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Max Payne 2 finalmente rivelato

Rockstar e Remedy presentano la nuova avventura di Max Payne, e lo fanno in un modo sicuramente originale: l’idea di affiancare concetti prettamente cinematografici al videogame è di sicuro effetto. Scopriamo insieme le caratteristiche di questa “film noir love story”

ANTEPRIMA di La Redazione   —   26/09/2003
Max Payne 2: The Fall of Max Payne
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Max Payne 2 finalmente rivelato
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Certezze

Nel corso del press tour di cui abbiamo già parlato, abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande dirette allo staff Rockstar, e finalmente vi possiamo rivelare le risposte che ci sono state fornite.
Partiamo dalla storia: pur essendo le due trame collegate, la nuova storia avrà uno sviluppo autonomo, secondo un noto meccanismo: sarà comprensibile da chiunque ma più apprezzabile per chi avrà giocato il primo episodio. Tutti i personaggi sopravvissuti dopo il primo capitolo “per quanto pochi siano” troveranno una collocazione. La trama avrà uno svolgimento più cinematografico, con alcuni comprimari di maggior spessore. Inoltre verranno ripresi alcuni dei punti in sospeso, con alcune rivelazioni sorprendenti e nuovi risvolti.
Una notizia già nota è il fatto che la sceneggiatura del gioco è lunga il triplo di quella del predecessore, ma il tempo di gioco non sarà lungo in proporzione. A Remedy sono convinti che un gioco debbe essere abbastanza lungo da soddifare ma non così esteso da rischiare di perdere qualche giocatore per noia nel corso dello svolgimento. Quello che possiamo immaginare è quindi un gioco ancora più denso di avvenimenti, con un intreccio ancora più complesso e frenetico. Niente tempi morti insomma, ma azione e avvenimenti in rapida successione. Insomma una concezione molto vicina a quella di un action movie, in cui ogni momento morto è tempo buttato.

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In profondità

Da un punto di vista più rigorosamente tecnico, avremo un gameplay analogo a quello del predecessore, con il celeberrimo bullet time. Gli arricchimenti sono stati effettuati in termini di rifiniture e miglioramento, con l’aggiunta di alcune mosse, quali la possibilità di ricaricare le armi più in fretta del normale. Dopo un tuffo sarà possibile rimanere a terra e continuare a sparare, diversamente da quanto avveniva nel primo episodio. Remedy parla anche di una diversa gestione dei tempi durante il bullet time, che dovrebbe garantire una maggiore sensazione di potenza al giocatore. Tutto questo nello splendore di un nuovo motore grafico, che subito si fa notare per le differenze. Il maggior numero di poligoni regala ai personaggi molta più espressività, sia nei movimenti che nelle espressioni. Soprattutto, è stato eliminato uno dei maggiori difetti: la ‘compenetrazione’ di Max negli oggetti durante i tuffi. Per il resto il gameplay è praticamente invariato, con alcune nuove armi (sulle quali però vige ancora il riserbo) ma con livelli, tagli ed effetti molto più spettacolari. Anche le sequenze a rallentatore che mostravano la morte di alcuni nemici sono state migliorate, per renderle ancora più cinematografiche.

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Sensazioni

In effetti il nuovo motore grafico, versione ampiamente riveduta di quello che animava il primo episodio, offre il meglio di se proprio dal punto di vista della spettacolarità. Le espressioni che si disegnano sul volto di Max, invecchiato e provato dagli anni e dalle sofferenze, rendono quasi un peccato il fatto che il gioco gestito nella classica visuale in terza persona. I dialoghi si preannunciano molto realistici, grazie alla tecnologia lipsync e al solito ispirato doppiaggio dei protagonisti, che ci auguriamo venga mantenuto sullo stesso livello qualitativo anche nella eventuale versione italiana. Il resto dei miglioramenti è quasi un “come da consegne”: effetti particellari che rendono fiamme, esplosioni e traiettorie dei proiettili ancora più spettacolari e che si esprimono molto bene durante le sequenze rallentate, un nuovo sistema di illuminazione dinamica e naturalmente texture e modelli adeguati a un gioco che si propone come un blockbuster. La fisica per la gestione dei corpi è, come preannunciato, fornita da Havok, e offre il livello di realismo a cui questa terza parte ci ha abituato.
Ma quello che si prova vedendo Max Payne 2 in azione, anche se in una versione molto lontana dall'essere definitiva, va al di la di quanto si può descrivere attraverso i tecnicismi: il gioco offre un’atmosfera e un feeling che danno la stessa impressione del primo episodio, condita però da una maggiore maturità: gli anni sono passati anche per Max, e hanno lasciato il loro segno che si percepisce nettamente fra i livelli e gli ambienti di gioco. Quello che abbiamo potuto vedere rappresentava uno scenario famigliare: un palazzo di periferia, fra degrado e abbandono. L’ambiente naturale in cui si muove Max, perennemente tormentato dal tentativo di esorcizzare le sue ombre. Come il primo episodio, il gioco regala momenti di azione frenetica a sequenze a fumetti, cariche di intensità narrativa, e a filmati in-game, molto più estesi e dettagliati, grazie anche appunto ai nuovi modelli e all’animazione di tipo cinematografico.

