Guardandosi alle spalle, la straordinaria età dell'oro che ha caratterizzato PlayStation 4 ha tratto origine da una congiunzione astrale molto precisa: quella che ha trasformato i videogiochi esclusivi della piattaforma nei titoli più amati e riveriti dall'intero pubblico del medium. The Last of Us, Uncharted, God of War e tutti gli altri esponenti della grande famiglia degli Studios, restando quasi sempre ancorati alla formula dell'avventura per il giocatore singolo, hanno traghettato PS4 in vetta a tutte le classifiche di riferimento, regalando particolare risalto a quel motto "For the players" che allora si riversava in ogni singola fatica della compagnia. Ma c'è stato un titolo in particolare che si è dimostrato capace di mettere in ginocchio anche i maggiori successi della casa, imponendosi come il re indiscusso del ricchissimo portafoglio di Sony: un titolo che risponde al nome di Marvel's Spider Man.
Realizzato nelle fucine di Insomniac Games - già sulla bocca di tutti grazie a Spyro The Dragon, Ratchet & Clank e Resistance - il tie in dedicato all'Uomo Ragno ha agguantato con agilità la corona di esclusiva più venduta dell'ecosistema, riuscendo a capitalizzare sull'impareggiabile forza dell'eroe Marvel nonché sulla messa in scena di un immaginario che può vantare un lunghissimo e proficuo matrimonio con i videogiochi: come già era successo in passato, il grande ritorno di Spider Man ha regalato a milioni di appassionati l'opportunità di ondeggiare fra i palazzi di Manhattan con un grosso sorriso stampato sul volto. Ora, a tre anni di distanza dal lancio di PlayStation 5, i tempi sono finalmente maturi per l'emersione del seguito diretto destinato alla sola console di nuova generazione, proprio la grande avventura di cui gli utenti sembrano avere estremamente bisogno.
Dopo la piccola parentesi natalizia del capitolo dedicato a Miles Morales, e dopo un evento estivo di PlayStation che ha sfiorato l'apice proprio nella sequenza dedicata a Spider Man, tocca nuovamente a Insomniac Games dimostrare con i fatti che il futuro degli Studios non risederà solamente nei giochi come servizi, ma anche nell'antica formula che ha fatto innamorare gli appassionati. Una formula che, come già successo dalle parti del marchio di Horizon, è stata ingrandita, potenziata e migliorata secondo la più classica - forse a tratti anche antica - interpretazione del sequel, costruendo un nuovo immenso mondo sulle solide fondamenta dal primo episodio.
Siamo volati a Londra e abbiamo provato in anteprima Marvel's Spider-Man 2: abbiamo potuto vivere due ore della vicenda che orbita attorno a Peter Parker e Miles Morales, confrontandoci con i primi scampoli della trama ed esplorando in totale libertà il mondo aperto, che ha accolto nuove aree al di là dell'East River ed è come sempre costellato di attività secondarie. Ciò che abbiamo trovato ad attenderci era proprio quel che ci aspettavamo, ovvero una versione più grande, più veloce e migliore della ricetta semplice e genuina che ha traghettato al successo l'Uomo Ragno.
La trama: una vicenda più oscura
Quando si tratta di tradurre nel videogioco universi ricchi ed elaborati come quello di Spider Man c'è sempre la tentazione di portare sul palcoscenico più situazioni e più "cattivi" possibile, nel tentativo di realizzare un grande minestrone in cui mescolare tantissime fantasie. Marvel's Spider Man 2 sembra tuttavia fare una scelta diversa rispetto al predecessore: quella di mettere in scena una vicenda più contenuta, più a fuoco e maggiormente approfondita, riservando alla componente narrativa un ruolo da protagonista assoluta. Gli eventi prendono il largo dieci mesi dopo la conclusione di Spider Man: Miles Morales, pertanto sono passati circa due anni in totale dall'epilogo del primo capitolo; ci troviamo dunque al cospetto di un Peter Parker ormai nel pieno della sua maturità e di un Miles Morales che ha accumulato una certa esperienza nelle vesti di amichevole Uomo Ragno di Harlem.
