Rock of Ages 3 somiglia tantissimo ai suoi predecessori, come vedremo lungo il provato. Il concept base è sempre quello dell'originale: guidando un macigno bisogna percorrere dei tracciati pieni di ostacoli e colpire con forza il portone del castello nemico per sfondarlo ed eliminarne l'occupante.
Tra il dire e il fare ci sono però una quantità spropositata di ostacoli, tra costruzioni che deviano il nostro percorso e strumenti di difesa, come cannoni, torri e quant'altro, che servono per distruggerci o, più semplicemente, per frenarci in modo che l'impatto con il portone sia il più debole possibile.
Il gameplay è composto fondamentalmente da due fasi, quella di pianificazione, in cui si posizionano gli ostacoli e si raccolgono risorse, e dalla fase d'azione vera e propria in cui si guida direttamente il macigno. Ci sono anche delle modalità che trasformano il gioco in un tower defense puro, come la Valanga di macigni, in cui il giocatore può solo posizionare gli ostacoli, spendendo naturalmente tutte le risorse a sua disposizione. In termini di gameplay, Rock of Ages 3 mantiene tutta la freschezza dei suoi predecessori. Correre lungo i percorsi spaccando gli ostacoli, evitando i baratri e scoprendo tutte le chicche inserite dagli sviluppatori è sempre uno spasso.
I percorsi di loro sono così vari per foggia e ambientazioni che viene voglia di giocare anche solo per scoprirli: si passa da aree completamente ghiacciate alla Cina medievale con una facilità che è quasi sublime. Comunque sia, fin qui le differenze rispetto a Rock of Ages 1 e 2 faticano a trasparire. Il motivo è semplice: le vere novità sono soprattutto nei contenuti.
Nuovi contenuti
Se il gioco base non sembra offrire niente di davvero originale, è il contorno a rendere Rock of Ages 3 interessante. In particolare l'editor di livelli è un'aggiunta preziosa. Come intuibile consente di realizzare i propri percorsi, mettendo a disposizione tutti gli strumenti usati dagli sviluppatori per realizzare quelli standard. Se vogliamo è il modo migliore per dare libero sfogo alle proprie idee, ma a nostro giudizio potrebbe essere anche la caratteristica giusta per dare un respiro più ampio al gioco, permettendogli di sopravvivere sulla lunga distanza, a differenza di quanto avvenuto con i capitoli precedenti. Naturalmente il sistema di gioco prevede che i percorsi creati si possano condividere online, in modo da permettere anche ad altri giocatori di scaricarli.
Tornando a parlare di modalità più tradizionali va sottolineato come gli sviluppatori si siano sforzati di creare variazioni alla formula base che esplorino altri aspetti del "far rotolare un macigno". Ad esempio la già citata modalità Valanga di macigni richiede di erigere delle difese contro assalti formati da una miriade di massi.
Si tratta di una modalità tower defense pura, in cui il giocatore viene impegnato solo dal punto di vista strategico e in cui conta ancor di più lo studio del percorso per capire dov'è meglio attaccare per frenare la minaccia incombente. Altra nuova modalità è quella Humpty Dumpty. Come il nome fa capire il giocatore guida un uovo invece di un macigno, con tutte le conseguenze del caso. L'uovo è infatti estremamente fragile e trasforma completamente il gameplay, chiedendo al giocatore di fare molta più attenzione agli ostacoli e ai baratri. Infine c'è la classica corsa contro il tempo, che richiede di finire un percorso prima dello scadere del conto alla rovescia. Online c'è anche la sua variante competitiva, in cui bisogna arrivare in fondo ai percorsi prima degli avversari.
La campagna single player
Il fulcro di Rock of Ages 3, almeno in single player, è comunque la sua campagna, formata da una serie di missioni legate tra loro da una storia surreale che, come tradizione vuole, porta a incontrare personaggi mitologici e storici, tutti rappresentati negli stili pittorici del loro tempo e tutti protagonisti di spassose scenette realizzate con gran gusto.
Da questo punto di vista Ace Team non si è smentita e ha realizzato un lavoro artistico notevole. Certo, siamo di fronte a un terzo episodio, quindi certe trovate non colpiscono più come in passato. Comunque sia è indubbio che ci troviamo di fronte a un tipo di rappresentazione peculiare che non passa inosservata e che, se vogliamo, è la firma vera e propria dell'intera serie, la sua cifra stilistica.
Per quanto riguarda la struttura della campagna, questa offre una serie di missioni che abbraccia tutte le modalità di gioco. Alcune non sono per niente facili, un po' per scelte di design, un po' perché il tutorial non spiega molti concetti utili, soprattutto in fase difensiva, lasciando la sperimentazione al giocatore. Chi ha giocato ai vecchi Rock of Ages non dovrebbe avere troppe difficoltà da questo punto di vista, ma se il tutorial non sarà sistemato per la versione definitiva, i novizi rischiano di trovarsi più volte spaesati... e dallo spaesamento alla frustrazione il passo è breve.
Ecco, forse il problema principale di Rock of Ages sembra essere quello di rivolgersi sopratutto ai giocatori dei capitoli precedenti. Per molti aspetti è capitolo migliore, ma per altri è anche quello più ostico. Comunque sia ne riparleremo in fase di recensione.
Rock of Ages 3 sembra essere il perfezionamento e l'ampliamento della formula sperimentata da ACE Team con i capitoli precedenti. Più difficile, più grosso, ma sempre permeato di quell'ironia colta declinata verso il pop che male non fa, potrebbe essere il Rock of Ages definitivo. Gli unici appunti che ci sentiamo di muovergli in fase di anteprima sono la mancanza di novità significative e di un tutorial adeguato al livello di sfida proposto, che possono finire per escludere alcuni giocaori. Ma su questo e altro vi sapremo ridire in fase di recensione.
CERTEZZE
- Più grosso del capitolo precedente
- Tecnicamente sembra il Rock of Ages migliore
- Il livello di sfida sembra essere davvero elevato
DUBBI
- Tutorial da rivedere
- Paiono esserci ben poche novità