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Outcast: A New Beginning, il ritorno di un open world divenuto culto

Abbiamo visto in anteprima Outcast: A New Beginning: dalle mani di Appeal nasce un soft reboot per un videogioco open world che è divenuto un piccolo cult.

ANTEPRIMA di Lorenzo Mancosu   —   11/08/2023
Outcast: A New Beginning, il ritorno di un open world divenuto culto
Outcast: A New Beginning
Outcast: A New Beginning
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Nel lontano 1999, lo studio Appeal concluse lo sviluppo di un particolare videogioco d'avventura edito sotto l'egida di Infogrames. Quel titolo si chiamava Outcast, e per certi versi rappresentò una vera e propria rivoluzione, avendo anticipato di oltre due anni Grand Theft Auto III nella costruzione di un ambiente open world tridimensionale su cui innestare una complessa esperienza d'azione. Nonostante la grande ambizione, l'opera andò incontro a un destino beffardo: trattata con clemenza dall'incedere del tempo, che l'ha trasformata in una sorta di piccolo cult, all'epoca vide tutti i suoi sogni infrangersi sulle scogliere del mercato, che fu spietato al punto da portare all'abbandono dell'idea di un sequel e alla conseguente bancarotta della compagnia.

Anni più tardi, quell'idea è tornata a fare capolino attraverso una timida campagna Kickstarter, anch'essa purtroppo destinata a spegnersi nel silenzio generale. Insomma, se da una parte c'è una nicchia che ha sempre considerato Outcast come uno fra i più lungimiranti pionieri della moderna filosofia open world, dall'altra ha costantemente dovuto confrontarsi con un pubblico disinteressato, nonché disabituato al voxel e forgiato dalle dozzine di esperienze che hanno infine evoluto quell'ispirazione.

Come si reimmagina, oggi, Outcast?
Come si reimmagina, oggi, Outcast?

Un enorme mondo aperto popolato da centinaia di personaggi e costellato di diverse opportunità di gameplay? Oggi si tratta di una non-notizia, praticamente dell'architettura più inflazionata in circolazione, ma all'epoca rappresentava qualcosa di inaudito: migliaia di appassionati, a dispetto degli insuccessi, continuano tutt'oggi a portare il viaggio di Cutter Slade sul palmo della mano. Ed è proprio per questo motivo che Appeal, non appena è entrata a far parte della famiglia di THQ Nordic, ha messo in cantiere il grande ritorno di Outcast, nel tentativo di trapiantare nel futuro una formula dimenticata nel passato.

È proprio così che ha preso forma Outcast: A New Beginning, il nuovo titolo definitivo della produzione che mira all'impresa di volare là dove al suo predecessore non è mai stato concesso, scommettendo proprio sulla straordinaria evoluzione di quel genere che l'antenato ha contribuito a costruire. In occasione del THQ Nordic Showcase abbiamo assistito a una presentazione a porte chiuse: ecco tutto quello che abbiamo scoperto nell'anteprima di Outcast: A New Beginning.

L'eredità del passato

Adelpha è tornato
Adelpha è tornato

Riportiamo per un attimo indietro le lancette dell'orologio: nell'originale Outcast, il Navy SEAL Cutter Slade - investito dal governo del compito di accompagnare un gruppo di scienziati - passava attraverso un varco dimensionale per raggiungere il mondo parallelo di Adelpha. Scopo della missione era la riparazione di una sonda terrestre colpevole di aver formato un buco nero sulla superficie del nostro pianeta; una premessa, questa, che spingeva Slade a respirare a pieni polmoni l'aria delle sei regioni di quel nuovo mondo, interagendo con tonnellate di indigeni e svelando lentamente tutti i misteri di Adelpha, assaporando una libertà estremamente rara da incontrare nelle esperienze sue contemporanee.

Annunciato qualche tempo fa sotto lo pseudonimo Outcast 2, quello che alla fine si chiamerà Outcast: A New Beginning sembra configurarsi come un progetto a metà strada fra il sequel e il soft reboot, avendo recuperato il personaggio di Cutter Slade per catapultarlo nuovamente nella dimensione parallela di Adelpha, pescando i migliori elementi dell'originale al fine di ricamarli su meccaniche di gioco moderne. Detto ciò, non è ancora chiaro quale sia effettivamente il legame fra i due titoli: i portavoce della compagnia ci hanno tenuto a sottolineare che si tratta di un'avventura che non necessita di alcun genere di conoscenza pregressa, e il cambiamento nel titolo del gioco è strettamente legato alla volontà di presentare un'esperienza destinata a ogni genere di giocatore.

