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Ride 4, il provato

Mai riuscito realmente ad esprimere al 100% il suo enorme potenziale, Ride è comunque un marchio che ha permesso a Milestone di uscire dal seminato e dimostrare un po' di sana ambizione. Che questo capitolo sia il culmine di anni di migliorie?

PROVATO di Aligi Comandini   —   11/09/2020
RIDE 4
RIDE 4
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Milestone, per ovvie ragioni, è tra i team di sviluppo che in assoluto conosciamo meglio. Eccellenza italiana da eoni, questa software house milanese siede su un trono fatto di telai di motociclette dai suoi albori, ed è impossibile non pensare immediatamente ai racing game quando la si nomina. Un'incredibile esperienza in tale genere, tuttavia, non significa necessariamente che i titoli della casa abbiano raggiunto ormai picchi assoluti di eccellenza: i ritmi di sviluppo dei MotoGP e degli altri videogame del gruppo sono noti, e una roadmap fatta di fin troppi titoli creati in poco tempo ha sempre impedito ai suoi talentuosi sviluppatori di mostrare interamente le loro capacità, costringendoli a una strategia fatta di evoluzioni graduali e costanti limature ai sistemi.

L'unica fortuna di una filosofia di fondo simile è la quasi totale sicurezza di un aumento qualitativo di gioco in gioco, con la segreta speranza ogni anno che il capitolo successivo "sarà quello buono", capace di superare le limitazioni di budget e di tempo. Con i Ride, in particolare, la fanbase spera da confida in un balzo tale da portare la serie al pari di altri racer tripla A: il "Gran Turismo delle moto", come è stato da molti definito (sempre che ci si voglia scordare di Tourist Trophy di Poliphony, ovviamente), è d'altronde un gioco che fa sua una base con innumerevoli appassionati, e che se limato e ampliato a dovere avrebbe il potere per conquistare un pubblico ben maggiore di quello molto di nicchia degli amanti delle moto digitali. Dato che - nonostante una partenza a dir poco burrascosa e bug ancora abbastanza indimenticabili nel primo capitolo - di numero in numero l'evoluzione è stata comunque chiara, attendevamo con un certo interesse Ride 4, convinti che potesse trasformarsi seriamente nella chiave di volta della serie. Ecco quindi le nostre impressioni, dopo aver avuto a disposizione una sostanziosa demo del gioco.

Il rider che vuoi tu

Cominciamo dalle novità, perché per ovvie ragioni il quarto Ride risulta da subito un'esperienza molto vicina ai suoi predecessori, ed è cosa buona e giusta elencare alcuni dei cambiamenti apportati da Milestone in questo capitolo. In primo luogo, la personalizzazione: Ride 4 non vanta più soltanto un ottimo editor di livree delle moto, ma persino un editor di caschi e tute estremamente dettagliato, che permetterà di rendere davvero unico il proprio alter ego oltre alle varie due ruote. Sempre piuttosto basilare la personalizzazione degli stili di guida invece, ma dato che questi non influenzano realmente il controllo si parla solo di una scelta estetica marginale, di cui è difficile curarsi. A livello di gioco, invece, in questo capitolo abbiamo condizioni atmosferiche dinamiche, e una struttura differente della carriera, ora divisa in leghe internazionali che poi vanno a riconnettersi in una World League, e apparentemente a ulteriori competizioni di alto livello dopo questa.

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Noi durante la nostra prova abbiamo provato prevalentemente la Asia League, e non avevamo a disposizione la carriera completa (la build da noi testata aveva varie limitazioni sia nelle moto disponibili che nei tipi di competizione), la gestione delle gare però è apprezzabilissima: c'è una reale progressione nell'acquisto di moto sempre più potenti che in giochi di questo tipo è un must, ogni competizione è anticipata da patenti dedicate (impegnative, ma senza eccedere) che permettono di accedere alle sfide, e in questo capitolo vi sono anche delle durissime gare endurance che, seppur non per tutti, rappresentano un extra indubbiamente godibile per gli appassionati più hardcore di motociclismo.

