Lo showcase di THQ Nordic è stato indubbiamente sostanzioso e il publisher è riuscito a infilare con discreta grazia una miriade di trailer nei 45 minuti dello show. Tra i molti giochi presentati le novità assolute erano però solo quattro, ed era inevitabile che tra queste fosse Alone in the Dark a prendersi gran parte dell'attenzione, considerata l'importanza del marchio coinvolto. Eppure, nel gruppetto dei nuovi arrivi, un altro titolo ha catturato il nostro interesse, grazie al suo look cartoonesco e all'interessante idea di fondo: parliamo di Space for Sale, una sorta di strambo "city builder" gestionale dove però non si costruiscono interi centri cittadini, ma l'obiettivo è rendere abitabili pianeti alieni per clienti provenienti da ogni parte della galassia.
Alle redini del progetto ci sono i Mirage Game Studios - sviluppatori del buon Little Big Workshop - e da quanto visto esiste la possibilità di trovarsi tra le mani una piccola gemma ricca di umorismo. Ecco cosa ci hanno raccontato in anteprima di Space for Sale.
Spazio, ultima frontiera dell'edilizia
La premessa di Space for Sale è un classico: il vostro alter ego ha enormi debiti da saldare con una compagnia edilizia aliena e l'unico modo per ripagarli è lanciarsi con un triplo carpiato in tutti i lavori più ingrati che questa abbia da offrire. Considerando che la suddetta azienda lavora su scala galattica, il modo migliore di rendersi utile è rendere abitabili dei pianeti normalmente zeppi di pericoli, prendendosi una discreta percentuale dei lotti di terra venduti.
Sì, in parole povere, Space for Sale non è il "solito" gestionale, proprio perché la sua premessa sembra garantire continui spostamenti del protagonista durante la campagna. Il vostro omino armato di tuta spaziale e fantasia, difatti, non dovrebbe rimanere troppo a lungo sui vari corpi celesti, dato che una volta accontentata la clientela sarà necessario passare ad altri ecosistemi. Ciò distingue notevolmente il gioco da un city builder o da un gestionale classico, per via delle situazioni in continuo mutamento, e lo allontana anche dalla precedente opera del team, che si reggeva sulla continua evoluzione di una piccola fabbrica e sull'aumento costante del livello di sfida. Ah, a quanto pare le ambientazioni saranno generate in parte proceduralmente, quindi ogni partita risulterà un'esperienza a sé.
La struttura particolare del gioco non significa però che non vi sia una complessità di fondo. I Mirage hanno precisato che si tratta comunque di un sandbox, dove il recupero delle risorse e la gestione del territorio sono fondamentali. In più, una difficoltà crescente dovrebbe venir garantita dall'assurdità delle richieste, per via della già sottolineata natura aliena dei clienti. Se, infatti, il più delle volte dovrete solo limitarvi a costruire abitazioni funzionali, in altri casi più strambi potreste dover venir incontro a bisogni a dir poco folli, come la costruzione di piscine piene zeppe di lava; siamo seriamente curiosi di vedere fin dove si spingeranno gli obiettivi delle missioni, e come muteranno in base al pianeta.
Costruttori, non guerrieri
La complessità non sembra fermarsi alle richieste: non si è entrati particolarmente a fondo delle meccaniche durante la presentazione, ma è chiaro che alla base del gioco c'è un sistema discretamente elaborato di costruzione delle case, con tanto di possibilità di dar forma a una rete energetica (e probabilmente anche idrica, se logica vuole). Non bastasse, le strutture richiedono materiali per venir piazzate, ed è qui che entra in campo la raccolta, che enfatizza parecchio l'esplorazione.
Ogni pianeta ha flora e fauna uniche, e trattandosi di piante e creature aliene non mancano le sorprese; non è il caso quindi di avvicinarsi senza pensieri a tutto ciò che si vede: grossi fiori potrebbero facilmente esplodere, e i comportamenti degli animali potrebbero essere tutt'altro che pacifici.
La fauna è peraltro centrale nel gameplay, dato che il proprio alter ego non è un guerriero e non può attivamente combattere contro le bestie che si rivelano aggressive. Al di fuori della semplice fuga, dunque, pare che nel titolo sia possibile rendere innocue certe creature semplicemente sfruttando l'ambiente circostante. Un esempio interessante riguardava una sorta di strano granchio spaziale con un grande amore per la frutta: una volta nutrito con una pianta soporifera, il nostro si è messo a nanna, permettendoci di recuperare senza pericoli dei minerali dal suo guscio. Sospettiamo che vi saranno molte situazioni simili durante la campagna.
Altre chicche? Beh, la semplice trama di Space for Sale non sembra legata solo ai vostri debiti, ma anche a una strana "corruzione spaziale" chiamata, appunto, Space Rot, che va contrastata a tutti i costi per rendere abitabili certe zone. In più, il gioco offre anche una modalità cooperativa potenzialmente molto spassosa, anche se per il momento è limitata a soli due giocatori e le opzioni aggiuntive che offre in termini di gameplay non sono state ancora analizzate dettagliatamente.
Coloratissimo, ricco di umorismo, e concettualmente davvero interessante, Space for Sale potrebbe essere una delle migliori sorprese presentate durante lo showcase di THQ Nordic. Certo, difficile valutare a dovere un gioco del genere da una breve presentazione, eppure le basi per un titolo originale e dotato della giusta profondità sembrano esserci tutte.
CERTEZZE
- Concept originale e potenzialmente molto variegato
- Cooperativa a due molto interessante
DUBBI
- Profondità effettiva dei sistemi ancora tutta da valutare