La sezione provata non corrispondeva all'incipit dell'avventura, ma al segmento in cui questa comincia a decollare: Peter è impegnato assieme al migliore amico Harry Osborn - apparentemente tornato in forze - nei lavori presso la Emily-May Foundation, fondazione scientifica eretta dal miliardario Norman Osborn in ricordo della coppia di donne scomparse; Miles, dal canto suo, sta solamente iniziando a confrontarsi con i problemi della vita adulta nonché a cercare il metodo più sano per affrontare il trauma generato dalla morte del padre. C'è però un piccolo, importante dettaglio: Peter è in qualche modo entrato in contatto con il simbionte, ottenendo accesso al nuovo costume e alle straordinarie capacità che ne derivano, ma cedendo al contempo il passo alle piccole scintille d'oscurità che s'insinuano nel suo carattere, rendendolo freddo, arrogante e talvolta ossessivo quando si tratta di rapporti umani, al punto tale che il cambiamento non avrà speranza di passare inosservato agli occhi del giovane Miles.
Con Harry Osborn in costante pericolo, probabilmente a causa del trattamento cui è stato sottoposto dal padre, Peter è determinato a fare tutto ciò che è necessario per salvargli la vita, inseguendo disperatamente le ricerche compiute dal dottor Curt Connors. È allora che si fa la conoscenza dei primi antagonisti emersi dalle pieghe del nuovo capitolo: da una parte c'è Connors - in arte Lizard - che non è assolutamente padrone delle proprie azioni e tenta in ogni modo di sfuggire ai suoi inseguitori, mentre dall'altra c'è Kraven, il cacciatore, uno dei personaggi più pericolosi ad aver mai incrociato il cammino dell'Uomo Ragno, un folle magnate determinato ad agguantare a qualsiasi costo il nostro eroe, che nella sua mente malata rappresenta la preda più pregiata del pianeta.
Così, nel classico tripudio di sequenze d'azione, infiltrazioni tattiche, minute indagini e spettacolari inseguimenti, inizia a prendere forma quella che si prospetta come una storia più complessa e sfaccettata, maggiormente introspettiva se accostata all'originale. Kraven e Lizard riescono a mettere i protagonisti a durissima prova, ma è evidente che sia la vicenda di Peter Parker a conquistare il centro del palcoscenico: la rabbia e la frustrazione che lo tormentano ogni volta che vede la salvezza dell'amico sfilare tra le sue dita, in combinazione con le suggestioni d'onnipotenza sussurrate dal simbionte, tratteggiano un intreccio che si preannuncia più oscuro rispetto al passato, nel quale l'evoluzione degli eroi sembra destinata a prendere il sopravvento sull'importanza riservata agli avversari.
Ambientazione: i due volti di New York
Chiunque abbia giocato le precedenti avventure ricorderà che razza di incubo fosse trovarsi a piedi nel mezzo di Central Park: la mancanza di grattacieli e la presenza di superfici acquatiche annullava completamente la libertà di movimento che dovrebbe accompagnare qualsiasi Spider Man degno di questo nome. Una delle più grandi novità del sequel, ovvero la tuta alare o meglio "Web Wing", è stata introdotta proprio per risolvere questa empasse, dal momento che le nuove aree di New York non si trovano solamente al di là del fiume, ma mettono in scena sobborghi, parchi, stradine di provincia e campetti da basket molto distanti dall'imponente skyline di Manhattan. Brooklyn e il Queens sono due nuovi quartieri che coprono praticamente la stessa superficie della vecchia ambientazione e riescono al tempo stesso a modificarne profondamente la struttura, riportando a livello del terreno l'azione che in passato si sviluppava unicamente sui tetti e nel cuore dei magazzini.
Questa scelta ha incrementato di riflesso l'attenzione dedicata alle fasi a terra, alla messa in scena dei passanti, dei veicoli e dei dettagli dell'ambientazione, che nel complesso si presenta decisamente più viva e rifinita; motoscafi, autobus, treni e auto berline diventano il fondale perfetto per abbracciare le movenze degli Spider Man: oltre ad aver conservato il senso di grandissima soddisfazione che caratterizzava anche la più piccola delle traversate, adesso è possibile spalancare le ali e planare accanto ai ponti di ferro battuto che legano l'isola alla terraferma, aumentando notevolmente tanto la qualità quanto la velocità degli spostamenti. Il parco divertimenti di Coney Island, i panorami del Sunset Park di Brooklyn e il ponte ferroviario che domina il Queens sono solamente alcuni dei fondali offerti dalla nuova New York, che si presenta tanto bella da vedere quanto divertente da navigare, come sempre impeccabile nel rendere le emozioni che accompagnano ogni singola oscillazione fra i palazzi della Grande Mela.
