Il tempo è una dimensione fisica tremendamente relativa. Film come Interestellar hanno aiutato il grande pubblico a prendere dimestichezza con la teoria della relatività, raccontandoci come nello spazio, lanciati a velocità tremende o schiacciati dal peso di corpi celesti letteralmente mostruosi, si invecchi con una velocità diversa rispetto a chi resta aggrappato alla superficie terrestre.
Anche in termini soggettivi, il tempo può essere percepito in modo molto differente da situazione a situazione, da stato emotivo a stato emotivo. Prendiamo Starfield, per esempio. Manca pochissimo alla sua pubblicazione su PC e Xbox, anche via Game Pass sin dal lancio. Eppure, complice il bombardamento mediatico intensificato di questi giorni, sembra che questo fatidico 6 settembre, 1° settembre per chi ha prenotato la Premium Edition, non arrivi più.
Qui alla Gamescom 2023, se possibile, l'attesa ha conosciuto picchi ancora sconosciuti. Colpa dei tanti banner affissi in ogni angolo della fiera che ricordano l'esordio ormai imminente del gioco; dei trailer proiettati in loop negli stand di Microsoft; di un Phil Spancer accompagnato da Todd Howard che ti taglia la strada improvvisamente; di una presentazione a porte chiuse a cui ovviamente non potevamo mancare.
Non abbiamo potuto provare il gioco in prima persona, la casa di Redmond ha evidentemente preferito limitare il più possibile lo svelamento dell'avventura anzitempo, ma ci siamo gustati un lungo video di presentazione che non solo ci ha permesso di carpire ancora meglio la portata dell'esperienza, ma ci ha anche fatto conoscere, pur condensate, le prime gesta compiute dell'avatar di cui a breve vestiremo i panni. Andiamo, quindi, a scoprire tutte le novità di Starfield portate alla Gamescom 2023.
Un collage di pianeti, biomi, fauna aliena
La presentazione, in effetti, era effettivamente divisa in due parti ben distinte, che abbiamo fruito entrambe passivamente. Abbiamo sofferto l'assenza di qualsiasi sviluppatore o PR a cui formulare qualche domanda, ma ciò non ha comunque compromesso la riuscita di un piccolo spettacolo che aveva come unico scopo quello di mostrare di cosa possa essere capace la nuova produzione Bethesda.
Inizialmente siamo stati spettatori di un vero e proprio collage di scene che hanno sortito un duplice effetto. Da una parte è stata messa in risalto tutta la varietà di biomi e pianeti che potremo esplorare nel viaggio tra le stelle offerto da Starfield. Impossibile non farsi tornare alla mente certi trailer di Mass Effect e No Man's Sky, termini di paragone in cui, in questo senso, il gioco diretto da Todd Howard sembra posizionarsi quasi a metà strada. Non c'è la (mal celata) linearità della, pur favolosa, trilogia di Bioware, che in fin dei conti limitava di molto l'esplorazione in pianeti realmente vibranti di vita. Manca allo stesso tempo la folle creatività procedurale del felice esperimento di Hello Games.
Ogni pianeta mostrato nel trailer, sia dallo spazio che sulla superficie, ostenta una direzione artistica ragionata, misurata, che si ispira a panorami e forme di vita familiari, ma non per questo meno efficaci nell'instillare meraviglia e sorpresa nello spettatore. La sequenza di immagini ci ha messo l'acquolina in bocca, innescando la nostra fantasia e il desiderio di mollare finalmente gli ormeggi e navigare tra le stelle, gli asteroidi, gli anelli dei pianeti di cui ci è stato concesso un fugace spiraglio.
Non sono naturalmente mancati accenni alle fasi di gameplay vere e proprie, tra placide passeggiate su mondi alieni, furiose sparatorie ed immancabili combattimenti aerei a suon di laser e missili.
Lo Starfield ammirato in questo pur breve filmato ci è parso una sinfonia perfettamente orchestrata, in cui davvero poco è lasciato al caso, in cui ogni strumento suona unicamente per affascinare, intrattenere, divertire l'aspirante astronauta che stringe il pad tra le mani. Ma è veramente così?
La seconda parte della presentazione ci ha permesso di rispondere, pur in piccolissima parte, a questa domanda.
Un incipit frettoloso, ma è solo l'inizio di Starfield
Terminati i convenevoli, pur sempre in qualità di spettatori, siamo stati introdotti ad una versione condensata e priva di momenti morti di quelle che dovrebbero essere le prime due ore circa di Starfield.
Vogliamo essere schietti e diretti: le premesse narrative non ci sono sembrate così coinvolgenti e ben amalgamate quanto avremmo desiderato. Ci teniamo a specificarlo subito non tanto per smorzare l'entusiasmo, quanto perché riteniamo che questo sia un ulteriore indizio del fatto che la produzione Bethesda impiegherà un po' di tempo per ingranare a dovere, rodaggio necessario affinché meccaniche ludiche, esplorazione e anche trama possano raggiungere il giusto ritmo.