Ad arricchire in generale l'esperienza, poi, ci pensa Anna: la peculiare intelligenza artificiale del titolo, che si evolve con il tempo e impara ad approcciare le gare a forza di trial and error. Pur non avendo giocato moltissime ore, è stato bello constatare come anche in gare a difficoltà non elevatissima gli avversari risultino aggressivi, commettano errori, e facciano sentire il giocatore all'interno di una competizione reale, non di una semplice corsa contro un gruppo di automi.

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Gara in salita

Sinceramente, tuttavia, l'elemento che ci ha colpito di più di Ride 4 è senza dubbio il gameplay. Vero, ormai il feeling della serie "pad alla mano" è cosa nota (e a grandi linee non è cambiato più di tanto), e non sorprende certo che Milestone abbia negli anni portato al limite le caratteristiche del suo modello di guida, eppure questo capitolo ci è parso davvero percorrere alla grande la sottile linea tra esperienza per esperti e titolo arcade. Gli aiuti di guida si adattano perfettamente alle capacità dei giocatori, e le due ruote utilizzate non solo sono estremamente diversificate anche quando si gioca con molte facilitazioni, ma risultano sempre un vero piacere da controllare che si decida di darci dentro con gli spostamenti millimetrici, o si opti per una due ruote quasi impossibile da dar slittare sull'asfalto.

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Strutturalmente quindi ci siamo, le nuove aggiunte non fanno che aumentare l'immersione e le possibilità di personalizzazione, e il gameplay non delude... peccato che la nostra prova mancasse di un elemento a nostro parere abbastanza significativo per innalzare il prodotto: la presentazione. Senza carriera completa a disposizione è molto difficile constatare se finalmente Ride 4 abbia un single player capace di stupire, o una semplice lista di menu e gare senza arte né parte. L'interfaccia di gioco, in particolare, ci è parsa fin troppo scialba e semplificata, e priva dello stile proprio delle super produzioni più riuscite del genere. Non bastasse, se da una parte le moto sono uno splendore (sono molto dettagliate, e per un amante di determinati costruttori alcune due ruote risultano una vera gioia per gli occhi), lo stesso non si può dire per i circuiti, non particolarmente sorprendenti. E ok, il team utilizza scansioni laser nella maggior parte dei casi, creando tragitti molto vicini alla controparte reale, ma il problema è rappresentato dal misto di colpo d'occhio e dalla palette di colori smorta delle piste più realistiche. Non chiediamo di inserire unicorni al Mugello o ridipingere Suzuka di Rosa, solo di approcciarsi un po' di più a quell'iper realismo abbracciato ad oggi da molti racing game, per dare al tutto una nuova mano di vernice quantomai necessaria. Perché riteniamo seriamente che Ride sia la serie con più possibilità di eccellere in mano alla casa milanese, e vorremmo vederlo arrivare al livello che merita anche dal punto di vista tecnico.

Il nuovo Ride 4 ci ha sorpreso positivamente in fase di preview, grazie al suo modello di guida notevolissimo, all'ottima struttura della nuova carriera e all'aumento di personalizzazione. Riteniamo però che per un balzo qualitativo davvero importante Milestone debba migliorare ancora parecchio nella resa delle piste e nella gestione del comparto tecnico in generale. Peccato che non sia accaduto qui, ma da quanto visto il titolo sembra più che solido, e potrebbe risultare comunque un must per gli amanti delle due ruote.

CERTEZZE

  • Modello di guida notevole e godibilissimo a più livelli
  • Personalizzazione estrema e moto splendide
  • Meteo dinamico
  • Bella strutturazione della carriera e buona gestione della progressione

DUBBI

  • A livello tecnico sono ancora molti i passi avanti da fare
  • Non abbiamo avuto modo di provare in toto molte modalità