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Rift of the NecroDancer, abbiamo provato il nuovo gioco musicale giunto dalla cripta

I cimiteri non sono solo luoghi tristi e per dimostrarlo abbiamo giocato a Rift of the NecroDancer, il nuovo gioco musicale dei creatori di Crypt of the NecroDancer.

PROVATO di Andrea Maderna   —   07/04/2023
Rift of the NecroDancer, abbiamo provato il nuovo gioco musicale giunto dalla cripta
Rift of the NecroDancer
Rift of the NecroDancer
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Ormai quasi dieci anni, Crypt of the NecroDancer è saltato fuori cavalcando i suoi ritmi scatenati e ha fatto innamorare tutti con la sua miscela completamente fuori di testa fra dungeon crawler e gioco musicale. La sua personalità infinita, il design impeccabile e la grande fantasia che esprimeva da tutti i pori gli hanno regalato un successo enorme e premi di fine anno a raffica, aprendogli perfino le porte per una collaborazione improbabile con Nintendo. Nel 2019 è infatti arrivato Cadence of Hyrule, uno spin-off presentato a sorpresa durante un Nintendo Direct che immergeva Cadence nell'universo narrativo di Zelda con risultati irresistibili, soprattutto (ma non solo) sul fronte degli splendidi riarrangiamenti di temi musicali storici. E adesso, in pieno 2023, lo studio Brace Yourself Games ha in preparazione Rift of the NecroDancer, un nuovo spin-off che trascina la protagonista verso un gameplay da gioco musicale più classico, anche se con qualche variante gustosa.

Alla Game Developers Conference 2023 abbiamo provato una demo di Rift of the NecroDancer che era sostanzialmente divisa in tre sezioni, atte a dare un panoramica generale su come sarà composto il gioco, probabilmente senza svelare troppo delle tante sorprese che è lecito attendersi.

I bei giochi musicali di una volta

Come da tradizione, il punteggio viene dettato dal tempismo dei nostri input e dalla lunghezza delle combo
Come da tradizione, il punteggio viene dettato dal tempismo dei nostri input e dalla lunghezza delle combo

Il cuore dell'esperienza sembra voler andare a pescare nel torbido dei primi giochi di Harmonix, Frequency e Amplitude, dove (con un ringraziamento a Konami) venne definita l'idea dello scorrimento "in profondità" dei comandi da eseguire per suonare, che poi sarebbe stata riadattata a Guitar Hero e a tutti i giochi successivi giochi con controller musicale. Qui come in quei primi due giochi, però, si gioca usando un semplice gamepad, con i tre possibili input (più combinazioni) assegnati sia alla croce direzionale che ai tasti frontali. Sfruttando questo sistema di controllo, ci si ritrova ad "affrontare" creature uscite dalla cripta, fra zombi, pipistrelli e altre inquietudini, che si avvicinano al giocatore e vanno colpiti premendo il tasto giusto al momento giusto. Il piccolo twist sta nel fatto che alcune creature necessitano di più colpi e, quindi, una volta centrate, rimangono in campo per essere nuovamente attaccate al battito musicale successivo (magari dopo che si sono spostate a destra o a sinistra). Se si tiene conto che nel frattempo arrivano altri nemici, questo va a creare un sistema interessante di evoluzione dello "spartito", con la necessità di stare costantemente attenti, senza affidarsi solamente alla pianificazione.

Già solo questo renderebbe Crypt of the NecroDancer un gioco magari semplice, ma senza dubbio divertente, accattivante, ben congegnato. C'è però anche altro. La demo era spezzata in due da un interludio in cui la protagonista Cadence frequenta un corso di yoga, chiaramente anch'esso a base di meccaniche da gioco musicale, nel quale bisogna inserirsi a ritmo per replicare i movimenti dell'istruttrice, seguendo la progressione dettata dalle altre partecipanti al corso. La caratterizzazione del tutto ricorda un po' certi giochi folli incentrati su attività quotidiane dell'era PlayStation 1, per esempio Incredible Crisis, e funziona molto bene. Ma poi si torna ad affrontare mostri, e non solo.

