Come presentare al pubblico il nuovo capitolo di una serie di culto come Silent Hill? Hideo Kojima è a casa, fa zapping in televisione a tarda notte. Quando capita su un canale che trasmette un film dell'orrore è indeciso se fermarsi o passare oltre. Lui, solitamente, non guarda film horror, a meno che non straveda per il regista o per gli attori coinvolti. È un cinefilo, e questo lo sanno tutti, ma è anche uno che si spaventa facilmente.
Di notte poi... la sensazione di non sapere cosa aspettarsi da un film di cui non si conosce nulla, né il titolo, né le maestranze coinvolte, lo terrorizza ancora di più. Ed è così che ha l'epifania di come presenterà al pubblico il suo Silent Hills.
Un’estate di dieci anni fa
Questa storia inizia nell'estate del 2014, anzi, più precisamente il 12 agosto 2014. Oggi, ma dieci anni fa. Si chiude un'edizione non proprio magnifica di una Gamescom senza particolari scossoni. D'altronde le console di nuova generazione, PlayStation 4 e Xbox One, sono arrivate appena l'anno precedente e spazio per annunci eclatanti non ce n'è. C'è giusto un teaser che ha catturato l'attenzione del pubblico. Un videogioco intitolato P.T. che si è presentato in modo un po' dozzinale: una piccola sequenza di gioco e poi qualche reazione di chi ha avuto modo di testarlo in anteprima mentre si prodiga in urla da record.
È meno di un minuto, e la prima cosa che viene in mente guardandolo è che siamo nel pieno del periodo in cui YouTube è preso d'assalto da migliaia di creator che fanno a gara a chi si spaventa di più giocando l'horror del momento. In pratica, questo P.T., realizzato dallo sconosciuto 7780s Studio (che si scopriranno essere i chilometri quadrati che compongono l'area di Shizuoka, la prefettura che ha dato il nome a Silent Hill), sembra solo un altro pretesto per aumentare il contatore delle views degli YouTuber. Missione riuscita per Kojima: nessuno sa cosa aspettarsi.
Kojima è un genio e questo è certo, e come ogni grande artista è anche un grande bugiardo a cui piace prendersi gioco delle aspettative del pubblico. Lo ha già fatto in passato: nel 2001 ha coinvolto il suo pubblico in una delle campagne mediatiche di disinformazione più eclatanti della storia dei videogiochi, vendendo loro un titolo del quale non conoscevano nemmeno il protagonista, ovvero Metal Gear Solid 2. Nel 2012 ha inventato un'azienda fittizia, Moby Dick Studio, e un personaggio assurdo di nome Joakim Mogren (Joakim è l'anagramma di Kojima), per presentare un videogioco dal titolo The Phantom Pain, che poi si è rivelato essere Metal Gear Solid 5.
Nelle sue intenzioni P.T. è un concentrato di enigmi e segreti talmente complessi che serviranno mesi per risolvere il mistero. Ma le cose non vanno proprio come ha sperato, perché forse il pubblico si è fatto più furbo dai tempi di Metal Gear Solid 2, o forse quegli enigmi non sono così difficili, e il mistero di P.T. viene svelato in pochi giorni.
Questo gioco non può farti male
Se P.T. fosse stato solo un pretesto per spaventare il pubblico e fare milioni di visualizzazioni su YouTube, probabilmente sarebbe finito qui. Ma quello che succede dopo che Lisa (questo è il nome del fantasma) ti acchiappa è il vero cuore del labirinto. Il motivo per il quale esiste P.T., ovvero annunciare Silent Hills.
I loop successivi sono ancora più assurdi e spaventosi, e soprattutto cominciano a susseguirsi eventi sempre più metareferenziali che si rivolgono direttamente al giocatore. Le luci del corridoio cambiano colore, il videogioco finge un crash con una schermata di errore che recita: "questo è un gioco di pura fantasia. Non può farti male in alcun modo". Strani glitch grafici deformano l'immagine e scritte inquietanti compaiono sulle pareti. Se si riesce a decifrare l'enigma che Kojima ha ordito, si sente un telefono squillare e una voce dall'altro capo della cornetta: "sei stato scelto". Solo a quel punto la porta della casa si apre e arriva la rivelazione finale: P.T. è un teaser giocabile, un Playable Teaser, del nuovo Silent Hill diretto da Hideo Kojima.
Finalmente l'estate del 2014 trova il suo argomento di discussione: Hideo Kojima ha in mano il nuovo Silent Hill. I nomi coinvolti sono internazionali. Il protagonista sarà Norman Reedus, la star di The Walking Dead, il gioco sarà co-diretto da Guillermo Del Toro, uno dei registi del fantastico più apprezzati al mondo e, dalle indiscrezioni che emergono, avrà un ruolo persino il mangaka Junji Ito, che con i suoi incubi sul quotidiano è un'ispirazione per la saga sin dal primo capitolo.
