Con oltre 1 milione e mezzo di copie vendute nei primi tre giorni nel solo Giappone, Leggende Pokémon: Arceus si appresta a diventare uno dei giochi di maggior successo di quest'anno. Perché Pokémon, checché se ne dica, vende sempre: voti, recensioni, influencer e streamer non cambieranno mai questa semplice verità. Chi era interessato prima, probabilmente l'aveva prenotato da mesi, e chi non era interessato... magari alla fine l'ha comprato lo stesso.
Pokémon è un marchio potentissimo, sulla bocca di tutti, e questo significa che è diventato enormemente divisivo. Diciamo che Game Freak, però, ha messo il carico da cento per diventare una delle compagnie più criticate degli ultimi anni. Il nuovo corso, inaugurato con Leggende Pokémon, mirava a invertire la rotta, ma il gioco ha sollevato enormi polveroni comunque.
Chi ci ha giocato - e non si è limitato a guardare qualche stream prima o dopo la release - ha riconosciuto il suo valore quantomeno sul fronte dell'innovazione: è il primo capitolo in tanti anni a fare effettivamente qualcosa di nuovo e a gettare basi importanti per il futuro della serie. Se questa, però, sia davvero la strada giusta da percorrere nei prossimi anni, è tutto da vedere. Nelle prossime righe cercheremo d'inquadrare meglio i punti di forza del gioco, ricordandovi che potete sempre leggere la nostra recensione di Leggende Pokémon: Arceus e farci sapere cosa vorreste vedere in un eventuale seguito e come Game Freak - che magari potrebbe leggervi e magari no - potrebbe migliorare la nuova formula.
Solo evitate di ripetere che ha una brutta grafica. Lo sappiamo, lo dicono tutti, probabilmente lo avete già detto e lo abbiamo scritto anche noi, e a tal proposito vogliamo tornare sulla questione subito, così ci leviamo il pensiero.
La grafica non è tutto...
Ma anche l'occhio vuole la sua parte e negarlo sarebbe ipocrita. Ognuno dà a questo aspetto il peso che ritiene opportuno e noi, pur riconoscendo una realizzazione tecnica abbastanza mediocre, in sede di recensione non ce le siamo sentiti di bocciare Leggende Pokémon solo per la sua grafica. Perché se è vero che su Switch si è visto di molto meglio, è altrettanto vero che si è visto pure peggio.
Detto ciò, è innegabile che l'hardware Nintendo può e avrebbe dovuto fare di più. È comprensibile che Game Freak sia sceso a compromessi per raggiungere e mantenere una certa fluidità - che non era per nulla scontata, specie dopo i primi trailer del gioco - ma sulla console ibrida abbiamo giocato a titoli open-world del calibro di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Xenoblade Chronicles 2, Monster Hunter Rise e The Witcher 3, quindi sappiamo per certo che la console Nintendo avrebbe potuto restituirci immagini meno imbarazzanti.
Tuttavia bisogna anche ammettere che ogni giocatore ha un livello diverso di tolleranza, e se c'è qualcuno che inorridisce davanti alla prima texture low-res e proprio non se la riesce a togliere dalla testa, c'è anche chi guarda il bicchiere mezzo pieno. Noi a Leggende Pokémon non abbiamo riconosciuto soltanto i difetti marcati - che possono essere una bassa conta poligonale, gli interni ripetitivi o l'aliasing ai limiti della denuncia - ma anche i pregi come l'illuminazione curatissima nel ciclo giorno/notte, la suddetta fluidità che garantisce un'esplorazione scorrevole e frenetica, l'effettistica, la direzione artistica e la modellazione dei pokémon e tanti altri piccoli particolari che sottolineano una cosa: sì, c'è un'incapacità di fondo di Game Freak e magari anche una concreta dose di pigrizia, ma anche tanto affetto, tanta passione, e non possiamo e vogliamo credere che tutti gli omini che hanno programmato il gioco siano spietati mercenari senza scrupoli.
Perciò, sì, avete ragione a essere arrabbiati perché Leggende Pokémon poteva essere molto di più, specialmente perché è un marchio dalle risorse pressoché infinite e, sebbene non si conosca l'effettivo budget dietro allo sviluppo, è difficile se non assurdo credere che il problema sia stato economico. D'altra parte, il gioco diverte e coinvolge come pochissimi Pokémon avevano fatto negli ultimi anni.
