Starfield rappresenta per molti versi quel desiderio che si esprime di fronte allo spettacolo di una stella cadente; solo che in questo caso a stringere forte gli occhi e sperare intensamente sono gli utenti Xbox, che aspettano l'uscita del titolo Bethesda ormai da un bel po' di tempo e la percepiscono come l'inizio di un nuovo, importante corso per le produzioni first party Microsoft.
Nella giornata di ieri abbiamo assistito a un sostanziale passo in avanti per quanto concerne la promozione di questo RPG ambientato nello spazio, mostrato nell'ambito di uno speciale Starfield Direct contenente un'ora di dettagli, approfondimenti, testimonianze e sequenze in-game davvero suggestive, che ci hanno fornito un'idea piuttosto precisa di come sarà viaggiare da un pianeta all'altro e affrontare orde di pirati siderali.
Ebbene, cos'è emerso da questo primo, vero incontro con il gioco? Ecco la nostra analisi del gameplay di Starfield.
Premesse
L'idea di Todd Howard per Starfield è quella di ribadire la vocazione storica di Bethesda nel creare mondi terribilmente affascinanti da esplorare, cercando stavolta di non tenere a freno le ambizioni e ambientare la nuova avventura nello spazio, consentendo ai giocatori di avvistare, raggiungere e visitare qualcosa come mille pianeti differenti all'interno di un sistema terribilmente ampio e ricco di cose da scoprire.
"Starfield è il primo nuovo universo che creiamo in venticinque anni, ma rimane un RPG Bethesda puro, in cui è possibile accedere a un mondo e percepire le infinite possibilità a propria disposizione. Solo che stavolta non si tratta solo di un mondo: ce ne sono oltre mille, e a decidere dove andare non saremo noi, bensì voi stessi", ha detto il game director.
Un progetto troppo ambizioso? A quanto pare le attuali tecnologie consentono di realizzarlo: le sequenze della presentazione mostrano lande e rocce di un pianeta che è possibile visitare, attorno a cui orbita una luna anch'essa raggiungibile ed esplorabile. Il tutto viene reso più realistico da un sistema di illuminazione globale che dona maggiore spessore a ogni dettaglio, inclusa l'atmosfera.
Le fasi esplorative di Starfield si poggiano su di una nuova tecnologia di animazione, che rende al meglio sia nella visuale in terza persona che in prima persona, consentendoci di giocare esattamente come desideriamo. Sarà possibile utilizzare i propri strumenti per infrangere delle rocce e raccogliere minerali da analizzare, ma anche e soprattutto imbattersi in qualcosa di inaspettato... come accade nelle migliori avventure.
Combattimento
Nella demo, quando il nostro personaggio scopre una miniera abbandonata, la situazione precipita rapidamente: ci sono truppe ostili a presidiare la struttura ed è chiaro che abbiano ricevuto l'ordine di sparare a vista, data l'accoglienza che ci viene riservata non appena entriamo nel loro raggio d'azione. Si esprime di conseguenza l'anima sparatutto di Starfield, con un frenetico scontro a fuoco a bassa gravità.
Quest'ultimo elemento rappresenta una variabile importante nell'economia dei combattimenti, consentendoci di spiccare ampi balzi e di utilizzare i propulsori della tuta spaziale per cogliere i nemici alla sprovvista, saltandogli letteralmente in testa mentre sono appostati dietro un riparo. Terminato lo scontro, è il momento di raccogliere il loot ed eventualmente entrare nell'inventario per ammirare lo straordinario livello di dettaglio di ogni singolo oggetto raccolto, dalle armi al cibo.
A ogni spedizione completata, è possibile tornare alla propria nave spaziale e riunirsi a eventuali compagni di viaggio, per poi ripartire. L'approccio alla fantascienza di Starfield è stato definito dagli sviluppatori "NASA punk", ovverosia un mix fra realismo e avventura tramite cui gli autori hanno provato a immaginare l'epoca d'oro delle esplorazioni spaziali, caratterizzata da "tecnologie avanzate ma accessibili a livello pratico".
Un concetto che si riflette nel design della nave spaziale, che funge da casa per il nostro personaggio e il suo eventuale equipaggio, e che vanta un'estetica "analogica", più lo-fi che hi-fi. Fra i vari strumenti disponibili c'è poi un dispositivo che consente di mappare l'universo conosciuto, nella fattispecie i pianeti che abbiamo già visitato, tanto quelli vivi quanto quelli morti ma ancora ricchi di risorse da raccogliere.
Viaggiare
È a questo punto dello Starfield Direct che vengono evidenziate le enormi dimensioni della porzione di galassia che avremo modo di esplorare nel gioco e i suoi tanti sistemi. Potremo sfruttare i viaggi rapidi per raggiungere istantaneamente i luoghi che conosciamo e su cui siamo stati, oppure tracciare una rotta anche di diversi anni luce per raggiungere pianeti completamente nuovi e sconosciuti, a patto ovviamente di disporre della potenza e della tecnologia necessarie per quel tipo di viaggio.
Nella demo viene impostata una rotta verso la città di Nuova Atlantide, la nave compie un salto e raggiunge la destinazione in pochi istanti: il tempo di un controllo di sicurezza e si può atterrare. Una volta scesi, ci si rende conto di quanto ampia e suggestiva sia questa location, la più grande che Bethesda abbia realizzato fra gli avamposti più sviluppati di Starfield.
