Un progetto dallo sviluppo lunghissimo, un vero sequel per la serie Batman: Arkham, un looter shooter dalla controversa struttura live service, un concentrato di gag brillanti e scrittura efficace, un gioco su licenza che sta facendo e che farà parecchio discutere: il nuovo titolo sviluppato da Rocksteady Studios è tutto questo e molto altro ancora.
Come spesso accade per i prodotti online, abbiamo dovuto aspettare che i server fossero online per poter provare il gioco in compagnia di chiunque abbia acquistato la Deluxe Edition (per tutti gli altri se ne parlerà il 2 febbraio).
Abbiamo provato le prime ore della campagna di Suicide Squad: Kill the Justice League, e siamo qui per raccontarvi come è andata.
La storia, grande protagonista
Era chiaro già da parecchio tempo che per i suoi frizzanti presupposti narrativi (bisogna uccidere la Justice League, davvero), il cast composto da criminali più o meno bizzarri, l'interessante ambientazione (una Metropolis messa a ferro e fuoco dalle truppe di Brainiac alcuni anni dopo gli eventi di Arkham Knight) e una scrittura decisamente brillante, strapiena di gag, la storia sarebbe stata la grande protagonista di Suicide Squad: Kill the Justice League.
Ebbene, possiamo confermarlo convintamente: se sul piano autoriale i tre capitoli di Batman: Arkham erano trasposizioni molto affascinanti, a maggior ragione questa avventura "di gruppo" sembra possedere tutto ciò che un appassionato di supereroi DC potrebbe chiedere: un cinismo e un umorismo molto vicini allo stile di James Gunn, inaspettati risvolti anche drammatici e la mancanza di qualsivoglia freno inibitore.
Perché sì, succede davvero di tutto in questo gioco e magari non ve lo sareste mai aspettati. La sensazione è che lo studio inglese voglia stravolgere, finanche frantumare l'Arkhamverse e trasformarlo in un mondo magari disperato, ma capace di supportare un certo tipo di esperienze, pur senza farsi mancare l'ormai tradizionale carta del multiverso (pardon, degli Elseworlds) per ovviare a determinate mancanze andando anche a rilanciare specifiche figure.
E poi c'è lui, il doppiaggio in italiano: un aspetto sempre meno scontato per il nostro mercato, tristemente, ma che Warner Bros. ha voluto preservare, pur centrando l'obiettivo a metà. Ci sono infatti alcuni svarioni abbastanza evidenti nella localizzazione, e ad alcune interpretazioni straordinarie (la Harley Quinn di Chiara Francese, su tutte) se ne affiancano altre molto meno convincenti, specie un Batman che non ha più la voce di Marco Balzarotti.
Un gameplay solido ma caotico
Ce lo siamo chiesti tutti: perché mai abbandonare un sistema di combattimento eccellente e ancora ricco di potenziale come il freeflow dei già citati Batman: Arkham in favore di un impianto looter shooter in terza persona? Molti parlano di un'imposizione dall'alto che si è concretizzata fuori tempo massimo rispetto al periodo di maggior splendore dei live service, ma alla fine le chiacchiere stanno a zero.
Quello che ci interessava capire è se questo approccio avesse senso e possiamo dire che, pur al netto di alcune sequenze un po' troppo caotiche, complice uno schema dei comandi che andava magari organizzato meglio, la formula di Suicide Squad: Kill the Justice League funziona, e funziona bene: superate le perplessità legate all'impiego dei grilletti anche per i colpi corpo a corpo e sbloccata una buona parte dell'equipaggiamento, si riesce a dar vita a scontri davvero frenetici e spettacolari.
I quattro protagonisti presentano caratteristiche molto diverse e, se è vero che per il momento ci stiamo concentrando su Harley Quinn, anche ai fini di una progressione che sia ragionevolmente rapida e ci conduca ai titoli di coda in tempi relativamente brevi, è possibile in qualsiasi momento passare da un personaggio all'altro laddove si giochi in solitaria, sperimentando così le loro peculiarità.
