubblicato il materiale, chiedendone con forza la rimozione. Difficilmente riuscirà a toglierlo completamente dalla rete, ma intanto sta cercando di marginalizzare il danno, togliendolo dai luoghi virtuali più in vista.
La software house ha pubblicato un comunicato ufficiale, per spiegare la questione ai giocatori, ma soprattutto agli azionisti di Take-Two, che è il caso di rileggere:
"Di recente abbiamo subito un'intrusione nel nostro network di una terza parte non autorizzata che ha avuto accesso e scaricato illegalmente materiale confidenziale dai nostri sistemi, inclusi filmati di sviluppo del prossimo Grand Thef Auto. Al momento non prevediamo di interrompere nessuno dei nostri servizi di gioco né ciò avrà alcun effetto a lungo termine sullo sviluppo dei nostri progetti in corso.
Siamo estremamente delusi del fatto che i dettagli del nostro prossimo gioco siano stati condivisi con tutti voi in questo modo. Il nostro lavoro sul prossimo gioco della serie Grand Theft Auto continuerà come da programma e rimaniamo impegnati nel fornire a voi, i nostri giocatori, un'esperienza che superi davvero le vostre aspettative. Vi aggiorneremo presto e, ovviamente, vi presenteremo correttamente questo progetto quando sarà pronto. Vogliamo ringraziare tutti per il loro continuo supporto attraverso questa situazione." Il messaggio è importante e va letto alla luce non tanto dei commenti online sul materiale rubato, in cui comunque molti videogiocatori, influencer e giornalisti hanno dimostrato grande immaturità, quanto a quella del rassicurare le borse sullo stato dei lavori, borse che comunque hanno reagito inizialmente molto male alla situazione, facendo perdere a Take-Two, l'editore di Rockstar Games, il 6%. Dopo la pubblicazione del comunicato stampa di rassicurazione, il titolo ha ripreso quota, segno che l'obiettivo è stato centrato, almeno nel breve periodo.
Perché Rockstar Games ha confermato il furto, quando in passato non si è mai preoccupata di confermare o smentire pubblicamente le fughe di notizie? Il lancio di un gioco come GTA 6 (o come si chiamerà, visto che il nome ufficiale non è ancora stato svelato) è essenziale per la salute finanziaria di Rockstar Games e di Take-Two, tanto che durante gli incontri con gli azionisti e gli investitori non mancano mai domande sullo stato dei lavori. Lasciare il settore nell'incertezza avrebbe potuto avere conseguenze disastrose, quindi, in questo caso, è stato necessario prendere posizione ufficialmente.
Conseguenze
Per ora non esiste una data di lancio ufficiale di GTA 6, ma si parla insistentemente di 2024. Molti si sono chiesti se il furto del materiale creerà ritardi. In realtà non è detto, a meno che non vengano attuate nuove misure di sicurezza tali da fermare i lavori per qualche tempo. Qualche scossone nella produzione ci sarà sicuramente, ma non ne è ancora chiara la sua magnitudo. I rischi più evidenti sono altri e non meno gravi, soprattutto per il rapporto tra sviluppatori e videogiocatori, ma anche per le condizioni di lavoro nelle software house.
Di fronte a un caso simile l'intera industria potrebbe contrarsi ancora di più di quanto non abbia già fatto nel corso degli scorsi anni, rendendo ancora più rada la comunicazione pre-marketing. È risaputo che gli sviluppatori tremano alla sola idea di aprirsi ai videogiocatori perché ogni loro parola può essere fraintesa da orde sprezzanti, che non vedono l'ora di imbastire polemiche sul nulla, parlando di argomenti che non capiscono, aizzati da chi ha tutto l'interesse a farli pasturare nelle polemiche. I commenti ai video di GTA 6 hanno, purtroppo, confermato questa tendenza. Nonostante risalgano al 2017 e benché mostrino del materiale di lavorazione, in tanti li hanno usati per esprimere giudizi tranchant sul gioco, commentando come se quei filmati fossero lo specchio della versione definitiva. Il danno è relativo rispetto all'importanza del titolo, ma conferma l'incapacità di molti videogiocatori di dialogare con gli addetti ai lavori, se non in modo tossico e spesso offensivo. Conferma anche perché i team sperano sempre di poter mostrare le loro opere nelle migliori condizioni possibili, in modo da evitare certe aggressioni.
Il risultato più probabile sarà la conferma della bontà della politica attuata dalle software house maggiori di esclusione dei membri dei team di sviluppo dal dibattito pubblico, a parte per alcuni elementi di spicco, che probabilmente sarà inasprita. Peccato, perché invece questa poteva essere un'ottima occasione per capire come funziona lo sviluppo dei videogiochi in team così grossi e per scoprire come appare un gioco in lavorazione, al di là dei filtri della comunicazione ufficiale.
Altro grosso pericolo è la possibile riduzione della flessibilità del lavoro da casa, o smart working per dirla con un'espressione più alla moda. I rischi correlati a far gestire dati riservati da remoto ai dipendenti erano già noti, ma un fatto del genere alimenterà le paure degli scettici, che da ora dispongono di una freccia particolarmente appuntita al loro arco. I furti di materiale non cesseranno, ma le condizioni lavorative potrebbero peggiorare in molti studi, non solo in Rockstar Games.
Va specificato che per ora queste sono solo ipotesi, perché gli effetti reali del furto si manifesteranno soprattutto sul medio e lungo periodo. Per scoprire cosa accadrà, non rimane che stare a vedere.