Gameplay: doppio protagonista, doppie meccaniche
Il pilastro portante di Marvel's Spider Man 2 risiede nella presenza in contemporanea di Peter Parker e Miles Morales, due protagonisti che possono essere scambiati in qualsiasi momento, esattamente come succedeva dalle parti di Grand Theft Auto V: in fase d'esplorazione, è possibile passare senza soluzione di continuità da un Uomo Ragno all'altro, magari trovandolo impegnato in qualche attività divertente, per esempio intento a fare qualche addominale sul fianco di un grattacielo. Ciò significa, di conseguenza, che ciascuno dei due eroi può contare su missioni dedicate, interazioni uniche, meccaniche di gioco esclusive e ovviamente costumi ricamati specificamente sulla sua silhouette. Peter può sfruttare le sue doti da scienziato e condividere le scorribande con Mary Jane ed Harry Osborn, mentre Miles è ormai un asso dell'infiltrazione che deve bilanciare la sua vita segreta con la quotidianità trascorsa ad Harlem assieme a Hailey Cooper.
Questa dicotomia si riflette direttamente nella formula di gameplay: nei panni di Miles capita di sfruttare lo spider-bot per portare a termine incursioni furtive anni luce più interessanti rispetto alle antiche sequenze dedicate a MJ, mentre Peter tende ad alzare il sipario su segmenti orientati verso la pura azione, riservando uno spazio anche per qualche minigioco di stampo scientifico che solo una mente brillante come la sua potrebbe districare. Ciascuna missione della trama diventa quindi un continuo ping pong fra le caratteristiche dei due diversi Spider Man, pronti a condividere informazioni in tempo reale e scambiarsi costantemente il testimone da protagonista, anche nel vivo dell'azione, di fatto raddoppiando sulla spettacolarità delle sequenze più esagerate.
Le differenze arrivano a dare il meglio sul piano del combattimento, dal momento che l'arsenale della coppia di protagonisti è completamente diverso: certo, esiste un albero delle abilità condiviso, prevalentemente orientato verso le combo e le capacità di movimento, ma per il resto gli Spider Man possono contare su interi sistemi di potenziamento dedicati. Se Peter ha ormai abbracciato il simbionte per scatenare attacchi straordinariamente efficaci quando ci si trova ad affrontare le orde, ma ha scoperto un pesante punto debole nella sensibilità della creatura alle onde sonore, Miles è ormai un maestro nell'arte della furtività e nello sfruttamento del Pugno Venom, di cui fa un utilizzo pressoché perfetto in combinazione con il sempreverde arsenale da Uomo Ragno.
In linea generale, il gameplay incarna ancora una volta una grande reinterpretazione dei sistemi codificati in passato da Rocksteady, al fine di dar sfogo a tutte le sfaccettature presenti negli albi di Spider Man: l'azione è importantissima, ma lo è anche la fase d'indagine, la vita dell'eroe quando privo della maschera, l'umorismo, ovviamente lo sono anche i rapporti umani. Alle più tradizionali sequenze pirotecniche si alternano fasi di analisi accurata dell'ambiente, per esempio la perquisizione della casa del dottor Connors, oppure l'atto di sventare silenziosamente una rapina ad Harlem nei panni di Miles, o ancora la cauta esplorazione di un laboratorio sotterraneo in rovina.
