A volte il mondo delle console può essere estenuante per gli appassionati di videogiochi perennemente online. La cultura dell'hype porta a inseguire tecnologie sempre nuove, videogiochi sempre più costosi, che puntano tutto sulla grafica e su marketing aggressivi.
Esiste però una console che è completamente estranea a questi meccanismi, su cui escono giochi di ogni genere e che da anni ha un supporto continuo da parte di sviluppatori. Si chiama Pico-8, una console "immaginaria" in circolazione da una decina di anni, ma che non ha mai avuto tanto spazio sulle grandi riviste e i siti di settore.
Cos'è Pico-8?
Perché abbiamo definito Pico-8 una console "immaginaria"? Perché non si tratta di un hardware tradizionale, non è un oggetto fisico come Nintendo Switch o come la PlayStation che avete a casa.
È quella che viene definita una "fantasy console", una console di fantasia che imita il comportamento, le regole e i limiti di una piattaforma da gioco reale: gli sviluppatori possono creare dei giochi pensati per questa piattaforma, e gli appassionati possono scaricare e giocare a questi giochi, o condividerli con gli amici. Per dirla in parole semplici, è un emulatore di una console che non esiste, ma per cui vengono create continuamente nuove ROM. È facile bollare il Pico-8 come una specie di "hipsterata" per sviluppatori indie pretenziosi o giocatori che vogliono fare a tutti i costi gli alternativi, ma in realtà è più interessante di così.
Come nasce Pico-8?
Pico-8 è stato realizzato nel 2015 da Joseph "Zep" White, uno sviluppatore neozelandese che anni fa si trasferì a Tokyo e che con sua moglie aprì diversi anni fa un coffee shop chiamato Pico Pico Cafe. Per chi se lo stesse chiedendo, "pico pico" (ピコピコ) è il suono onomatopeico che i giapponesi usano per indicare gli effetti sonori dei vecchi videogiochi.
Un po' come quando sui fumetti occidentali leggete "blip blop" o "bip bip". Il numero 8 in Pico-8 è invece a indicare il fatto che si tratta di una console a 8 bit. Con la sua etichetta Lexaloffle Games, White stava creando alcuni strumenti per sviluppare videogiochi, e tra questi c'era Voxatron, un prototipo che era a metà tra un sandbox e un editor per creare videogiochi in 3D coi voxel. È da una costola di questo prototipo che è nato Pico-8: un editor per creare giochi che avesse determinate restrizioni, un linguaggio di programmazione preciso e una specie di negozio dove trovare i giochi pubblicati. Esattamente come fosse una vera console.
I giochi sviluppati per Pico-8 dovevano avere una risoluzione di 128x128, una palette di 16 colori e un massimo di 4 canali per l'audio. Gli sviluppatori avrebbero avuto degli strumenti per creare sprite, mappe e brani musicali, ma i giochi non potevano pesare più di 32 Kb (kilobyte): in pratica quanto la più piccola cartuccia del primo Game Boy. Imporre delle restrizioni così stringenti non serviva solo a titillare i fanatici del retrogaming (anche), ma era un invito a essere creativi e pensare fuori dagli schemi.
È risaputo quanto i limiti delle vecchie tecnologie abbiano spinto programmatori, grafici, musicisti e game designer a trovare delle soluzioni alternative e dei trucchetti per innovare nei propri giochi: si pensi alla tridimensionalità di Wolfenstein 3D o alle animazioni disegnate in rotoscopia di Prince of Persia, o a come i creatori di Pokémon Oro/Argento siano riusciti a far stare un'avventura così grande in una singola cartuccia del Game Boy Color. Per questo motivo attorno al Pico-8 si è formata una community di sviluppatori appassionati che provano a spremere questa console immaginaria in tutti i modi: c'è chi ha ricreato giochi come Doom e Star Fox, e chi ha fatto una versione in 2D di No Man's Sky, con tanto di viaggi intergalattici ed esplorazione planetaria.
Non meno interessanti sono però i videogiochi completamente originali, il più famoso dei quali è probabilmente Celeste: nato originariamente come gioco per Pico-8, il platform di Maddy Thorson e Noel Berry è stato poi espanso e portato su PC e console, dove è diventato uno dei giochi indie più apprezzati degli ultimi anni.
Le altre fantasy console
Pico-8 non è assolutamente né la prima né l'unica "fantasy console" in circolazione. Nel 1977 venne infatti sviluppato CHIP-8, mentre lo stesso Lexaloffle Games è al lavoro su Voxatron, focalizzato sui giochi 3D coi voxel. Come alternativa a Pico-8 esistono Tic-80 e PV8, molto simili, ma con limitazioni meno rigide per gli sviluppatori. Ce ne sarebbero tanti altri, ma Pico-8 resta indubbiamente quella più popolare e supportata.
