Può sembrare ridondante il fatto di tornare sull'argomento Red Dead Redemption 2 nonostante in quest'ultimo periodo si sia parlato ampiamente del nuovo blockbuster di Rockstar Games, ma vediamo di capire perché il gioco western ricopre tale importanza nello scenario videoludico e quali sono le informazioni da tenere presente in questo avvicinamento alla data di uscita, fissata per il 26 ottobre 2018. Al di là dell'hype creato ad arte dal marketing e in effetti anche dai media (ma per certe cose, ci sentiamo di dire con una certa sicurezza, emerge la passione più che qualche piano promozionale occulto), ci sono dei motivi concreti per i quali un gioco come Red Dead Redemption 2 si impone all'attenzione del pubblico e della critica anche a prescindere dai gusti personali. Come tutte le massime produzioni di Rockstar, anche questo titolo rappresenta il risultato di un lungo percorso di ricerca e sviluppo destinato probabilmente a influenzare l'intero panorama videoludico.
Questo non solo per la possibilità di spargere più di tanto le tecnologie utilizzate su altre produzioni, visto che l'engine RAGE è proprietario e Rockstar si guarda sempre bene dal metterlo sul mercato per la fruizione di terzi (da questo punto di vista, il lavoro svolto da Epic Games sull'Unreal Engine è molto più significativo per stabilire i trend dell'industria di generazione in generazione), quanto piuttosto per i nuovi standard che è probabilmente destinato a stabilire in termini di open world, caratteristica ormai comune a molte produzioni di grosso calibro odierne, come una sorta di trend imperante. Insomma, che si sia interessati o meno alle atmosfere western o alla struttura tipica degli action in terza persona a mondo aperto della compagnia in questione, ci sono degli elementi che rendono Red Dead Redemption 2 un titolo da seguire con interesse un po' da tutti, tanto più che oramai è molto probabile che questo sia destinato a rimanere l'unico gioco di alto profilo da parte di Rockstar nel corso dell'attuale generazione di piattaforme. Ovviamente le dichiarazioni roboanti da parte degli sviluppatori sono state numerose, ma anche in base a quanto è stato provato direttamente dagli addetti ai lavori (come potete leggere anche nel nostro più recente provato ad opera di Pierpaolo Greco) che questo possa essere il più grosso gioco del team e di conseguenza uno degli open world più ambiziosi della storia videoludica recente è un'ipotesi alquanto concreta.
La leggenda di Arthur Morgan
È difficile che qualcuno non conosca il primo titolo della serie, ma nel caso potete farvi un bel ripasso tornando a leggere la nostra recensione di Red Dead Redemption dell'epoca, senza dimenticare che il gioco è attualmente giocabile su Xbox One in retro-compatibilità sfruttando anche le potenzialità hardware aggiuntive di Xbox One X per un'esperienza decisamente "enhanced".
La storia di Red Dead Redemption 2 è alquanto slegata da quella del precedente e rappresenta un prequel, ambientato tra la fine dell'800 e l'inizio del 900, con protagonista Arthur Morgan, un bandito (o forse no) appartenente alla temibile banda di Dutch Van der Linde, che rappresentava il villain nel primo capitolo della serie, costituendo in questo modo una sorta di ribaltamento del punto di vista. La gang, i rapporti tra questa e il protagonista e tra i membri stessi del gruppo assumono un'importanza fondamentale nello svolgersi della storia, con la possibilità di influenzarne l'andamento anche in base alle decisioni prese nelle fasi di dialogo con i compagni.
Laddove i capitoli precedenti rappresentavano soprattutto delle cavalcate in solitario tra gli orizzonti infiniti del selvaggio west, Red Dead Redemption 2 condensa l'esperienza di gioco in una fitta rete di relazioni tra i personaggi e il tessuto sociale (e antisociale) assume una grande importanza nell'avventura di Arthur Morgan, chiamato anche a decidere se seguire in tutto e per tutto la via di Dutch, diventando sempre più parte integrante della sua posse leggendaria, oppure sovvertire lo status quo e andare incontro a varie conseguenze. Ancora una volta, Rockstar mette in scena la storia di un personaggio ai margini, un antieroe in costante equilibrio precario tra una propria etica e l'efferatezza del fuorilegge di frontiera, anche se il vero protagonista, per quanto visto finora, potrebbe essere proprio quel mondo selvaggio e sconfinato del Far West.
