Nel corso degli anni, Don't Nod è riuscita a crearsi un'identità ben specifica. La software house francese, che negli ultimi tempi sta anche tentando di proporsi come publisher, per molti è ormai sinonimo di avventure narrative di qualità, caratterizzate da una forte focalizzazione sui personaggi, capaci di alimentare intrecci dove il dramma e l'emotività ne fanno da padroni.
Senza dimenticare ottimi giochi come Remember Me, splendido esordio del team, e il più recente Banishers: Ghosts of New Eden, dimostrazione della versatilità dei ragazzi che compongono la software house, è tuttavia inevitabile abbinare il nome dello studio a Life is Strange.
L'avventura con protagonista la giovane Maxine Caufield si è rivelata un successo di critica e pubblico e ha anche avuto il merito di sdoganare Don't Nod al grande pubblico. Proponendo un gameplay facile da padroneggiare, facendo leva su una trama coinvolgente ed emozionante, esibendo un'estetica graffiante, il gioco ha saputo farsi amare da un pubblico estremamente eterogeneo.
Inevitabile e sensato, dunque, proporre qualcosa di simile, che facesse leva sui medesimi cardini emotivi, ostentando un art design divenuto ormai marchio di fabbrica. Lost Records: Bloom & Rage non è altro che questo: una nuova avventura in pieno stile Life is Strange. Abbiamo avuto modo di saggiarne le premesse narrative grazie ad una demo dalla durata di poco meno di due ore, prova che ci ha trasmesso ottime sensazioni sulle potenzialità della nuova creatura di Don't Nod.
Una videocamera per riprendere e scoprire
Lost Records: Bloom & Rage è in tutto e per tutto un'avventura narrativa. Ciò significa che, come per altri giochi simili, l'interazione sarà minima. Ci sono aree esplorabili tramite una visuale in terza persona, non mancano dialoghi in cui effettuare delle scelte, in altre sezioni è richiesto l'intervento dell'utente, come vedremo meglio a breve, ma per la maggiore sarete passivi spettatori di dialoghi e scene d'intermezzo.
La progressione è divisa in due linee temporali distinte, per quanto intimamente interconnesse tra loro.
Nella prima, quella del presente, la protagonista del gioco, Swann, è adulta. All'inizio del gioco siede al bar, in compagnia di Autumn e insieme stanno aspettando l'arrivo di Nora e Kat. Il quartetto di amiche non si riunisce da quasi trent'anni, al termine di una delle estati più belle delle loro vite, ma in cui si insinua il terribile segreto al centro dell'intero videogioco.
Il mistero, tuttavia, è tornato a galla nelle sembianze di un pacco recapitato in forma anonima proprio ad Autumn e destinato alle Bloom & Rage, gruppo punk amatoriale delle allora giovani ragazze. Non senza un po' di ansia e tensione, vista la situazione, le due iniziano a rievocare i bei vecchi tempi, introducendo così la seconda linea temporale in cui si sviluppa il titolo, ambientata invece negli Anni '90, che contiene e dischiude il gameplay vero e proprio.
Dopo la breve premessa, difatti, ci siamo ritrovati nei panni di Swann adolescente, chiusa nella sua camera, in procinto di uscire. Questo sarà il primo contenutissimo scenario che potremo esplorare, luogo ideale per conoscere meglio la protagonista senza alcun bisogno di spiegoni, didascalie o altri espedienti narrativi poco eleganti.
Dal diario scopriamo che Swann non ha molti amici e che non ha alcuna intenzione di partecipare al ballo di fine anno scolastico. Una cartolina svela l'ormai prossimo trasferimento della famiglia in un'altra città. VHS sparsi un po' ovunque svelano la passione della ragazza per i film horror. La videocamera vicino alla TV, infine, non solo dimostra l'interesse di Swann per la regia, ma introduce anche alla meccanica ludica che più di altre caratterizza e distingue Lost Records: Bloom & Rage dalle altre avventure targate Don't Nod.
Già in questa ambientazione, difatti, potrete dilettarvi nella composizione di una brevissima clip, riprendendo il gatto che gironzola per la stanza. A partire da tagli dalla durata piuttosto contenuta, il software è in grado in totale autonomia di montare un video, frutto delle vostre inquadrature. Non si tratta di un orpello prettamente ed unicamente estetico, per quanto potrete eventualmente intervenire sulla realizzazione della clip e ampliarla con ulteriori sequenze. Alcuni sbloccabili, determinati dialoghi facoltativi, dipendono dal corretto e tempestivo utilizzo della videocamera.
Questo stratagemma ludico lo si vede in azione nel secondo flashback, ambientato nel garage in cui Nora, Autumn e Kat si trovano per fare le prove del nascente gruppo punk a cui vogliono dare forma. Appena ammessa nel gruppo, Swann esplora l'ambiente non solo fisicamente, ma anche tramite la videocamera che il videogiocatore può attivare in qualsiasi momento con la semplice pressione di un tasto.
