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PUBG: 5 elementi che lo rendono il miglior battle royale in circolazione

Cinque cose per cui PUBG è ancora un fenomeno

SPECIALE di Giorgio Melani   —   23/11/2018
PUBG: Battlegrounds
PUBG: Battlegrounds
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È piuttosto evidente che PUBG sia un gioco controverso, fortemente polarizzante e probabilmente criticato anche (e in questo caso con solide basi di conoscenza) da quella stessa utenza che ci passa sopra delle grandi ore. In ogni caso, resta uno dei titoli in assoluto più giocati in multiplayer, a guardare la quantità di copie vendute e l'utenza attiva - anche su base mensile - da diverso tempo a questa parte, con molti che lo considerano ancora il miglior sparatutto in stile battle royale presente sul mercato, nonostante il genere si stia velocemente affollando di concorrenti. È chiaro che su alcuni aspetti non possa competere con lo strapotere di Fortnite, vista la presenza di quest'ultimo su tutte le piattaforme, il suo appeal più improntato al pubblico di massa e adattabile anche agli utenti più giovani, e infine soprattutto il fatto che il gioco Epic sia un free-to-play, mossa praticamente imbattibile ma a cui la recente introduzione nell'Xbox Game Pass potrebbe fare da contraltare, in parte.

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Eppure, anche proprio dalla maggiore selettività all'ingresso data dal prezzo di accesso e dallo stile decisamente meno amichevole che lo caratterizza, PUBG è rimasto una sorta di gioco di culto, in un certo senso considerato più hardcore rispetto all'impostazione mainstream del concorrente diretto. Esaminiamo dunque qui le ragioni di chi considera PUBG il miglior sparatutto battle royale presente sulla scena videoludica, mettendo insieme cinque punti su cui il gioco Bluehole può obiettivamente contare per sovrastare la concorrenza, anche se la valutazione complessiva ovviamente resta sempre soggettiva. Diciamo che chi considera prioritari, o comunque più confacenti ai propri gusti di videogiocatore, i cinque punti riportati sotto allora trova sicuramente in PUBG un videogioco più adatto al proprio palato. L'introduzione di PUBG nel catalogo di Xbox Game Pass rappresenta un passaggio importante nella storia del gioco Bluehole, perché lo introduce a un pubblico più vasto oltre a caratterizzare con un titolo molto peculiare l'offerta dei giochi scaricabili gratuitamente da coloro che hanno sottoscritto l'abbonamento al servizio Microsoft.

Le mappe

Può sembrare banale, ma se si considera lo standard imposto da Fortnite, il fatto che PUBG offra ben tre mappe molto più ampie dell'unica presente nel gioco Epic rappresenta di per sé già un notevole vantaggio in termini di varietà e caratterizzazione delle ambientazioni. Il tutto va calato all'interno dello stile realistico imposto al gioco, pertanto ogni mappa non può avere le variazioni folli visibili in Fortnite ed è necessariamente più coerente con lo scenario dominante. In ogni caso, la classica Erangel ispirata ai territori dell'ex-Unione Sovietica con la sua superficie di 8x8 chilometri, il deserto messicano di Miranmar della stessa estensione e la nuova Sanhok con i suoi 4x4 chilometri di giungla asiatica rappresentano una gran bella dotazione in termini di ampiezza e varietà di scenografie per gli scontri in battle royale, considerando che anche la più piccola delle tre è molto più vasta di quanto è possibile trovare in altri titoli simili.

