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I contenuti esclusivi nei videogiochi multipiattaforma hanno stancato?

La storia dei videogiochi è costellata di contenuti realizzati in esclusiva per una singola piattaforma: è una pratica che penalizza solo gli utenti?

SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   21/02/2023
I contenuti esclusivi nei videogiochi multipiattaforma hanno stancato?

Se da una parte quello dell'esclusività hardware di determinate produzioni è un argomento complesso, ricco di sfaccettature, difficile da sviscerare senza ripercorrere l'intera storia dell'industria, nel corso delle ultime settimane a finire sotto i riflettori è stato l'apparato dei contenuti esclusivi per la singola piattaforma. Giocando Hogwarts Legacy ci è capitato di confrontarci con una missione particolare, completamente diversa da tutte le altre, ben più stimolante di qualsiasi attività emersa dall'immenso mondo aperto attorno alla scuola di magia. L'abbiamo vissuta, l'abbiamo sviscerata, ne abbiamo apprezzate le ricompense, dopodiché abbiamo scoperto che si trattava proprio della missione esclusiva per gli utenti PlayStation.

Non vi nascondiamo che siamo rimasti interdetti: inizialmente c'era addirittura la volontà di menzionare direttamente quell'attività in sede di recensione proprio per sottolineare come nell'opera si nascondessero anche ottimi contenuti opzionali, ma quando ci siamo resi conto che quell'avventura non sarebbe stata disponibile per una grossa fetta di appassionati abbiamo deciso di saltare la questione a piedi pari. Quella di pubblicare contenuti esclusivi in seno alle esperienze multipiattaforma è infatti una pratica difficile da valutare, come è difficile comprendere se possa portare effettivamente benefici di sorta ai produttori di hardware, eppure continua a sopravvivere persino nei contorni di produzioni blasonate come il succitato Hogwarts Legacy.

Ormai non c'è gioco che non sia accompagnato da immagini promozionali come questa
Ormai non c'è gioco che non sia accompagnato da immagini promozionali come questa

Tale discussione è inoltre strettamente connessa alle accuse mosse dal direttivo di Sony verso Microsoft in occasione dell'acquisizione di Activision-Blizzard-King: se da una parte Jim Ryan si è espresso pubblicamente più volte contro l'acquisizione di marchi multipiattaforma al fine di tramutarli in esclusive, la casa giapponese resta senza ombra di dubbio una delle più attive sul fronte dei contenuti realizzati appositamente per il proprio hardware. Giusto sulle sponde di Call of Duty sono infatti maturati molteplici longevi accordi volti a garantire un trattamento speciale ai giocatori che scegliessero una piattaforma anziché l'altra, e oggi quell'onore tocca ancora a PlayStation.

Ma quando ha avuto inizio questo genere di pratica? Esistono anche esempi virtuosi? Ripercorriamo la storia dei contenuti esclusivi nei titoli multipiattaforma, cercando di capire se possano avere ancora un senso nel mercato contemporaneo.

Hogwarts Legacy e la missione esclusiva

La missione esclusiva di Hogwarts Legacy è nettamente la più interessante dell'opera
La missione esclusiva di Hogwarts Legacy è nettamente la più interessante dell'opera

Hogwarts Legacy offre un enorme ventaglio di piccoli contenuti esclusivi: c'è, ad esempio, l'Arena delle Arti Oscure, una modalità orda a base di Maledizioni Senza Perdono che è disponibile solamente per i possessori dell'edizione Deluxe. C'è l'Ippogrifo di Ossidiana, animale riservato a chi abbia effettuato il pre-ordine, c'è la cavalcatura Thestral, anch'essa destinata ai possessori della Deluxe Edition, ci sono una serie di indumenti unici legati ai Twitch Drops e alle diverse versioni presenti sul mercato. L'elemento più corposo è tuttavia la missione dedicata al negozio infestato di Hogsmeade, un'avventura esclusiva per console PlayStation che non può essere acquistata in alcun modo dai giocatori delle altre piattaforme.

In tale missione, il protagonista viene a conoscenza dell'opportunità di acquistare un negozio a Hogsmeade - con tanto di elfo domestico personale - al fine di mettere in piedi la propria attività, ma l'affare rischia di andare a rotoli a causa del sotterraneo infestato della baracca. Calandosi nelle profondità ci si imbatte infatti in un lungo e complesso dungeon presidiato dal poltergeist Fastidio, una sezione di gioco d'ispirazione horror che prende una netta deviazione dal resto dell'esperienza. Ci sono enigmi che non s'incontrano in nessun altro frangente dell'opera, ci sono nemici unici, ci sono ben tre boss esclusivi e c'è un'intera ambientazione costruita appositamente per l'occasione. Come se non bastasse, la missione presenta l'unico segmento dell'opera che mette in scena gli Scacchi Magici e offre effettivamente la possibilità di aprire il proprio emporio a Hogsmeade, un'ulteriore opportunità per vendere gli oggetti inutilizzati e aggiungere un po' di colore al background del villaggio magico. È pur vero che non si tratta di nulla di trascendentale, ma rimane sempre e comunque il miglior contenuto opzionale offerto dal mondo aperto di Hogwarts Legacy, ed è un peccato che possa esser fruito solamente dagli utenti PlayStation.

