Dopo i primi successi videoludici Disney arrivati a fine anni '80 e culminati con DuckTales, il nuovo decennio sembrava aprire un'era completamente nuova per i giochi legati alle proprietà dell'azienda di Zio Walt. Mentre Capcom continuava a sfornare titoli in gran parte legati ai famigerati cartoni del "Sabato Disney", Sega puntava più in alto. Tramite un contratto alquanto costoso, l'azienda giapponese si assicurò l'uso del personaggio più conosciuto della storia dei fumetti e cartoni animati: Topolino.
Trattandosi di un accordo importante, voluto proprio per il lancio della nuova fiammante macchina a 16-bit Mega Drive, Sega voleva assicurarsi che tutto fosse sotto il suo controllo per i primi titoli con protagonista Topolino. A oggi possiamo dire che le aspettative di pubblico e critica non furono deluse, anche se ci fu una notevole eccezione.
Se Fantasia delude, Castle soddisfa
Disney arriva nel 1990 su Mega Drive in pompa magna con Castle of Illusion, seguito, alcuni mesi dopo, da Fantasia. Mentre il primo fu assegnato a un team giapponese interno a Sega, capitanato da Emiko Yamamoto con un produttore Disney, Fantasia fu invece esternalizzato allo studio francese Infogrames, all'epoca già impegnato in altri prodotti su licenza come Tintin on the Moon.
Al di là dei livelli ispirati al cartone uscito cinquant'anni prima, il platform 2D Infogrames finì per essere affossato da un tempo di lavorazione limitato, nonché da un team con zero esperienza di sviluppo su console. Il risultato fu ben al di sotto delle aspettative sia del pubblico che dell'azienda giapponese. A dare il colpo di grazia ci pensò il nipote di Walt Disney che, ricordandosi (solo dopo, apparentemente) del desiderio dello zio di non realizzare altri prodotti a marchio Fantasia, dichiarò che, a quanto pare, la licenza venne concessa a Sega per errore. Il platform fu venduto in poche migliaia di copie, prima di esser tolto dagli scaffali per sempre.
Una sederata per ucciderli
Ben altra sorte, invece, per Castle of Illusion. Si tratta indubbiamente di uno degli esempi migliori degli anni '90, il periodo in cui il platform 2D dominava il mondo console. Quegli anni fiabeschi in cui portarsi a casa una cartuccia Disney voleva dire divertimento garantito. In Castle of Illusion guideremo Topolino, che sta cercando di salvare Minni dalle grinfie della malvagia strega Mirabel armato solo del suo... beh, deretano. Topolino può anche tirare mele per sconfiggere nemici, il tutto mentre esplora livelli fantastici sospesi tra ragnatele, bagni in tazze di tè ed enormi libri infestati da vermiciattoli. Un mix davvero sorprendente, e non a caso. La produttrice Yamamoto ha successivamente dichiarato che aver lavorato su Castle of Illusion come suo primo videogioco le ha permesso di "usare molto la fantasia, inserendo diversi elementi non convenzionali".
A distanza di più di trent'anni, Castle of Illusion ancora vanta una deliziosa selezione di livelli e idee magnifiche. Il team giapponese, per gli scenari attraversati da Topolino, prese ispirazione da diversi classici cartoni animati Disney anni '40 e '50, oltre ad aggiungere elementi di fantasia. Castle of Illusion ha uno stile unico, immediatamente riconoscibile: un vero e proprio viaggio nell'immaginazione. Ha acceso le fantasie di bambini in tutto il mondo, anche in Giappone dove la serie Illusion è uscita sotto il titolo "I Love Mickey Mouse". Come citato, Disney si preoccupò di seguire ogni aspetto della produzione, insistendo che Mickey non potesse morire e quindi avesse tentativi ("tries") e non vite. Inoltre, Mickey non avrebbe potuto usare armi, ma solo oggetti e il suo topesco deretano.
Castle su Master System: non chiamatelo demake
Lo stesso team, capitanato dalla Yamamoto, lavorò successivamente su Quackshot Starring Donald Duck, altro platform 2D Mega Drive dove la meccanica principale ruotava intorno alla pistola multiuso di Paperino (per esempio per raggiungere posti difficili o sconfiggere certi nemici). Magari non memorabile come Castle of Illusion, ma un gioco comunque in grado di dimostrare chiaramente come il team acquisito dimestichezza, meritandosi piena fiducia di Sega e Disney. Ma il fantastico mondo Disney non era certo solo a uso e consumo del Mega Drive, difatti la serie "Illusion" è approdata anche su Master System e Game Gear.