Non solo passi di danza

Negli scontri coi boss è importante capire i loro schemi di movimento e gestire il ritmo di attacchi e schivate
Negli scontri coi boss è importante capire i loro schemi di movimento e gestire il ritmo di attacchi e schivate

La seconda fase "principale" della demo si conclude affrontando un boss, seguendo una struttura che ci ha ricordato un po' il classico di Nintendo Punch-Out, o magari Infinity Blade. Il boss è infatti invulnerabile ai colpi della protagonista fino a che non lo si mette in difficoltà schivandone gli attacchi. A quel punto, stordito, può essere colpito un po' di volte dalle nostre bordate. Ciò, chiaramente, va eseguito a ritmo di musica e bisogna anche studiare e comprendere gli schemi di movimento dell'avversario, dato che esegue delle finte di attacco che possono mandarci fuori ritmo.

Tutto questo è immerso in una caratterizzazione estetica che pesca a piene mani dalle convenzioni degli anime, seppur contaminandola con un gusto decisamente occidentale. I personaggi sono enormi, molto ben caratterizzati e inevitabilmente tratteggiati con animazioni nervose, secche, che si adattano alle necessità musicali di un gioco che li vede incedere seguendo i battiti delle varie tracce. E a proposito, la colonna sonora si inserisce nella tradizione di Crypt of the Necrodancer con pezzi coinvolgenti, trascinanti, perfettamente adeguati al gusto elettronico di quel gioco e capaci di farti battere furiosamente il piedino anche mentre ci sono i mille rumori di una fiera a distrarti costantemente le orecchie.

I nemici che non muoiono al primo colpo cambiano spesso posizione e richiedono quindi alta reattività
I nemici che non muoiono al primo colpo cambiano spesso posizione e richiedono quindi alta reattività

Per quel che riguarda ciò che è possibile valutare dalla demo, insomma, sembra esserci tutto quello che serve. Rimane da capire quanto di più saprà offrire il gioco completo. In particolare, ci incuriosisce scoprire come si evolveranno i vari interludi (dopo il corsa di yoga, cosa ci aspetta?) e quanto più complesse potranno diventare le dinamiche di confronto coi vari boss, o se invece saranno tutte solo semplici variazioni sul mix di schivate e attacchi visto nella demo. Di sicuro, comunque, non ci si deve aspettare un gioco esageratamente profondo o paragonabile come struttura a Crypt of the NecroDancer. Rift promette di essere un arcade furioso, spettacolare, trascinante, allineabile ai giochi musicali che andavano per la maggiore qualche anno fa, sicuramente in grado di accalappiare con la sfida al punteggio e alla prestazione perfetta ma difficilmente in grado di offrire decine e decine (e decine) di ore di gioco, soprattutto a chi si accontenta di raggiungere i titoli di coda. Il gioco è al momento annunciato solo su PC, senza una data di uscita. Vedremo come si evolveranno le cose.

Gli amanti di Crypt of the NecroDancer non si aspettino un seguito in senso stretto, ma se amate i giochi musicali e vi divertono l'ambientazione e l'umorismo del cult di Brace Yourself Games, con Rift of the NecroDancer potreste scoprire un'interessante variazione sul tema. Sembra poter essere un chiaro ritorno ai giochi musicali che esplosero venticinque anni fa, ma con abbastanza variazioni sul tema per renderlo interessante ancora oggi.

CERTEZZE

  • La selezione musicale sembra mantenersi sugli standard (alti) della serie
  • Le variazioni rispetto al gameplay classico sono interessanti
  • Umorismo e stile visivo sempre al top

DUBBI

  • Non ci si aspetti grande profondità, sembra essere un arcade duro e puro
  • Potrebbe forse mancare un po' di varietà
  • I giochi musicali col gamepad non hanno l'immediatezza dei controller dedicati