Kena: Bridge of Spirits ha avuto la straordinaria capacità di entrare nelle teste dei giocatori grazie a un sapiente mix di competenza artistica, furbizia e carineria. Presentato alla conferenza PlayStation dello scorso anno, il titolo ha infatti attirato enormi attenzioni, vuoi per la sua natura di esclusiva per PS5 e PS4, vuoi per un preciso taglio estetico e di gameplay che lo hanno reso immediatamente comprensibile e affascinante anche ai meno esperti del nostro medium.
Un action adventure semplice, a tratti persino basilare, ma con colori sgargianti, una protagonista dai tratti orientali in grado di trasmettere in modo molto naturale il suo carisma e una manciata di piccoli esserini pucciosi, che immediatamente fanno pensare alle migliori produzioni in computer grafica di Pixar, Disney e Dreamworks.
Un mix di ingredienti che ha saputo stuzzicare il palato di moltissimi giocatori che attendono con grandissime speranze l'arrivo del gioco su PC, PS5 e PS4 nel pieno dell'estate: il 24 agosto del 2021 per essere precisi.
Approfittando della demo giocabile che sarà messa a disposizione dei visitatori del Tribeca Festival, rassegna cinematografica arricchita di recente con uno spazio dedicato ai videogiochi e dove proprio l'opera di Ember Lab è stata selezionata, abbiamo potuto giocare dalla distanza, in anteprima e in esclusiva italiana, questo titolo. Ora seguiteci in questo provato di Kena: Bridge of Spirits dove cercheremo di raccontarvi nel massimo del dettaglio possibile come funziona il suo gameplay e cosa ci ha convinto di questa esperienza.
Un action adventure senza open world
La demo che abbiamo giocato si svolgeva ad appena 1-2 ore di distanza dall'inizio del gioco, poco dopo il tutorial e in seguito alla scoperta dell'incipit narrativo essenziale a mettere in moto gli avvenimenti di Kena: Bridge of Spirits.
Il livello della nostra prova presentava quindi uno scenario lussureggiante, con montagne rocciose, avvallamenti verdi, corsi d'acqua e anche delle zone boschive a fungere da mura esterne alle zone esplorabili. Iniziamo infatti subito col dire che Kena: Bridge of Spirits è un action adventure, ma non è un open world: il gioco dovrebbe presentare una manciata di scenari che potranno essere esplorati uno dopo l'altro man mano che andremo avanti nella storia. Ogni mondo ha confini molto precisi e, per passare a quello successivo, dovremo valicare una qualche forma di portale inibendo, a quanto pare, la possibilità di tornare sui nostri passi proprio in funzione di precise scelte narrative.
La struttura di ogni singola ambientazione sarà però moderatamente aperta consentendo al giocatore di esplorare l'area secondo i suoi ritmi e offrendo anche una discreta dose di libertà nello scegliere le strade migliori e quanto tempo impiegare per esplorare ogni angolo così da raccogliere tutti i collezionabili estetici nascosti dal team di sviluppo: ad esempio cappelli di ogni forma più assurda per vestire i nostri piccoli Rot, gli esserini neri che accompagneranno Kena durante il suo viaggio.
L'obiettivo del primo mondo era di trovare e poi raccogliere tre reliquie rilasciate da Taro, lo spirito di un bambino rapito dall'entità malvagia intravista anche nel trailer di annuncio, utilizzando la sua maschera a forma di volpe per individuare il nascondiglio delle essenze magiche. Chiaramente questi tre oggetti da recuperare richiedevano anche una buona dose di combattimenti per essere scovati e poi un immancabile scontro con il mid-boss di turno. La dinamica generale, almeno in questo primo mondo, ci è parsa molto lineare e classica: una volta preso in mano il pad infatti, dovevamo raggiungere le tre reliquie seguendo un ordine prestabilito visto che raccogliere la prima, ad esempio, ci consentiva di conoscere un personaggio chiave del gioco, in grado di insegnarci come utilizzare il nostro bastone magico per modellarlo come un arco e quindi iniziare a lanciare frecce.
Con questa classica dinamica da Metroidvania, potevamo quindi avere accesso alle restanti porzioni del primo mondo e avventurarci così verso il recupero delle altre due essenze magiche. Lo sviluppatore ci ha rassicurato che questo tipo di linearità è peculiare del primo mondo, proprio per consentirci di prendere confidenza con tutte le meccaniche di Kena. Il percorso affrontato, per quanto guidato, offriva continuamente piccole deviazioni composte per lo più da salti e arrampicate lungo le pareti scoscese, utili a raccogliere i collezionabili o trovare Rot aggiuntivi da far unire alla nostra fila di piccoli esserini neri.
