Il percorso intrapreso da Rainbow Six: Siege non è stato lineare, anzi. Lo sparatutto tattico di Ubisoft, infatti, non è sempre stato un successo e soprattutto si è trovato di fronte alla necessità di mantenere sempre interessante e fresco il suo gameplay, così da conservare, se non accrescere le sue quote di mercato.
Uscito nel dicembre del 2015, in tutti questi anni Rainbow Six: Siege si è costantemente espanso e perfezionato, pur mantenendo inalterato il suo cuore. Abbiamo assistito a sperimentazioni a base di zombie che hanno dato vita a uno spin-off del calibro di Rainbow Six: Extraction (lo abbiamo recensito proprio in questi giorni), accolto nuovi operatori e visto lo svilupparsi di una scena competitiva capillare e preparata.
Se dall'esterno il progetto di Ubisoft può sembrare monolitico, in realtà al suo interno sono tante le figure che stanno provando a lasciare il segno sull'evoluzione di R6S. Negli ultimi due anni Rainbow Six: Siege è stato il gioco di Leroy Athanassoff, il Creative Director a capo del progetto. Nelle scorse settimane, però, Athanassoff ha annunciato di voler abbandonare la sua posizione.
Perchè? Chi prenderà il suo posto? Proviamo a spiegarvelo nello speciale Rainbow Six: Siege, inizia l'era di Alexander Karpazi.
Leroy Athanassoff
Leroy Athanassoff è stato Creative Director di Rainbow Six: Siege dopo aver ricoperto per due anni il ruolo di Game Director. Si tratta di un veterano di Ubisoft: era entrato nell'azienda per lavorare a Splinter Cell: Blacklist e Watch Dogs 2. Nel maggio del 2020 aveva preso il posto del Direttore Creativo originale, Xavier Marquis.
Si tratterà, però, di un addio consensuale. Dalle parole di Athanassoff, infatti, non si leggono rancori e anzi il veterano continuerà a lavorare all'interno di Ubisoft, su di un progetto non ancora annunciato.
"Volevo farvi sapere che, per motivi personali, lascerò il mio ruolo di Direttore Creativo di Siege per perseguire altre opportunità all'interno di Ubisoft. Non è una decisione che ho preso alla leggera: amo questo gioco e questa community e sono immensamente orgoglioso di tutto ciò che il nostro team ha realizzato insieme negli ultimi due anni" ha detto Athanassoff sul blog del gioco. "Sono però sicuro che sia la scelta giusta, e in ciò ho il conforto del pieno appoggio del team. Non preoccupatevi, non sparirò dalla circolazione e ho la sensazione che la mia avventura con questo incredibile gioco sia tutt'altro che finita."
Come è stato in passato, infatti, la scelta di direttore creativo è stata fatta nel nome della continuità.
Alexander Karpazis
Come abbiamo detto in apertura, Alexander Karpazis è l'uomo che prenderà il posto di Athanassoff. Karpazis ha cominciato a lavorare su Rainbow Six: Siege nel 2017 e negli ultimi due anni era l'Art Director del gioco. Si tratta, quindi, di una persona che conosce molto bene il gioco di Ubisoft, avendo già impresso il suo marchio sulla creatività dello sparatutto tattico.
"Avendo lavorato con lui per quattro anni, posso attestare non solo la sua abilità e talento, ma anche la sua passione per Siege," ha detto Athanassoff di Karpazis. "Ho toccato con mano l'impegno che ha dedicato alla creazione di funzionalità di gioco divertenti e coinvolgenti che i fan adorano." Si tratta, sicuramente, di una gran bella presentazione, che dovrebbe rassicurare i fan sulla continuità del progetto.
Un progetto che si modificherà nel tempo, in maniera graduale: "i frutti dell'impegno di Leroy saranno ancora visibili nelle stagioni future, mentre io e il team ci prepariamo per uno degli anni più ambiziosi nella storia di Siege," ha detto Karpazis nel momento della sua presentazione ufficiale.
Quale sarà, quindi, il futuro della serie?
Continuità
La continuità sarà, ovviamente, la parola più in voga negli uffici di Ubisoft. Non si stracciano 6 anni di successi e si butta via una comunità ricca e partecipe come quella di Rainbow Six: Siege per un leggero calo nei numeri. Un calo che, oltretutto, potrebbe essere fisiologico, un po' per il dopo-sbornia del 2020, un po' perché nei videogiochi 6 anni sono un'eternità. Corrispondono quasi a un ciclo di console.
Quindi con questo avvicendamento, a nostro avviso, Ubisoft sta applicando il famoso detto del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: "Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi". Il gioco e il team avevano bisogno di una piccola scossa per recuperare un po' di propulsione creativa e voglia di rischiare. Oltre a far spazio a forze fresche, che portino avanti una sorta di cambio generazionale.
Athanassoff ha lavorato bene, ha consolidato la base giocante e ha dato una struttura e una solidità al gioco, per questo motivo è stato messo al lavoro su nuovi progetti e non è stato licenziato. Contemporaneamente, però, c'era bisogno di un qualcuno in grado di portare una nuova visione al gioco, probabilmente maggiormente creativa. Aspettiamoci, quindi, un design dei personaggi e delle mappe ancora più curato e magari anche qualche nuova sperimentazione in stile Extraction.
D'altra parte Karpazis ha promesso di essere al lavoro su di uno degli anni più ambiziosi di R6S di sempre: voi cosa pensate ci sia nel futuro di Siege?