Dove l'opera arriva a esplodere è tuttavia nelle sezioni cinematografiche, momenti serrati in cui regia e animazione mettono in movimento tavole che sembrano pescate direttamente dalla serie Ultimate: è proprio quello che abbiamo riscontrato nell'inseguimento ai danni di Lizard nel letto del fiume, vivendo in prima persona gli attimi mostrati durante il PlayStation Showcase. La sensazione è quella di trovarsi al cospetto di una produzione meno "scriptata" rispetto al passato, nella quale l'effettiva destrezza nei movimenti con le ragnatele è in grado di ridurre notevolmente la durata degli inseguimenti, seppur sia ancora profondamente radicata in meccaniche guidate quali gli immancabili quick time events.
Non bisogna dimenticare, infine, che l'intera esperienza è ricamata su un impianto open world: la possibilità di esplorare liberamente le strade di New York, nuovi quartieri compresi, si traduce in una lunghissima serie di attività collaterali che, per il momento, non sono state assolutamente in grado d'impressionare. Tra monumenti a cui scattare fotografie, spider-bot fuori controllo e piccoli droni da inseguire, l'offerta ricalca quella del passato senza proporre guizzi di sorta, rendendo ciascun quartiere un piccolo scatolone nel quale depennare un'attività dopo l'altra dalla lista proposta. Probabilmente, la profondità che sembra mancare in questo frangente si farà largo nel cuore delle missioni secondarie più elaborate, ma per il momento non è stato possibile metterci mano.
Combattimento: un grande balzo avanti
Il sistema di combattimento di Marvel's Spider Man 2 è una testimonianza concreta di quanto l'introduzione di un paio di meccaniche sia in grado di stravolgere una formula rodata. Saldamente ancorate alla classica interpretazione del "freeflow system", le battaglie al centro del sequel sono state segnate dall'ingresso in scena di una componente che è al tempo stesso amata e odiata dai videogiocatori, ovvero il tradizionale "parry". Eseguendo una parata con tempismo perfetto è infatti possibile deviare colpi altrimenti letali e sbilanciare tanto i nemici più semplici quanto i boss, aumentando notevolmente la profondità dell'amalgama nel suo insieme.
Il vero colpo da maestro risiede nell'azzeccata scelta di supportare diversi metodi per emergere vittoriosi dagli scontri, dinamica resa evidente dal confronto con Lizard: si poteva scegliere di approcciarlo in maniera simile a Sekiro, restando immobili di fronte a lui e rispondendo con deviazioni e schivate perfette, oppure di affidarsi unicamente alle interazioni con lo scenario, sfruttando l'apertura di diversi pannelli per mettere il lucertolone fuori combattimento e infierire una volta inibito. In linea generale, la presenza di colpi che vanno necessariamente parati, altri che si possono solo schivare, di nemici inattaccabili frontalmente e fastidiosissimi droni dotati di abilità speciali, si traduce in una versione decisamente più strategica e dinamica del sistema presentato nel primo capitolo.
Il tasso di sfida ne esce notevolmente cresciuto, anche al livello di difficoltà standard: la necessità di bilanciare lo sfruttamento del focus per curarsi ed effettuare esecuzioni, incontra un grande alleato nei tirapiedi di Kraven, che sanno mettere in difficoltà gli Spider Man come nessuno era stato in grado di fare in passato. In poche parole, si tratta di un'esperienza nella quale capita spesso di prendere tante, tantissime botte, anche dalla più classica delle orde di nemici comuni, ma che si dimostra al contempo volenterosa di mettere in campo un grande ventaglio di opzioni. I gadget sono diventati strumenti perfetti per avviare lunghe combo che, grazie all'apporto dell'albero di abilità comune, consentono di 'palleggiare' gli avversari anche per svariati secondi, coniugando perfettamente la spettacolarità dell'azione tipica dell'Uomo Ragno con l'efficacia richiesta per prevalere sul campo.
L'incremento della difficoltà, d'altra parte, è bilanciato dallo straordinario impatto delle abilità attive, che alla pressione del grilletto sinistro e dei pulsanti frontali consentono di scatenare l'inferno nel cuore delle arene. Non si scherza con il simbionte: nei panni di Peter si ottiene accesso a una serie di colpi a dir poco devastanti, in grado di mettere fuori gioco anche cinque o sei nemici con un singolo fendente, fra l'altro spingendo con convinzione sull'acceleratore della violenza tipico di questa variante di Spider Man. Miles Morales, dal canto suo, ha conservato tutte le capacità del Pugno Venom per bombardare di scariche elettriche qualsiasi avversario si pari lungo il suo cammino, anche se continua a prediligere un approccio sicuro e silenzioso.