Una volta recuperate le tre reliquie, siamo tornati nella zona iniziale del livello e qui abbiamo evocato il boss finale: un lungo scontro che ha dato fondo a tutte le nostre capacità e la cui sconfitta ci ha permesso di liberare Taro spianandoci la strada verso lo scenario successivo che però, purtroppo, non abbiamo potuto vedere.
Il gameplay
Come già detto abbondantemente nei precedenti articoli e all'inizio di questo provato, Kena: Bridge of Spirits è un action adventure classico ricco di tutti gli elementi di gameplay a cui ci hanno abituato i titoli moderni. Kena può compiere doppi salti per superare burroni o arrampicarsi più in alto, può rotolare per schivare i colpi avversari e ovviamente può combattere. Anzi, deve combattere moltissimo. Ci sono anche diverse possibilità di interazione con l'ambiente circostante che si basano tutte sull'uso combinato dell'impulso e dei Rot che la nostra eroina si porta dietro.
Queste piccole creature seguono costantemente la nostra protagonista e possono essere "inviate" verso determinati punti di interazione creando così una dinamica abbastanza originale all'interno del genere di appartenenza di questo gioco. Giusto per farvi qualche esempio, durante la normale esplorazione potremo comandare i Rot per recarsi nei pressi di alcune radici che bloccano specifici passaggi dei livelli e poi far esplodere questi arbusti. Oppure potremo utilizzarli per sollevare e spostare rocce che, oltre a bloccare i passaggi, possono risultare utili per risolvere piccoli puzzle ambientali collegati all'esplorazione.
Ma è chiaro che il loro funzionamento cardine è durante i combattimenti. I Rot possono infatti essere utilizzati durante gli scontri sia come elemento di disturbo, lanciandoli contro i nemici per distrarli per un certo periodo di tempo così da lasciarli indifesi davanti ai nostri colpi, ma possono anche supportarci visto che tramite i Rot potremo recuperare la nostra energia (manca infatti la ricarica automatica della vita mentre si è in combattimento) oppure evocare una sorta di serpente etereo con cui potremo attaccare i nemici dalla distanza per un periodo di tempo limitato. O ancora, saranno essenziali per far esplodere i tronchi da cui i nemici continuano a spawnare durante la battaglia.
Ma non potremo utilizzare continuamente i Rot: dovremo prima ricaricare un indicatore speciale circolare, il coraggio, attaccando noi stessi gli avversari; quando questo cerchio avrà raggiunto il massimo, potremo "scaricarlo" per far eseguire una qualsiasi azione, tra quelle che vi abbiamo elencato, ai nostri Rot. Da questo punto di vista diventa quindi fondamentale ricercare negli scenari sempre nuovi esserini visto che, pur non potendo mai morire durante il combattimento dato che si nascondono agli occhi dei nemici non appena si avvia uno scontro, permetteranno di sbloccare ulteriori indicatori aggiuntivi così da poter eseguire 2, 3 e un numero via via crescente di colpi speciali nel corso del combattimento.
Kena, in tutti i casi, non è assolutamente una protagonista indifesa e non pensate che il titolo si risolva in un gameplay che ci vede combattere da lontano con l'arco mentre inviamo i Rot all'azione: la ragazza sa menare le mani e anzi deve farlo per infliggere danni, visto che i Rot non possono farlo direttamente ed è essenziale per ricaricare il coraggio così da poter utilizzare gli esserini. La piccola donna è in grado di sferrare fendenti veloci con anche delle piccole combo o un attacco più potente in grado di superare le eventuali difese avversarie e possiede uno scudo di energia che può essere attivato tenendo premuto il dorsale sinistro e che serve anche per rapportarsi con l'ambiente circostante una volta che i Rot hanno iniziato a interagire con qualcosa.
C'è anche una parata attiva nel caso in cui riusciamo ad essere abbastanza veloci a sollevare la protezione un attimo prima di essere colpiti: così facendo il nemico rimane stordito abbastanza a lungo da permetterci di contrattaccare con violenza. E, particolarmente utile durante l'esplorazione, Kena è anche in grado di nuotare dentro tutti i corsi d'acqua.
Una volta recuperato l'arco potremo utilizzarlo liberamente sia nel corso dell'esplorazione per risolvere ulteriori, piccoli enigmi ambientali, sia per combattere. Le frecce d'energia sono infinite ma hanno un piccolo cooldown che impedisce di spammare troppi colpi; inoltre prendendo la mira in aria potremo rallentare per qualche attimo il tempo.
Tutto molto classico e già visto in numerosi altri action adventure insomma: in Kena il vero elemento di innovazione è interamente rappresentato dalle dinamiche di gestione dei Rot di cui vi abbiamo appena parlato.