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Ambientazione realistica

Qui la questione si fa più soggettiva, ma se per uno shooter battle royale si preferisce un'ambientazione di stampo realistico piuttosto che il caricaturale e cartoonesco, allora PUBG è la scelta migliore. La scelta di adottare uno stile verosimile può essere ovviamente un'arma a doppio taglio, perché se non si investe pesantemente nella cura del comparto grafico i risultati possono essere alquanto disastrosi. Da questo punto di vista, una scelta dal taglio più sbarazzino consente di alleggerire la grafica attraverso soluzioni più semplici e magari sostenere meglio le performance, che su PUBG sono state a lungo (e su console continuano ad esserlo, in certi casi) un punto debole del gioco. Tuttavia, non c'è dubbio che alcuni scorci nelle mappe di PUBG siano decisamente affascinanti, oltre a creare un clima più teso e coinvolgente con il suo aspetto realistico. Alcuni aspetti nella resa delle luci e dei materiali, oltre ad effetti grafici applicati, rendono il gioco Bluehole interessante anche sul fronte tecnico, sebbene ci sia ancora da lavorare sulla stabilità.

Veicoli

La notevole ampiezza delle mappe ha fatto in modo di poter integrare alcuni veicoli per lo spostamento all'interno di PUBG, che sono diventati in breve un vero e proprio elemento caratterizzante per il gioco. L'utilizzo di auto e moto nelle mappe di PUBG rappresenta un elemento strategico di grande importanza, anche perché la lunghezza degli spostamenti a volte non consentirebbe una velocità adeguata a liberare per tempo un'area che sta per essere posta off-limits o semplicemente raggiungere luoghi più sicuri. Tuttavia, bisogna considerare che un veicolo ci rende necessariamente più visibili agli occhi dei nemici, oltre al fatto di dover tenere conto del loro strano comportamento in termini fisici, che può portare anche a risultati piuttosto comici. In ogni caso, inserire la meccanica della guida all'interno del flusso di gioco da sparatutto standard funziona perfettamente come elemento di varietà e stacco, oltre a dare la possibilità di imprimere variazioni di ritmo sostanziali al gameplay.

PUBG: 5 elementi che lo rendono il miglior battle royale in circolazione

Armi e meccanica sparatutto

La sua discendenza da ArmA determina una serie di caratteristiche peculiari per PUBG che lo avvicinano, in termini di riproduzione e gestione delle armi, gunplay e loro comportamento anche in termini di fisica, a una simulazione vera e propria. Da questo punto di vista, il gioco propone un approccio decisamente realistico allo scontro, sebbene il contesto in cui viene calato abbia ovviamente poco del simulatore militare da cui il titolo è inizialmente nato. In ogni caso, l'appassionato di sparatutto ad ambientazione bellica sa ben apprezzare la riproduzione delle armi e del loro sistema di fuoco all'interno di PUBG, una sua caratteristica piuttosto peculiare. Allo stesso modo, è singolare anche la possibilità di passare dalla prima alla terza persona all'occorrenza, cosa che di fatto propone due impostazioni piuttosto diverse insieme, consentendo di passare in ogni momento dallo sparatutto in terza persona, con la sua visuale più ampia e il controllo più preciso sull'interazione con gli scenari, alla soggettiva classica dell'FPS.

Tensione

Se c'è una cosa su cui PUBG ha pochi rivali è quella tensione tipica che ha reso famosa, almeno in un primo momento in cui era ancora limitato a un circolo più stretto di appassionati, la battle royale videoludica. Non si tratta solo di una questione stilistica: è vero che il look faceto di Fortnite stempera molto l'atmosfera del gioco, ma la competizione c'è tutta. Solo che viene vissuta in maniera diversa, anche a causa dei ritmi e degli spazi differenti in cui ci si trova a giocare. Sarà anche per il livello mediamente più tecnico dei giocatori che sono rimasti attivi su PUBG e sull'utilizzo più strategico delle armi (laddove Fortnite compensa magari con la sua caratteristica del crafting), ma è difficile trovare altrove quell'atmosfera da sopravvivenza estrema, quel ritmo cadenzato che alterna momenti di attesa e di temporeggiamento a fiammate di gameplay, quando si decide di attuare qualche strategia particolarmente aggressiva e rischiosa che può decidere l'esito di una lunga partita in pochi secondi. Su questo aspetto, la tensione che PUBG è in grado di caricare sulle spalle dei giocatori rimane ancora qualcosa di molto peculiare per il titolo Bluehole.

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