I contenuti esclusivi nei videogiochi multipiattaforma

Quella volta che Link ha invaso Soulcalibur II
Quella volta che Link ha invaso Soulcalibur II

Oltre dieci anni fa, attorno al 2010, l'allora product manager di Sony Interactive Entertainment Scott McCarthy affermava con discreta sicurezza che: "Realizzare giochi in esclusiva limita la capacità promozionale delle opere, e noi non vogliamo assolutamente questo. Vogliamo che i videogiochi siano una cosa più grande possibile, è il meglio per l'industria. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner di terze parti, non necessariamente per rendere interi videogiochi esclusivi, ma per assicurarci contenuti esclusivi di determinati videogiochi". Sappiamo bene cos'è successo negli anni successivi: Sony ha costruito l'impero di PlayStation 4 scommettendo sul peso dei suoi videogiochi esclusivi. Ma ciò che ci interessa oggi è il fatto che - esattamente come i suoi diretti competitor - non ha mai smesso di investire sulla creazione di contenuti esclusivi nel contesto dei titoli multipiattaforma, proprio come accaduto sulle sponde di Hogwarts Legacy.

A onor del vero, quella dell'emersione di contenuti esclusivi è una prassi vecchia quasi quanto lo sono le console per videogiochi. Certo, in principio ciò non era necessariamente il frutto di una consapevole scelta di marketing, bensì un effetto collaterale del modo stesso in cui si sviluppavano i videogiochi, tanto che a volte tali opere risultavano completamente diverse a seconda della piattaforma di pubblicazione. Un esempio emblematico è quello di Konami e delle sue produzioni per Super NES e console Sega, che sovente offrivano esperienze totalmente differenti, come nel celebre caso dello shooter Sunset Riders o in quello ancor più eclatante di Animaniacs, nel quale al mutare della versione cambiava persino il genere dell'opera. L'embrione vero e proprio dei contenuti esclusivi è germogliato in alcuni porting curati da Nintendo, per esempio quello di SimCity, che rispetto all'originale versione PC metteva in scena il Dr. Wright, l'attacco di Bowser come possibile calamità, una colonna sonora originale e tante altre variazioni sul tema.

È stata proprio Nintendo a inaugurare un ciclo virtuoso per i contenuti esclusivi, sfruttando i brand e gli asset a propria disposizione per arricchire determinati titoli multipiattaforma senza sottrarre nulla alla concorrenza. SSX On Tour, ad esempio, aggiungeva al roster i personaggi di Mario, Luigi e Peach, destinati a fare capolino anche in NBA Street V3. In Fight Night Round 2 per GameCube, invece, si poteva fare affidamento su Little Mac e sull'implementazione completa di Super Punch Out!!. Quel modus operandi ha trovato spazio a lungo, anche in epoca recente, come nei confini di Skylanders e soprattutto Starlink: Battle for Atlas, che nell'incarnazione per Switch ha accolto a braccia aperte i personaggi e le ambientazioni di Starfox.

C'è stato un momento in cui tale ispirazione è stata catturata anche dagli altri platform-owner, che si sono guardati attentamente dentro casa al fine di instaurare partnership sensate: se nella versione PlayStation 2 di Viewtiful Joe faceva la sua comparsa Dante direttamente da Devil May Cry, Mortal Kombat su PlayStation 3 offriva invece la possibilità di vestire i panni di Kratos, esattamente come accaduto con Link su GameCube all'epoca di Soulcalibur II; in quell'occasione, tuttavia, Namco decise di non lasciare nessuno a bocca asciutta, implementando rispettivamente Heihachi Mishima e Spawn sulle console PlayStation e Xbox. Un pizzico di questa antica filosofia è sopravvissuta fino ai giorni nostri, tanto che lo stesso Kratos è riapparso come boss opzionale nei confini di Shovel Knight di Yacht Club Games, dimostrando ancora una volta che i contenuti esclusivi non rappresentano sempre un male venuto per nuocere.

L'avvento del caos

L'avvento di giochi come servizi come Destiny ha cambiato tutto
L'avvento di giochi come servizi come Destiny ha cambiato tutto

La situazione dei contenuti esclusivi ha iniziato a sfuggire di mano con l'avvento della settima generazione di console, nel bailamme della nuova condizione di concorrenza fiorita con l'ingresso in scena di Xbox 360. Il seme era già stato piantato nella generazione precedente, quando Xbox si aggiudicò una serie di missioni esclusive dedicate a Kraven nei confini di Spider-Man, scatenando il primo atto ostile in una guerra senza esclusione di colpi. Microsoft ha poi timidamente siglato un accordo per rendere i contenuti scaricabili di Tomb Raider: Underworld, ovvero L'Ombra di Lara e Sotto Le Ceneri, appannaggio dei soli appassionati Xbox. Dal canto suo, Sony non aveva la benché minima intenzione di restare a guardare, così si è accaparrata ben cinque combattenti esclusivi nel contesto di Street Fighter X Tekken, segnando il punto zero di una strategia oltremodo aggressiva.

