L'ostinazione con cui Square Enix continua a insistere su Star Ocean, dopo aver ignorato la serie targata tri-Ace per anni, è quasi ammirevole: la compagnia nipponica però, stanzia sempre budget risicati per le nuove iterazioni come il recente The Divine Force, che poi ovviamente non vendono, e ogni tanto tira fuori un remake o una remaster per ricordare a tutti che Star Ocean esiste ancora. In questo caso specifico si parla di Star Ocean 2, che molti considerano il migliore della serie, ma che ha già avuto un remake nel 2008 per PSP. Questa è quindi la seconda volta che The Second Story si rifà il trucco.
Annunciato durante l'ultimo Nintendo Direct insieme a Super Mario RPG, che naturalmente ha oscurato la sua importanza, Star Ocean: The Second Story R arriverà su Switch, sistemi PlayStation e PC il prossimo 2 novembre. E nonostante tutto, ci sono alcuni ottimi motivi per tenere d'occhio questa nuovo gioco. Scopriamo quali sono in questo speciale dedicato a Star Ocean The Second Story R.
Doppia storia
Star Ocean: The Second Story fa il suo esordio su PlayStation nel 1998, un paio di anni dopo l'uscita del primo capitolo per SNES. Siamo in un momento in cui vanno forte i giochi in 3D; Final Fantasy VII è uscito da un annetto, eppure Enix, che pubblica Star Ocean per conto di tri-Ace e che non è ancora convolata a nozze con Square, preferisce gli sprite 2D, perché restituiscono l'idea degli anime tanto cari ai giapponesi. Nonostante l'agguerrita concorrenza, Star Ocean 2 riscuote un successo discreto: non è un titolo tecnicamente all'avanguardia, ma ha alcune frecce interessanti al proprio arco.
In primo luogo, il sistema Dual Hero, adottato anche nel più recente The Divine Force. Il giocatore sceglie il protagonista all'inizio della partita - il giovane guardiamarina Claude C. Kenny, alle prese con la sua prima missione nello spazio, oppure Rena, un'aliena del pianeta Expel - e sebbene la storia sia fondamentalmente la stessa, in alcuni momenti i due personaggi si separano: la scelta compiuta ci permette di seguire la storia dal punto di vista di uno dei due, scoprendo così maggiori dettagli dietro le quinte.
Il sistema Dual Hero si incrocia poi con le Azioni Private, sottotrame facoltative che si sbloccano in circostanze particolari - per esempio, quando il gruppo si scioglie nelle città - che dipendono dal protagonista scelto all'inizio e dai personaggi reclutati nel corso dell'avventura. Le Azioni Private permettono di apprendere ulteriori informazioni sulla storia e i protagonisti, le cui ramificazioni conducono a finali diversi e possono influenzare il gameplay: interagendo coi membri della squadra nel corso dell'Azione Privata, è possibile migliorare l'intesa tra i personaggi e le loro performance sul campo di battaglia.
Il sistema di combattimento è, infatti, di tipo action, in stile Tales. Il giocatore controlla un solo personaggio, affidando gli altri all'intelligenza artificiale, e inanella combo di attacchi normali e speciali associati ai tasti del controller, mentre si muove in un'arena che consente di sfruttare anche alcuni elementi dello scenario come riparo. A causa degli hardware arretrati dell'epoca, ogni incantesimo superiore lanciato dai personaggi capaci di farlo interrompeva lo scontro, mettendolo temporaneamente in pausa fino alla fine dell'animazione: un problema che il remake in arrivo sembrerebbe aver risolto.
Un'altra peculiarità di The Second Story riguardava il cast: oltre ai due protagonisti, il gioco contava un totale di dieci comprimari, ma nel corso di una partita se ne potevano reclutare solo sei. In certi casi specifici, oltretutto, invitare un certo personaggio nella squadra precludeva il reclutamento di un altro. Queste decisioni cambiavano parzialmente il finale, che poi dipendeva anche dal protagonista scelto, ma in ogni caso Star Ocean 2 era un GDR pensato per essere rigiocato più volte e per questo motivo non particolarmente lungo da portare a termine, ma comunque ricco di contenuti, minigiochi e segreti da scoprire: una formula perfettamente in linea con l'idea di JRPG che andava per la maggiore negli anni '90, soprattutto nella terra del Sol Levante.
