Viaggi e conquiste
La meccanica di gioco è tutto sommato semplice: il giocatore può decidere fra una delle quattro fazioni (Ribelli, Impero, Esercito dei cloni dellla Repubblica o Droidi separatisti) e, all’interno di questa, una delle sei specializzazioni. Dopodichè si parte alla conquista. Il gioco è fortemente orientato al multiplayer, e supporterà fino a 16 giocatori nelle versioni console e 32 nella versione PC per quello che riguarda il gioco via Internet, mentre in rete locale questi valori raddoppieranno, per un massimo di 64 giocatori sulla piattaforma PC. Nella modalità multiplayer lo scopo sarà naturalmente quello di prendere il controllo della locazione. Questo avverrà attraverso punti strategici che, dopo un certo periodo di permanenza, prenderanno il colore della squadra. Maggiore sarà il numero di punti conquistati a scapito dell’avversario, più velocemente perderà credibilità e sarà condotto alla disfatta. Per quello che riguarda il singleplayer, è stata prevista una modalità chiamata Galactic Conquest, che ci permetterà di cimentarci nella conquista di tutto l’universo conosciuto, attraverso 15 pianeti diversi.
Classi e privilegi
Dal punto di vista del gameplay il gioco utilizza un collaudato sistema in terza persona, con la possibilità, non ancora pienamente implementata ma prevista, di passare in soggettiva in qualunque momento. Ciascun tipo di soldato di ciascuna fazione ha il proprio equipaggiamento specifico e le proprie abilità speciali esclusive. Ad esempio, solo la spia dei ribelli ha la possibilità di camuffarsi da soldato dell’impero e solo l’ufficiale imperiale ha l’abilità di smascherarla, il pilota ribelle è l’unico personaggio a espellersi automaticamente dai veicoli un’istante prima che vengano distrutti e una specifica categoria di soldati dell’impero dispone di un jetpack che gli permette di raggiungere locazioni impensabili per chiunque altro. Naturalmente il gioco supporterà headset e messaggi vocali su qualunque piattaforma, per garantire un adeguato teamplay. Per quello che riguarda il gioco in singleplayer sarà invece possibile conferire comandi ai bot da una serie di shortcut. Interessante anche l’idea di non inserire personaggi che usino la Forza: in fondo stiamo parlando di battaglie di campo, che normalmente avvengono fra semplici soldati, scelta più che condivisibile nell’ottica di un corretto bilanciamento del gioco.
Un universo, due ere
Un altro aspetto interessante di Battlefront è la possibilità di decidere in quale epoca giocare, se quella della trilogia classica o quella dell’era dei cloni. In ciascuno dei due casi le armi, i mezzi e le ambientazioni saranno adeguate, grazie a un accurato lavoro di ricostruzione. Per i fan Star Wars che giocano su PS2 questa caratteristica include una buona notizia, visto che potranno giocare, per la prima volta sulla macchina Sony, utilizzando armi e mezzi della trilogia originale (tutti i giochi finora erano ambientati all’epoca della trilogia dei cloni). Naturalmente un grande spazio è dato ad armi e mezzi, che in alcune mappe si riveleranno essere fondamentali, soprattutto per le incursioni attraverso ambienti aperti. Praticamente ogni veicolo visto nel corso dei film sarà utilizzabile (e distruttibile, ma questo è un’altro discorso), dagli AT-ST alle Speeder bike, giusto per citare due esempi. Interessante anche la ricostruzione dei diversi personaggi. Al di la di qualche piccola licenza legata al gameplay (ad esempio Chewbacca che può dispensare medikit), il resto è stato elaborato con cura per i dettagli: i costumi, le dotazioni, il comportamento. La versione in visione, lungi dall’essere definitiva, offriva comunque una piccola visione di quello che erano i comportamenti delle diverse fazioni, con modelli che sembravano essere adeguati. Naturalmente ogni fazione avrà le sue forze e debolezze: così se i ribelli, più orientati alla guerriglia, hanno una maggiore autonomia individuale, una squadra imperiale ben oliata sarà decisamente competitiva, grazie allo sfruttamento delle specializzazioni.
Scorci di pianeti
Un’altra cosa che stupisce di Battlefront, nonostante il livello di completamento ancora relativamente basso, è il motore grafico: la versione dimostrata, una pre-alpha su Playstation 2, seppur ancora con qualche incertezza dovuta alla mancanza di ottimizzazione, sembrava essere decisamente convincente, anche in situazioni di stress (provate a pensare a un gruppo di addetti intenti in una partita multiplayer che, ovviamente, usa tutti i trucchetti che conosce per testare la solidità del motore), nonostante il fatto che i limiti della macchina Sony inizino a farsi sentire. Insomma, Pandemic sembra decisa a sfruttare fino in fondo l’hardware a disposizione, mentre per quello che riguarda le altre versioni ci viene promesso che non si tratterà di semplici porting, ma di versioni dedicate. E sinceramente ci piacerebbe vedere cosa potrebbe uscire da una versione ottimizzata per PC, visto il buon livello raggiunto finora. Unica pecca, ma pienamente giustificata, è il fatto che non sarà possibile giocare in multiplayer cross-platform. Non già per limiti tecnici, infatti i ragazzi di Lucas ci giurano che loro stanno già giocando cross-platform nei loro studios, ma per una questione di gameplay: la differenza fra i sistemi di controllo, infatti, rischierebbe di sbilanciare il gioco compromettendone l’esperienza. In compenso gli sviluppatori ci promettono nun grande supporto per la community online, attraverso statistiche, ranking, leghe e tutto quello che di solito accompagna un gioco multiplayer team based.
Aspettando l'autunno...
Battlefront insomma, si inserisce perfettamente nel contesto “post-KOTOR” di Lucas: un gioco solido, pesantemente testato e che già al livello attuale ha delle buone premesse. Quello che rimane vedere è, se nel lasso di tempo che corre da qui all’autunno, i ragazzi di Pandemic riusciranno a completare il gioco mantenendo le promesse e rimanendo all’altezza delle aspettative.
Mentre l’attesa per il terzo episodio della trilogia moderna inizia a farsi sentire, LucasArts sembra intenzionata a fare tutto il possibile per arrivare adeguatamente preparata. Battlefront rientra in una specie di “new wave” interna al produttore, relativa ai titoli legati al franchise di Star Wars. La nuova filosofia, iniziata con Knights Of The Old Republic, è quella di fornire prodotti con uno standard qualitativo decisamente elevato, oltre che porre più attenzione nei confronti del feedback prodotto dalle varie comunità di fan, appassionati e addetti ai lavori. KOTOR è stato affidato a Bioware, un colosso di solida fama nell’ambiente RPG, mentre Battlefront è affidato a Pandemic Studios, che emerge da un passato non proprio luminosissimo (Dark Reign II, Army Men RTS e il modesto Star Wars: la Guerra dei Cloni), ma che sembra più che intenzionato a dare la svolta definitiva alla propria immagine. Battlefront è un prodotto indubbiamente notevole e, nonostante il suo livello di produzione sia ancora ben lontano dall’essere completo, offre già un’ottima visione di sé.