Il marchio Metal Gear deve essere indubbiamente una bella gatta da pelare per Konami. Ora che l'azienda giapponese sembra aver cambiato in modo secco la sua strategia tornando a tutta forza sullo sviluppo di videogiochi, la serie creata da Hideo Kojima è al contempo il nome più importante su cui fare affidamento e quello più terrificante. Di rado nel mondo dei videogiochi una saga è stata più strettamente legata al suo director e, dopo la rottura tra lui e la software house giapponese, ben pochi fan pensavano fosse possibile portarla avanti degnamente (il tonfo di Survive, peraltro, non ha certo aiutato). Eppure ora Konami sembra seriamente rinsavita: ha affidato le sue proprietà intellettuali a vari sviluppatori di talento col chiaro intento di ravvivarle, ha aperto un nuovo studio in Giappone con tutti i crismi del caso, sta muovendo alcuni dei producer più talentuosi per portare avanti progetti attesi da tempo dai fan, e ha persino onorato Kojima pubblicamente durante una presentazione ufficiale, arrivando a mostrare alcune delle critiche più brutali del pubblico e ad ammettere di desiderare una nuova collaborazione con lui.
Sono tutte cose che fanno ben sperare, così come fa ben sperare il primo progetto scelto per portare avanti la serie nell'era "post-Kojima": Metal Gear Solid Delta, un remake di Metal Gear Solid 3 affidato ai team interni di Konami e a Virtuos. Nonostante toccare un gioco così amato possa sembrare rischioso, si tratta in realtà della scelta più logica possibile in una situazione come quella odierna: Metal Gear Solid 3 è il capitolo più amato della serie, quello il cui ritorno è richiesto più a gran voce, quello con la base ludica più solida e facilmente convertibile e, infine, è a tutti gli effetti un prequel, quindi rappresenta un perfetto punto di partenza per eventuali neofiti. Una scelta ponderata insomma, che dimostra come la casa si stia muovendo con una discreta furbizia.
Manca ancora un po' all'arrivo del progetto, eppure qualcosa di giocabile già c'è e Konami ha deciso di rendere il tutto disponibile alla stampa durante un interessante evento in quel di Londra. Noi, ovviamente, abbiamo partecipato, per cercare di capire lo stato dei lavori. Prime impressioni? Molto buone.
Commencing Virtuous Mission
La demo disponibile era prevedibilmente dedicata al prologo del gioco e l'unica parte effettivamente giocabile era la Virtuous Mission, letteralmente la missione introduttiva che vede Jack, o meglio Naked Snake, infiltrarsi a Tselinoyarsk nell'Unione Sovietica per recuperare uno scienziato di nome Nikolai Sokolov. Chiunque abbia giocato il titolo originale saprà che non si tratta di una fetta particolarmente massiccia della campagna, ma è comunque abbastanza duratura, dato che i filmati sono rimasti letteralmente invariati e, prima di far partire la missione vera e propria, il gioco fa un resoconto estremamente dettagliato degli eventi che hanno portato Sokolov a trovarsi in quel guaio, mescolando eventi storici reali accaduti durante la Guerra Fredda e le brillanti trovate di Kojima.
Superati i vari filmati, comunque, abbiamo finalmente messo le mani sul gamepad direttamente con il sistema di controllo moderno, dato che nella versione lì presente quello "classico" -identico a come era Metal Gear Solid 3 in origine- non era disponibile. Piccola chicca prima della partenza, comunque, anche qui è possibile completare una sorta di quiz prima di cominciare il gioco e, se rispondete a una delle domande con "mi piace Metal Gear Solid 2", si inizia la campagna con la maschera di Raiden. È una trovata ancora oggi in grado di strapparci un sorriso, e siamo contenti sia rimasta intonsa. Pare poi che ci saranno anche altre opzioni extra legate ai giochi successivi della serie, ma nella demo gli effetti di quelle scelte non erano ancora presenti.
Torniamo al giocato, comunque, dato che i comandi moderni hanno qualche modifica non sottovalutabile. Non solo hanno una gestione di oggetti e armi un po' più rapida e intuitiva infatti, ma permettono di mirare da dietro le spalle come in uno sparatutto in terza persona e addirittura di cambiare mimetizzazione all'istante da un comodo menu simile a quello degli oggetti senza bisogno di mettere in pausa. C'è persino un menu aggiuntivo che attiva la radio più o meno allo stesso modo. Attenzione, queste novità non facilitano il gioco più di tanto: alla fin della fiera la telecamera alle spalle controllabile era già stata inserita in Metal Gear Solid 3 Subsistence e infatti anche con i nuovi comandi giocare al remake è un'esperienza quasi identica in tutto e per tutto a quella.
