Nintendo ha sempre ribadito che, essendo una società di videogiochi, i propri sistemi avrebbero dovuto essere sempre focalizzati esclusivamente su questo, lasciando così le capacità multimediali alle altre console. Revolution, invece, potrà leggere CD e DVD. Ritiene che se Gamecube avesse offerto questa opportunità avrebbe avuto maggiore successo?
Shigeru Miyamoto: Forse se Gamecube avesse offerto la riproduzione di CD e DVD avrebbe venduto di più, specialmente in alcune famiglie senza particolare interesse per i videogiochi ma attratte da un lettore multimediale economico. Quello che però vogliamo offrire con Revolution non è la nuova generazione dei videogiochi come la conosciamo adesso, bensì una nuova generazione di per sé stessa. Probabilmente la console non sarà un mostro comparata alla tecnologia attuale ma senza dubbio, come crede ogni singolo membro della società, andrà a trasformare l’idea che si ha attualmente su come interagire coi videogiochi e il concetto stesso dell’utilizzo del televisore. Oltre a ciò, offrire la compatibilità coi DVD è qualcosa di insignificante, un semplice valore aggiunto per l’utenza.
Revolution offre agli sviluppatori la possibilità di innovare un mercato da qualche anno piuttosto statico. Senza dubbio uno dei motivi di questa fissità sta negli alti costi che i developer devono sostenere per lo sviluppo di un gioco, che spingono a mantenersi entro parametri consolidati. Crede che la maggior parte dei third party di Revolution abbracceranno subito le sue caratteristiche uniche –come sicuramente farà Nintendo- o preferiranno tenersi sul sicuro?
Shigeru Miyamoto: Di nuovo devo riferirmi a quanto successo con Nintendo DS: credo che in qualche misura la rivoluzione sia già cominciata con questa console. In Giappone esiste già una differenziazione tra i “touch titles” (quelli che usano esclusivamente il touch screen come Nintendogs o Brain Trainer) ed i “non-touch titles” (quelli che ne fanno un utilizzo limitato). Come già saprete, ora stiamo introducendo giochi che includono un dizionario, col quale si può perfino apprendere una lingua, che può essere usato da chiunque come traduttore semplicemente toccando lo schermo. Seguendo questa linea, molta gente che a suo tempo non acquistò un Game Boy perché considerava i controlli complessi, oggi possiede un DS con cui gioca ai cosiddetti titoli “tattili” come Animal Crossing o il già citato Nintendogs. Molti di questi utenti sono ragazze con età che si aggirano attorno ai vent’anni e che non avevano mai giocato prima. Perché vi rendiate conto del fenomeno, dopo poco più di un anno e qualche mese dal suo lancio, sette giochi per Nintendo DS hanno superato il milione di vendite nel solo Giappone. Tornando alla vostra domanda, i third party non solo non si mostrano diffidenti, ma ora stanno prestando grandissima attenzione sia a DS sia a quello che stiamo preparando con Revolution. Il messaggio di Revolution ai third party è che se sono capaci di tirar fuori un’idea innovativa, con la nostra console la potranno rendere concreta e coltivare una nuova fetta di mercato, senza dover necessariamente lottare contro i videogiochi tradizionali. Revolution sarà la macchina che qualunque membro della famiglia vorrà utilizzare in casa: e poi si abbina perfettamente ad un televisore, perché ha un design eccezionale, è molto piccola e non fa praticamente alcun rumore
Revolution è un’idea interessante, rappresenta un nuovo modo di concepire il videogame: è però più frutto dell’investigazione sull’esperienza di gioco dell’utenza o più della voglia di innovare un mercato ultimamente molto orientato all’aspetto grafico?
Shigeru Miyamoto: La nostra preoccupazione principale è quella di creare un nuovo modo di giocare. Sono d’accordo che la grafica debba accompagnare degnamente il gameplay, però dal mio punto di vista ci sono molte altre cose più importanti dell’aspetto visivo se si punta ad offrire un’esperienza senza precedenti. Se si vuole arrivare ad un nuovo mercato, bisogna tenere in conto molte cose. Il prezzo, per esempio, deve rimanere alla portata della maggior parte delle persone che desiderano un Revolution...
249 euro, per esempio?
Shigeru Miyamoto: (ride) Non possiamo parlare ancora di prezzi. Tornando in tema, bisogna prestare molta attenzione ad elementi quali un’interfaccia intuitiva se si vuole abbandonare l’idea ingiustificata che i videogiochi non possano essere un intrattenimento per tutta la famiglia.
