Star Citizen è un embrione incredibilmente complesso, una promessa fondata sulla possibilità di costruire imperi economici, intraprendere carriere civili, combattere enormi battaglie, condividere con altri giocatori la carlinga di potenti navi spaziali e vivere una campagna mozzafiato in universo ben definito (a differenza di quello di titoli come Elite: Dangerous) ma spettacolare per resa visiva e possibilità di interazione. Ma come anticipato è ancora una promessa, tra l'altro fondata su un modello economico che per qualcuno rasenta la follia, con buona parte del finanziamento legato alla vendita di navi da utilizzare in quella che per ora è una versione alpha ancora in divenire. Ma il sogno di Chris Roberts di tornare ai fasti di Wing Commander, iniettando al contempo nuova linfa vitale nell'evoluzione del videogioco spaziale, vive e cresce da ben sette anni grazie a un evento annuale, alla community da due milioni di giocatori, al sontuoso background, alla promessa di una componente narrativa monumentale e alla continua evoluzione di un universo online caratterizzato da una complessità mai vista prima. Un vero kolossal, tale da includere un grosso team tutto dedicato a quelle navi necessarie per alimentare lo sviluppo, che potrebbe tradursi in un clamoroso fallimento ma che continua a crescere con il passaggio alla Alpha 3.3 che include un cambiamento radicale. Un cambiamento che assieme a un trailer mozzafiato di Squadron 42, la promettente campagna single player, è valso al titolo di Chris Roberts un altro milione di dollari di incassi in quattro giorni, per un totale di 196 milioni legati al solo finanziamento dal basso.
Il tempo passa e Star Citizen cresce
Disponibile in versione 3.3 nei server PTU, la versione alpha di Star Citizen include un modello di pilotaggio sempre più intuitivo, overclock dei sistemi, editor dei personaggi, spettacolari atterraggi planetari, tonnellate di astronavi curate in ogni dettaglio, estrazione mineraria, composizione atmosferica, simulazione degna di un racing game, svariati avamposti e personaggi non giocanti ancora stupidi ma fondamentali per infondere vita nell'universo. Abbastanza, assieme a una resa grafica impressionante per un gioco che combina simulazione spaziale e azione in prima persona, per convincere nuove leve a unirsi agli oltre 2 milioni di giocatori che aspettano anche una campagna capace di riportarci ai tre Wing Commander cinematografici, tutto condito da simulazione di alto livello, azione in prima persona ed esplorazione di interi pianeti popolati da strutture monumentali. Un concentrato di quanto sta lentamente prendendo forma nell'universo online, ma che sarà collegato da una trama, da grandi battaglie e da spettacolari scene di intermezzo che intravediamo nello strepitoso trailer della Citizencon. Questo assieme a un cast di gran livello che riprende il duo di Wing Commander III composto da Mark Hamill e John Rhys Davies, nel video protagonisti di una stretta di mano che ha fatto sussultare il cuore dei fan di Chris Roberts.
Ma non è il caso di sottovalutare un organico che conta pezzi da novanta come Gary Oldman e Gillian Anderson, oltre a includere il cranio lucido Mark Strong, i muscoli dell'ultimo Superman Henry Cavill, gli addominali di ferro di Rhona Mitra, l'ironico carisma di Liam Cunningham, la versatilità di Andy Serkis e via dicendo, tutto al servizio di controparti digitali realizzate con l'aiuto di un sacco di poligoni e di un motion capture di alto livello. I personaggi già visti in passato, tra l'altro, risultano ancora più dettagliati rispetto alle apparizioni precedenti, a riprova del fatto che RSI non sta sottovalutando nessun aspetto di un titolo che continua a crescere anche dal punto di vista del background, con strutture, armi, interfacce e navi differenziate per ogni marchio. Il livello di dettaglio riservato all'identità dell'universo è senza dubbio all'altezza di un progetto che per molti, e non ce la sentiamo di contraddirli, corre il rischio di essere fin troppo ambizioso. La complessità supera infatti ogni immaginazione e bilanciarne ogni aspetto, sposando il tutto con un netcode all'altezza, potrebbe risultare complicato come evidenzia un'alpha ancora traballante. Ma parliamo per l'appunto della versione alpha di quello che con tutta probabilità è il progetto più ambizioso della storia del videogioco. Un progetto che cresce nonostante le difficoltà e le ingenti risorse destinate esclusivamente al florido mercato delle navi, e cresce anche nelle fondamenta, con la versione 3.3 che migliora la gestione degli oggetti presenti nell'universo di gioco.