Come il karma migliora Kena
Il concept alla base della storia di Kena: Bridge of Spirits è la rinascita del mondo e l'avventura della protagonista sarà proprio in funzione di questa sorta di liberazione catartica di uno scenario contagiato da un'entità malvagia che non si limita ad attaccare gli abitanti, ma punta a corrompere l'ambiente naturale, a far marcire la sua natura rigogliosa.
E l'obiettivo della piccola donna ai nostri comandi è proprio relativo alla liberazione di un mondo splendido ma devastato: una liberazione che passerà anche attraverso i Rot e che le permetterà di guadagnare karma svolgendo qualsiasi tipo di azione contestuale.
Questa sorta di moneta di gioco potrà poi essere spesa per acquistare nuove abilità e talenti attraverso un sistema, anche questo decisamente classico per il genere, di upgrade progressivi. Da quel poco che siamo riusciti a intravedere, avremo sia alcuni perk relativi ai Rot, ad esempio un martello infuso di energia in grado di colpire dalla distanza alcuni nemici su schermo o la freccia potenziata per trapassare le corazze dei nemici e persino la possibilità di iniziare ogni combattimento con un primo indicatore di coraggio già pieno, sia alcune abilità specifiche di Kena relative alle sue armi: quindi il bastone, l'arco e altri due equipaggiamenti che nella demo erano nascosti.
C'è anche un ulteriore moneta in game, dei piccoli diamanti, che è possibile collezionare scovando scrigni e risolvendo piccoli scontri facoltativi e che funge da premio per il giocatore che sceglie di esplorare ogni anfratto del mondo di Kena: Bridge of Spirits. Potremo poi spendere queste pietre preziose da alcuni vendor sparsi per gli scenari per poter acquistare gli elementi estetici che vi abbiamo già accennato: cappelli di ogni foggia e colore per poter personalizzare tutti i nostri Rot, uno per uno.
Non mancano ulteriori collezionabili che permettono al giocatore di approfondire alcuni aspetti della trama del gioco, utilizzando la maschera posseduta in quel momento dopo aver seguito dei piccoli spiriti, così come altari per aumentare la quantità di energia vitale della protagonista e altri, ulteriori, elementi secondari legati all'esplorazione e progettati per stimolare i player maggiormente votati al completamento totale del gioco.
Volendo esprimere un giudizio più generale nei confronti della nostra esperienza di gioco con Kena: Bridge of Spirits, ci sentiamo abbastanza sicuri nel confermare le primissime impressioni avute già in fase di reveal. Si tratta di un titolo molto affascinante, competente nelle sue scelte artistiche e in grado di offrire un gameplay sicuramente molto tradizionale e classico ma con quel pizzico di originalità che potrebbe aiutarlo a svettare sopra alla massa dei titoli di medie e piccole dimensioni.
I ragazzi di Ember Lab sono stati infatti molto bravi e anche furbi a scegliere la via dell'esclusiva PlayStation garantendosi così una visibilità che mai un titolo di questa entità, ma completamente multipiattaforma o riservato al solo PC, sarebbe stato in grado di generare e, da questo punto di vista, si meritano tutti i nostri complimenti.
Quello che rimane da scoprire è se Kena sarà in grado di offrire un'esperienza abbastanza longeva e non ripetitiva da soddisfare il pubblico dei videogiocatori che guarda con enorme interesse a questo titolo. Una piccola produzione che, lo ricordiamo, è stata messa in piedi da un team veramente molto esiguo - parliamo di 20 persone nel momento di picco della produzione - e che sarà lanciata sul mercato ad un prezzo ridotto, ben lontano dai 70-80€ richiesti dai tripla A.
Kena: Bridge of Spirits è una piccola pietra preziosa, nel vero senso di questa espressione. I ragazzi di Ember Lab sono stati in grado di realizzare un action adventure curato, rifinito, immediato e particolarmente divertente. Certo, si notano facilmente tutta una serie di stratagemmi implementati per ridurre l'entità di uno sviluppo che deve per forza di cose fare i conti con una produzione di piccole dimensioni, ma confidiamo che l'esperienza di gioco finale possa soddisfare i giocatori. Appuntamento al 24 agosto, giorno in cui potremo testare l'effettiva longevità e varietà di questo promettente titolo.
CERTEZZE
- Il comparto artistico è molto curato e particolarmente riuscito
- La gestione dei Rot potrebbe portare una ventata di originalità a un combat system classico
- Le ambientazioni sono apparse molto ispirate...
DUBBI
- ...ma ci preoccupa una certa linearità di fondo
- Rimane da verificare l'effettiva varietà delle situazioni di gioco