Anche la storia seguiva questi canoni, sposando però le tematiche sci-fi care alla serie Star Ocean. Seppur ambientato vent'anni dopo il primo Star Ocean, tant'è che il protagonista, Claude, è il figlio di uno dei membri del party nel gioco precedente, The Second Story è un'avventura perfettamente autonoma che comincia quando il giovane Kenny finisce teletrasportato sul pianeta arretrato di Rena, che lo scambia per l'eroe di una profezia. I due si imbarcano in un viaggio alla ricerca di un modo per salvare Expel da un'invasione di mostri e, possibilmente, per rimandare Claude sulla Terra.
Star Ocean The Second Story R sarà un remake impressionante
Il remake di Square Enix non sembra aver intaccato l'opera originale nello spirito, ma senza dubbio l'ha fatto nella forma: adottando un nuovo stile grafico chiamato 2Dx3D, che fa il verso al HD-2D di Octopath Traveler 2 e Live A Live, lo sviluppatore nipponico ha ridisegnato Star Ocean 2 da zero e il risultato, a nostro avviso, è strabiliante. Non stiamo parlando di un restyling avveniristico, ma di una ristrutturazione totale che omaggia i giochi d'annata con sprite 2D pixellosi ma particolareggiati, scenari 3D low poly e una regia dinamica durante gli intermezzi narrativi. Star Ocean 2 è quasi irriconoscibile, eppure il remake sembrerebbe essere una copia carbone dell'originale nella struttura e nella progressione.
Square Enix, poi, non ha solo ristrutturato il mondo di gioco, e persino la mappa del mondo in 3D che si può esplorare liberamente da un certo punto della storia in poi, ma ha anche ridisegnato l'interfaccia e le illustrazioni che accompagnano i dialoghi: abbandonato lo stile anime che caratterizzava il primo remake per PSP, adesso i personaggi sono un po' più allungati, ma sempre super deformed nei loro sprite, mentre i ritratti sono splendide illustrazioni molto più dettagliate e marginalmente animate.
Il remake sembrerebbe aver modernizzato alcuni aspetti dell'esperienza, introducendo funzionalità come il viaggio rapido o la possibilità di scegliere il doppiaggio in inglese o in giapponese, che è comunque una novità di questa edizione. Per l'occasione, Square Enix ha riconvocato il celebre Motoi Sakuraba, che ha riarrangiato le sue vecchie musiche e ne ha anche composte di nuove con l'ausilio di un'orchestra.
Sul fronte del sistema di combattimento ci sono alcune novità che non abbiamo ancora inquadrato perfettamente. A quanto pare potremo chiamare in battaglia per un breve intervento i personaggi che sono rimasti in panchina, e che occupano uno spazio nell'angolo in basso a sinistra coi loro tempi di ricarica individuali. Il sistema di combattimento di Star Ocean 2 non era tecnico come negli Star Ocean che sarebbero seguiti, ma era sufficientemente complesso e il remake sembrerebbe aver spinto in questa direzione, introducendo una serie di meccaniche come i contrattacchi, le schivate e le difese da infrangere a suon di combo che sono molto più vicine ai titoli moderni.
A conti fatti, è incredibile che Square Enix si sia impegnato così tanto in questo remake di Star Ocean 2, un titolo che sicuramente meritava questo trattamento ma che, avendo già avuto l'onore di una riproposta nel 2008, avrebbe dovuto avere minore priorità. Potrebbe esserci tuttavia uno schema; un desiderio, da parte della compagnia giapponese, di passare in rassegna a suon di remake come questo alcuni titoli particolarmente significativi, come accaduto con Live A Live e quel Dragon Quest III HD-2D Remake di cui si sono perse le tracce.
In questo senso, Star Ocean 2, col suo innovativo stile 2Dx3D, sembrerebbe essere quasi un banco di prova prima di passare ai pezzi veramente grossi, e se state pensando a Chrono Trigger allora benvenuti nel club. Non ci resta che aspettare l'uscita in autunno per scoprire se questo remake sia veramente imperdibile o se la serie di tri-Ace sia destinata a finire di nuovo nell'oblio fino al prossimo ripescaggio.