Un enorme mondo parallelo

Il genere open world è cambiato tanto dalla rivoluzione portata nel 1999
Il genere open world è cambiato tanto dalla rivoluzione portata nel 1999

Alla fine della fiera, Cutter Slade si ritrova nuovamente naufragato sul pianeta Adelpha, e questa volta dovrà combattere un esercito di droidi invasori aiutando al tempo stesso lo strambo popolo dei Talan nei lavori di ricostruzione. L'elemento cardine del progetto, recuperato direttamente dall'originale, risiede nella libertà assoluta riservata al giocatore, che può esplorare l'ambientazione senza vincoli di sorta e sottostando unicamente ai suoi ritmi: anziché arrampicarsi in cima a delle torri, liberare avamposti di nemici, o fare affidamento su una più classica lista di attività, è possibile imboccare fin dall'inizio la direzione che si preferisce, visitando diversi villaggi e stringendo rapporti con gli indigeni senza un ordine prestabilito.

Lo scopo dello studio è quello di realizzare un'esperienza nella quale ogni attività è connessa con tutte le altre: a detta degli sviluppatori, aiutare i cittadini modifica in modo irreversibile la struttura di Adelpha attraverso un ricco tessuto di interdipendenze. A questo scopo, esiste una speciale mappa interattiva che mostra le varie connessioni fra missioni, bersagli da abbattere, insediamenti da liberare, obiettivi speciali e persino interazioni con la fauna, segnalando chiaramente le condizioni necessarie per raggiungere un certo livello di progressione. L'esempio concreto che ci è stato mostrato riguardava l'uovo di una creatura aliena: rispettando una serie di requisiti, l'uovo continua a crescere fino ad arrivare a schiudersi, e l'essere che ne fuoriesce può essere a sua volta allevato e trasformarsi in un potente alleato; i "poteri" a disposizione del protagonista, infatti, non sono altro che i risultati dell'aiuto che ha fornito ai villaggi e agli abitanti del pianeta.

L'azione ricopre un ruolo fondamentale
L'azione ricopre un ruolo fondamentale

Tutto questo si verifica nei confini del vasto mondo aperto di Adelpha, la cui struttura resta tuttavia ancora avvolta da una fitta coltre di mistero. Abbiamo avuto la conferma che esistono otto villaggi sottesi alla formula menzionata in precedenza, dei piccoli rifugi sicuri stretti nell'abbraccio di un'ambientazione affascinante e al tempo stesso ostile. Oltre alla fauna locale, che può dimostrarsi amichevole o aggressiva, s'incontrano infatti gli androidi che hanno invaso le varie regioni, intenti a pattugliare i magazzini delle basi d'acciaio o a scortare i carichi di risorse preziose. Si tratta di un'esperienza fortemente radicata nella formula dello sparatutto in terza persona, che rappresenta la prima fra le due maggiori meccaniche che siedono al cuore del gameplay.

La seconda, invece, è incarnata dal sistema di traversate, strettamente legato al jetpack e alla tuta alare che gestiscono la maggior parte dei movimenti di Cutter Slade. Questi strumenti consentono al protagonista di muoversi per lo scenario con una velocità straordinaria e pochissimi limiti, solcando le superfici dei laghi e sfrecciando in mezzo ai passi montani. Oltre ai punti d'interesse più ingombranti, come gli avamposti invasi di robot, capita di incappare anche in qualche attività collaterale, tra sezioni di parkour e piccoli percorsi da completare, sfruttando l'equipaggiamento aereo del protagonista al fine di raggiungere antichi altari dimenticati.

