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Moons of Madness, provato l'horror spaziale di Funcom

Su una stazione spaziale nei dintorni di Marte, pianeta che gli umani solo di recente hanno iniziato a colonizzare, qualcosa è andato terribilmente storto e l'unico che non sembra essersene accorto sei proprio tu.

PROVATO di Francesco Serino   —   12/06/2019
Moons of Madness
Moons of Madness
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L'appuntamento con Funcom non è iniziato nel migliore dei modi: del resto, per quanto sia carino, Conan Chop Chop non è esattamente il titolo che vuoi provare quando sei alla ricerca di giochi di un certo calibro. Anche mettendo mano a Moons of Madness le cose non sono migliorate di botto, come avremmo sperato in un primo momento: tentacoli nello spazio anche basta.
Poi però l'avventura è entrata nel vivo e abbiamo finalmente iniziato a divertirci davvero. Sì, i tentacoli rimangono, come non può cambiare il fatto che Moons of Madness sia un horror abbastanza derivativo, ambientato nella solita stazione spaziale semi abbandonata già vista in mille altri giochi, ma lentamente lampi di originalità prendono il sopravvento, e il gioco inizia a mostrare un carattere piuttosto atipico e senza dubbio affascinante. L'inizio ci ha ricordato quel capolavoro di Moon, il film di Duncan Jones (figlio di David Bowie) con Sam Rockwell protagonista, dove soli in una base marziana dovremo svolgere dei lavori abbastanza monotoni per fare in modo che la struttura vada avanti. Ma di tutto questo è come se non ne avessimo memoria perché nulla ci è dato sapere del perché in alcuni settori manchi la corrente, o il motivo per cui alcune porte siano sbarrate e oltre a noi non sembri essersi traccia di altri essere umani, nonostante la loro presenza passata sia comunque tangibile. L'unica compagnia è un collega con il quale potremo parlare via radio,e che sembra abbia accesso al cuore della base da cui ne regola ogni attività. Pian piano, mentre ci alleniamo sul tapis roulant, mangiamo e beviamo per rimanere in forze, e continuiamo l'esplorazione, più di un dubbio circa la sua vera identità inizia ad emergere in superficie. Siamo davvero sicuri che questa voce amichevole sia realmente dalla nostra parte? Anzi, siamo davvero sicuri che questa voce sia di un umano? Le nostre, sia chiaro, sono supposizioni visto che fino a dove siamo riusciti a spingerci, che poi è il finale della demo che Funcom ha portato in fiera, non emergono elementi che possano farci dubitare della sua sincerità. Ma come si dice? fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, soprattutto se ci si ritrova su Marte imprigionati in una stazione in cui sembra proprio che qualcosa sia andato terribilmente storto.

Moons of Madness, provato l'horror spaziale di Funcom

Black Star

La parte più affascinante di questo incipit di gameplay è che in Moons of Madness (titolo che è anche un chiaro riferimento alle mountains of madness di Howard Phillips Lovecraft) ci si sposta nella base esattamente come si farebbe nella realtà, più che in un videogioco. La struttura infatti è costruita con sorprendente realismo, ha una logica umana ben chiara che la rende fin da subito ben leggibile. Questa caratteristica si rivela subito piuttosto utile perché, oltre a fornirci un contatto con la realtà che alza il volume horror dell'ambientazione, ci permette di orientarci anche senza i tipici strumenti messi a disposizione da ogni videogioco moderno, tanto che quasi ci è dispiaciuto trovare ed attivare un computer da polso che qualche aiuto in tal senso lo dà. Niente di esagerato, fortunatamente, ma Moons of Madness lo abbiamo preferito proprio in quelle prime, radicali, battute iniziali.

Moonsofmadness 3

Grandi Antichi

L'avventura continua con semplici mansioni che serviranno a ripristinare energia e strumentazioni di bordo, attività che richiederanno spesso l'uso di oggetti che con lo stesso realismo di prima andranno manipolati in modo molto simile a quanto accade solitamente nella realtà virtuale (ed effettivamente Moons of Madness sarebbe perfetto visto e giocato attraverso un visore VR, e chissà che una compatibilità non spunti davvero in futuro). L'incedere dell'ora passata insieme a questo gioco Funcom è molto lenta: Moon of Madness non ha fretta di spaventare, eppure riesce ugualmente a caricare subito d'ansia. Le cose si complicano quando scopriremo di dover andare a disattivare alcune pompe dell'acqua sotto l'unità che ospita la serra della base. Da qui in poi, Moons of Madness inizia a proporre anche nuove ambientazioni piuttosto ispirate, mentre la sua anima soprannaturale prenderà man mano il sopravvento fino a quando non esploderà nel momento in cui rivelerà la sua presenza un aberrante creatura fatta di muscoli contorti e arti mozzati. Ma è proprio qui che si chiude la demo presente all'E3, quando tra le altre cose sarà finalmente chiaro che Moons of Madness utilizza la stessa lore di un altro gioco Funcom: The Secret World, l'MMO che tra leggende metropolitane e cultisti devoti ai Grandi Antichi, ha saputo inchiodare alla poltrona milioni di giocatori. Davvero niente male per un'avventura che sembrava in prima battuta piuttosto anonima, e niente male per una Funcom che, costantemente con l'acqua alla gola, riesce sempre a stupire con i suoi guizzi creativi e i suoi sforzi produttivi.

Moons of Madness uscirà ad Halloween su PC, Ps4 e Xbox One, ed è molto probabile che sarà proprio lui il gioco migliore su cui passare a denti stretti la prossima notte delle streghe. Al dolcetto e allo scherzetto, noi preferiamo di gran lunga i terrori dallo spazio, e voi?

CERTEZZE

  • Ottimo incipit
  • Straordinaria atmosfera

DUBBI

  • Un nemico alla Resident Evil?