La serie Batman Arkham di Rocksteady, con ogni singola pubblicazione, ha sempre messo in scena un qualche genere di contenuto dedicato solo agli utenti PlayStation, dalle missioni di Joker in Arkham Asylum fino agli interi DLC esclusivi di Arkham City e Arkham Knight. Sony si era già mossa anche sul fronte di Assassin's Creed - assicurandosi i contenuti dedicati a Benedict Arnold nel terzo episodio e una prelazione sui DLC di Black Flag - prima di proseguire su quello di Watch Dogs 2, il cui intero pacchetto di contenuto scaricabile adottò la formula dell'esclusività temporale. È stato solo allora che il contenuto esclusivo è diventato uno strumento di marketing onnipresente nel tessuto dei multipiattaforma, facendo capolino persino in produzioni come Control, anch'esso volenteroso di riservare ben più di un vantaggio ai possessori di PlayStation. Qualche tempo fa è scoppiato il caso relativo a Marvel's Avengers, che ha accolto il personaggio di Spider-Man nelle sole varianti PlayStation lasciando ancora una volta a bocca asciutta gli altri fan dell'Uomo Ragno.

Call of Duty: Advanced Warfare è stato l'ultimo titolo con contenuti esclusivi Xbox
Call of Duty: Advanced Warfare è stato l'ultimo titolo con contenuti esclusivi Xbox

Durante l'ottava generazione di console, nell'occhio dell'uragano scatenato dall'avvento dei giochi come servizi, questo genere di esclusività è diventata una sorta di arma impropria. Il caso più eclatante è probabilmente quello del Destiny di Bungie, un'opera che a partire dal 2014 ha imposto una vera e propria monarchia nell'intrattenimento su console, infrangendo il muro dei trenta milioni di utenti registrati e trasformandosi in un fenomeno di portata equiparabile al fu World of Warcraft. In tale contesto, PlayStation è riuscita ad accaparrarsi una lunga serie di contenuti esclusivi - fra armi uniche, assalti e armature - capaci di rendere un po' più gustosa ciascuna iniezione di contenuti sulle sponde delle proprie macchine, trasformando PlayStation nel "luogo dove vivere Destiny".

È inevitabile, fatte queste premesse, analizzare il caso Call of Duty, che nell'ultimo anno si è tirato addosso le attenzioni di mezzo mondo, ma che a ben vedere è da eoni che si trova al centro della diatriba. Nel lontano 2010, Microsoft siglò un accordo pluriennale per garantire ai giocatori Xbox un accesso anticipato ai contenuti aggiuntivi, come ad esempio le celebri mappe Zombi di Treyarch. Tale accordo trovò la sua conclusione cinque anni più tardi, in prossimità della scomparsa di Advanced Warfare: all'alba del 2015 PlayStation 4 si era già imposta come la "vincitrice" della generazione, e le vendite di Call of Duty stavano sfiorando numeri da capogiro. Dapprima Sony volle fornire accesso esclusivo alla versione beta di Black Ops 3 ai suoi utenti, ma quel piccolo esperimento gettò le fondamenta di una partnership che ancora oggi non si è esaurita: i giocatori PlayStation di Call of Duty: Modern Warfare II, infatti, possono tutt'ora contare su una lunga serie di benefit che resteranno esclusivi della piattaforma fino al prossimo ottobre.

I contenuti esclusivi non servono più a niente?

Ancora oggi si lotta per i contenuti esclusivi su Call of Duty
Ancora oggi si lotta per i contenuti esclusivi su Call of Duty

Finalmente arriviamo a oggi, all'avvento di Hogwarts Legacy, una delle produzioni multipiattaforma più attese del 2023, un titolo che è riuscito a esaudire la maggior parte dei desideri degli appassionati. Eppure, la sua pubblicazione rimane sporcata dalla presenza di avventure che non sono - e che non saranno mai - fruibili per l'intero bacino d'utenza. Ha veramente senso al giorno d'oggi, nell'epoca del cross-gen, del cross-platform, dei giochi come servizi e delle grandi produzioni evento, continuare a legare piccoli contenuti esclusivi a una singola piattaforma?

È una domanda molto difficile a cui rispondere: se da una parte c'è la percezione diffusa che un semplice costume, un breve periodo di accesso anticipato o qualche piccola missione opzionale non possano assolutamente incidere sul successo di un prodotto o sulla scelta di un determinato hardware, dall'altra l'essenza della diatriba maturata attorno all'acquisizione di Activision-Blizzard-King sembra radicata quasi esclusivamente in ipotesi di questo genere. Se i legali di Sony hanno comunicato all'autorità garante della concorrenza brasiliana che "Call of Duty influenza la scelta della console", Jim Ryan stesso ha affermato più volte che "i giocatori PlayStation devono vivere l'esperienza Call of Duty migliore possibile, e le proposte di Microsoft mettono a repentaglio questo principio".