Uno Spider Man per la nuova generazione
Bryan Intihar, direttore del progetto di Insomniac Games, ci ha dichiarato personalmente che la build testata era vecchia di sei settimane, e da quel momento in avanti il team non ha mai cessato di lavorare sulla pulizia dell'opera. Proprio per questa ragione, abbiamo avuto accesso alla sola modalità Fedeltà, ovvero quella con risoluzione 4K, frequenza dei fotogrammi limitata a 30 fps, supporto al ray tracing ed effetti visivi dedicati; ovviamente, al momento della pubblicazione, entrerà in scena anche l'opzione orientata verso le prestazioni, che punta a raggiungere il 4K grazie all'upscaling oltre che al mantenimento dei 60 fps, imprescindibili per i giocatori più attenti alle fasi d'azione.
Non vi nascondiamo che il comparto grafico era proprio il segmento dal quale ci saremmo aspettati qualcosina in più: reduci dal remake dal primo capitolo e dal debutto su PC, l'opportunità di confrontarsi con una versione esclusivamente orientata alla next gen - in modo simile a quanto accaduto con il recente DLC di Horizon Forbidden West - ha indubbiamente contribuito ad alzare oltremisura l'asticella delle aspettative.
Se dal punto di vista della resa di New York sono stati fatti degli straordinari passi avanti, specialmente nell'orbita di tutto ciò che accade al livello della strada, i miglioramenti non sono altrettanto evidenti per quanto riguarda alcuni volti, come quelli di Miles e Hailey, oltre che per determinati dettagli al centro delle sequenze d'azione, su tutti le interazioni con le acque del fiume East River. Sia chiaro, il codice di gioco ha ancora tutto il tempo per essere rifinito e la resa generale dell'esperienza è già più che soddisfacente, ma quando si tratta di opere così radicate nella componente cinematografica è sempre lecito attendersi un piccolo passo ulteriore.
Un passo che, d'altra parte, Insomniac Games ha speso per rendere viva la sua metropoli virtuale, maneggiando con estrema cura il sistema d'illuminazione per regalare sfumature inedite ai panorami della Grande Mela. Ma se da una parte, osservando Manhattan dalle sponde del Sunset Park, ci si trova ammaliati da vere e proprie cartoline animate, in altri frangenti si ha la forte sensazione di star vivendo una versione semplicemente ingrandita dell'originale avventura pubblicata nel 2018, alzando il sipario su inevitabili momenti che sanno di già visto.
Marvel's Spider Man 2 è il più classico dei sequel diretti, un titolo che sa benissimo cosa vuole fare e riesce a farlo con grande scioltezza. Consapevole di essere un blockbuster destinato a un immenso pubblico di tutte le età, non ha la benché minima intenzione di stravolgere la sua semplice formula, puntando invece a renderla due volte più vasta, due volte più veloce e sorretta dal doppio delle meccaniche. L'alternanza fra Peter Parker e Miles Morales aumenta la varietà delle interazioni, mentre le modifiche apportate al sistema di combattimento lo rendono appetibile anche per gli utenti in cerca di una vera sfida. Al netto di una serie di attività secondarie per il momento estremamente banali, la resa e la navigazione della città di New York si presentano come sempre sensazionali, pronte a sorreggere quella che è la vera anima dell'esperienza. Indossare il costume da Spider Man e lanciarsi senza paura in mezzo al mare di grattacieli è sempre emozionante, ma trovarsi a farlo per la terza volta consecutiva rischia di aprire a un percettibile senso di deja-vu.
CERTEZZE
- Doppio protagonista, doppie interazioni, doppie meccaniche
- La nuova New York funziona e navigarla è sempre un piacere
- Grandi miglioramenti al sistema di combattimento e al tasso di sfida
- La storia sembra più oscura e condensata
DUBBI
- La build era vecchia, ma ci aspettavamo un po' più di next gen
- Le attività del mondo aperto sembrano ancora molto banali
- All'alba del terzo gioco uguale si inizia a percepire il senso di già visto