Con Diego Armando Maradona se n'è andata una delle leggende del calcio moderno, da molti considerato il più grande calciatore di tutti i tempi. Nonostante la sua figura controversa, è innegabile che sapesse parlare al pallone come nessun altro e la sua scomparsa per arresto cardiaco, avvenuta mercoledì 25 novembre 2020, ha lasciato orfani di un mito molti appassionati. Il fuoriclasse del Napoli, che ha regalato alla squadra partenopea due scudetti e uno spettacolo unico per sette stagioni, di recente è apparso anche in diversi videogiochi, proprio come una leggenda da far aggregare alle proprie squadre.
Dal 2017 Konami aveva incluso il campione argentino in Pro Evolution Soccer: prima con un clone poco apprezzato da El Pibe de Oro, poi tramite un accordo ufficiale arrivato dopo una diatriba legale. Un accordo celebrato con un trailer speciale, dedicato al suo famoso gol contro l'Inghilterra. No, non quello di mano. L'altro.
Da FIFA 18 Maradona è anche una delle Icone all'interno di Ultimate Team. Curiosamente proprio in quell'anno il suo volto era apparso tra gli striscioni della Juventus, suscitando la stizza del campione argentino, che a Radio Kiss Kiss aveva minacciato azioni legali contro EA Sports, poi mai concretizzate.
Ci sono però anche apparizioni meno recenti che riguardano l'asso della nazionale albiceleste. Nell'iconico International Superstar Soccer del 1994, per esempio, Maradona faceva parte della nazionale Argentina con il nome di Redonda, e il suo tradizionale numero dieci. Ancor prima, nel 1992, il suo nome era stato associato a quello di un titolo manageriale per Amiga, Diego Maradona World Football Manager. Il caso più curioso, però, è sicuramente quello di un vecchissimo gioco pubblicato nel 1986 su Amstrad, Commodore 64 e ZX Spectrum. Il titolo era Peter Shilton's Handball Maradona, con riferimento, questa volta per davvero, al famoso gol di mano contro la compagine di Albione, la famigerata mano de dios.
Nato nel 1960 a Lanus, nella provincia di Buenos Aires, Maradona è cresciuto in una famiglia povera e già a otto anni è stato notato dai talent scout per via delle sue abilità innate: un tratto distintivo che ha caratterizzato l'intera carriera del giocatore argentino, in nazionale e nelle squadre di club, al Barcellona prima, al Napoli poi. Un talento cristallino, che gli è valso anche una Coppa del Mondo, una Coppa UEFA e il Pallone d'oro alla carriera nel 1995.
Voi cosa ne pensate del Pibe de Oro? È stato davvero lui il miglior giocatore di tutti i tempi. Fatecelo sapere nei commenti qua sotto.