È difficilissimo creare un remake coi fiocchi. Da una parte i designer devono ammodernare sistemi spesso invecchiati in modo orribile, ma al contempo non possono innovare di getto ignorando lo spirito dell'originale, o rischiano di tradire tutto ciò che rappresentava e di far infuriare schiere di fan in preda alla nostalgia. Eppure, Resident Evil 2 Remake ai nostri occhi ha già dimostrato di poter piroettare abilmente in equilibrio su questa sottilissima corda: la prima prova ci ha catturato svelando un'incredibile capacità di fondere l'atmosfera dei primi capitoli della saga al meglio degli episodi moderni modificando furbescamente le meccaniche, e quando ci è stata offerta la possibilità di provare una nuova demo alla Gamescom di Colonia non ci siamo fatti certo pregare. E per carità, non si è trattato di un test particolarmente longevo, ma quei quindici minuti passati nei panni di Claire non hanno fatto che rafforzare le nostre impressioni positive: questo remake sembra una vera perla.
Una ragazzina spaventata
Capcom fino ad oggi ha selezionato accuratamente le sezioni da far provare ai giornalisti. Nei panni di Leon avevamo potuto ammirare in gloriosa grafica 3D l'indimenticabile stazione di Polizia di Raccoon City, mentre a Colonia la casa nipponica ci ha offerto la possibilità di rivivere il primo incontro con Sherry Birkin, e quello ben meno idilliaco con suo "padre" ormai divenuto un orribile mostro a causa del G-Virus. Una fase molto breve, certo, ma più che sufficiente per constatare la validità delle scelte fatte anche durante una boss fight, e l'incredibile capacità di questo remake di mantenere alta la tensione anche per chi le disavventure di Leon e Claire le ha completate più e più volte. La paura, infatti, in questo gioco è una presenza costante grazie a una perfetta fusione di vari fattori, primo fra tutti la gestione delle luci e del sonoro.
Claire dopotutto non iniziava la demo nel bel mezzo del combattimento, ma in un parcheggio sotterraneo inquietante e ben poco illuminato dove la tensione si tagliava col coltello, e persino gli innocui passi di Sherry in lontananza ci hanno quasi fatto fare un salto dalla sedia. Ogni momento nel nuovo Resident Evil 2 sembra ricreato alla perfezione, e viene innalzato da un comparto tecnico di tutto rispetto, capace di dimostrare non solo la presenza a Capcom di artisti 3D eccezionali, ma anche quella di animatori abilissimi, in grado di rendere quantomai realistiche le espressioni facciali di Claire e dei pochi ma significativi personaggi dotati di senno incontrati durante l'avventura (il restyle della protagonista, peraltro, ci piace moltissimo, e le dona ancor più personalità).
Occhio alla spalla, spalla all'occhio
Ma torniamo al volo al combattimento, perché il gioco, come detto, rielabora i sistemi base del titolo originale alla grande, utilizzando però ancora una volta certe meccaniche classiche. In primis la presenza di un inventario dagli slot limitati - la cui capienza può aumentare trovando sacche speciali, ma non diventa mai realmente enorme - e di casse "teletrasportanti" sparse per le mappe dove diventa indispensabile posizionare armi e strumenti non necessari per avanzare (una soluzione poco realistica, ma pensata per non permettere di girare armati fino ai denti anche a chi riesce a risparmiare munizioni, perché farlo limiterebbe lo spazio per oggetti fondamentali). Più sottile invece la gestione del combattimento, perché la telecamera dietro alle spalle rende tutto più rapido e naturale, ma non è il caso di considerare il nostro duo di eroi molto abile in una sparatoria...
Leon infatti qui è un novellino, non l'addestratissimo agente di Resident Evil 4: non sferra calci rotanti, non corre a gran velocità, e non salta agilmente gli ostacoli. Per Claire, ovviamente, le regole sono le stesse. Girarsi di scatto è possibile, ma si tratta in pratica dell'unica manovra rapida, e nelle battaglie più ardue è importantissimo centellinare le risorse, o si rischia di soccombere rapidamente (anche perché la mira manca totalmente di magnetismo e autoaim, quindi è facile sprecare munizioni in fasi particolarmente concitate). La battaglia contro Birkin, dal canto suo, non è particolarmente originale: il mostro insegue Claire in una zona ricca di vicoli ciechi, dove per sconfiggerlo è importantissimo colpirlo alla testa, prendere in pieno l'occhio che si apre sulla sua spalla dopo un tot di attacchi andati a segno (è il suo vero punto debole), e scappare di continuo; eppure questa formula basilare acquista tutto un altro valore davanti alle limitazioni della protagonista, e non saremmo riusciti a sopravvivere se non avessimo creato manualmente delle munizioni acide nell'inventario per il lanciagranate, e raccolto erbe e proiettili sparsi per la mappa. Se già Birkin può creare una tensione simile, non osiamo immaginare cosa possano scatenare altre fasi "iconiche" della campagna originale.
Più testiamo il nuovo Resident Evil 2, più siamo convinti che si tratti di uno dei pochi remake in grado di ammodernare un classico mantenendone intatta l'anima. La tensione è altissima, le battaglie esaltanti, le meccaniche perfettamente calcolate. Sembra davvero tutto ciò che un appassionato della serie possa desiderare. Iniettatecelo direttamente in vena.
CERTEZZE
- Straordinario rispetto per l'originale
- Ottima gestione di meccaniche classiche e moderne
- Atmosfera da vendere e tensione elevata
- Animazioni e comparto tecnico notevolissimi
DUBBI
- Non è il caso di giocarlo se si hanno problemi di cuore