Una strana storia
Non c'è niente in P.T. che a livello concettuale non sia mai stato utilizzato da altri videogiochi. La trovata del protagonista inerme che ha a che fare con elementi soprannaturali era già esplosa con Amnesia e Penumbra, e continuata con Outlast. Anche l'idea della casa come posto sicuro che viene corrotto da forze esterne, al punto da divenire un inferno, è un ribaltamento delle aspettative tipico degli horror. Nei videogiochi ci avevano pensato Fatal Frame, il primo Resident Evil e, per restare in tema, Silent Hill 4: The Room.
È il come che ha fatto la fortuna di P.T.: l'idea del loop è stata analizzata nel corso degli anni da chi è riuscito a "smontare" il videogioco e a svelare tutti i segreti, scoprendo per esempio che il fantasma di Lisa si trova sempre alle spalle del videogiocatore, e che i corridoi interessati dal ciclo di esplorazione sono in realtà due mappe ben distinte che si attraversano alternativamente. Ma è proprio l'idea di essere incastrati in un labirinto lineare che ha affascinato i giocatori di P.T., che ci si trovi all'interno di una sorta di escape room che è anzitutto mentale. Una prigione dell'anima. E poi, ovviamente, il fatto che sia costruito in maniera perfetta: tempi, messa in scena, scelte artistiche e una certa casualità che gli danno una visione da vero e proprio incubo a occhi aperti.
Manella città di Silent Hill, New England, che negli anni ha attraversato una mezza dozzina di interpretazioni diverse, prima purgatorio e poi inferno, le cose non finiscono mai bene. E così, anche questa storia è destinata a un epilogo amaro. L'anno successivo succedono in sequenza due colpi di scena clamorosi: prima Konami licenzia Kojima e cancella il progetto, e poi tira via dal PlayStation Network il Playable Teaser, di fatto rendendolo non più disponibile al download.
Le conseguenze immediate sono che eBay si popola di migliaia di aste di console con P.T. ben al sicuro nell'hard disk, e che l'esperimento di Kojima diventa una chimera. Uno di quei progetti che non vedranno mai la luce, ma il cui potenziale inespresso infesterà come un fantasma il mondo dei videogiochi per anni.
L’eredità di P.T.
Che P.T. non fosse Silent Hills lo ha detto anche Kojima in numerose interviste. Non sappiamo, e forse non sapremo mai, quanto di quel teaser sarebbe stato nel gioco vero e proprio. Sappiamo però che qualcosa è sopravvissuto all'interno di Death Stranding, non fosse altro che per la straordinaria collaborazione con molti degli artisti coinvolti nel titolo horror. E per certo sappiamo che P.T. nel suo essere un progetto fuori da ogni schema, ha piantato le radici nell'immaginario collettivo, influenzando per una decade molti progetti.
Impossibile non citare i videogiochi postumi che gli sono più vicini concettualmente. Allison Road, per esempio, prendeva ispirazione in modo dichiarato. Purtroppo è finito anche lui nel gorgo dei titoli che non vedranno mai la luce, ma dalle sue ceneri è nato un altro videogioco intitolato Supernormal, che invece è uscito quest'anno, nel 2024.
Visage è forse il successore spirituale più fedele di quello che abbiamo visto in P.T. e ne riprende persino parte dell'incipit narrativo: un uomo si macchia del terribile omicidio dell'intera famiglia. I corridoi della casa diventano un labirinto dell'anima, un luogo di espiazione attraverso cui rivivere l'incubo del quotidiano.
Anche progetti più grandi come Resident Evil 7 hanno subito una forte influenza da P.T. in ben due direzioni: la prima è la scelta di ambientare la parte iniziale all'interno di una casa ordinaria, costruendo la tensione su telefoni che squillano, porte che si aprono, corridoi bui e stanze inghiottite dal buio. La seconda è la volontà di realizzare una demo che, un po' come P.T., si gioca sulla circolarità e sul pensiero laterale. Da segnalare che anche la sezione di Casa Beneviento in Resident Evil Village sembra molto ispirata a P.T., tanto nelle atmosfere quanto nella rielaborazione horror del concetto di maternità.
Infine, tra le tante uscite, ci piace ricordare Layers of Fear di Bloober Team, perché in un certo senso rappresenta una chiusura del cerchio. Layers of Fear è stato il primo vero successo commerciale per Bloober Team che ora sta lavorando al remake di Silent Hill 2, il capitolo più amato della saga.
Quanto a P.T. sono ormai anni che se ne sono perse le tracce, in ogni senso possibile. Alcuni fan hanno provato a replicarlo in maniera amatoriale, ne hanno realizzato un corto in live action molto suggestivo. Hanno provato a spiegarsi la cancellazione, arrivando ad ardite teorie del complotto. È uno dei misteri che più intriga la rete da quella calda estate del 2014. A dieci anni da quel 12 agosto possiamo dire che forse Silent Hills non esisterà mai, ma P.T. è stato un'esperienza difficile da definire. Una demo, o forse un teaser, o forse un videogioco a sé. Proprio per la sua mutevolezza e inafferrabilità sarà per sempre affascinante.