Il marchio Manli potrebbe non essere il più conosciuto dai giocatori italiani, ma non per questo bisogna farsi ingannare dalle apparenze: si tratta di un'azienda di Hong Kong fondata nel 1996 e appartenente alla grande famiglia di PC Partner, il gruppo cinese che controlla, tra gli altri, anche le più famose Inno3D e Zotac (che però non possono vantare la stessa tradizione, essendo state fondate, rispettivamente, nel 1998 e nel 2006). Ciascun brand si posiziona in un mercato di riferimento in modo da non interferire con gli altri; per tale motivo Manli è presente soprattutto in territorio asiatico e russo. Negli ultimi tempi alcuni distributori italiani stanno importando le loro schede video NVIDIA, di cui è partner ufficiale, rese interessanti da un prezzo aggressivo. Si tratta di una variabile sempre molto importante nel processo decisionale di un acquisto, e oggi ha assunto un peso maggiore che in passato a causa della complessità e dalle dimensioni della GPU Turing, che hanno fatto impennare i costi di produzione. Da una parte il desiderio di mantenere la spesa per l'aggiornamento del proprio sistema entro limiti accettabili, dall'altra l'attenzione alla qualità sono due aspetti che potrebbero far balzare all'occhio le proposte della società cinese. Ce ne occuperemo oggi con l'analisi della GeForce RTX 2080 Gallardo, analizzandone naturalmente le prestazioni e concedendoci poi una riflessione sul rapporto costo/beneficio di un upgrade dalla serie 1000.
Giallo Lamborghini
Dal punto di vista estetico la Gallardo non tradisce le origini del proprio nome a partire dalla confezione gialla e nera, al cui interno troviamo solo un flyer di istruzioni e un evitabilissimo DVD con i driver: non ci si poteva attendere di più considerando il prezzo, ma quantomeno le protezioni di polistirolo sono di ottima qualità. L'imponente scheda presenta inserti dorati su ventole e placca che si sposano bene con la colorazione in grigio carbonio del dissipatore: una combinazione elegante che però potrebbe non adattarsi a tutte le configurazioni, in particolare a quelle che montano la GPU in verticale affinché sia visibile dall'esterno. Abbiamo trovato molto scenografiche le nervature che in effetti ricordano le linee taglienti delle automobili di Sant'Agata Bolognese e che contribuiscono ad aumentare la qualità percepita. Tuttavia, si tratta di dettagli che difficilmente potranno essere apprezzati in sistemi standard.
A differenza di molti competitor che presentano in listino tre o quattro interpretazioni della serie RTX 20, la line-up di Manli è ridotta a soli due modelli: il reference, dotato del dissipatore blower (quello usato da NVIDIA per Pascal), e la famiglia Gallardo, a cui appartengono la 2080TI, la 2080 e la 2070. Le due top di gamma condividono il medesimo sistema di dissipazione a tripla ventola. Alcuni attenti osservatori noteranno un'analogia con la PNY RTX 2080 TI XLR8, seppur con una diversa colorazione: in effetti entrambe le aziende si approvvigionano dallo stesso OEM, per cui ci troviamo di fronte a esemplari esteticamente identici. Si tratta dello stesso impianto montato sulla 1080TI Gallardo: è più lungo della scheda stessa, tanto da raggiungere i 31,4 cm (attenzione ad avere spazio sufficiente nel case, per farla entrare nel nostro sistema di riferimento abbiamo dovuto rimuovere la staffa per il sostegno della VGA). Nella parte inferiore troviamo un back plate che protegge le saldature da polvere e possibili fuoriuscite di liquido refrigerante (uno standard per le schede di fascia alta); la GPU è invece sormontata da un imponente radiatore in alluminio trapassato da cinque heathpipe (quattro da 8 e una da 6 mm). Il compito di smaltire il calore è affidato ad un trio di ventole da 9 cm ciascuna delle quali dotate di 9 eliche.