L’innovazione è una pratica rischiosa: basta citare il Virtual Boy per rendersene conto. Avete realizzato degli studi sulle reazioni dei giocatori sull’utilizzo di un nuovo controller?
Shigeru Miyamoto: Beh, sono studi molto rilevanti, e per l’appunto gli abbiamo effettuati: però esistono cose più importanti. Per esempio, scoprire se questo nuovo controller interessa alla gente che non ha mai giocato prima, non solo agli utenti tradizionali. Quel che è certo è che alla Nintendo abbiamo le conoscenze per mantenere alto l’interesse su Revolution e sui propri giochi, partendo dal nuovo controller e offrendo con ogni titolo qualcosa capace di superare le aspettative.
In che misura ha collaborato nella concezione del controller di Revolution? Se il suo apporto è stato significativo, cosa l’ha ispirata?
Shigeru Miyamoto: Ho partecipato alla progettazione di tutta la console, dal processore grafico fino all’aspetto esteriore della macchina e allo stesso controller, il cui principale responsabile è Genyo Takeda. Però in realtà il controller è la somma di decine di idee di tutta la squadra, incluso il suo look. Io, che come saprete ho una formazione di designer industriale, sono stato coinvolto principalmente nell’aspetto di tutto il complesso.
Ritiene che questa nuova visione del modo di giocare avrà una grande ripercussione sull’industria?
Shigeru Miyamoto: Non appena Revolution arriverà sul mercato, credo uscirà ogni tipo di imitazione, oltre a schemi ludici copiati dai titoli che stiamo preparando. Sono convinto che Revolution cambierà il concetto stesso di videogioco.
Con l’assoluto dominio di Sony nelle home console ed il forte sbarco di Microsoft sul mercato, Nintendo ha perso certamente qualcosa in termini di base di utenza. Ora, Revolution sembra decisamente intenzionato a raggiungere i propri obiettivi seguendo una strada totalmente diversa da quella presa da Gamecube. Cosa accadrà se questa strategia non funziona? E se la strada non è quella giusta?
Shigeru Miyamoto: Partendo dal presupposto che le console Nintendo, così come tutte le altre, non sono un prodotto di prima necessità senza il quale è impossibile vivere, è chiaro che esiste sempre l’eventualità che si lanci una macchina e questa non sia accettata o non raggiunga gli esiti sperati. La nostra filosofia è quella di proporre sempre qualcosa che rappresenti una sfida, senza convenzionalismi, e non c’è sfida senza rischi. D’altra parte, siamo una compagnia che si occupa solo di videogiochi, quindi i rischi devono stare entro una soglia di tolleranza per la quale un solo errore non sia capace di compromettere l’intera impresa. Potrebbe succedere, ma non sarebbe la fine di Nintendo. Non siamo in competizione con nessuno, anche se potrebbe sembrare il contrario. Seguiamo la nostra strada che implica il fare cose nuove, diverse.
L’altro “cuscino” di cui disponiamo sta nel fatto che i nostri sviluppi di software producono importanti introiti che si ripercuotono direttamente sulla compagnia, diversamente dai casi in cui la maggior parte dei giochi venga sviluppata da third party.
Xbox 360 è già sul mercato, però con scarso successo sul suolo nipponico. Crede che le aspettative riguardo a Revolution abbiano qualcosa a che vedere con tutto ciò?
Shigeru Miyamoto: E’ una possibilità. Però sinceramente credo che Microsoft abbia sbagliato nel non offrire nulla di nuovo. Hanno rifatto il look alla macchina e migliorato la grafica, ma nient’altro, e questo non è sufficiente. Nei giochi non c’è nulla di innovativo, solo qualche miglioria.
Con Revolution contate anche di arginare il crescente problema della pirateria? Che mezzi adotterete per contrastarla?
Shigeru Miyamoto: E’ qualcosa su cui stiamo ponendo molta attenzione. Il fatto di offrire la console virtuale per giocare a vecchi titoli di NES, SNES e N64 ed avere un’unità di memoria standard come il formato SD è una combinazione pericolosa. Stiamo implementando tutte le contromisure possibili per evitare la pirateria e speriamo sinceramente di farcela.
Quale sarà approssimativamente il numero di giochi disponibili al lancio?
Shigeru Miyamoto: Dovrete aspettare l’E3 per saperlo, mi spiace. Quello che posso dire è che la console sarà ben accompagnata, fondamentalmente perché lo sviluppo su Revolution è molto semplice e condivide molti utensili di sviluppo con Gamecube, il che la rende decisamente intuitiva per i third party. Secondo i feedback che abbiamo ricevuto da varie software house, potete aspettarvi un lancio accompagnato da un gran numero di giochi.
