Himorta, al secolo Antonella Arpa, è sicuramente una delle cosplayer più forti e seguite in circolazione. Ma sarebbe riduttivo considerarla solo come tale. Sdoganata dalla TV è entrata nei salotti italiani con trasmissioni e talk show, protagonista di un fumetto, presentatrice, ma soprattutto gamer appassionata da tempi non sospetti che riesce a divulgare il verbo del videoludo con gioia e autentica passione. L'abbiamo incontrata al Mediaworld Tech Village di Lucca Comics e abbiamo condiviso alcune interessanti osservazioni insieme.
Tra cosplay e videogiochi
Influencer, presentatrice, ora anche protagonista di un fumetto. I lettori di Multiplayer, però, ti conoscono principalmente per i tuoi cosplay e la tua passione per i videogiochi. In tutto questo quanto hai tirato fuori del tuo "personaggio", e quanto di "Antonella"?
In realtà il cosplay, almeno nel mio caso, ha aiutato a sviluppare tante altre arti da un punto di vista professionale. Oggi sono qua a Lucca Comics come presentatrice e questo lo devo ai miei cosplay sui videogiochi, cosa che mi ha aperto tante porte proprio in questo settore. Un altro settore bellissimo che mi è caro è anche quello del cinema, e anche quello alla fine lo devo al cosplay perché ho iniziato impersonando i super eroi. Quello per me è stato un inizio, poi ho sviluppato le competenze nell'ambito cinema, anche come intervistatrice. In realtà quindi parte tutto dal cosplay. Cosa c'è da scoprire ancora di Antonella? Mi auguro di fare un mio programma "nerd", un quiz, qualcosa di simpatico che tocca i temi a me più cari: manga, videogiochi, cinema, ecc.
Sei una delle personalità più seguite sui social network e hai un grande ascendente tra giovani e giovanissimi. Hai anche insegnato a scuola. Spesso nel mondo di internet l'opinione pubblica tende a "demonizzare" alcuni prodotti. Come pensi che il web debba rapportarsi nell'equilibro tra educazione e intrattenimento?
Per me i videogiochi rappresentano opere artistiche senza alcuno scopo educativo. Quello che dovrebbe cambiare è proprio questo, sviluppare una sensibilità verso il media che lo porti a essere visto esattamente come tutti gli altri. Siamo ancora lontani, però. Ma ci arriveremo piano piano, penso a certi generi musicali che una volta erano demonizzati e oggi fanno parte della nostra cultura. Succederà la stessa cosa: quando parliamo di videogiochi parliamo di "disegni", animazione, narrativa, musica, in tutto e per tutto abbraccia ogni aspetto dell'arte.
Sappiamo che ti sei spesa anche nel mondo dello sport e degli esport, ma tu a cosa giochi? e quali sono i tuoi titoli preferiti?
Io gioco online in multiplayer, mi piacciono molto i MOBA come League of Legends. Gioco sempre in ruolo "support", una veste che svela anche il mio lato più femminile e il mio spirito da "crocerossina"! Ce l'ho proprio nell'animo, mi piace assistere i miei compagni di squadra. D'altro lato, gioco spesso a generi molto distanti come Mortal Kombat che ho apprezzato tantissimo. È stato anche uno dei primi giochi che ho fatto in vita mia e quindi ne ho seguito l'evoluzione durante le generazioni. Vederlo oggi adesso arrivare a questi livelli, in chiave moderna ma sempre molto violento e pieno di sangue, mi è piaciuto tantissimo, anche le combo pazzesche che hanno inserito in questo ultimo capito. Bisogna anche sdoganare questo concetto: le donne giocano ai picchiaduro!
Ricordiamo le prime edizioni di Lucca Comics, nei primi anni '90, quando si iniziavano a intravedere timidamente i primi cosplayer al palazzetto dello sport. Erano pochi e il resto del pubblico li guardava con un misto di curiosità e una sensazione di "buffo" o strano. Erano dei pionieri! Oggi la situazione è diametralmente opposta e il cosplay è un fenomeno di massa universale. La società si è abituata, oppure ci siamo effettivamente evoluti?
Penso al mio caso. Se io fossi nata prima di quel periodo il personaggio di Himorta non sarebbe esistito. Sicuramente internet e il suo sviluppo ha contribuito a "normalizzare" questo fenomeno, prima rilegato a fiere specializzate e incontri, poi sdoganato al grande pubblico tramite il web. Quando io ho iniziato l'immagine del cosplayer non era così forte come ora. Oggi a Lucca Comics basta guardarsi intorno per capire come il fenomeno sia diventato "pop". Il web ha contribuito tantissimo sia a farlo diventare un fenomeno normale ma anzi una vera e propria arte. Non si tratta di sola interpretazione. Pensiamo ai costumi, ci sono sarti bravissimi, accessoristi, professionisti in ogni settore. Tempo fa feci un cosplay di Buzz Lightyear e un ingegnere mi aiutò a creare i laser da applicare al costume. È arte a tutto tondo. Anche se mia mamma non l'ha capito perfettamente ancora! Si è installata Instagram per seguirmi ed è incuriosita dalla cosa...
Abbiamo saputo che sei un'assidua lettrice di Multiplayer.it. Il nostro sito ospita molte personalità legate al gaming e al web, tra i quali Alessio Pianesani. Lo conosci? Cosa ne pensi?
No. Non l'ho mai sentito nominare!