In generale, le dinamiche di gioco sono spesso vicine a quelle del classico Sunset Overdrive, sebbene ci si trovi spesso a litigare con le manovre di movimento e sia necessario assimilare bene il loro funzionamento per potersi spostare con effettiva disinvoltura all'interno della Metropolis open world che fa da sfondo all'avventura della squadra che risponde agli ordini di Amanda Waller.
Capita dunque di piombare dall'alto su di un gruppo di nemici, lanciargli una granata, sparargli alle gambe per ricaricare gli scudi finendoli a pugni oppure utilizzare delle manovre speciali che permettono di sbaragliare anche ampi gruppi di avversari, trasformarli magari in ghiaccioli e farli a pezzi a colpi di pistola, il tutto mentre veniamo bersagliati da qualche cecchino o dai droni di Brainiac.
Pur non essendo ancora arrivati al confronto con i componenti della Justice League, abbiamo completato un primo, entusiasmante combattimento con un boss che richiedeva di eliminare numerosi sgherri alieni, raccogliere la loro energia e spararla contro alcuni punti strategici per esporli alle nostre pallottole, ricorrendo eventualmente all'uso di uno dei potenti veicoli volanti costruiti per la squadra da Gizmo.
La struttura è un problema?
È ancora presto per parlare, ma la sensazione che abbiamo provato anche ai tempi della closed alpha di Suicide Squad: Kill the Justice League si è ripresentata con prepotenza mentre passavamo da un quartiere di Metropolis all'altro, da un insediamento di truppe di Brainiac all'altro. C'è un problema con la struttura open world del gioco?
Si tratta di un tema che ormai da alcuni anni si pone immancabilmente, anche nelle produzioni più blasonate, ma pare che nessuno abbia ancora trovato una vera e propria "soluzione". In questo caso le attività di base si ripetono un po' troppo spesso, anche ai fini del trovare nuovo equipaggiamento, e questi risvolti vanno senz'altro a minare la bontà di tutto il resto, come accaduto anche in Marvel's Avengers.
È possibile procedere dritto per dritto ed evitare dunque di doversi cimentare con mille sfide tutte uguali, lasciandole come un contenuto facoltativo per chi volesse accedervi? Cercheremo di scoprirlo, ma è anche vero che, complice la solidità delle meccaniche e la progressiva introduzione di nuovi nemici e nuove abilità, per il momento questo aspetto si sta rivelando meno pesante e problematico di quanto temessimo.
Sono piuttosto gli elementi legati al looting a lasciare un po' perplessi, fra decine e decine di armi spesso molto simili fra di loro, potenziamenti che non ne migliorano concretamente l'efficacia e, in generale, un sistema di progressione che se la prende molto comoda, evitando qualsivoglia scossone nel timore forse di rovinare un bilanciamento che per ora regge sorprendentemente bene.
Le prime ore della campagna di Suicide Squad: Kill the Justice League suggeriscono un'esperienza entusiasmante sul piano narrativo, davvero ben scritta e divertente, e magari per qualche appassionato già questo potrebbe valere il prezzo del biglietto. Gli sviluppatori di Rocksteady non sono gli ultimi arrivati, lo sappiamo bene, e quindi hanno curato con una certa attenzione le meccaniche del gameplay, ma permangono alcuni dubbi sull'open world e le inevitabili concessioni a una struttura live service che potrebbe confermare o ribaltare il risultato: appuntamento a fra qualche giorno per la recensione completa.
CERTEZZE
- Scrittura brillante, una marea di gag
- Gameplay solido e con momenti spettacolari
- Tecnicamente ottimo
DUBBI
- Qualche dubbio sull'open world e la progressione
- Le attività tendono a ripetersi
- Il doppiaggio italiano si muove fra alti e bassi