Specifiche tecniche
Sfruttando la lunghezza, Manli è riuscita a mantenere i canonici 2 slot di profondità, laddove la maggior parte dei competitor ha preferito ampliare un po' lo spessore per mantenere estensioni standard; inoltre ha potuto pareggiare le specifiche della Founder's Edition di NVIDIA, portando il boost clock del chip a 1800 MHz contro i 1710 delle versioni di riferimento (circa +6%). Non si tratta di un incremento sbalorditivo, visto che una simile soglia è raggiunta da quasi tutte le VGA custom; l'impressione è che i progettisti avrebbero potuto spingere l'asticella leggermente più in alto (magari di 15 MHz, come abbiamo visto anche in alcune soluzioni dual fan), ma che abbiano preferito rimanere nella comfort zone per motivi di affidabilità, lasciando poi all'utente il piacere di spremere la scheda. Per il resto la RTX 2080 Gallardo non riserva sorprese, con 2944 CUDA Core, 8 Gbyte di DDR6, un core clock di base fissato a 1515 MHz e una frequenza delle memorie che raggiunge i 6 GHz. L'installazione è semplice e il software GPU-Z rileva che il chip utilizzato è il TU104/400A/A1, ossia la variante a cui NVIDIA permette agli OEM di modificare in fabbrica i settaggi. Al momento c'è un'unica versione del BIOS.
Proseguendo nella disamina troviamo il corredo output previsto dalle specifiche standard, che comprende un tris di DisplayPort, la canonica HDMI e una presa USB del tipo C per sfruttare le connessioni Virtual PC. Sul lato destro della scheda, quello esposto, annotiamo l'assenza di loghi sostituiti in questo caso da una semplice barra la cui retroilluminazione dovrebbe poter essere modificata a piacimento. Usiamo il condizionale perché né la suite GeForce Experience, né la piccola utility Manli permettono al momento di agire sui led RGB. Ricordiamo che per alimentare correttamente la RTX 2080 sono necessari due ingressi (uno da 6 e uno da 8 pin) e che il TDP dichiarato è di 225W, motivo per cui l'alimentatore deve essere in grado di erogarne almeno il triplo.
Prova su strada
Abbiamo aggiornato il nostro sistema Ryzen: rispetto a quello oggetto dello speciale dell'anno scorso ci sono un nuovo processore (il Ryzen 7 2700X), un nuovo SSD (il Samsung 970 EVO 500GB) e un nuovo monitor (l'Asus ROG Swift PG348Q), oltre ovviamente a una nuova scheda video. Analizziamo ora le differenze prestazionali tra Turing e le versioni più spinte di Pascal, la GTX 1080Ti e la GTX 1080, precisando che le prove sono state effettuate con l'ultima versione di Windows 10 Pro e dei driver ForceWare (per la precisione la: 417.35). Considerando la diagonale atipica del monitor (un 34" da 100 Hz e tecnologia G-Sync, dotato di risoluzione 3440x1440) abbiamo preferito impostare la risoluzione ad un canonico 2560x1440. In tutti i titoli abbiamo utilizzato impostazioni alte.
In Monster Hunter World la Manli si è stabilizzata sui 98 fps, distanziando la vecchia Gigabyte di quasi 30 frame al secondo; più risicato il margine di miglioramento rispetto alla Ti, fermatasi a 85. Situazione mimetica anche in un titolo graficamente più semplice come il battle royale PlayerUnknwown Battlegrounds: qui la RTX 2080 fa segnare una media di 116 fotogrammi al secondo, contro i 112 della GTX 1080Ti e i 91 di quella liscia. Non aspettatevi grossi miglioramenti nel gioco di guida del momento: Forza Horizon 4 si stabilizza sui 126 fps per la nuova arrivata di casa NVIDIA, quasi tanto quanto la 1080Ti, mentre la precedente top di gamma arriva a 108. Anche nel quinto episodio di Far Cry la partita tra 2080 e Ti finisce in pareggio, mentre la prima 1080 paga un dazio piuttosto pesante, risultando più lenta di circa il 18% in un titolo che non sembra fare dell'ottimizzazione il proprio cavallo di battaglia. Rimanendo in casa Ubisoft è sufficiente cambiare engine, passando dal Dunia dell'FPS ideato originariamente da Crytek, all'AnvilNext usato per Rainbow Six: Siege. Finalmente la nuova architettura di NVIDIA riesce a spiccare il volo, sfondando ampiamente quota 200 fps e facendo mangiare la polvere a entrambe le 1080. Lo stesso motore, riveduto e corretto, è alla base anche del gioco del momento, Assassin's Credd Odyssey. L'asticella visiva si innalza paurosamente e infatti il crollo è verticale per tutte le schede, ciononostante la RTX 2080 permette ancora di giocare a 2K senza mai rischiare di scendere sotto la soglia critica dei 60 fps, cosa che in certi scenari può succedere con la 1080Ti, mentre per la povera 1080 quel valore rappresenta quasi un miraggio. Chiudiamo con un altro dei titoli più amati del momento, ossia Fortnite: qui la fluidità è al top con qualsiasi soluzione, visto che tutte e tre veleggiano su quota 150, ma anche in questo caso la nuova numero 2 di NVIDIA mantiene il trono nel nostro confronto.