Ha risvegliato la passione per la serie in chi l'aveva trascurato o proprio abbandonato, provando a fare qualcosa di nuovo e sicuramente più fedele al concept originale - "Gonna catch'em all!", ricordate? - e giocato nelle giuste condizioni, vale a dire in portabilità e possibilmente con una Switch OLED che ne metta in risalto i colori vivaci, tanti problemi grafici passano in secondo piano.
Tuttavia, quei problemi ci sono, e Game Freak dovrà stare attenta alle sue prossime mosse. Leggende Pokémon ha superato il nostro test perché è un gioco valido, al netto delle spigolosità che abbiamo descritto nella recensione, e perché è un esperimento convincente, un nuovo inizio su cui costruire. Tra un anno o due, quando vedremo un sequel, una lavorazione al risparmio non sarà più tollerabile.
Le nuove fondamenta
Leggende Pokémon è una ripartenza. Game Freak è tornata al concept originale, quello che si esprime in un cartone animato da oltre mille episodi che probabilmente è più conosciuto del videogioco stesso: acchiappali tutti. La formula si traduceva in un gioco di ruolo giapponese con combattimenti a turni su binari, per così dire, e fino a Pokémon Spada e Pokémon Scudo è rimasta fedele a sé stessa, alimentando persino quello scenario competitivo che ha attirato anche l'attenzione dei videogiocatori adulti.
Leggende Pokémon rovescia completamente questa formula e, sfruttando un approccio open world o quasi, incentra tutta l'esperienza sull'esplorazione, il collezionismo e l'immersione. Negli scenari all'aria aperta in cui il giocatore può interagire coi pokémon selvatici in tempo reale si concretizza quell'idea che Satoshi Tajiri si era fatto inizialmente di Pokémon e che non era riuscito ancora a realizzare.
Leggende Pokémon prospera in questa interpretazione a tal punto che sacrifica gran parte di quello che Pokémon è stata finora. E funziona. È difficile spiegare come scatti questa molla, e probabilmente dipende da una serie di circostanze soggettive. Leggende Pokémon: Arceus funziona se si apprezza l'universo di Pokémon, inclusi i suoi strampalati personaggi e i loro dialoghi fanciulleschi. E funziona se si ama esplorare e dedicare tempo alla ricerca e all'osservazione dello scenario e dei mostriciattoli. Funziona particolarmente bene se si tentano diversi approcci - il gioco offre una pletora di strumenti e meccaniche non sempre trasparenti per il controllo e la cattura dei pokémon - e non ci si fossilizza sull'obiettivo come fosse un compito per casa.
Forse Leggende Pokémon sbaglia nel comunicare al giocatore questa filosofia. Offre un PokéDex rudimentale da completare assolvendo a una serie d'incarichi per ogni scheda, ma non suggerisce un ritmo o un percorso da seguire: concedendo questa libertà, al contempo penalizza i giocatori con una mentalità più rigida.
Diciamo che è una questione di sensibilità, se non di sentimenti. Leggende Pokémon dovrebbe essere giocato così: okay, ho catturato Pikachu e ora ho una serie d'incarichi da portare a termine, ma per ora me ne frego e li faccio quando mi capita o quando ne ho voglia. Se invece il giocatore si approccia in modo più meccanico - ho catturato Pikachu, aspetta che mi fermo a "grindare" il suo livello di analisi prima di proseguire - il titolo Game Freak esaurisce il suo potenziale escapistico e diventa un "videogioco qualsiasi". Il problema è che Leggende Pokémon non solo consente questa angolazione del tutto legittima, ma in un certo senso la incoraggia coi paletti che mette alla progressione: se non si raggiunge un certo grado, non si può continuare a esplorare.
Il problema è che alcuni giocatori "consumano" il content senza prendere fiato e sbattono contro quel muro semplicemente perché possono farlo, quando invece basterebbe affrontare l'avventura con una maggior rilassatezza per arrivare sempre pronti al prossimo paletto.