Mentre Autumn e Nora strimpellano, e Kat scrive distrattamente sul suo quaderno, Swann può girare un breve video dell'esibizione e, al tempo stesso, può conoscere meglio le sue nuove amiche mettendo a fuoco, letteralmente, l'ambiente circostante. La pila di cd svela i gusti musicali delle amiche, la passione per i videogiochi, il cibo spazzatura preferito e così via. La videocamera, insomma, non è solo uno strumento necessario per completare gli obiettivi che permettono al gioco di proseguire, ma serve anche, per chi vuole, per scavare ancora più a fondo nella trama e nel background di personaggi coinvolti.
Tutto diventa ancora più evidente nella terza ed ultima sequenza che componeva la demo. Esplorando un bosco, a caccia del luogo perfetto per girare il primo video clip delle nascenti Bloom & Rage, il gruppo punk del quartetto, Swann può sbloccare alcune voci del menù inquadrando per una manciata di secondi uccelli e altri animali incrociati esplorando lo scenario.
La firma di Don't Nod
Per quanto questa meccanica doni maggior brio al gameplay e introduca un minimo di spessore all'esperienza, va da sé che il cuore pulsante di Lost Records: Bloom & Rage sarà rappresentato dai personaggi e dalla trama in sé e per sé. Sebbene la demo non ci abbia permesso di scoprire il mistero sepolto nell'estate di circa trent'anni addietro, le premesse ci hanno consentito di confermare l'abilità degli sceneggiatori di Don't Nod, a loro agio nel tratteggiare i contorni di personaggi quanto mai intriganti.
Swann stimola reminiscenze dell'adolescenza di ognuno di noi: imbarazzata, goffa, impacciata, appassionatissima e desiderosa di stringere legami capaci di durare una vita. Autumn è curiosa, sveglia, brillante. Nora cela una palpabile fragilità sotto un'esuberanza a tratti eccessiva. Kate è enigmatica, riflessiva, profonda. Ognuna di esse è un piccolo mondo tutto da scoprire e sarà interessante conoscerle in entrambe le linee temporali, valutando come il tempo le abbia cambiate e rimodellate.
Il ricorso alle scene ambientate del presente, tra l'altro, è un ottimo espediente utile a cadenzare l'avventura, per infondere un po' di varietà all'azione, per creare cliffhanger in grado di tenere con il fiato sospeso l'utente. Non possiamo ancora sbilanciarci sul peso che avranno le scelte del videogiocatore sul proseguo della trama. In base alle risposte di Swann si potrà legare in modo diverso con le altre amiche, ma la demo non ci ha dato modo di sapere e capire se ciò avrà delle precise ripercussioni.
Ciò che è certo è che la qualità dei dialoghi è in linea con gli standard a cui ci ha abituati Don't Nod. Le conversazioni puntano dritto al punto, lasciano intravedere il background di ogni personaggio, soprattutto nelle sequenze ambientate nel presente, restituiscono le differenti emotività delle quattro ragazze.
Il tutto va naturalmente di pari passo con un art design ispiratissimo, anch'esso non troppo distante da quanto già visto nell'originale Life is Strange. I progressi compiuti dal motore grafico utilizzato sono ravvisabili soprattutto nelle espressioni facciali, sebbene trattandosi di una demo non tutte erano allo stesso livello qualitativo; e nei giochi di luce e ombre nella fase ambientata nel bosco, in cui i colori accesi e le linee morbide tratteggiano panorami e scorci suggestivi.
Lost Records: Bloom & Rage promette bene. Questa demo ci ha permesso di saggiare non solo l'ispirato art design del gioco, ma anche l'intento degli sviluppatori di inspessire, pur timidamente, l'intervento dell'utente sul piano ludico. Ancora una volta si tratterà per lo più di godersi le scene d'intermezzo e di influenzare qui e lì lo sviluppo dei dialoghi scegliendo quale risposta dare agli interlocutori, ma la meccanica legata all'utilizzo della videocamera permetterà sia di approfondire certi aspetti della trama, sia di lanciarsi a caccia di sbloccabili. Ancora non conosciamo il mistero che si cela dietro al gruppo di ragazze, né se le scelte compiute nel passato avranno effettive ripercussioni sulla linea temporale presente, meccanica che potrebbe rendere ancora più interessante il tutto. Il gioco è atteso per i primi mesi del 2025 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series, quindi solo tra qualche mese sapremo se Don't Nod sia riuscita o meno a regalarci una nuova e intensa avventura da vivere con un dispenser di fazzoletti sempre a portata di mano.
CERTEZZE
- Visivamente ispirato
- Usare la videocamera è divertente
- Swann e le sue amiche sono ben caratterizzate
DUBBI
- Alcune animazioni facciali non proprio convincenti
- Non sappiamo quanto le scelte compiute nel passato influiranno sul presente