Parliamo dell’emulatore di Revolution: comprenderà tutti i giochi delle vecchie console, avrà una specifica lista di compatibilità, oppure sarà simile a quello di Xbox 360, con periodici aggiornamenti?
Shigeru Miyamoto: Credo che i titoli che la gente desidererà giocare maggiormente con la console virtuale saranno quelli per NES e SNES, dato che N64 è una macchina relativamente recente. Ovviamente si potranno anche usare quelli Gamecube, i cui dischi verranno letti direttamente dalla console. Ci sforzeremo dunque a lanciare per primi i giochi più vecchi e ci assicureremo che funzionino perfettamente con la console virtuale di Revolution.
Riguardo ai giochi Gamecube, sarà necessario comprare o possedere un controller GC oppure sarà possibile giocarci con il presunto controller-adattatore ideato per i giochi third party che funzioneranno assieme al controller Revolution?
Shigeru Miyamoto: Stiamo lavorando sul controller “classico” col quale sarà possibile giocare ai titoli third party e anche a quelli Gamecube se non si possiede un controller originale GC, però ancora non abbiamo reso pubblico cosa includerà il pack che sarà messo in vendita, per cui non posso dire nient’altro.
Revolution avrà qualche tipo di comunicazione con Nintendo DS?
Shigeru Miyamoto: Sarebbe assurdo se non implementassimo una simile feature, però i dettagli verranno svelati all’E3. Vi posso solamente anticipare che essendo due sistemi che sfruttano il sistema WiFi, logicamente potranno interagire in qualche modo in titoli che abbiano funzionalità online. E questo è tutto quello che posso dire (ride).
Cosa può dirci riguardo alle dichiarazioni di Steven Spielberg e George Lucas nelle quali sostengono di aver avuto l’idea di portare al cinema una sorta di effetto 3D, ma che sono stati anticipati da una compagnia di videogiochi?
Shigeru Miyamoto: Ho sentito queste voci di corridoio, e sono davvero curiose: però non intendo commentarle. La nostra politica è di non rispondere ai rumor.
The Legend of Zelda: Twilight Princess avrà qualche speciale compatibilità con Revolution?
Shigeru Miyamoto: Come sapete il gioco uscirà per Gamecube, però utilizzandolo su Revolution si potranno fare cose diverse grazie alle caratteristiche speciali del controller della nuova console.
Tradizionalmente, il lancio di un gioco di Mario assieme ad una nuova console Nintendo ha sempre provocato un’attenzione extra da parte di stampa e pubblico, che si è poi ripercossa a beneficio dell’hardware. Ritiene importante che il nuovo titolo sulla sua creazione più famosa esca assieme a Revolution?
Shigeru Miyamoto: (ride) Questo non lo potrò dire fino all’E3. Confermo quello che disse Iwata in settembre, ovvero che stiamo lavorando ad un nuovo gioco di Mario, ma non posso dire quando uscirà.
Si ringrazia Meristation per la gentile concessione dell’intervista.
Traduzione a cura di Fabio Palmisano.
Le cose stanno andando molto bene per Nintendo nel campo dei portatili, meno per quanto riguarda le home console, con Gamecube chiaramente indietro rispetto ai competitors in termini di vendite e release di giochi. Ritiene che Nintendo si aspetti da Miyamoto con Revolution lo stesso esito che ebbe nel 1980 con Donkey Kong dopo il clamoroso insuccesso di Radarscope?
Shigeru Miyamoto: Corrono tempi molto diversi. Anzitutto a quell’epoca ero un semplice assistente designer impegnato in certi aspetti grafici di Radarscope e nonostante avessi suggerito qualche idea, queste vennero rifiutate dai miei capi. Ora c’è una manciata di giovani sviluppatori che fanno la parte che era mia all’epoca di Donkey Kong, e sono persone davvero appassionate.
Personalmente credo che le cose ci stiano andando molto bene, soprattutto grazie a Nintendo DS, il che è un grande conseguimento: il fatto che piaccia indifferentemente sia a bambini di 5 anni sia ai nonnetti di 95 grazie al modo di interagire con essa tramite un semplice pennino, e la naturalezza con la quale rende possibile la gestione di complessi scenari tridimensionali la rendono infatti un sistema che non tutti gli sviluppatori riescono a sfruttare appieno.
Ora, i nostri creativi, che già hanno assimilato una nuova forma di intendere il divertimento elettronico, hanno un sfida ancora maggiore: creare esperienze senza precedenti su Revolution.