Non sembrano esserci nuove manovre di CQC (le mosse utilizzabili in corpo a corpo), il posizionamento degli oggetti e dei nemici è pressoché identico, e persino i filmati sono registicamente invariati, con la classica possibilità di zoomare durante gli intermezzi o a volte osservare la scena in prima persona. Sì, in parole povere, apparentemente Konami non ha avuto propriamente molto coraggio per quanto riguarda questo Remake e, se la volontà di non toccare nemmeno di striscio le scene di intermezzo è assolutamente comprensibile, forse qualche manovra più complessa e un pizzico di interattività in più per avvicinare leggermente l'esperienza alle evoluzioni meccaniche viste in Metal Gear V l'avremmo apprezzata. Ad ogni modo, l'approccio "zero rischi" era quello più plausibile, e non è che la Virtuous Mission sia risultata spiacevole da giocare, anzi. Fin da subito Metal Gear Solid Delta è un'esperienza che scorre alla grande e spinge alla sperimentazione già nella zona del ponte, dove ci sono vari modi per liberarsi del gruppo di soldati a guardia della struttura. Far cadere un nido di api agguerrite in testa a uno dei nemici è quello più facile, ma è ancora possibile stordirli tutti sistematicamente con un mix di CQC e tranquillanti, o minacciarli con la pistola per ottenere oggetti e informazioni. È possibile peraltro ancora sparare al ponte per farli "ballare", ma, esattamente come nel gioco originale, se si fanno saltare varie corde per aumentare l'instabilità del passaggio, i soldati passano come se nulla fosse. Un peccato, perché significa che non ci sono state modifiche o migliorie di alcun tipo all'intelligenza artificiale ed è un intervento che avremmo gradito viste le facilitazioni legate alla telecamera di Subsistence e ai comandi moderni. Se non altro è confermata la presenza di una modalità classica con la telecamera originale e tutte le sue problematiche, una manna per i puristi o per chi vuole un po' di sfida aggiuntiva. Ah, gli sviluppatori hanno confermato che le ferite di Snake lasceranno dei segni permanenti se vi farete colpire troppe volte, ma purtroppo la demo si concludeva proprio al momento della scena tra The Boss e il protagonista al ponte, quindi non abbiamo potuto testare la nuova interfaccia di cura né vederne gli effetti. Sarà per la prossima volta.
E il comparto tecnico? Beh, tralasciando il fatto che la nostra era una demo ridotta e con molte opzioni bloccate, in particolare quella dei filtri classici, la abbiamo trovata davvero notevole dal punto di vista grafico. Il livello di dettaglio di modelli e vegetazione è molto alto, tutto pare curatissimo, l'ottimizzazione ha retto degnamente il colpo (anche se c'è chiaramente ancora da lavorare in tal campo) e abbiamo in particolare apprezzato la modellazione dei personaggi primari, specialmente The Boss, perché mantengono tutta la verve originale e vengono resi ancor più carismatici da un generale aumento qualitativo delle animazioni facciali. Anche per quanto riguarda il sonoro, poi, Metal Gear Solid Delta è curatissimo: risentire l'iconica voce di David Hayter è sempre un piacere, specialmente quando ripete con incredibile verve pezzi delle frasi altrui durante i dialoghi, ma ogni interpretazione resta solidissima e le musiche sono ancora fantastiche. Quindi ok, non sarà forse il più coraggioso dei remake, ma il fatto che ci abbia riportato alla mente le emozioni dell'originale e appaia pressoché impeccabile in tutto ci fa davvero ben sperare.
Konami sta ovviamente tentando di gestire Metal Gear Solid Delta nel modo più sicuro possibile. Il remake pare in tutto e per tutto identico all'originale e, nonostante i comandi moderni offrano qualche piacevole possibilità aggiuntiva, anche in termini di gameplay e struttura le modifiche sono pressoché insignificanti. Peccato, perché un pizzico di coraggio e di evoluzioni extra forse lo avremmo apprezzato, ma ciò non significa che quanto da noi testato a Londra sia un lavoro di scarsa qualità, anzi. Tecnicamente l'opera di Konami e Virtuos è validissima, mantiene tutto il carisma del titolo originale, ed è ancora un piacere da giocare nonostante siano passati anni. Magari non sarà una rivoluzione, ma con una base come Metal Gear Solid 3 forse non ce n'era davvero bisogno. Ora non resta che aspettare, e vedere come sarà il resto della campagna.
CERTEZZE
- Graficamente notevole, ed è stato fatto un gran lavoro sui personaggi
- Ancora piacevolissimo da giocare
- I comandi moderni offrono qualche piacevole miglioria
DUBBI
- Intelligenza artificiale dei nemici pressoché invariata per ora
- Non hanno nemmeno provato a correre qualche rischio