Naturalmente è all'interno di questi luoghi che si entra in contatto con gli elementi avventurosi del gioco, con il nostro personaggio che entra a far parte di Constellation e viene a sapere degli Artefatti, che a quanto pare rappresentano la testimonianza di civiltà remote che in qualche modo potrebbero star cercando di comunicare con noi.
I diversi personaggi con cui avremo modo di interagire rappresentano però solo una porzione di ciò che potremo sperimentare dal punto di vista narrativo. Ci sono altri posti, come Cydonia, Akila e Neon: un intero collettivo spaziale tutto da scoprire, con le sue figure chiave, le attività e le missioni con cui cimentarsi per portare avanti le sottotrame e lo sviluppo del protagonista. Al di fuori di questi luoghi civilizzati ci sono poi svariate zone remote e insidiose.
Il personaggio
Sfruttando un espediente piuttosto tradizionale (ci risvegliamo dopo un trauma e veniamo recuperati da una squadra di astronauti), Bethesda ci consentirà di creare il nostro personaggio da zero, attraverso l'uso di un editor tanto potente quanto versatile, riempito dagli sviluppatori di asset ricavati da scansioni reali: lo stesso mix e le stesse potenzialità di qualsiasi PNG incontreremo lungo il cammino.
I quaranta preset a nostra disposizione ci daranno modo di aggiungere tantissimi dettagli e tratti distintivi, per poi passare al background che andrà a definire chi è esattamente il nostro avatar e quali sono i suoi legami con eventuali figure simili o magari agli antipodi, determinando così snodi inaspettati nel corso delle varie esplorazioni.
Il sistema delle abilità si innesta su questo impianto attraverso i tradizionali punti esperienza, tramite cui migliorare le caratteristiche del personaggio sul piano delle doti fisiche, del carisma e delle affinità tecnologiche; con svariate possibilità anche bizzarre, come la capacità di controllare la mente di determinate razze aliene, muoversi silenziosamente oppure godere di un vantaggio negli scontri a viso aperto.
Una prima occhiata all'albero delle abilità di Starfield restituisce una chiara sensazione di ampiezza e sfaccettature, il che significa che avremo davvero la possibilità di costruire la nostra build in maniera libera, sperimentando e scegliendo infine quali tratti ci interessa sviluppare perché possano supportare al meglio il nostro stile sia nelle fasi esplorative che durante le sequenze d'azione.
I personaggi di contorno
Come accennato in precedenza, in Starfield potremo farci accompagnare da un equipaggio composto dalla figure più disparate, che ci seguiranno perché condividono con noi degli obiettivi o per il semplice gusto di lanciarsi in una nuova avventura. Dopodiché da cosa nasce cosa e chissà, magari scopriremo che uno dei nostri ufficiali è la persona con cui vorremmo condividere qualcosa di più del lavoro.
Al di là della componente romance, il gioco include un substrato gestionale relativo proprio allo sblocco di nuovi compagni, che potremo assegnare a diverse mansioni a seconda delle loro abilità peculiari e scoprire in che modo possano contribuire al successo delle nostre missioni; anche sul campo di battaglia, come l'androide Vasco mostrato durante la presentazione.
Combattimenti spaziali
Non ci limiteremo a utilizzare la nave per spostarci da un pianeta all'altro: durante la fase di volo accadrà di entrare in contatto con unità ostili e a quel punto dovremo combattere. In tal senso, gli autori hanno fatto in modo di concederci il più totale controllo nel veicolo, con una gestione dei moduli energetici che permette ad esempio di dare più spinta ai propulsori per tentare una fuga, oppure potenziare armi e scudi se la nostra intenzione è quella di affrontare il nemico.
L'esito di un combattimento completato con successo può anche essere la conquista di una nuova nave spaziale, che potremo a quel punto rimettere in sesto, modificare e conservare per richiamarla in qualsiasi spazioporto e arricchire in tal modo il nostro "garage". Gli incontri potranno tuttavia anche essere piacevoli, consentendoci di visitare l'interno di navi enormi e stazioni spaziali dove cogliere nuove, entusiasmanti opportunità.
Sensazioni preliminari
Starfield è un gioco enorme e ambizioso, un'avventura spaziale di ampio respiro che promette di tenerci occupati per centinaia di ore grazie alla varietà e all'abbondanza dei suoi meccanismi. Da questo punto di vista la sensazione è che forse solo Bethesda potesse concretizzare un progetto simile, ma al tempo stesso è inevitabile il timore che una struttura così ampia e ricca di possibilità possa nascondere qualche magagna tecnica.
La prima è quella che molti già si aspettavano: un limite fissato a 30 fps su Xbox Series X|S per cercare di offrire un'esperienza che sia il più consistente possibile, ma che di certo non renderà al meglio durante le fasi action e già dalla demo sembra nascondere qualche incertezza qui e lì. Dopodiché è chiaro che nelle prime settimane spunteranno in rete video di glitch più o meno assurdi e spettacolari, che non mancano mai quando si prova a mettere insieme qualcosa di così grosso e articolato.
Al di là della concretizzazione tecnica di un progetto del genere, restano il punto di partenza, l'intenzione e il DNA di Bethesda, che sembrano conferire a Starfield quell'alone di mistero, quella sensazione di avventura che può fare la differenza fra una produzione ricca ma anonima e una che oltre a numeri straordinari sembra vantare anche un gran cuore.
Quanto grande? Lo scopriremo il prossimo 6 settembre su Xbox Series X|S e PC.