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Monster Energy Supercross 3, il provato

Abbiamo passato qualche ora testando il nuovo titolo di Milestone: la nostra prova di Monster Energy Supercross 3

PROVATO di Luca Olivato   —   13/01/2020
Monster Energy Supercross 3 - The Official Videogame
Monster Energy Supercross 3 - The Official Videogame
Video Immagini

Anno nuovo, gioco di moto nuovo: Milestone non vuole perdere tempo ed è pronta a sfornare il terzo episodio della saga Monster Energy Supercross, una variante tipicamente yankee delle gare da cross. Le differenze col motocross tradizionale (disciplina a cui è dedicata la serie MXGP) sono da ricondurre alla struttura dei circuiti, ricavati prevalentemente all'interno di stadi o arene e con un numero maggiore di dossi (si passa più della metà del tempo per aria); tutto questo è a favore dello spettacolo e del pubblico, che siede a poche decine di metri dai protagonisti. La versione dimostrativa che l'azienda meneghina ha fornito alla stampa ci ha permesso soprattutto di prendere confidenza con il rinnovato modello di guida: nonostante le dimensioni del download (oltre 10 Gbyte) ci portino a pensare che il titolo sia già bell'e pronto, la maggior parte dei menu risulta disattivato. Manca quindi la modalità carriera, il vero fulcro del gioco, e le uniche moto selezionabili sono quelle della classe regina (450cc di cilindrata).

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I rookie partono solitamente dalla motorizzazione più bassa (250cc) e si dividono nei campionati della costa est e ovest, che condividono solo alcuni eventi del calendario. Essendo disabilitata anche la finestra di personalizzazione dell'avatar, non ci è rimasto che scegliere il pilota tra quelli che prendono parte al campionato che è iniziato una settimana fa ad Anaheim (una città della California) e selezionare il tracciato che ci è sembrato più abbordabile, nella fattispecie quello di Las Vegas. Abbiamo mantenuto le impostazioni standard (livello di difficoltà e di fisica medio), in modo da confrontare il modello di guida con quello del titolo precedente. Eravamo curiosi di vedere in che modo i ragazzi di Milestone lo avessero perfezionato dopo le critiche che avevamo mosso nella recensione dell'anno scorso.

Modello di guida

I primi test non sono stati, purtroppo, del tutto convincenti. Da una parte è apprezzabile verificare che anche i piloti controllati dalla CPU commettono spesso e volentieri degli errori (le bandiere gialle sono frequenti non solo nelle prime curve, ma durante tutta la gara) e che i contatti tra la moto del giocatore e quella degli avversari non si risolvano sempre, come in passato, con l'apertura delle acque come nel film I Dieci Comandamenti. Anzi, capita che spesso sia il pilota controllato dall'utente a finire a gambe all'aria e questo porta ad usare un minimo di prudenza prima di lanciarsi in sorpassi spericolati. Resta però la gestione poco precisa delle collisioni della moto con i cordoli e dell'eccessiva severità dei commissari di gara: è sufficiente uscire dal tracciato per pochi istanti (mentre magari si sta facendo un salto) per venire penalizzati col riposizionamento da fermi, e basta un piccolissimo contatto con le barriere di gomma per far cadere rovinosamente il pilota (situazioni che, ovviamente, non capitano alle moto controllate dall'IA).

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Anche la gestione dei salti non ci ha convinto del tutto: in particolare è sembrato che alcune rampe garantiscano degli slanci esagerati, indipendentemente dalla velocità alla quale le si affronta. La maggior sfida di Supercross rimane, giustamente, quella di affrontare con il giusto ritmo i dossi e gli altri ostacoli che costellano i tracciati, facendo attenzione soprattutto agli atterraggi. Il livello di difficoltà, come in passato, è piuttosto alto e serve un'ottima concentrazione per portare a termine il GP al primo posto. Un gioco importantissimo è affidato allo stick analogico destro, col quale si controlla il baricentro del pilota e che serve a mantenere il giusto "flow" (questo è il termine tecnico utilizzato per indicare il ritmo). Affrontare un rettilineo di whoops (i dossi) con un bilanciamento sbagliato significa perdere diverse posizioni in pochissimo tempo. Con delle moto che hanno dei tempi di frenata istantanei, vien da sé che la pulizia nelle traiettorie sia del tutto secondaria e che invece la costante coordinazione tra i due pollici sia la chiave per portare a termine vittoriosamente la gara.

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Grafica e sonoro

Dal punto di vista tecnico nulla di nuovo sotto il sole: i modelli delle moto sono buoni, molto meno quelli dei piloti che assomigliano a quelli di un FIFA di inizio millennio. Non ci riferiamo solo ai volti: sarebbe un neo perdonabile, visto che sono visibili solo durante il podio, ma soprattutto alla postura sulla moto: non c'è alcuna differenza tra Cooper Webb (193cm x 100kg) e un Justin Barcia (175cm x 80kg) e non parliamo di sola estetica, ma anche nella postura in moto. Le piste risultano leggermente più dettagliate che in passato; peccato però che il passaggio delle ruote non modifichi la conformazione della superficie che, sebbene sia principalmente di terra e sabbia, rimane inalterata nel corso dell'evento, come se le moto non avessero un peso. Polvere e altri detriti non sporcano le tute dei piloti; in estrema sintesi ci è parso che dal punto di vista grafico le migliorie rispetto a Supercross 2 siano risicate, con un HUD che è parso addirittura meno intuitivo. La colonna sonora rispecchia lo spirito energetico della bevanda title-sponsor del campionato, ma ci è sembrato un po' esagerato che la stessa traccia venisse ripetuta due volte nel corso di un'unica gara (della durata di 15 minuti). Monster Energy Supercross 3 sarà disponibile per PC Windows (la versione da noi testata), Xbox One, Playstation 4, Nintendo Switch e Google Stadia, a partire dal 4 febbraio; chi decide di effettuare il preordine sarà omaggiato con un outfit esclusivo.

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La versione dimostrativa di Monster Energy Supercross 3 ha confermato dei leggeri miglioramenti rispetto al titolo precedente. In attesa di capire quanta creatività è stata riposta nella modalità carriera possiamo anticipare che il modello di guida è rimasto pressoché invariato, con una cura neuronale all'IA che rende le gare single player più interessanti.

CERTEZZE

  • Buona IA
  • La gestione dei salti è impegnativa
  • Modello di guida migliorato, ma...

DUBBI

  • ...le moto sembrano ancora troppo leggere
  • Gestione delle collisioni non sempre corretta
  • Graficamente non ci sono grandi novità