Come funziona
Sul sito ufficiale di Pico-8 si trova tutto quello che serve per iniziare a giocare. Volendo è possibile acquistare per 15$ la versione software di Pico-8 così da trasformare qualsiasi computer Windows, Mac, Linux e anche Raspberry Pi in una versione fisica della console.
È un buon modo anche per supportare il progetto, ma non è necessario, visto che tutti i giochi possono essere giocati direttamente all'interno del browser, oppure esistono degli emulatori per le piattaforme su cui non esiste una versione ufficiale di Pico-8. Per esempio, su iPhone si può giocare con Pico-8 tramite Safari, mentre su un dispositivo Android si possono usare emulatori come P8GO e Fake-08, e su Steam Deck si può installare la versione nativa per Linux.
Questo vuol dire che si può accedere ai giochi di Pico-8 in qualsiasi momento sia a casa, sia in portabilità, sia che si utilizza un computer o un qualsiasi dispositivo con un browser collegato a internet. Si può giocare col touch screen del cellulare, con la tastiera del PC o ovviamente con un controller fisico. La versione ufficiale di Pico-8 ha anche un suo browser interno chiamato Splore, che permette di scoprire e scaricare facilmente i migliaia di giochi che sono stati creati per la piattaforma.
Uno degli aspetti più interessanti del Pico-8 è proprio il modo in cui vengono distribuiti i giochi. Ufficialmente si chiamano Carts, "cartucce", un'altra strizzata d'occhio alle console reali, ma anche in questo caso di fisico non c'è niente. I giochi sono dei file in formato .PNG, e se li si sfoglia dal computer sembrano a tutti gli effetti delle normali immagini. Il fatto che queste immagini ricordino delle vere cartucce (un po' come quelle di Nintendo DS o Switch) è una finezza che riesce a creare una strana affezione verso quelle che sarebbero delle semplici ROM, ma la parte migliore è che il codice del gioco è nascosto all'interno dei bit dell'immagine. È quella che si chiama steganografia, ovvero la tecnica di nascondere delle informazioni all'interno di un altro messaggio, o come in questo caso, dei dati digitali all'interno di altri dati digitali.
Ogni pixel dell'immagine .PNG è composto da sequenze di numeri che determinano il colore, e da questa sequenza il Pico-8 isola i bit meno importanti, che messi assieme formano il codice, le grafiche e le musiche del gioco. Non a caso queste immagini hanno una risoluzione di 205 x 160 pixel, ogni pixel in questo caso corrisponde a un byte permettendo così di avere una capacità massima di 32800 byte, ovvero i 32 Kb di limite a cui vi ho accennato prima. La prova è che se si guarda da vicinissimo le immagini si nota che c'è del rumore che è sempre diverso in ogni immagine.
Nascondere i giochi all'interno delle immagini è un ottimo aneddoto da snocciolare in una cena tra nerd, ma ha anche altri risvolti positivi per chi gioca: i giochi - che in questo modo pesano pochissimo - possono essere condivisi tra amici come se si condividessero delle normali immagini, e sono riconoscibili "a occhio" dall'anteprima del file, prima ancora di leggerne il nome. Soprattutto, crea una certa affezione al gioco prima ancora di avviarlo, quasi come se quel file avesse un più valore rispetto a una qualsiasi ROM del Game Boy solo perché ha una specie di copertina.
Giochi da provare
Se avete intenzione di provare qualche gioco per Pico-8, ma non sapete da quale iniziare, vi suggeriamo una selezione di alcuni tra quelli che per un motivo o per un altro ci sono piaciuti di più.
8 Legs to Love
8 Legs to love è un piccolo gioco arcade in cui sei un ragno che deve catturare e mangiare altri insetti. Ogni livello è diviso in due fasi, nella prima bisogna tessere la ragnatela saltando da una parte all'altra e nella seconda bisogna correre tra i vari filamenti per raggiungere gli insetti prima che possano liberarsi. Ogni livello introduce sempre più pericoli e imprevisti, come vespe pronte ad attaccare o pozzi d'acqua in cui cadere.
Just One Boss
Just One Boss è in sostanza un lungo combattimento contro (l'avete capito) un unico boss. Ricorda alcuni scontri di Undertale, complice una musica in sottofondo che ti rimane in testa. Bisogna schivare i suoi colpi mentre ci si sposta su delle tessere luminose, un obiettivo che si fa via via sempre più difficile man mano che vengono introdotte nuove meccaniche e il boss si destreggia in attacchi sempre più imprevedibili.
Woodworm
L'idea dietro Woodworm è semplicissima: è un puzzle game in cui se un piccolo verme; in ogni livello ti trovi davanti a una forma che devi ricreare mangiando e scavando in un blocco di legno. All'inizio sembra semplicissimo ma poi diventa molto cervellotico, restando comunque rilassante.