Nei panni di un anonimo minatore, in un pianeta non meglio specificato, entrerete in contatto con un misterioso manufatto, evento che causerà una serie di visioni confuse, nonché un drammatico svenimento allo sventurato. Soccorso dai suoi colleghi, una volta rinvenuti in infermeria, dovremo dare un volto, un nome e una build di partenza all'avatar. Non sappiamo ancora il reale potenziale dell'editor che sarà messo a disposizione, ma da quanto abbiamo potuto vedere non mancherà il tocco di Bethesda in questo senso. Le possibilità di personalizzazione estetica sembrano come sempre ampissime e ci saranno molti perk e abilità a caratterizzare sin da subito l'eroe o l'eroina di cui vestirete i panni.
A convincerci poco, di questo incipit, è stata la rapidità con cui la trama è proseguita. Riacquisita la capacità di muoversi, usciti all'aria aperta, è immediatamente atterrata la navicella di un membro della Constellation, che senza troppi complimenti è disposto a cederci nave, il droide che poi ci supporterà lungo tutta l'epopea e soprattutto l'incarico di portare alla sede della corporazione il misterioso manufatto rinvenuto nella miniera.
Come se già non accadesse tutto fin troppo in fretta, un'incursione di pirati svela in un colpo solo il sistema di combattimento tra navicelle spaziali. Mentre il nuovo alleato stava ancora fornendo le istruzioni per raggiungere il pianeta sede della Constellation, dal nulla si materializza in volo un vascello ostile che fa immediatamente sbarcare uno sparuto gruppo di minacciosi brutti ceffi.
Da minatore, a sterminatore di feccia interspaziale, il passo è evidentemente molto breve, visto che il protagonista spara che è una meraviglia, ed imbraccia senza alcun problema tutti i tipi di fucili e pistole che è in grado di raccattare da terra. Anche quando c'è da mettersi ai comandi della sua nuova nave, per inseguire i pirati che intanto si sono dati alla fuga, il personaggio principale non fa una piega, raggiungendo lo spazio aperto in un secondo e dando subito fondo all'arsenale in proprio possesso.
Due gli elementi che ci sono balzati all'occhio in questo duplice scambio di gentilezze con gli ospiti inattesi. Per quanto sia un giudizio sicuramente affrettato, il sistema di combattimento ci è parso gustoso e preciso quanto basta. Il feedback dei colpi sembra quello giusto, le hitbox dei nemici per nulla grossolane. Anche tra le stelle il gioco non sembra avere alcuna intenzione di ambire alla simulazione, quanto di lasciar divertire il giocatore tra avvitamenti, manovre mozzafiato e battaglie accese e adrenaliniche. Inoltre, da quel poco che abbiamo potuto vedere, ma non vogliamo dare giudizi definitivi in questo senso, ci è parso che lo spostamento tra superficie e spazio, nonché tra pianeta e pianeta, avverrà unicamente tramite menù, limitando l'esplorazione ad aree, per quanto estese, ben delimitate. Non aspettatevi, salvo sorprese dell'ultimo minuto, i viaggi senza soluzione di continuità di No Man's Sky insomma.
Un'ultima analisi la merita anche la grafica. Il distacco con tutto ciò finora ha realizzato Bethesda è assolutamente notevole. La complessità degli scenari, la pulizia dell'immagine, gli effetti particellari, anche le animazioni dei personaggi sono chiaramente next-gen. Un pizzico di arretratezza la si può ancora intravedere nelle animazioni facciali durante i dialoghi, con volti ora inespressivi, ora innaturalmente deformati. Il colpo d'occhio, ad ogni modo, è a tratti davvero sorprendente.
La presentazione a porte chiuse di Starfiled a cui abbiamo assistito durante la Gamescom non ha fatto altro che incrementare la nostra dose di hype. Se è vero che non abbiamo gradito particolarmente la rapida successione con cui si passa dall'essere dei semplici minatori, a piloti di navicelle spaziali armate di tutto punto, è anche vero che la ricchezza di biomi, la varietà di situazioni e la profondità del gameplay sbandierate in questi mesi sembrano avere fondamenta reali. Starfiel non è, né vuole essere una versione più narrativa di No Man's Sky. Ha interessi diversi che si individuano facilmente in una struttura narrativa stratificata e in una gestione del personaggio estremamente più approfondita. Purtroppo, questa presentazione, passiva e relativamente breve, non ci ha ancora dato modo di scoprire la vera anima del gioco Bethesda. Ma per fortuna, per quanto il tempo possa essere percepito in modo relativo, al 6 settembre, e alla nostra recensione, manca davvero pochissimo. Voi, nel mentre, continuate ancora un po' a sognare l'arrivo di questo autentico simulatore di Han Solo.
CERTEZZE
- Gran parte delle promesse fatte, sembra che saranno mantenute
- Sparare, a terra o a bordo di una navicella, sembra molto divertente
- Artisticamente e graficamente convincenti
DUBBI
- Incipit narrativo fin troppo frettoloso
- Gli spostamenti interstellari pare che saranno gestiti tramite menù