Il fenomeno Rainbow Six Siege è andato oramai oltre le più rosee aspettative di Ubisoft che, dopo un lancio quantomeno turbolento, non solo è riuscita a rimettere in piedi il gioco, ma anche a renderlo un vero e proprio pilastro del mondo degli sparatutto in prima persona contemporanei (e del movimento e-sport intero). A dimostrazione di quanto di buono è stato fatto contribuiscono i numeri online, con live su Twitch e community sempre più popolate, e i molteplici eventi che si tengono in giro per il mondo durante il corso dell'anno. Nei prossimi mesi, giusto per citare gli appuntamenti più importanti, dopo il Six Major attualmente in corso di svolgimento a Parigi ci sarà a novembre l'annuale torneo in Brasile, che questa volta si terrà a Rio e che celebra uno dei paesi più attivi su Siege, e poi il Six Invitational di Montreal, il momento più atteso e con il montepremi più prestigioso, quest'anno di 650'000 dollari. Un grande riscontro di giocatori e pubblico da solo non può però bastare, soprattutto quando la concorrenza è sempre più incalzante e le novità in uscita parecchie: abbiamo parlato con François-Xavier Deniele di Ubisoft proprio a proposito dello sviluppo di Rainbow Six Siege come e-sport.
Team protagonisti
Forse ancora più che la formula e i giusti strumenti per mostrare il gioco al pubblico, per rendere Rainbow Six Siege (ma vale per qualsiasi titolo) un prodotto via via più interessante a livello "televisivo" occorre che i migliori giocatori e di conseguenza i team più organizzati vogliano investirci sempre più tempo, denaro e impegno. Una tendenza che negli ultimi tempi sembra confermata da diversi innesti di valore tra i grandi nomi dell'e-sport. Ubisoft in questo senso intende spingere ancora di più sull'integrazione nel gioco di oggetti in game speciali, dedicati ai team più forti: gli utenti potranno così supportare i giocatori per cui fanno il tifo portandosi a casa oggetti esclusivi, e le squadre si mettono in tasca il 30% di quanto speso dalla community. Già più di 150'000 dollari sono stati distribuiti in questo modo e la cifra è certamente destinata a crescere. "Stiamo facendo dei test sul nostro programma di revenue share, coinvolgendo dieci team per il momento. Cerchiamo di capire quali condizioni siano le migliori per i team, come migliorare i contenuti e via dicendo", ci spiega François-Xavier Deniele. "Gli ultimi dodici mesi sono stati spesi per aumentare il professionismo nella scena competitiva e per raggiungere l'obbiettivo di diventare uno dei cinque e-sport più popolari al mondo.
L'idea è di creare un sistema che sia attrattivo per le grandi organizzazioni, quelle che investono molti soldi; la formula è stata cambiata anche per venire incontro alle loro esigenze. Non appena siamo passati a un sistema più classico, con stagioni di sei mesi a punti, abbiamo osservato tante figure importanti del mondo competitivo salire a bordo". Spulciando tra le squadre che hanno partecipato alla fase finale di questo torneo, quelle che hanno messo un piede negli ottavi, l'obiettivo sembrerebbe raggiunto con la presenza di nomi molto forti come G2 Esports, Evil Geniuses, Fnatic e Rogue. "Abbiamo introdotto il nuovo format per gli e-sport a giugno, vogliamo a vedere a che punto saremo a novembre quando ci sarà il torneo in Brasile. Per ora le indicazioni ci parlano di un formato che ha crescente successo su Twitch e YouTube, più semplice anche da seguire per gli appassionati. Parte dei cambiamenti che stiamo facendo, e che faremo sempre più in futuro, passeranno da una maggiore presenza di eventi come questo di Parigi, accanto a quelli classici come il Six Invitational di Montreal: qui siamo a metà strada tra il torneo e-sport e il festival, vogliamo celebrare il gioco ma anche la sua community e tutto quello che vi gira attorno". C'è la volontà, in soldoni, di far crescere il fenomeno oltre che il gioco, sempre guardando alla stella polare che in questo senso è Blizzard, tra l'annuale BlizzCon e i diversi appuntamenti dell'anno, non ultimo la finale della Overwatch League.
Ciò che lascia ben sperare, Ubisoft e i fan insieme, è che il gioco ha ancora diversi margini di crescita in territori per il momento meno esplorati. Paesi o regioni dove il publisher francese si sta ora applicando con maggior forza investendo sempre più soldi. "Il miglior esempio di come stiamo lavorando per promuovere Rainbow Six Siege in diversi territori, al momento, è il Giappone: un po' come successo prima in Brasile, il pubblico nipponico sta imparando molto velocemente a conoscere il gioco, le statistiche dei giocatori e degli spettatori sono in impennata. Allo stesso tempo è un pubblico con le sue esigenze, che vanno studiate e sulle quali dobbiamo lavorare. Sempre per restare al Giappone, il rilascio del DLC dedicato al paese orientale ha di certo aiutato, ma sono altre forse le iniziative prese per rendere Siegepopolare come e-sport: notata una certa ritrosia a creare team per presentarsi agli eventi, ad esempio, gli organizzatori locali hanno deciso di permettere a chiunque, anche da solo, di presentarsi ad un torneo per poi comporre sul posto le squadre. Una peculiarità del mercato giapponese che ha consentito in poco tempo al prodotto di crescere vertiginosamente. Il lavoro del team di sviluppo passa però anche dall'aggiunta di alcune caratteristiche ed opzioni molto richieste che possano rendere più semplice l'esperienza competitiva a chi non gioca ad altissimi livelli ma a aspira a farlo, oppure semplicemente vuole vivere con gli amici un'esperienza paragonabile a quella "dei grandi". "Quello su cui dobbiamo ancora lavorare sono gli strumenti utilizzati per la creazione dei tornei che stanno tutto attorno eventi come questo. Un mezzo come FaceIt, ad esempio, è un buon esempio di un tool che aiuta la community a organizzarsi ma anche l'e-sport nel suo insieme a crescere. Dobbiamo sviluppare sempre di più questo genere di prodotto. Nei prossimi mesi e anni vogliamo che ciascuno sia in grado di creare i propri tornei". La panoramica che ci ha dato François-Xavier Deniele è insomma di quelle che lasciano ben sperare: il gioco è in grande forma, il movimento competitivo cresce e ci sono altri sette anni di contenuti circa in cantiere. Chi si volesse avvicinare oggi, insomma, entrerebbe in un progetto ancora agli albori che avrà molto da dire in futuro. Solo l'inizio di un titolo che ha già dimostrato di poter essere supportato brillantemente da Ubisoft e che dovrà solo trovare la quadra tra nuovi contenuti pensati per gli utenti già svezzati, e innovazioni in grado di non essere troppo complesso per i nuovi arrivati. Su questa partita si giocherà il futuro successo di Siege.