Insomma, le fondamenta sono importantissime e fanno di Leggende Pokémon un nuovo corso più immersivo e coinvolgente per chi vuole perdersi nel mondo dei mostri tascabili, ma Game Freak deve trovare un equilibrio maggiore nella struttura e, soprattutto, deve trovare un target specifico. Perché Leggende Pokémon, in queste condizioni, non può soppiantare la serie flagship. Pende troppo da una parte - l'esplorazione - e troppo poco dall'altra - la lotta - per riposizionarsi agli occhi di una fanbase che si è assuefatta a determinati meccanismi.
Gli snellimenti operati al sistema di combattimento sono apprezzabili e garantiscono un accesso intuitivo a chi si avvicina al gioco per la prima volta o, molto semplicemente, è più interessato alla componente collezionistica che a quella strategica. Tuttavia, non siamo sicuri che sbarazzarsi all'improvviso di tutte quelle sofisticatezze che hanno impreziosito e distinto quella parte di Pokémon per decenni sia la strada giusta da percorrere, specialmente perché la meccanica della Tecnica Rapida/Potente implementata a sostituirle non ci ha convinto pienamente.
Ancora più leggende
Su queste fondamenta Game Freak può solo costruire. Ha una base eccellente: una concretizzazione del concept originale che sfrutta un escamotage banale ma astuto - il viaggio nel tempo che ci riporta in un'epoca dove i mostri rappresentano ancora un pericolo - per approntare un gameplay e una narrativa più ambiziosi rispetto al passato. La grafica e il sistema di combattimento necessitano invece di una pesante aggiornamento. Il comparto tecnico, se migliorato, potrebbe offrire molto di più, riflettendosi sul gameplay. E sebbene Leggende Pokémon sia un'esperienza principalmente single player, la possibilità di far lottare i propri pokémon contro quelli degli amici, a fronte della grande libertà che il gioco concede nella formazione di squadre meno soggette a meta e classifiche, sarebbe cosa assai gradita. E a dirla tutta non ce la sentiamo di escludere che possa diventare un DLC nel corso dei prossimi mesi.
Resta da risolvere il problema del PokéDex o, per meglio dire, dei pokémon collezionabili. Leggende Pokémon: Arceus ne conta 242. Sono un po' pochini se consideriamo il totale al 2022: circa 900 mostri, senza contare le varianti regionali, le Mega Evoluzioni e le forme Gigantamax. Il nuovo gioco è ambientato a Hisui, che poi sarebbe Sinnoh nel passato. Dunque Game Freak ha ancora talmente tanti pokémon a disposizione da poter proseguire la serie per almeno tre o quattro uscite. Dovrà giostrarsi la distribuzione dei leggendari, che ora sono circa una sessantina, e nella narrativa di Arceus svolgono un ruolo abbastanza importante, ma il contenuto, per così dire, c'è. L'unico problema è che presumibilmente si dovrà continuare a sfruttare il viaggio nel tempo per giustificare la maggior parte delle meccaniche di gameplay, ma Arceus stabilisce un pretesto anche lì: il nostro alter ego - che poi sarebbe l'antenato di Lucas e Lucinda di Diamante e Perla - alla fine rimane nel passato e può raggiungere le altre regioni per completare il PokéDex.
In questo senso, Leggende Pokémon si potrebbe definire quasi un "reboot" come quelli che si vedono ultimamente al cinema. Game Freak ha un immaginario sconfinato cui attingere per imbastire nuove trame che ci raccontino le origini delle regioni che abbiamo conosciuto nei giochi originali e gli antenati di tanti personaggi iconici nella serie. Arriveremo a incontrare il progenitore di Rosso e Blu o gli antenati di Misty e Brock? Senza contare che AZ potrebbe essere già da qualche parte nel mondo. Leggende Pokémon non brilla per narrativa, ma è caratterizzato da tantissime chicche, citazioni e riferimenti che hanno fatto impazzire i fan della serie più attenti alla sua mitologia.
Il (Leggende) Pokémon perfetto non ci sarà mai, beninteso. Dopo tutti questi anni, abbiamo capito che Game Freak non ha quel quid necessario a fare il salto di qualità che distingue gli sviluppatori geniali da tutti gli altri. Ma il futuro del nuovo corso ci appare brillante. Le basi ci sono, e sono solide. Se riusciranno a costruire qualcosa di grandioso è tutto da vedere.