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Fumetti, cinema e gaming

Max Payne 2 sarà, almeno da quanto lasciano trapelare gli autori, molto più ricco di parti narrative, cotituite anche dalle già citate nuove sequenze in-game, molto più vicine al cinema, e alle tavole a fumetti di intermezzo che già conosciamo. Anche queste sono state realizzate all’insegna del rinnovamento e della maturazione, sia dal punto di vista del tratto, molto più vicino ai grandi artisti noir, sia per il contenuto. Pur non potendo rivelare i dettagli, possiamo dire che la sequenza mostrataci era a tinte decisamente forti, e non solo dal punto di vista della palette utilizzata.
Del resto non è un mistero come gli autori di questa serie abbiamo sempre messo in grande risalto trama, intreccio e ambientazione, che nella loro ottica arrivano a ricoprire la stessa importanza di un solido gameplay e delle tecnologie all’avanguardia. Questa assimilazione ai prodotti cinematografici giustifica ampiamente anche le dichiarazioni fatte in merito alla durata del gioco, che in termini di tempi non supererà di molto il primo episodio: da un punto di vista strettamente narrativo, non ha infatti senso pensare che il gioco possa essere lasciato in sospeso, ma dovrebbe essere vissuto come un’esperienza coinvolgente e soprattutto in grado di essere conclusa e apprezzata, proprio come un film.

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The End

La versione presentata di Max Payne 2 era decisamente troppo incompleta per darne un parere definito, sia in termini di pregi che di eventuali imperfezioni. Quello che ci è stato possibile vedere da l’impressione di un gioco maturo, sia dal punto di vista squisitamente tecnico che da quello dei contenuti. L’idea di accentuare maggiormente l’aspetto narrativo è indubbiamente interessante, soprattutto se si considera il fatto che, se tutto si manterrà come promesso, non intaccherà comunque la giocabilità del titolo. Non è sicuramente il momento di abbozzare giudizi, ma se Remedy riuscirà a tenere fede a tutti gli impegni e gli intenti, è molto probabile che possa replicare il successo del primo episodio.

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Premesse

Il primo Max Payne aveva una serie di punti di forza notevole: una trama complessa e intensa aiutata da un’ottima “recitazione”, un sistema di gioco innovativo quale il Bullet Time e un design affascinante e adeguato. Davanti a tutto questo anche il giocatore più esigente era disposto a soprassedere ad alcuni piccoli difetti tecnici e vizi di forma, anche perchè Max Payne nella sua interezza era un prodotto di quelli in grado di lasciare il segno.
Il motto di questo Max Payne 2 è quello della maggior parte dei sequel: “squadra che vince non si cambia”. Il che si traduce in una nuova trama avvincente, in un nuovo bullet time riveduto e corretto e soprattutto nel tentativo di correggere le sbavature più o meno evidenti del primo Max Payne. Remedy sembra aver lavorato molto per portare ancora più in primo piano gli aspetti caratteristici, fornendo un secondo capitolo che dovrebbe, nelle intenzioni, costituire una sicurezza per i fan e un buon prodotto per chi si avvicina per la prima volta alla saga. Una cosa è sicura: Max Payne 2 concretizzerà le innovazioni del primo episodio, ma non ne introdurrà di nuove, o perlomeno non eclatanti come lo furono quelle che accompagnarono l’uscita del predecessore.