Tra armi e natura

Le fasi di shooting sono l'elemento che ci ha convinto di meno
Le fasi di shooting sono l'elemento che ci ha convinto di meno

Il sistema di combattimento di Outcast: A New Beginning ricalca la classica struttura dello sparatutto in terza persona, ed è fortemente radicato nella personalizzazione dell'equipaggiamento. Gli sviluppatori hanno posto l'accento sulla varietà e la modularità dell'arsenale, che è pensato per piegarsi a ogni esigenza del giocatore: ciascuna arma è dotata di decine fra moduli e modifiche che si possono cambiare e potenziare a piacere. L'offerta è corredata dalla presenza di uno scudo energetico, al quale si aggiunge la possibilità di sfruttare i succitati "poteri" ottenuti aiutando i villaggi, che si traducono in munizioni strettamente legate alla fauna di Adelpha; ci sono sciami di insetti pronti a divorare gli avversari organici, stormi di pterodattili volenterosi di bombardare dall'alto le torrette automatiche, persino nubi di spore capaci di generare un campo antigravitazionale.

Detto ciò, le fasi di shooting e il feedback dei colpi si configurano al momento come le componenti meno pulite dell'amalgama, aprendo a sezioni piuttosto anonime che ci hanno lasciato ben più d'un dubbio. Il livello dell'intelligenza artificiale emerso dalle sequenze mostrate, a tal proposito, si è presentato come una delle componenti meno rifinite, e se così fosse sarebbe un vero peccato, dal momento che ha sempre rappresentato il fiore all'occhiello dell'originale Outcast del 1999. Il combattimento d'azione sembra regnare sovrano a dispetto dell'innovativo approccio all'esperienza open world, pertanto è fondamentale che riesca a esprimersi al massimo del suo potenziale: il rischio più concreto è quello di confezionare un'esperienza ambiziosa ma ancora profondamente radicata nei più comuni cliché del genere.

Sarà una rivincita?

Resta da capire se Adelpha riuscirà a superare la prova del tempo
Resta da capire se Adelpha riuscirà a superare la prova del tempo

A chiudere il cerchio della presentazione ci hanno pensato le interazioni con gli abitanti di Adelpha, ancorate a un sistema di dialoghi a scelta multipla che richiamano molto da vicino la struttura di quelli incontrati in Mass Effect, non fosse per il fatto che per poter conversare con gli indigeni è prima necessario imparare il linguaggio extraterrestre. L'opera, in linea generale, mira a incarnare lo spirito della classica avventura sci-fi anni '80 - pescando dozzine di ispirazioni dal cinema e dai fumetti - per poi incorniciarle in un'atmosfera sospesa a metà strada fra Stargate e l'umorismo di Indiana Jones, una coppia di esempi ingombranti chiamata in causa proprio dagli sviluppatori.

Insomma, Outcast: A New Beginning è il frutto della volontà di riportare in vita un cult del passato al fine di imbrigliarlo nella formula moderna dell'action adventure in terza persona, per una durata di circa 35 ore. Il progetto, basato su una versione pesantemente modificata di Unreal Engine 4, si trova ancora in fase di sviluppo, pertanto non può ancora contare su una data di pubblicazione ufficiale. L'unica certezza risiede nella vicinanza di una versione beta, ed è possibile che a breve si dipani la nebbia che avvolge la finestra di lancio. Riuscirà Cutter Slade, a ventiquattro anni di distanza dall'istante dell'esordio, a trascinare un pubblico tutto nuovo sulle sponde di Adelpha? A oggi è impossibile anche solo formulare ipotesi di sorta, ma è sempre un piacere assistere a revival di questo genere.

Outcast: A New Beginning nasce investito di un compito difficilissimo: traghettare nel futuro una formula che più di tante altre ha scolpito nella pietra le regole dei videogiochi d'azione open world. L'opera originale, ormai divenuta oggetto di culto, non è mai riuscita a raccogliere risultati pari alla sua smisurata ambizione, ed è evidente che i ragazzi e le ragazze di Appeal siano spinti da una forte sete di rivalsa. Nel corso dei decenni, tuttavia, tale ispirazione creativa ha toccato vette difficilmente replicabili, abituando il pubblico ad architetture tanto innovative quanto stratificate. Riuscirà questo nuovo capitolo a raggiungere i traguardi che sono sempre sfuggiti al suo progenitore?

CERTEZZE

  • Approccio libero e non guidato al mondo aperto
  • La progressione sembra davvero innovativa
  • Adelpha è un mondo splendido

DUBBI

  • Fasi di shooting e IA sembrano molto ruvide
  • L'ennesimo open world in cui si viaggia velocemente?
  • Qualità delle attività tutta da verificare