Era il 1995 quando l'allora Sierra On-Line pubblicava Daryl F. Gates' Police Quest: SWAT. Parliamo di uno dei giochi che avrebbe dato il via a una serie di sparatutto tattici di grande successo. Con gli anni, il genere vide svariati esponenti del genere passare sotto le luci della ribalta, eppure SWAT ha continuato a occupare un posto speciale nel cuore degli affezionati. Diciassette anni sono passati dal 2005, anno in cui SWAT 4 fu pubblicato per PC e fino a oggi l'eredità (termine che va molto di moda di questi tempi) di questa serie ha tribolato non poco per trovare braccia accoglienti in cui collocarsi. Ma dal 17 dicembre, un nuovo pretendente al trono ha fatto il suo ingresso sul campo di battaglia: Ready or Not di VOID Interactive.
Nella nostra anteprima di Ready or Not analizziamo il nuovo sparatutto uscito in early access su Steam lo scorso 17 dicembre.
Realismo totale
L'obiettivo del gioco è quello di mettervi nei panni di una squadra SWAT intenta a sventare diverse minacce all'interno di scenari che rappresentano situazioni verosimili. Dal disinnesco delle bombe, al salvataggio di ostaggio passando per dei blitz all'interno dei covi dei malavitosi, così da ripulire l'abitazione dai criminali al suo interno. A rendere realistica l'esperienza non è solo il gameplay, che affronteremo in seguito, ma anche tutta la realizzazione delle ambientazioni. Sebbene il titolo sia ancora in fase di sviluppo (l'early access alla fine è la pubblicazione del gioco in una fase ancora non rifinita), l'esperienza ludica viene ben supportata sia dalla direzione creativa del level design delle ambientazioni, sia dal realismo d'illuminazione e contestualizzazione delle situazioni proposte. Hotel per così dire "particolari" e abitazioni, piuttosto che cantieri in costruzione e degli uffici burocratici: ogni ambientazione proposta ha il suo peculiare modo di rendere unico l'approccio anche grazie a elementi di design dall'alto impatto. Un albergo contraddistinto dalla luce Led rossa che permea gli ambienti con pareti di cartapesta, ad esempio, permetterà un approccio diverso rispetto ai muri di cemento e le scale diroccate di un cantiere edilizio in fase di costruzione.
Allo stesso modo i tunnel sotto un covo saranno più difficili da affrontare rispetto alle grandi sale riunioni di un palazzo. L'idea è quella di offrire al giocatore un contesto quanto più avvolgente possibile per quanto riguarda il realismo e la verosimiglianza con operazioni reali in situazioni del genere. Per quanto visto e provato, Ready or Not riesce alla grande nell'offrire sensazioni positive al giocatore.
Scelte ponderate
Quello che invece è il cuore pulsante dell'esperienza è chiaramente il realismo lato gameplay. Le operazioni si possono svolgere in cooperativa con altri utenti o con dei bot controllati dall'IA. Nel secondo caso, il gioco ha integrato un sistema di comandi per far effettuare a ogni singolo membro della squadra l'azione desiderata dal giocatore. L'obiettivo di VOID Interactive è quello di stimolante a cooperare fin dalla pianificazione "pre missione".
Dal loadout al briefing, Ready or Not offre un sistema molto interessante. Partirete controllando il vostro SWAT all'interno della stazione di polizia dove potrete avviare il matchmaking, personalizzare il setup vostro e delle vostre armi, parlare con i compagni di squadra attraverso la chat di gioco e allenarvi nel poligono di tiro o nella simulazione di missione (una sorta di campo di addestramento classico come nei film con muri di legno e sagome di criminali).
Una vola partiti, l'importante sarà agire in massima coordinazione con il team. In Ready or Not si resta storditi, si sanguina, si fa fatica a vedere negli angoli poco illuminati, i nemici non hanno pietà e la fretta spesso porta alla morte. Dalle claymore dietro alle porte, agli uomini nell'armadio, ogni stanza può essere l'ultima. Per far fronte a tutto ciò, il gioco offre una serie di possibilità tattiche che vanno dalla possibilità di socchiudere le porte, alla possibilità di sbirciare dentro le stanze, passando per l'utilizzo di scudi tattici, arieti portatili e un arsenale davvero nutrito di armi. Montare un mirino rispetto a un altro, un compensatore piuttosto che un rompifiamma sarà altrettanto fondamentale, soprattutto perché tutto andrà scelto in sinergia con il resto dei compagni. Una volta scesi in missione, oltre all'obiettivo primario della partita ci sarà anche un punteggio che valuterà la vostra prestazione.
Ammanettare un sospettato, non uccidere un civile, estrarre un malvivente, segnalare un morto in azione, disinnescare una bomba, non ferire nessun alleato allertando trappole, ogni azione insomma dovrà essere ponderata anche per una questione prestazionale e di punteggio, non solo perché il gioco lo prevede.
Se il tatticismo è una parte fondamentale dell'esperienza anche il feeling delle armi lo è altrettanto. Ready or Not è un titolo che offre un gunplay diverso, in cui la riflessione deve prendere il sopravvento sulla voglia di aprire il fuoco. Detto ciò, trovarsi in mezzo al fuoco non sarà cosa rara e le sensazioni proposte, in grado di riproporre bene il rinculo delle armi, ci sono sembrate un'ottima scelta.
La versione Early Access di Ready or Not non offre una quantità di contenuti soverchiante, ma le missioni presenti si differenziano per ambientazione, obiettivo della partita e strategie da applicare. Il cuore pulsante è ovviamente la riproduzione tattica di missioni verosimili e dunque la linea di demarcazione tra frustrazione e divertimento sarà delineata dai gusti dei giocatori e dal team con cui si andrà a giocare. Come sempre in questi casi, il consiglio è quello di giocare con un team di amici o di affidarsi alle rispettive community di gioco in modo da non subire ostacoli da barriere linguistiche o da troll di ogni sorta. Ready or Not ci ha divertito e ci ha colpito anche per la profondità della personalizzazione. Nonostante tutto il gioco è ben lontano dall'essere completo e ci vorranno ancora diversi mesi prima che il supporto dei fan e degli sviluppatori possano consegnarci il degno erede di SWAT.
CERTEZZE
- Tatticamente soddisfacente
- Tante opzioni di personalizzazione
- Ambientazioni molto suggestive
DUBBI
- Da aumentare numero di armi e mappe
- L'assenza dell'italiano potrebbe essere penalizzante per alcuni