La versione 8-bit di Castle of Illusion, con produttrice la stessa Yamamoto, in questo caso anche nel ruolo di co-designer insieme a Yoshio Yoshida, è un titolo simile, ma diverso dal fratello più grande. Attraverso alcuni livelli modificati e meccaniche specifiche, nonché anche una difficoltà leggermente più alta, Castle of Illusion venne pensato per sfruttare le più limitate capacità tecniche del Master System. Idea decisamente corretta, che Sega poi in qualche modo "riutilizzò" quando si è trattato di portare Sonic su piattaforme 8-bit che, per ovvi motivi, non avrebbero potuto neanche lontanamente replicare la velocità dell'originale porcospino blu su Mega Drive. Il team di Castle of Illusion si riunì, infine, un'ultima volta nel 1993 per il seguito diretto: World of Illusion.
L'origine di Kingdom Hearts è Castle of Illusion?
Probabilmente anche superiore al precedente come puro gameplay e idee, World of Illusion Starring Mickey Mouse & Donald Duck è davvero uno dei migliori titoli Disney mai usciti. Avendo due protagonisti, Paperino e Topolino, il team ha pensato a diversi stili di gioco e attacchi magici, arricchendo ulteriormente la giocabilità del platform. Infatti, nonostante finire World richieda meno tempo di Castle, rigiocarlo con entrambi i personaggi mostra una geniale idea di design. Scegliere Topolino funziona come un livello di difficoltà "facile" - a differenza dell'inutile "practice mode" di Castle - mentre Paperino risulterà più difficile. Non dimentichiamo anche una modalità a due giocatori deliziosa, con puzzle specifici che richiedono di lavorare in team. Un design splendido, ancora da prendere come esempio per moderni platform 2D. Yamamoto si prenderà una pausa, per poi tornare a lavorare con Disney anni dopo come produttrice della serie Kingdom Hearts.
Tornando sull'8-bit, la serie Illusion vedrà capitoli unici su Master System (e Game Gear). Il primo seguito è Land of Illusion, uscito nel '92 e prodotto sempre dal team di Yoshida, veterano dei platform 8-bit. Si tratta di un classico seguito in stile "simile al precedente", divertente e arricchito da filmati notevoli per l'epoca, anche se generalmente i livelli risultano meno ispirati del capostipite. Risulta curioso, poi, l'aver disegnato sprite 8-bit per tutti i personaggi Disney, solo per farli comparire qualche secondo alla fine dei livelli.
La palla passa poi agli Aspect Studio, team capitanato dal designer di Sonic CD, Yuichirou Yokoyama. Legend of Illusion, arrivato su piattaforme 8-bit nel 1993, risulta ben diverso dai precedenti. Con uno stile grafico "nuovo", arriva anche una giocabilità diversa: stavolta Topolino non attaccherà più col sedere, bensì con un numero infinito di sassi (o altri proiettili). Il design presenta alcune idee intriganti, ma viene affossato da una certa superficialità. Molte delle idee non sembrano particolarmente approfondite oltre il minimo sindacale, come la sequenza da sparatutto: dura pochi secondi e non tornerà mai più. Nel 1993, la serie Illusion terminerà qui. Oltre al discutibile "seguito" per 3DS della serie Epic Mickey, negli anni arriverà solo un remake di Castle of Illusion. Nonostante il ritorno della Yamamoto, però, questo non sembra aver pienamente catturato la stessa magia dell'originale.
La palla passa all'Occidente
Con la serie Illusion giunta al capolinea, però, non si esaurisce di certo lo stretto sodalizio tra Sega e Disney. Ricordiamo altri platform della stessa epoca, anche questi del team di Yoshida come The Lucky Dime Caper, uscito nel 1993 su Sega Master System e Game Gear. Paperino, incaricato di recuperare la numero uno di Paperone oltre a salvare Qui, Quo e Qua, è protagonista di un platform solido, con una difficoltà ben bilanciata. Infine, dallo stesso team di Legend of Illusion, arriva Deep Duck Trouble, anch'esso esclusivo su 8-bit, una sorta di seguito "apocrifo" di Dime Caper.
Poi su Mega Drive troviamo anche altri giochi Disney sviluppati da Sega nei primi anni '90, come per esempio Tail Spin. Ma le cose cambieranno in fretta negli anni successivi. Dal 1994 in poi Disney sposterà i propri giochi da Oriente a Occidente. Diversi sviluppatori americani e inglesi avranno modo di mettere le mani su importanti titoli Disney. Studi come Sunsoft, Traveller's Tales e Westwood, apriranno una nuova era. Ma quella è tutta un'altra storia...