Un mondo alieno abitato da tribù con un forte legame con la natura, truppe militari umane determinate a invaderlo per appropriarsi delle sue risorse e un soldato che si ritrova a vestire i panni del salvatore: sembra la trama di Avatar e invece è quella di Outcast, il classico sviluppato da Appeal nel 1999 che sta per tornare su PC, PS5 e Xbox Series X|S.
Nuovamente al comando dell'ex Navy SEAL Cutter Slade, che viene proiettato su Adelpha da un'energia misteriosa ed è subito chiamato a dimostrare di essere il guerriero della profezia, l'Ulukai, cercando di proteggere gli abitanti di questo pianeta dagli squadroni inviati a sottometterli, avremo a che fare con un open world dalla struttura tradizionale ma accattivante, forte di alcune idee piuttosto interessanti.
Abbiamo provato Outcast: A New Beginning per alcune ore e parlato con i producer Michael Paeck e Andreas Schmiedecker per capire dove ci porterà questo nuovo viaggio.
Storia: Cutter Slade è tornato
Seguito, reboot, soft reboot? "Tecnicamente si tratta di un sequel", ci ha spiegato Michael Paeck, descrivendo però la difficoltà di impostare il progetto in questa maniera per via del fatto che tantissimi utenti non erano ancora neppure nati ai tempi dell'uscita dell'originale Outcast e il team voleva evitare si generassero timori sulla necessità di conoscere quella storia per comprendere A New Beginning.
Si è dunque perso il "2" nel titolo che era stato immaginato inizialmente e sul piano narrativo i riferimenti al gioco del 1999 appaiono molto sfumati, ma ci sono: la nuova avventura di Cutter Slade comincia esattamente da dove si era conclusa quella precedente, il mondo di Adelpha non gli è sconosciuto sebbene il loop in cui si trova coinvolto sembri in qualche modo ripetere cose già accadute, pur sotto una luce differente.
Cosa sono tuttavia le visioni che il personaggio sperimenta in alcuni momenti? Frammenti di una vita che non ricorda di aver vissuto, di una famiglia che lo attende sulla Terra e che vuole disperatamente rivedere, il che lo porta a stringere un accordo con i Talan: lui si occuperà di difenderli dall'invasione e diventerà l'Ulukai di cui parlano le leggende, ma loro dovranno aiutarlo a tornare a casa.
I presupposti narrativi di Outcast: A New Beginning appaiono dunque relativamente semplici, sebbene le sorprese siano dietro l'angolo e l'interazione con gli abitanti di Adelpha vada ad arricchire la trama con una serie di vicende dai risvolti spesso divertenti, specie in combinazione con lo stile di Cutter e la sua natura da eroe dei film d'azione degli anni '90.
Struttura: un nuovo mondo?
Nel corso della presentazione tenuta dai due producer di THQ Nordic è stato subito chiarito quale fosse l'idea alla base di questo sequel: sperimentare tutto ciò che nel 1999 non era ancora possibile fare sul piano delle strutture open world, dunque riempire la mappa di biomi differenti e donarle uno sviluppo verticale che fin dalle prime battute conferisce all'esperienza una certa personalità.
Non è dunque un caso se le prime sequenze che ci sono state mostrate vedessero il nostro personaggio lanciarsi da una postazione in cima a una montagna e utilizzare la tuta alare per planare verso valle, lasciandoci ammirare gli scorci effettivamente suggestivi di un'ambientazione che rappresenta per molti versi il punto di forza di questa produzione.
Lo scenario della regione di Ganzaar, che fa da sfondo all'avventura, è discretamente ampio: circa otto chilometri quadrati, che potremo percorrere più rapidamente affidandoci al jetpack che Slade trova all'inizio della campagna e che ci consentirà di scivolare a mezz'aria in velocità, pur senza la possibilità di guadagnare quota.
Per quello dovremo necessariamente fermarci e ricorrere al doppio e triplo salto alimentato dai nostri propulsori, in una sorta di parentesi a piattaforme che fa spesso da preambolo al raggiungimento delle basi nemiche, ovviamente da ripulire e conquistare anche e soprattutto nell'ottica di ottenere nuove armi e modificatori.
Paeck e Schmiedecker ci hanno tuttavia spiegato che, per quanto tradizionale, il mondo aperto di Outcast: A New Beginning proverà a tenere alto il grado di varietà introducendo attività differenti rispetto al puro e semplice combattimento, che pure rappresenta un elemento cardine dell'esperienza: gare nei cieli, sfide a tempo, ritrovamento di specifici oggetti e attivazione di portali.
Questi ultimi ci consentiranno di coprire ampie distanze in un attimo, avvicinandoci di volta in volta ai sette villaggi presenti all'interno di questa regione di Adelpha per poterli visitare e interagire con gli abitanti attraverso una ruota dei dialoghi in stile Mass Effect, votata sia allo sblocco di nuovi incarichi che alla conoscenza del mondo alieno e delle sue tradizioni.