Un cambiamento importante alle fondamenta
L'Object Container Streaming risolve un grosso problema di Star Citizen, riducendo il numero di oggetti presi in considerazione dal client di un giocatore in base alla distanza. Ed è un passo importante non solo per l'ottimizzazione ma per la condivisione degli oggetti tra i diversi server che nel prossimo futuro si uniranno, grazie a un sistema di meshing in sviluppo da tempo, per dare vita a un vero universo condiviso. Parliamo dunque di un tassello fondamentale per l'evoluzione del sogno di Chris Roberts, un ostacolo che è stato finalmente rimosso, anche se il lavoro da fare è ancora parecchio. E non ci riferiamo alla complessa economia strutturata sulle azioni dei giocatori che dovrebbe plasmare l'universo di gioco, bensì delle fondamenta tecnologiche. Prima di entrare in gioco, infatti, abbiamo dovuto aggiornare la versione di test ben due volte, siamo rimasti inchiodati per una dozzina di minuti di fronte allo schermo di caricamento e ci siamo sorbiti un paio di crash. Poi, d'incanto, il gioco è partito in pochi istanti, restituendoci un'esperienza di gioco fruibile. Certo, il feedback dei controlli risulta ancora pesante e l'interfaccia è ancora confusa e artificiosa, ma i grossi problemi prestazionali della 3.0 sono stati risolti, anche se la alpha di Star Citizen rimane una brutta bestia da digerire. Nei dintorni delle stazioni spaziali e negli interni delle strutture la nostra Radeon RX Vega 64 riesce a tenere i 60 frame per secondo stabili, con tutte le impostazioni grafiche al massimo, ma finisce spesso in zona 30 fps sorvolando le strutture più complesse, ostacolata dai problemi del titolo con le CPU e dalla mancanza di ottimizzazione. Ma ci aspettiamo che questa migliori sensibilmente nei prossimi mesi, mentre ci concentriamo sulle buone notizie.
La nuova patch include dieci navi, tonnellate di fix, rifiniture, aggiunte e bilanciamenti, oltre a potenziare l'estrazione mineraria che ora può essere effettuata anche sugli asteroidi che circondano Yela e Delamar. Ma dal punto di vista dei contenuti è senza dubbio più rilevante l'introduzione della prima missione sparatutto in soggettiva contro l'intelligenza artificiale, disponibile all'avamposto di sicurezza Kareah. Inoltre sono disponibili nuove missioni chiamate Scramble Race che combinano gare di corsa basate sui checkpoint e combattimento. I giocatori possono utilizzare veicoli o moto antigravitazionali sui pianeti e astronavi nello spazio, accumulando punti per la vittoria attaccando anche chi è in testa alla gara. In entrambi i casi, sia chiaro, mancano ancora dei pezzi, ma l'offerta si sta ampliando e ogni tassello dovrebbe andare a incastrarsi in un quadro generale decisamente più articolato e fruibile. Ed è proprio in quest'ottica che è stata finalmente aggiunta la chat vocale, indispensabile in un titolo basato anche su scontri e incontri occasionali che tra le novità include un sistema di riconoscimento facciale che con una webcam economica riesce a riprodurre il nostro labiale e la nostra espressione sul volto del nostro avatar. Sembra invece mancare la promessa degradazione dei sistemi che dovrebbe aggiungersi al già complesso sistema di danni modulare, ma diverse aggiunte verranno implementate o attivate durante la fase di test, che presto passerà alla 3.3.5, già mostrata durante la Citizencon. Certo, il modello di finanziamento, le tempistiche e le prestazioni altalenanti contribuiscono a mettere qualche dubbio. Ma la carne al fuoco è sufficiente per farci aspettare con ansia la roadmap della campagna single player che dovrebbe essere pubblicata a dicembre.
Dall'annuncio di Star Citizen del dieci ottobre 2010 sono passati otto anni di cui sette di sviluppo e relative polemiche, il tutto condito dai problemi legati a scelte iniziali non troppo felici e al cambio di motore grafico. Ma Star Citizen sembra comunque godere di ottima salute: la campagna promette meraviglie, l'universo continua a crescere, la chat vocale è finalmente disponibile ed è arrivato anche l'Object Container Streaming, un sistema decisivo per consentire al progetto di procedere sulla retta via.
CERTEZZE
- Ancora all'avanguardia nonostante il lungo sviluppo
- Finalmente risolto uno dei problemi tecnologici più grossi
- Cast impressionante per una campagna che promette spettacolo
- Il sostegno della community non manca
DUBBI
- L'universo online promesso da Chris Roberts sembra essere ancora molto distante
- Instabile e traballante, anche per una alpha
- Il pacchetto completo costa parecchio
- L'unica data nota è quella della roadmap che dovrebbe portarci al lancio della campagna single player