Open world aumentato
Visto il livello tecnico medio ormai raggiunto dai titoli open world in questa generazione, per distinguersi è ormai necessario proporre un'evoluzione sostanziale nella costruzione del mondo di gioco, esattamente come fece GTA V all'epoca della sua uscita. Più che in estensione, è importante andare ora in profondità e offrire un'esperienza che sia realistica e complessa, ricca di sfaccettature. Per questo motivo la cura estrema nei particolari (anche negli elementi apparentemente più inutili, come certe parti anatomiche equine) ha lo scopo di costruire una simulazione convincente. Nel suo essere un action adventure in terza persona "esteso", comprendente una quantità di esperienze e situazioni estremamente varia, Red Dead Redemption 2 promette di espandersi sia in ampiezza, con una mappa di gioco che si presenta enorme, forse comprendente anche l'intero mondo del capitolo precedente, sia in profondità, con tante possibili attività a cui prendere parte. Avendo a che fare con un'intera gang, che peraltro si presenta piuttosto allo sbando nelle prime battute del gioco, le azioni da intraprendere sono spesso legate alla gestione del gruppo.
Si tratta allora di occuparsi anche dei bisogni di base, con la necessità di procurarsi del cibo e materiali utili come la legna, tutte cose che fanno scattare varie sfaccettature del gameplay, come la possibilità di dedicarsi alla caccia o a vari lavori di raccolta e crafting. Le azioni svolte in questo senso influiscono sul morale della compagnia e l'atmosfera generale si riflette anche nei numerosi momenti di dialogo, che possono riflettere tensioni o rilassatezze diverse nei rapporti tra i membri. Il gioco è strutturato secondo il tipico andamento delle quest, la cui quantità qui è veramente impressionante, considerando le richieste che spuntano praticamente ovunque.
C'è ovviamente una serie principale di missioni che segue l'andamento narrativo della storia ma quello che stupisce in particolare è il volume di quest secondarie che emergono esplorando il mondo circostante, nonché parlando con i numerosi membri della gang, ognuno con una propria caratterizzazione e un proprio background da seguire. In perfetto stile Rockstar, molte missioni richiederanno azioni da fuorilegge, che qui traggono ispirazione a piene mani dalla tradizione western tra rapine in banca e storici assalti a diligenze e treni.
Servizio completo, tra single e multiplayer
In maniera simile a quanto fatto con Grand Theft Auto V, Rockstar Games ha intenzione di considerare Red Dead Redemption 2 una sorta di piattaforma ludica estesa, in grado di fornire ore di gameplay sia in singolo che in multiplayer. Sul fronte del single player tradizionale sono già emerse delle prime stime sulla durata del gioco che sembra richiedere 65 ore solo per quanto riguarda la campagna principale, almeno secondo quanto è stato riferito da Dan Houser. Anche nel caso non fossero previste espansioni di grosso calibro (come successo appunto anche a GTA V), c'è da dire che gli sviluppatori sembra abbiano lavorato a fondo per fornire già un quantitativo abbondante di materiale da sviscerare, soprattutto se il dato dovesse escludere veramente tutte le quest secondarie, per cui è ulteriormente comprensibile come mai il progetto abbia richiesto tutto questo tempo e sia probabilmente destinato a rimanere l'unico titolo di grosso calibro Rockstar appositamente pensato per l'attuale generazione di hardware.
L'altro fronte su cui ci sarà da investire diverse ore di gioco è il multiplayer, che anche in questo caso si presenta come una sorta di gioco a parte intitolato Red Dead Online. Quest'ultimo non sarà disponibile in forma completa al lancio di Red Dead Redemption 2 ma inizierà con una beta, per poi ampliarsi successivamente a più riprese. Se il modello da seguire è quello di Grand Theft Auto Online, e considerando i ricchi guadagni che quest'ultimo ha portato a Rockstar è altamente probabile che la struttura sia destinata ad essere simile, si tratterà probabilmente di una piattaforma a parte sostenuta da aggiornamenti costanti su base settimanale, afferente alla definizione ormai standard del gioco come servizio.
D'altra parte, anche il primo capitolo aveva dimostrato di poter offrire molto nel comparto multiplayer, grazie anche alla maxi-espansione a tema horror Undead Nightmare che ne aveva arricchito in maniera sostanziale l'offerta di modalità ed esperienze di gioco, dunque possiamo aspettarci qualcosa di simile anche in questo caso.