Solitomb
Se siete fan di Balatro dovreste provare Solitomb. È un mix tra un roguelike e il classico Solitario, e funziona esattamente come vi potete immaginare: spostate le carte una sopra l'altra seguendo più o meno le regole del Solitario, ma facendo in modo di combinare i simboli che permettono di attaccare e difendersi durante ogni combattimento. Ci sono personaggi sbloccabili, abilità speciali, tesori da accumulare. Ne stanno sviluppando anche una versione espansa che arriverà presto su Steam.
Birds with Guns
Immaginate una specie di Hotline Miami con protagonisti degli uccelli armati fino ai denti. Il risultato è Birds with Guns. Una volta scelto il vostro uccello preferito, si passa all'azione. Si attraversano i livelli raccogliendo pistole, mitragliatrici, bazooka e fucili da cecchino, schivando i proiettili dei nemici e usando casse, porte e scrivanie come copertura. È stupido, nosense ma anche parecchio divertente.
Praxis Fighter X
Nella lista non può mancare un classico sparatutto a scorrimento e Praxis Fighter X è secondo me il migliore per Pico-8. La pixel art è parecchio curata, così come la musica, ma il punto di forza è nell'ottimo feeling dei controlli, così come un tasso di sfida che si fa veramente impegnativo. Si hanno a disposizione solo 3 tentativi per finire il livello e battere il boss, dopodiché si ricomincia da capo. Quindi rimboccatevi le maniche.
Golf Sunday
Ci sono un miliardo di videogiochi di golf là fuori ma Golf Sunday riassume perfettamente l'anima di Pico-8: è minuscolo, semplice e rilassante, ma allo stesso tempo anche un po' pazzo. Non bisogna tenere in considerazione pendenze, tipi di mazze o la direzione del vento: bisogna semplicemente lanciare la palla in buca, ma l'idea molto carina è che bisogna muovere il personaggio da una buca all'altra, a piedi oppure guidando dei caddy. E certe volte la situazione può sfuggire un po' di mano, col caddy che finisce in acqua o che ostacola la pallina.
Celeste 2
Celeste 2 è praticamente il seguito ufficiale di Celeste, realizzato dagli autori originali del gioco. Come il primo Celeste è un platform 2D impegnativo e in cui bisogna scalare una montagna, ma anziché fare degli scatti a mezz'aria come nel vecchio gioco, in questo caso si usa un arpione per potersi agganciare ad alcune pareti. Forse è meno raffinato del primo, ma se vi siete chiusi con Celeste e volete giocare qualche livello in più, accomodatevi.
Per sviluppatori e giocatori
Dalla grafica dei giochi e le limitazioni del Pico-8 è facile pensare che parliamo di una piattaforma indirizzata soprattutto ai nostalgici e agli appassionati di retrogame. È ovvio che chi è cresciuto coi giochi del NES, del Game Boy e del Super Nintendo potrebbe provare un'affinità particolare per Pico-8, ma sono convinto che il fascino di questa console immaginaria non si fermi all'estetica retro.
C'è chi pensa che essere appassionati di videogiochi voglia dire o seguire i nuovi trend, le nuove uscite e i migliori giochi dell'anno, oppure rintanarsi nella nostalgia e giocare alle vecchie glorie del passato, quando i giochi erano più semplici. Una distinzione fin troppo semplicistica, ma se vogliamo abbracciarla possiamo immaginare il Pico-8 come una via di mezzo; o meglio ancora, come un'alternativa, in cui c'è una community di sviluppatori e di giocatori vivace e accogliente e una libreria che si arricchisce continuamente di nuovi giochi che sì, hanno l'aspetto di giochi di trent'anni fa, ma vengono realizzati con l'esperienza e con la sensibilità di oggi.
Attorno a Pico-8 vengono fatte game jam, ci sono riviste online e gruppi di sviluppatori, e ovviamente tantissimi tutorial per chi vuole fare il passo successivo e provare a creare un proprio gioco. Forse la cosa che più di tutte avvicina Pico-8 alle console del passato è il fatto che i suoi giochi hanno un look riconoscibile proprio grazie a queste limitazioni: oggi i giochi appaiono in maniera più o meno identica sia che li giocate su PC, Xbox Series X o PlayStation 5, ma un tempo era molto facile riconoscere un gioco per Game Boy, uno per PlayStation, o uno per DS, proprio per via delle limitazioni tecniche di ogni hardware. E lo stesso vale per i giochi del Pico-8.
Se siete incuriositi da Pico-8 il consiglio è di andare sul sito ufficiale e provare qualche gioco direttamente dal browser. A prescindere che siate degli appassionati di retrogaming, dei giocatori navigati in cerca di qualcosa di nuovo o, perché no, magari vi piacerebbe realizzare il vostro primo gioco, questa console di fantasia è la dimostrazione che a volte si può fare davvero tanto con molto poco. Anzi, con molto pico.