Considerazioni sull'upgrade
La serie 20 di NVIDIA ha suscitato diverse polemiche soprattutto per i costi astronomici, ma anche perché una delle rivoluzionarie caratteristiche, il supporto al Ray-Tracing, è supportata al momento solo da Battlefield V e richiede un pegno che nemmeno l'ammiraglia 2080Ti riesce a sostenere senza pagare un grosso dazio in termini di performance. L'altra, il Deep Learning Super Sampling, è leggermente più diffusa (attualmente 25 titoli in lista), ma comunque limitata. Il dibattito su cui ci siamo più spesso imbattuti sulle pagine di Reddit e di altri forum informatici riguarda l'opportunità di mettere mano al portafoglio per effettuare un upgrade o di attendere la risposta di AMD (che dovrebbe arrivare nel 2019 inoltrato con Navi a 7nm) o la futura generazione NVIDIA prima di sostituire l'attuale GPU.
Sia ben chiaro, è un dibattito che riguarda soprattutto chi proviene da un Pascal top di gamma: parliamo di possessori di GeForce GTX 1080 e 1080Ti, mentre per tutti gli altri il beneficio è davvero enorme. Proviamo quindi il classico calcolo della serva per capire il rapporto prezzo/performance: in base ai nostri test, il guadagno prestazionale passando da una 1080 a una 2080 è di circa il 25%, mentre si ferma al 5% qualora il sistema di provenienza sia equipaggiato con una 1080Ti. Sul mercato dell'usato, in questo momento, è possibile piazzare una vecchia GTX 1080 a non più di 380 euro (a meno di soluzioni a tiratura limitata); per la 1080 Ti si possono chiedere circa 150 euro in più. Allo stesso tempo le versioni entry-level della RTX 2080, come la Manli Gallardo oggetto della nostra prova, sono proposte presso alcuni rivenditori online a circa 720 euro (stiamo volutamente escludendo le due o tre offerte più vantaggiose). Il guadagno prestazionale passando da una GTX 1080 a una RTX 2080 è mediamente del 25%: per ottenerlo bisogna sborsare complessivamente circa 350 euro, il che significa che ogni punto percentuale costa circa 13 euro. Il gap tra 1080TI e 2080 è invece trascurabile, almeno negli scenari attuali: nelle nostre prove l'abbiamo quantificato in soli cinque punti percentuali, il che significa che ogni punto percentuale costa la bellezza di 38 euro. Con ogni probabilità con le uscite future e le ottimizzazioni dei driver la forbice si allargherà, ma anche aggiungendo un ottimistico 10% ai valori calcolati, il gioco continuerebbe a non valere la candela, almeno per quanto riguarda i possessori della precedente reginetta di potenza. Chi invece proviene da una vecchia GeForce GTX 1080 troverà benefici tangibili, non tanto in termini di Ray-Tracing, che riteniamo attualmente solo un plus che non dovrebbe assolutamente entrare nel processo decisionale d'acquisto, quanto piuttosto per performance vere e proprie. Con queste doverose premesse la soluzione di Manli ci pare una scelta interessante, posizionandosi nella fascia più economica di schede dotate di TU104. Il dissipatore in alluminio continua a svolgere un buon lavoro, visto che le temperature della GPU sotto stress non hanno superato i 72 °C, mantenendosi in linea sia con quelli della versione reference che con quelli fatti registrare con la 1080Ti. Come detto i competitor più blasonati offrono una gamma molto più ampia, magari con frequenze base un po' più spinte e temperature di esercizio più basse, ma come sempre va valutato l'eventuale esborso in più e l'attitudine all'overclock del giocatore, che in questa Gallardo sarà molto limitata.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.8
Una buona interpretazione della GeForce RTX 2080 che utilizza un sistema di dissipazione già collaudato con la 1080Ti. La suite per l'overclock è molto basilare ma permette di agire sui principali parametri della scheda, mentre dal punto di vista estetico il bell'accostamento grigio/giallo potrebbe non adattarsi a tutti i case. Peccato che la striscia RGB non contenga alcun logo e che (attualmente) non sia possibile modificarne le impostazioni. Prestazioni e temperature di esercizio in linea con i valori di riferimento. Non consigliata a chi si cimenta con overclock.
PRO
- Prezzo interessante
- Prestazioni solide
- Buon sistema di raffreddamento
CONTRO
- Le dimensioni sono fuori misura
- La suite software è basilare
- Poco adatta all'overclock