Da una parte grandi intuizioni promozionali, vedi il trailer con Will Smith e la collaborazione ufficiale con Io Sono Leggenda; dall'altra una struttura survival MMO antiquata, lenta, grezza, claudicante come gli zombie che ci troveremo ad affrontare durante la campagna: non c'è dubbio che Undawn si muova fra alti e bassi, ma porta avanti un approccio orientale al genere che risulta ancora difficile da digerire, in particolare su mobile.
Avete presente le linee guida per i film prodotti da Netflix, secondo cui se non succede qualcosa entro pochi minuti dall'inizio gli utenti tendono a staccare e a cambiare show, per cui i registi si sentono in qualche modo obbligati a impostare la narrazione perché abbia un forte picco iniziale? Ecco, Tencent evidentemente non ha ancora capito che sui dispositivi iOS e Android succede la stessa cosa, ed è normale che sia così vista la natura portatile e spesso estemporanea di queste esperienze.
Vi spieghiamo tutto nella recensione di Undawn.
Storia e struttura
Un'invasione di zombie ha fatto piombare il mondo nel baratro, devastando le città e costringendo i superstiti a rintanarsi all'interno di insediamenti fortificati: un incipit piuttosto tradizionale, che Undawn fa proprio senza porsi grandi problemi, condendolo però con vicende umane e tentativi di romanticismo francamente strampalati: pensate che nelle fasi iniziali a un certo punto parte addirittura una canzone.
Gli sviluppatori di Lightspeed Studios hanno provato a lasciare un qualche tipo di segno sul piano narrativo dell'esperienza, ma è chiaro che da un prodotto del genere ci si aspetta altro ed è lì che casca il proverbiale asino. Sì, perché dopo il promettente editor per il personaggio (che può utilizzare anche una nostra foto per automatizzare i tratti) e un inizio scoppiettante, la campagna finisce per arenarsi in un mare di insignificanti incarichi che appesantiscono la progressione.
La struttura di Undawn dovrebbe infatti basarsi sull'esplorazione di determinati scenari, lo sblocco degli insediamenti collegati e l'accesso a missioni in cui bisogna eliminare una certa quantità di zombie e mutanti, facendo ricorso a un equipaggiamento che si arricchisce man mano di nuove armi e strumenti, ma che rimane vincolato alle meccaniche survival di raccolta e creazione delle risorse anche solo per la gestione delle munizioni e dei potenziamenti.
Capita dunque che dopo qualche ora ci si ritrovi a seguire stancamente l'immancabile sistema ad obiettivi, utilizzando gli spostamenti veloci da una zona all'altra nel tentativo di trovare il punto d'interesse giusto, quando invece questo tipo di operazioni dovrebbero risultare molto più rapide e accessibili: stiamo pur sempre parlando di un mobile game, ma Tencent sembrerebbe averlo dimenticato.
Gameplay
Le conseguenze di tale approccio si traducono in un impianto lento e pesante, che si trascina letteralmente per fornirci qualche modesto contenuto, nascosto fra una miriade di missioni di raccolta concettualmente parecchio datate. Da questo punto di vista c'è davvero di tutto, ma immaginate fondamentalmente un mix fra le meccaniche di PUBG e quelle di Fortnite.
C'è di buono che l'interfaccia, inizialmente così affollata da limitare la visibilità, può essere regolata per ridurre in maniera sostanziale le distrazioni e gli elementi che riteniamo meno importati, vedi ad esempio la chat oppure le tantissime icone che recano altrettante notifiche relative alle ricompense ottenute fino a quel momento, con un inevitabile rimando alle microtransazioni.
Da questo punto di vista l'esperienza si rivela relativamente malleabile, sebbene sia lecito immaginare che a un certo punto della campagna il grado di difficoltà subisca un'impennata ai fini della monetizzazione. Tuttavia la banalità delle fasi giocate (salvate giusto dall'opzione per l'autofuoco), ma soprattutto la legnosità di tutto ciò che vi sta attorno potrebbero far scemare il vostro entusiasmo molto rapidamente.
Il che è un peccato, perché sarebbe bastato rivedere le ambizioni del progetto, rendendolo più compatto e immediato, per evitare di dissipare le energie e le idee dello sviluppo su tante operazioni che lasciano il tempo che trovano, concentrandosi invece sul fare in modo che gli scontri con gli zombie fossero più movimentati e divertenti.
La realizzazione tecnica di Undawn
Ci sono sicuramente delle sequenze e degli scorci di Undawn che riescono a sorprendere per la qualità di ciò che viene mostrato sullo schermo, unitamente a un grado di ottimizzazione leggermente al di sopra della media se consideriamo che su iPhone 14 Pro il gioco riesce a girare praticamente al massimo delle sue potenzialità mantenendo i 60 fps ed evitando di surriscaldare il dispositivo.
Gli investimenti ci sono e si vedono, ad esempio nei dialoghi parlati in inglese (sebbene l'interpretazione lasci spesso a desiderare) e in una colonna sonora capace di colpire inaspettatamente con qualche buon brano. Tuttavia le geometrie, l'effettistica e le animazioni risultano datate, così come il design dei vari scenari che avremo modo di visitare nel gioco.
Conclusioni
Undawn è un survival sulla carta molto ricco e sfaccettato, ma in concreto si rivela un'esperienza modesta, lenta, claudicante. Gli sviluppatori hanno riempito la struttura e il gameplay di inutili orpelli che appesantiscono l'impianto, rendendolo sostanzialmente meno immediato di ciò che sarebbe lecito attendersi da un mobile game ed enfatizzando la pochezza di sequenze action che si salvano dall'assoluta mediocrità solo grazie alle tante opzioni disponibili per l'interfaccia e i controlli touch, che includono il mai abbastanza lodato autofire quando un nemico entra nel mirino.
PRO
- Molto grosso, molto ricco
- Alcune soluzioni tecniche interessanti
- Tante opzioni e c'è anche l'autofire
CONTRO
- Davvero troppo lento e macchinoso
- Sgangherato e derivativo
- Sequenze action appena passabili