Gameplay: fra azione e tradizione
Un grosso sandbox votato tanto all'esplorazione quanto al combattimento: è questa l'idea alla base di Outcast: A New Beginning, che nell'ambito di una campagna da oltre trenta ore ci vedrà visitare i diversi territori della regione di Ganzaar, scoprirne i segreti, completarne le sfide e liberarli dalla presenza dei pericolosi invasori umani.
Il sistema di combattimento rappresenta dunque una componente fondamentale dell'esperienza, ed è per questo che i ragazzi di Appeal hanno cercato di renderlo il più solido e sfaccettato possibile. Cutter Slade può utilizzare diverse armi nel corso dell'avventura, ma soprattutto equipaggiare modificatori in grado di aggiungere interessanti funzionalità a ogni singola bocca da fuoco, dai colpi caricati ai missili a ricerca.
Questo genere di ricompense stimola senza dubbio la voglia di andarsene in giro ad aprire forzieri, e poco importa se per riuscirci bisognerà prima sterminare un piccolo esercito di soldati, droni e androidi, cercando di evitare il fuoco nemico grazie a uno scudo di energia che potremo usare anche come devastante oggetto contundente negli scontri corpo a corpo.
I producer di THQ Nordic ci hanno rivelato che una delle fonti di ispirazione per i combattimenti è stato lo spettacolare Vanquish di PlatinumGames, mentre le ariose funzionalità traversal su cui si basa la fase esplorativa del gioco prendono senz'altro qualcosa in prestito dalla serie Just Cause, pur cercando di conferire al personaggio una maggiore mobilità durante il volo.
Per la prova ci sono stati forniti alcuni salvataggi avanzati, di modo da sperimentare i potenziamenti e l'equipaggiamento di cui Cutter Slade entra in possesso durante le fasi finali della campagna, fondamentali per fare in modo che il protagonista possa affrontare le zone più pericolose della mappa. Alcune di queste feature le abbiamo viste in azione, ma in realtà non è stato difficile macinare qualche ora per raggiungere determinati momenti in piena autonomia.
Questo perché la pur tradizionalissima formula di A New Beginning funziona molto bene, intrattiene piacevolmente e punta su di una progressione che non è mai fine a sé stessa, anzi alimenta il gameplay aggiungendo man mano nuovi elementi e possibilità, lasciando che la verticalità dello scenario funga da faro e catalizzatore del nostro desiderio di spingerci sempre più in alto... magari per cavalcare enormi creature volanti.
Tecnica e sensazioni preliminari
Stabilite le intenzioni di Appeal per questo sequel, che non prova in alcun modo a rivoluzionare il genere degli open world bensì a celebrarne tanto i pregi quanto i difetti nell'ambito di un omaggio anche stilistico agli anni '90, quali sono i possibili intoppi? Stando alla nostra esperienza con il gioco, al momento i limiti della nuova avventura di Cutter Slade sono tutti puramente tecnici.
La meccanica principale della fase esplorativa, ovverosia l'uso del jetpack, non vanta ancora la solidità necessaria a rendere davvero spensierate le nostre scorribande nel mondo di Adelpha: il sistema si "incastra" quando si finisce in acqua e l'interazione con determinati ostacoli crea qualche macchinoso grattacapo, così come risultano un po' legnose (e scivolose!) le scalate a base di doppi e tripli salti.
Il sistema di combattimento ha dalla sua una buona resa degli impatti e tutte le sfaccettature a cui abbiamo accennato in precedenza, determinate dalla possibilità di sbloccare ed equipaggiare numerosi modificatori alle varie armi nonché di ottenere poteri speciali legati alle nostre attività di supporto nei confronti degli abitanti della regione di Ganzaar. Tuttavia gli manca ancora un pizzico di sicurezza, specie nei momenti più caotici.
Infine c'è la resa visiva, che prova a sfruttare una versione modificata dell'Unreal Engine 4 per consegnarci uno scenario davvero suggestivo, perdendo però di vista un aspetto fondamentale, sempre in primo piano: il design e le animazioni del protagonista, che mettono in campo soluzioni un po' troppo generiche e datate. È inoltre fondamentale su PC risolvere i problemi dell'ottimizzazione e dello stuttering, quest'ultimo davvero invasivo.
Outcast: A New Beginning è un progetto nato evidentemente dalla passione di Appeal e dalla voglia del team di rivisitare il suo grande classico, cercando di sfruttare le attuali tecnologie per fare tutto ciò che vent'anni fa non era semplicemente possibile. Alcune idee sul piano strutturale sono molto carine e si percepisce l'essenza di un open world in grado di dare tanto a chi vorrà esplorarlo con convinzione, sebbene determinati limiti tecnici impediscano all'esperienza di decollare davvero: i prossimi mesi saranno cruciali per smussare questi spigoli in tempo per il lancio.
CERTEZZE
- Un open world classico ma affascinante
- Diverse idee interessanti
- Il sistema di combattimento ha il suo perché
DUBBI
- Diverse meccaniche andrebbero rifinite
- Alcuni limiti tecnici importanti
- Varietà ancora tutta da verificare